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Ore 15:17 - Attacco Al Treno (Eastwood, 2018)


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3 replies to this topic

#1 William Blake

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Inviato 18 febbraio 2018 - 22:41

Clint Eastwood prosegue la sua ricerca dell'eroe americano, ma commette una serie di errori che rendono quest'ultima pellicola un passo falso all'interno della sua carriera

 

15.17_attacco_al_treno_loc.jpg

 

http://www.ondacinem...o-al-treno.html

 


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#2 ucca

    CRM

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Inviato 19 febbraio 2018 - 13:46

da vedere quindi


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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#3 William Blake

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Inviato 23 agosto 2018 - 15:04

era stato talmente massacrato che avevo zero aspettative e pronto a essere sorpreso da Clint. e invece, no. è proprio una merda.


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#4 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 12 maggio 2019 - 10:45

francamente aver visto tutte queste critiche impietose mi lascia un po' perplesso. mi è sembrato un film coerente con l'ultimo eastwood

l'errore che forse hanno fatto molti commentatori è averlo visto come il film gemello di american sniper. secondo me è semmai il film gemello di sully. non è un film sulla guerra, non è un film su dei soldati, è un film sull'america e i suoi cittadini, sui meccanismi di questa società e sui suoi valori. come sully, potremmo quasi definirlo un film su "l'uomo vs burocrazia", oppure "l'uomo vs il sistema". non mi sembra tanto velato il fatto che il vero protagonista del film è spencer: questo ragazzotto tipicamente americano, sin dalla mascella pronunciata, la carnagione chiarissima da wasp, il fisico da giocatore di football, di cui seguiamo il percorso fin dalla prima adolescenza. a scuola (una scuola privata cristiana: e già da qui mi piacerebbe capire cosa ha di destra il discorso di clint) un sistema ultraregolativo e "tecnico" non vede alcuna potenzialità "misurabile" nel ragazzo (reo di essere troppo iperattivo e poco disciplinato); da adulto, la decisione della vita di entrare nell'esercito, nel corpo degli aerosoccorittori, viene impedita per un cavillo tecnico, la mancanza di profondità alla visita oculistica. e i problemi proseguono all'interno dell'esercito, quando spencer viene riassegnato ad altri reparti ma un sistema altrettanto burocratizzato e disumanizzante lo scarta vanificando i sacrifici di una vita

e poi c'è quell'unico evento: il treno da amsterdam a parigi, l'attacco terroristico sventato per un atto che è un misto di naturale coraggio e folle incoscienza (il fucile dell'attentatore infatti si inceppa nel momento in cui spencer si getta su di lui). è come se tutte quelle imperfezioni, tutti quei difetti, tutte quelle mancanze rilevate dal sistema, fossero essenziali per quell'unico momento. quell'unico momento che ha significato tanto per le vite delle persone a bordo (e per l'umanità, aggiunge il presidente francese nel discorso in cui conferisce la legione d'onore ai ragazzi americani). insomma eastwood ci dice che sono le nostre imperfezioni, i nostri limiti, i nostri difetti che ci rendono veramente umani. e che una società iper-regolamentata, iper-burocratica, tecnocratica, non può che soffocare l'individuo e le sue qualità personali (definibili soltanto da dei parametri?). la scelta di avere i veri spencer, anthony e alek serve proprio per affermare questa normalità dell'eroismo, contro ogni forma di spettacolarizzazione hollywoodiana e più in generale cinematografica. non c'è nulla di super, di speciale, nell'eroismo

probabile che questo ulteriore lavoro di sottrazione e di antiretorica che rende il film quasi un'opera di minimalismo (anche nella durata: 90 minuti scarsi), abbia indispettito più di un critico e più di uno spettatore (visto che il film non è andato benissimo neanche al botteghino). ammetto che c'è un solo momento in cui ho perso la fede nel film: la parte centrale del viaggio in europa, in particolare in italia, tutta un "wow", "spettacolare", selfie di qui e selfie di là, nel blu dipinto di blu, insomma tutto il peggio dello sguardo americano sull'europa. ma per il resto è un film che fila come un treno: è il caso di dirlo. davvero non mi è sembrato inferiore a sully
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