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The Post (Spielberg, 2018)


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13 replies to this topic

#1 Conato

    Roadie

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Inviato 07 febbraio 2018 - 17:28

1971: Katharine Graham (Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee (Hanks) è il duro e testardo direttore del suo giornale. Nonostante Kaye e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni. La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l’etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico. I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.

 

the-post-loc.jpg

 

http://www.ondacinem...e/the-post.html


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Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla

#2 strafanich

    .

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Inviato 07 febbraio 2018 - 19:41

Bello tranne gli ultimi 15 minuti dove sbraga in una retorica patriottica francamente posticcia e ridicola.

3 momenti su tutti:

- la stagista del dipartimento di stato che fa "spero vinciate voi"

- l'uscita dal tribunale con il corridoio di donne lungo la scalinata

- la motivazione della sentenza letta ad alta voce in redazione

 

Peccato, mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché mi era piaciuto molto fino lì.


  • 3

#3 xone89

    mainstream Star

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Inviato 08 febbraio 2018 - 16:27

E' un film che fa male, e il perchè è presto detto, e Spielberg doveva esserne ben conscio, difatti arriva dove deve arrivare senza calcare la mano o che, anzi, è un film che non alza mai i toni e rimane sempre piuttosto parco e pacato, forse pure troppo a tratti, inoltre è ammantato inevitabilmente da un certo alone nostalgico (ma qui è una conseguenza pù che una furba ricerca come va tanto di moda ultimamente) e resta slegato dalle dinamiche di genere solitamente utilizzate in questo tipo di film.

Per il resto è un opera che si ascrive perfettamente in quel discorso etico sull'america e principi fonda(mentali)nti della democrazia che Spielberg porta avanti almeno da Lincoln, chi ha gradito quelli dovrebbe andare liscio come l'olio...


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#4 An Absent Friend

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Inviato 08 febbraio 2018 - 21:25

Il pensiero di Meryl Streep che dall'alto mi cala una lezione civile mentre, al solito, è contemporaneamente impegnata a non baciarsi da sola, mi fa stare un po' male.


  • 1

 

Talmente brutto che e' da considerare 90

 

 
In pratica vogliono il magical negro senza i poteri magici, sai che palle.

 

 

I voti sono sull'attività svolta e sulle iniziative dichiarate o parzialmente avviate

 


#5 Fidelio

    mainstream Star

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Inviato 16 febbraio 2018 - 18:24

Bello tranne gli ultimi 15 minuti dove sbraga in una retorica patriottica francamente posticcia e ridicola.

3 momenti su tutti:

- la stagista del dipartimento di stato che fa "spero vinciate voi"

- l'uscita dal tribunale con il corridoio di donne lungo la scalinata

- la motivazione della sentenza letta ad alta voce in redazione

 

Peccato, mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché mi era piaciuto molto fino lì.

Perfettamente d'accordo Spielberg negli ultimi anni sbaglia sempre i maledetti finali, infarcendoli di retorica. Il film è godibile ma è il "solito" film di inchiesta di cui il Cinema è bello pieno da almeno quarant'anni.


  • 0

#6 cool as kim deal

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Inviato 20 febbraio 2018 - 08:59

Bello tranne gli ultimi 15 minuti dove sbraga in una retorica patriottica francamente posticcia e ridicola.

3 momenti su tutti:

- la stagista del dipartimento di stato che fa "spero vinciate voi"

- l'uscita dal tribunale con il corridoio di donne lungo la scalinata

- la motivazione della sentenza letta ad alta voce in redazione

 

Peccato, mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché mi era piaciuto molto fino lì.

 

Tutto vero, però sostituirei nel tuo discorso la scena dell'uscita dal tribunale, che in fin dei conti ho trovato invece abbastanza "umile" seppur potente come scena, con le scene di Nixon che parla al telefono, tutte uguali e tutte col babau inquadrato da dietro e fuori dalla stanza, manco fosse Papà Gambalunga.

 

Streep e Hanks saranno magari scontati ma sono due attori superlativi. 

 

Per quanto riguarda la quota Breaking Bad, bravo Odenkirk, mentre quanto è ingrassato Meth Damon?

 

Film molto solido, mi è piaciuto tanto.


  • 1
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#7 kristofferson

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Inviato 21 febbraio 2018 - 10:40

Per il resto è un opera che si ascrive perfettamente in quel discorso etico sull'america e principi fonda(mentali)nti della democrazia che Spielberg porta avanti almeno da Lincoln, chi ha gradito quelli dovrebbe andare liscio come l'olio...


Io continuo a gradire. Peraltro uscendo in piena era Trump non si può non vedere questo film come un’aperta dichiarazione politica di Spielberg, pur espressa tra le righe e senza alzare la voce. Ciò detto Il ponte delle spie mi era sembrato drammaturgicamente molto più riuscito, anche grazie all’ottimo script (dei Coen) che qui invece non mi è sembrato sempre a fuoco. In questa fase del suo cinema incentrata sull'America e suoi principi etici (stessa cosa di Eastwood, ma all’opposto) affiora qua e là anche un attimo di didascalismo, come se Spielberg perdesse un po’ la sua capacità di emozionare, per quanto la regia sia sempre di alto livello. Streep e Hanks mi sa che si sono calati con fin troppa aderenza nei loro personaggi storici e mi sono sembrati devastati dal doppiaggio italiano.


  • 1

#8 cool as kim deal

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Inviato 21 febbraio 2018 - 12:26

Madonna addirittura devastati?
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Adescatore equino dal 2005

#9 selva

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Inviato 21 febbraio 2018 - 13:19

Madonna addirittura devastati?

ne approfitto per

Spoiler


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#10 Tom

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Inviato 21 febbraio 2018 - 13:45

 

Madonna addirittura devastati?

ne approfitto per

Spoiler

 

 

Mi ricordo Gene Wilder ospite di Claudio G. Fava a cui facevano vedere pezzi dei suoi film regolarmente doppiati. Ovviamente lui ne era visibilmente infastidito. A me irritava vedere come Fava (non Fazio) sembrasse non cogliere l'imbarazzo e la provincialita' della situazione e che non si fosse posto il problema preparando la trasmissione.

 

Discorso molto attuale per me: congiuntura astrale che non si verificava da secoli, nel giro di un paio di mesi sono usciti / usciranno in sala ben cinque film che mi piacerebbe vedere su grande schermo (compreso questo). Il "problema" e' che gia' quattro su cinque me li sono trovati li' da scaricare da mesi in originale, tutti in ottima risoluzione e con comodi sottotitoli in italiano, e immagino che per il quinto (l'ultimo Polanski) sara' questione di giorni. Finora ho resistito alla tentazione, pero' mi domando quanto ne valga la pena.

"Rubare" il film ma vendendoselo al meglio i tutti i sensi, o essere onesti e vedersi una copia brutalizzata dai sempre piu' pessimi doppiaggi italiani?

 

(Anticipo: per me non e' un'opzione rivedermi a stretto giro due volte lo stesso film: e comunque non e' quello il punto.)


  • 0

#11 kristofferson

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Inviato 21 febbraio 2018 - 13:56

Madonna addirittura devastati?


Lei soprattutto è doppiata con una vocetta querula e quasi caricaturale tale da rendere il personaggio vicino alla macchietta. Vedo che la voce è sempre quella della sua doppiatrice storica, Maria Pia Di Meo, che va per gli 80 anni (infatti manco avevo capito che era sempre lei).


  • 0

#12 sfonda

    pivello

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Inviato 22 febbraio 2018 - 13:36

A me è piaciuto parecchio per la capacità di Spielberg di "raccontare le storie". Un po' di retorica finale ci sta, soprattutto perchè il film si presta. Mi è piaciuto molto il finale col richiamo all'inizio di "Tutti gli uomini del presidente".


  • 0

#13 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 21 marzo 2018 - 08:53

L’ho trovato ottimo e con un tasso di retorica, considerando che è un film di Spielberg, davvero molto basso. Streep sontuosa, con una mimica fatta di tic facciali, di testa che si piega, di mani che stropicciano oggetti rende in maniera portentosa la crescita di questa donna che dal rifiuto/timore arriva all’assunzione di un ruolo tutto giocato in una Arena di uomini. La prima decisione in assoluto la prende sulla base tutto ciò che aveva studiato per la prima riunione, lì dove era quasi una ospite sopportata, lì dove si era paralizzata: fate studiare le donne.
Ma tutto il film è teso, serrato, avvincente anche se “la fine è nota”, la macchina da presa di Spielberg da’ il meglio di sè quando danza circolare in queste riunioni del “consiglio” del Post, sia che siano svolte nella stesso luogo o che si allunghino tramite telefono tra le case dei protagonisti. Gran film su informazione/amicizia/lavoro/politica.
  • 1

#14 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 22 agosto 2018 - 21:52

Soffermarsi sui dettagli - il doppiaggio, la retorica, bau bau - quando abbiamo una regia semplicemente c l a m o r o s a
La Streep è troppo brava per essere (ancora) giudicabile, ma Hanks? Un ghigno alla Lemmon/Matthau che è roba sopraffina.
Grande cinema. Punto.
  • 2

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 





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