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Classifica O Lista Filosofi Viventi E Di Come Valutano L'attuale Condizione Dell'uomo Nel Mondo


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175 replies to this topic

#151 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:14

 in prima battuta vediamo come Severino enuncia formalmente la struttura originaria: "La struttura originaria è l'essenza del fondamento... In questo senso è la struttura anapodittica del sapere e cioè lo strutturarsi della principialità... o dell'immediatezza... Ciò comporta che l'essenza del fondamento non sia un che di semplice, ma una complessità, o l'unità del molteplice" (La struttura originaria p.107)... è interessante prendere in considerazione una interessante aporia: sia dunque che l'essere è immediatamente noto... Ma in base a che cosa si afferma che l'essere sia immediatamente noto? Si risponderà: l'essere è immediatamente noto perché è immediatamente noto... E' chiaro che a questo punto si potrebbe nuovamente domandare in base a che cosa si ponga l'immediatezza; sicché sembra in tal modo costituirsi un regressus in indefinitum e che l'essere non riesca davvero a porsi... Si chiarisca che la soluzione dell'aporia non può essere data dal porre che "l'essere non è" perché tale affermazione è intrinsecamente contradditoria... Dunque l'aporia va tolta mostrando che in realtà l'aporia non si costituisce nemmeno realmente e il suo costituirsi è quindi una PARVENZA... Si incominci dunque a rilevare come la domanda del perché l'essere è l'IMMEDIATO (cioè che non ha bisogno di alcuna mediazione) si costituisca proprio in quanto la legittimità della stessa domanda esige una CONTRADDIZIONE... Se infatti dovessimo (attenzione) porre ciò per cui si afferma che l'essere è IMMEDIATAMENTE NOTO, sia x, ove x dovesse valere come termine diverso dai termini della proposizione in questione (come termine eterogeneo), l'affermazione "l'essere è" sarebbe ad un tempo un mediato (in quanto l'x è un termine diverso) e un immediato... Voler quindi dimostrare che la posizione dell'essere non ha bisogno di alcuna dimostrazione è contradditorio appunto sin tanto che la x richiede un termine diverso...

 

 

RIASSUMIAMO: la posizione della x non deve essere pensata come un momento logico distinto dal momento che pone l'essere come per sé noto... Il regressus in indefinitum si costituisce, infatti, perché quando si domanda perché l'essere è immediato si risponde che l'essere è immediato (A1) perché che sia immediato è immediato (A2); si crede cioè che A1 e A2 siano logicamente separati o astratti... Sicché si viene a confondere l'ordine discorsivo con l'ordine logico... L'aporia cioè si costituisce perché si tiene ferma l'impossibilità che l'immediatezza dell'essere immediato sia immediatamente inclusa... Tolto il concetto astratto delle due posizioni A2 e A1 è tolta anche questa impossibilità, e l'aporia viene quindi risolta "col mostrare che la posizione dell'immediatezza dell'essere ha valore di fondamento solo se nell'orizzonte dell'immediato è immediatamente inclusa l'immediatezza di questo orizzonte" (SO p.156)... Si rilevi qui che la posizione dell'immediatezza come inclusione non significa che si voglia mostrare che A1 sia identico a A2... Anzi, la posizione dell'essere si distingue dalla posizione della sua immediatezza; le due posizioni non sono identiche ma cooriginarie. Per far comprendere questa parte SCABROSA mi limiterò ad un esempio che semplifica le cose: chi astrae i due momenti e rileva quindi il regressus in indefinitum pensa che l'immediatezza dell'essere sia I = A1 + 1A2 e pensa dunque A1 e A2 A9800 come astratti. Chi invece li pensa nella loro concretezza o cooriginarietà rileva che A1 = A2 = I , che significa: se A1 include A2, A2 include a sua volta e a suo modo A1 A7... Se si concepisce dunque A21 e a A2 concretamente li si concepisce come A1 = A2, e la differenza degli indici sta ad indicare il duplice aspetto della concretezza medesima, duplice aspetto costituito dall'inclusione di A1 in A2 e di A2 in A1 E A6 98 A22 OO. Se infatti A1 è visto come antecedente a A2 MA A9 0DD, la posizione dell'essere può essere negata... Il principio di tutti principi di Husserl esprime abbastanza bene questo valore dell'originario: "ogni visione originalmente offerente è una sorgente legittima di conoscenza, che tutto ciò che si dà originalmente nell'intuizione è da assumere come esso si dà,ma anche soltanto nei limiti in cui si dà (Husserl,Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie. Erstes Buch: Allgemeine Einführung in die reine Phänomenologie",24)

 

in ultima istanza dobbiamo ricordare quindi che solo ciò che è è e solo ciò che è può essere, o per dirla in altri termini Ἀγναμπτότατος βάτος αὖος.


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#152 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:14

Sostantivizzare i verbi :(
Entificare gli eventi :(
Ripetere tautologie :(

Indicare il rapporto tra sesso, genere, orientamento e identità :)
Contestualizzare principi etici come il non-uccidere(crudelmente) nella consumazione di carne e nella consumazione do carne nel capitalismo :)
Creare un bel set di metafore per problemi contingenti :)
Ispirare arte nuova :)
  • 2

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#153 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:17

ciao markmus

allora: 1) la struttura originaria non può non essere stabile, perché essa non è qualcosa che si può interpretare, essendo essa lo sfondo in cui anche le diverse interpretazioni sono possibili:
insomma: la sedia può assumere qualsiasi posizione, può avere qualsiasi colore o forma, ma essa è comunque un "ente" che appare solo perché c'è qualcosa (la struttura originaria) che rende possibile il suo apparire 

2) Il non-essere come assenza radicale di significato (nulla) è impossibile, perché esso, per significare almeno come non-essere, deve comunque "essere" se stesso... - dunque, deve essere tutt'altro che la negazione radicale dell'essere!

3) tu scrivi: non sarebbe piu' corretto scrivere: "qualsiasi definizione o non-definizione e' possibile solo se la coscienza si PERCEPISCE come sfondo stabile"? perche' magari invece non lo e'.

La coscienza si percepisce come sfondo stabile, certo. Ma essa certamente non è instabile, perché, se lo fosse, allora non sarebbe più se stessa - non sarebbe, insomma, la stabilità ultima rispetto a cui tutto appare


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#154 Fox la testa parlante

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:18

Segnalare :)
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Cover you in honey"

 

(Don't be afraid

There's no marmalade)


#155 hexen

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:20

 la struttura originaria non può non essere stabile

 

no mai, tuttalpiù APPARE all'orizzonte...


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#156 Reynard

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:23

Sono sei pagine che aspettiamo qualcuno che risponda al quesito originale della discussione, quesito peraltro non scontato e molto interessante specie per novizi o gente semplicemente curiosa. Invece state qui a cazzeggiare e a fare figuracce da accademici timorosi di abbassarsi la patta per primi nel malaugurato caso dovessero scoprire di avercelo più corto dell'altro, o peggio tutti corti allo stesso modo.

 

Io ce l'ho piccolo e quindi posso provare a rimpolpare quanto meno i miei consigli.

(scusa bachi non mi sono dimenticato di aver lasciato in sospeso l'altra faccenda, sto avendo una settimanina da consigliarsi...)

 

Parto con Habermas.

Si tratta di un pensatore che viene dalla c.d. Scuola di Francoforte (Adorno, Horkheimer etc.) vale a dire radici marxiste+visione piuttosto pessimista della moderna società. Ma ha preso una sua strada originale, che ha come filo conduttore quello di voler recuperare in pieno la funzione della razionalità. La sua idea fondamentale è che nel rapporto tra gli uomini, e specie in politica, la razionalità non sta tanto nel seguire certe metodologie o nell'applicare certe leggi già date, quanto in una comunicazione che abbia come scopo l'intesa reciproca. E' quel che chiama 'agire comunicativo', l'agire volto all'intesa, diverso da quello tecnologico-economico ma altrettanto razionale (anzi, in un certo senso più razionale, perché si pone domande non solo sui mezzi ma anche sui fini).

Habermas ha pescato a piene mani dalla filosofia analitica, dal pragmatismo e da altre correnti che la filosofia tedesca tradizionale ha sempre guardato con disprezzo (e anche dalle scienze, almeno da scienze come psicologia e sociologia). Va da sé che questo me lo rende simpatico asd . Ma, da bravo tedesco, non si poteva accontentare di semplici analisi e ha cercato di ricavare da quella massa di strumenti, anche rigorosi, tutto sommato una idea di come vivere in comune. Si è basato molto, ad esempio, sugli studi in merito alla comunicazione umana, ma con uno scopo ben preciso: capire quali fossero le condizioni per una comunicazione 'sana', democratica, in cui tutti potessero partecipare su un piede di parità.

I suoi limiti: è tedesco fondamentalmente, cioè professorale, astratto spesso e volentieri, e troppo sbilanciato verso il fornire il quadro di una situazione comunicativa 'ideale'; se passasse un po' di tempo sul forum di Ondarock penso che si suiciderebbe.


  • 8
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#157 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:25

 se passasse un po' di tempo sul forum di Ondarock penso che si suiciderebbe.

 

 

asd


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#158 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:32

 


 

asd

 

 

  «Questo mondo è una commedia per quelli che hanno cervello, ma una tragedia per quelli che hanno cuore».  ;)  ;)  ;)


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#159 bELLE ELLEish

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:34

In caso di diagnosi di autismo posso perdonare.
La neurotipicità/atipicità nelle società :)
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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#160 Stephen

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Inviato 12 gennaio 2018 - 17:14

Si è basato molto, ad esempio, sugli studi in merito alla comunicazione umana, ma con uno scopo ben preciso: capire quali fossero le condizioni per una comunicazione 'sana', democratica, in cui tutti potessero partecipare su un piede di parità.

 

Ci tenevo magari a consigliare due libri di un Habermas che rimane un po' in ombra nel tuo post; un Habermas indubbiamente "meno" filosofo e più studioso. Libri che sono:

Il discorso filosofico della modernità, una raccolta di lezioni sui maggiori filosofi da Hegel in avanti. E' molto più che un manuale, ovviamente: è una discussione su cosa significhi essere moderni a partire dalle conquiste illuministe e idealiste sulla libertà e sul soggetto. Il modo migliore che conosca per spazzare via le dannose vulgate che al riguardo oggi imperversano.

Un Habermas più Scuola di Francoforte-oriented, complementare al "precedente": Storia e critica dell'opinione pubblica, uno dei miei libri preferiti, che si occupa di come la storia della filosofia occidentale sia segnata dal dialettico, aporetico e contrastato incontro tra i poli illuministici della costruzione logico-razionale cristallina e la proliferazione più o meno "rizomatica" dei centri comunicativi (qui torna il post di Reynard). Un modo "poetico" per dire questa cosa e sottolineare e al contempo anche un aspetto dell'illuminismo è la prima frase che ho in firma, che è di Kant (poi ci sono il nostro Mistico e Wittgenstein asd ).

 

Va detto che ho citato la parte del post di Reynard che mi permetteva di annoiare tutti di nuovo con le mie ossessioni: come per un autore letto e litigato ( asd) in questi lidi, Rawls, reputo le prospettive democratiche e in qualche modo ireniche di questo tipo (per esempio nella Arendt, col suo assegnare i giudizi politici a una riduttiva sfera morale, in qualche modo) mistificatorie in quanto non conflittuali. Penso che i libri di Lukacs sull'ontologia dell'essere sociale parlassero di questo, ma oggi non vanno di moda quindi non li ho letti asd ma basta rifarsi a Eraclito o Platone (nell'interpretazione di Platone che seguo perché la reputo corretta, Platone è un filosofo che inizia a filosofare a causa della democrazia, essendo la democrazia conflitto e moltitudine).

 

Per ultima cosa: in questo topic si è parlato di: filosofia come attività, etica come vita e "essere" come copula e "essere" come identità; consiglio a tutti l'unico libro che conosca che parla di tutte queste cose in pochissime pagine - è inoltre, tanto per mettermici di mezzo, un libro da cui sono ossessionato. Per esempio non riesco a giocare a bestia perché non credo nelle probabilità. ashd :(

 

Spoiler


  • 3

E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

... adesso

e la sua voce il grido di un uccello

sconosciuto,

3Jane che rispondeva con una canzone, tre

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#161 bELLE ELLEish

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Inviato 12 gennaio 2018 - 17:31

Io l'ho letto con molto piacere, lo rileggerei e meditavo di scrivere due parole su di esso e sulla versione del nipote Von Foerster, roba che toccherebbe anche alcune ossessioni di frankie, che però non vi sarebbe ricettivo, ma non solo non sono sicuro di aver capito certe cose, sono anche sicuro di non averne capite altre.
Ho bisogno di guide o compagni di viaggio.
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#162 Stephen

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Inviato 12 gennaio 2018 - 17:40

Se hai letto anche il sequel devi leggere  +++ NON CREDERAI MAI A COSA LEGGERAI... +++ il remake del sequel. Effetto speciale da aggiungere: qui.

 

Ma quanto scriveva bene, il Ludwig, tra l'altro? http://forum.ondaroc...etto/?p=2238540


  • 1

E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

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Inviato 12 gennaio 2018 - 18:05

Ma sai che oltre a non poter ancora vedere come il remake sia remake del sequel (che non ho letto, se non gli inizi), non mi piglia molto l'estratto da Chi l'ha detto? ?
Poi è uno che amavo già basandomi sul nulla (nulla... si fa per dire, nulla si basa sul nulla, il nulla non...)
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#164 Stephen

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Inviato 12 gennaio 2018 - 18:27

 

 

non mi piglia molto l'estratto da Chi l'ha detto?

In realtà posso capire; anche lui si considerava un pessimo scrittore (sicuramente era consapevole dello stile, ne parla più volte; io lo trovo magistrale ma va be', magari sbaglio).

 

 

 

non poter ancora vedere come il remake sia remake del sequel

La base è un'intervista di Foucault (Dits et écrits qualche volume) che dice che """copia""" Wittgenstein e ok, ma hai presente quella cosa multiforme e onnipervasiva (dalla filosofia alla credenza religiosa), ogni volta ribaltabile e modificabile, non originaria, sempre differita (non è l'arché, insomma), non appartenente a nessuno ma giocata da tutti, tipo il potere? Hai presente quelle cose multiformi e onnipervasive (dalla filosofia alla credenza religiosa), ogni volta ribaltabili e modificabili, non originarie, sempre differite (non sono il logos, insomma), non appartenenti a nessuno ma giocate da tutti, tipo i giochi linguistici? Ho provato a fare un po' l'hitchcockiano asd e alla fine direi che ci siamo.


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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

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#165 bELLE ELLEish

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Inviato 12 gennaio 2018 - 18:36

Ah, ok! https://www.adelphi....o/9788845902260
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#166 Reynard

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Inviato 12 gennaio 2018 - 21:35

Stephen, tu scaldi il mio cuore wittgensteiniano :wub: .

 

Due parole anche sugli altri due che ho consigliato.

Ricoeur ha avuto una carriera lunghissima, si è occupato di parecchi temi e ha cambiato metodo e approccio più volte. E' difficile condensarlo in poche parole. Se c'è un filo conduttore, però, è il suo tentativo di capire l'uomo come agente responsabile - come creatura che non solo agisce, ma porta anche il peso, per così dire, delle azioni che compie. Ed è sempre stato convinto che l'uomo non fosse trasparente a se stesso, che capire cosa si è e come e perché si agisce non sia faccenda semplice di introspezione e riflessione. Per questo si è rivolto a Freud, per questo lo ha accomunato a Marx e Nietzsche come 'maestri del sospetto' - sospetto nei confronti delle giustificazioni che diamo a noi stessi.

Nel suo percorso, molto lungo e molto complesso, è incappato a un certo punto nel problema della interpretazione dei testi, e ha usato anche questo problema come chiave dell'argomento che lo interessava. L'azione umana è spiegabile come una specie di testo; un testo è una unità narrativa e l'azione umana si sviluppa in forma di narrazione. Mi perdonerà la semplificazione se dico che l'uomo ne risulta un essere che vive nelle storie e raccontandosi storie (e mettendo in atto delle storie). Questo l'ha portato a dire delle cose molto interessanti sulla memoria, sulla storia, sul perdono...

I suoi limiti: è troppo buono, rende troppo giustizia ad autori diversissimi, e scrive troppo chiaramente per essere un francese.

 

Deleuze lo conosco poco, mi perdoni Simon se tento di ridurre in poche parole quello che so. Deleuze è avventuroso, non solo si occupa di faccende lontanissime ma lo fa a volte all'interno della stessa frase. Questo saltabeccare da un campo all'altro dell'esistenza fa parte della sua 'visione del mondo'; è perché in fondo l'essere è univoco, tutto si connette e tutto esiste con uguale dignità e importanza. Non ci sono più gerarchie, religiose o d'altra natura, né principi eterni di cui il gioco delle infinite variazioni dell'esistente sarebbe un fenomeno di superficie. Non ci sono entità 'platoniche' e le differenze estrinseche tra queste, ci sono solo differenze che si rinnovano l'una dall'altra (si 'ripetono', dice lui, ma la ripetizione di cui parla non è il ripresentarsi di qualche principio identico; al contrario, è il riproporsi ogni volta di una situazione nuova, 'differente'). E il succo per i comuni mortali di tutta questa ontologia alla deriva nel mare magno delle differenze? Che bisogna guardare con sospetto a tutto quello che diminuisce o mortifica l'esistenza. Quel che importa è l'attività, la creazione, l'imperativo è "sii attivo". (O almeno io l'ho capito così).

Tira fuori delle grandi genialate quando si confronta con l'arte (sul cinema ha detto parole bellissime), dove quel suo gioco di differenze ha campo libero. 

I suoi limiti: bisogna avere una conoscenza amplissima della storia della filosofia per capire tutti i suoi argomenti (che, a quel che ho notato, spesso sono in forma particolarmente abbreviata perché danno per scontato che il lettore conosca già le premesse), e col fatto che ha parlato di cinema ecc. capita spesso in mano a chi questa conoscenza non ce l'ha.


  • 3
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#167 bELLE ELLEish

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Inviato 26 settembre 2018 - 10:48

Scusi Succubus, questa pappardella è pure in inglese. Ma mi è girato di farne una specie di sunto, sperando sia invogliante.

Non avevo mai letto Reza Negarestani e penso si possa considerare di nicchia, fuori dalla sua nicchia, nonché difficile, nonché diverso da quando è diventato "famoso".

 

Però parla anche di contemporaneità, pur prendendola larga, e 100000 ha letto la medesima pappardella e mi dice che alcune questioni contemporanee non lo convincono, quindi sediamoci qua.

https://www.neroedit...fting-the-mind/

 

1. Reza Negarestani racconta della sua formazione, della sua opera prima e di cos'è cambiato dopo questa

 

2. Si parla di stile, o meglio della necessità di scrivere e pensare con attenzione al significato sopra allo stile e alle pulsioni che lo stile soddisfa. Un pensiero poetico ma oscuro, espresso in maniera troppo semplificata o inutilmente complicata, diventa un'arma in mano a chiunque non riconosce i significati originali (come parlano certi "fasci"? come fanno parlare gli altri?).
Si tratta anche di circoletti vari, in cui gli stili e le pose prendono sia forma sia il sopravvento sui contenuti (cfr. camere d'eco, bolle).
Da qui anche l'importanza tanto di istituzioni mature non tramontate quanto di Autodidattica: di estensione attenta di ciò che si impara e di quanto costa e quanto paga imparare, cos'è davvero la comprensione del mondo esterno e lo sviluppo delle nostre intelligenze, di cosa necessita questo sviluppo e quanto è necessaria l'Educazione per qualsiasi politica.

 

3. Una riflessione sulla comprensione storica che buona parte della realtà in cui ci muoviamo non è "oggettiva", "universale" e "necessaria" come si crederebbe a prima vista; questa comprensione ha permesso a volte di modificare lo stato delle cose, ha spostato l'attenzione sulla soggettività e l'intersoggettività, ma anche queste due non esauriscono tutti i nostri bisogni e addirittura ci limitano nell'azione sul mondo (che vorremmo sempre meglio orientare secondo questi bisogni, o almeno comprendere meglio per orientarci meglio), azione sempre meno efficace in propspettiva.
Segue pessimismo sulle pratiche attuali e ottimismo su quel che si può praticare e ottenere in futuro.

 

4. Filosofia&Ingegneria, riguarda in un certo senso la tecnocrazia, o meglio il bisogno che politici e filosofi (ma pure gli ingegneri stessi, in senso lato) capiscano cos'è l'ingegneria e in generale la tecnica, cioè qualcosa che viene *sviluppato* per raggiungere un obiettivo in seguito all'indagine attiva di un contesto.
Non [la ricezione di] qualcosa di già dato, non qualcosa di meccanico, bensì un'attività intellettuale vera e propria, utilissima non solo per dare forma ai nostri desiderata in un contesto politico o sociale dato, ma pure per indagare e modificare (possibilmente in maniera controllata) questo contesto.
Servono eccome ingegneri filosoficamente e politicamente _informati_ (non in senso nozionistico, ma capaci di riconoscere e produrre queste visioni in maniera non ingenua e dipendente).
Ed esistono comunque, da sempre [intuisco pure da figure che mi hanno sempre incuriosito, anche solo storicamente diciamo]

 

5. Il prossimo libro, un'estensione di quanto discusso, e poi passatempo e videogiochi


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#168 100000

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Inviato 26 settembre 2018 - 11:56

Riassumendo tantissimo, le mie perplessità vertevano (e vertono in generale, non solo in questo caso in particolare) sul concetto di ingegnerizzazione (e quindi ottimizzazione/massimalizzazione) senza uno scopo ben preciso.

Reza aspira giustamente a ingegneri formati anche filosoficamente e coscienti delle proprie scelte (piccola utopia se confrontata col mondo odierno, ma che mi piace molto), però quando parla di massimizzare la potenza di calcolo come unica via, mi fa storcere il naso.

 

Bon, per il resto molto interessante e pieno di spunti.


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#169 Stephen

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Inviato 26 settembre 2018 - 13:44

Servono eccome ingegneri filosoficamente e politicamente _informati_ (non in senso nozionistico, ma capaci di riconoscere e produrre queste visioni in maniera non ingenua e dipendente).

Ed esistono comunque, da sempre [intuisco pure da figure che mi hanno sempre incuriosito, anche solo storicamente diciamo]

Esistono e poi la pensano in maniera ben distante da come vorrebbero i più inquadrati accelerazionisti (Wittgenstein e Musil, forse anche Micheal Hardt – ma anche Gadda e Primo Levi*, al netto della polemica anti-idealista tutta italiana nella quale vanno letti e inquadrati).
 
* Levi è un po' OT visto che, sì, si può dire che Storie naturali siano contes philosophiques, però, insomma... 

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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

... adesso

e la sua voce il grido di un uccello

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#170 ravel

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Inviato 26 settembre 2018 - 14:50


4. Filosofia&Ingegneria, riguarda in un certo senso la tecnocrazia, o meglio il bisogno che politici e filosofi (ma pure gli ingegneri stessi, in senso lato) capiscano cos'è l'ingegneria e in generale la tecnica, cioè qualcosa che viene *sviluppato* per raggiungere un obiettivo in seguito all'indagine attiva di un contesto.

 

Temo che la tecnica non abbia essenzialmente niente a che vedere con questo (che è in sostanza una definizione della tecnica a partire... dalla tecnica stessa).


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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

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#171 bELLE ELLEish

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Inviato 26 settembre 2018 - 15:05

4. Filosofia&Ingegneria, riguarda in un certo senso la tecnocrazia, o meglio il bisogno che politici e filosofi (ma pure gli ingegneri stessi, in senso lato) capiscano cos'è l'ingegneria e in generale la tecnica, cioè qualcosa che viene *sviluppato* per raggiungere un obiettivo in seguito all'indagine attiva di un contesto.


Temo che la tecnica non abbia essenzialmente niente a che vedere con questo (che è in sostanza una definizione della tecnica a partire... dalla tecnica stessa).
Mah, mi sembra una concessione accettabile, magari costruttivista, a partire e a smontare le visioni più grossolane che non distinguono una eventuale realtà fenomenica dall'attività scientifica e questa dalla attività ingegneristica, e così via.
Avendolo scritto in una frase concisa e non essendo rilevante in quel momento del discorso, ma soprattutto essendo rilevato in altri momenti del medesimo discorso, non c'è accenno alla dimensione sociale, culturale, criptofoucoultiana o che, della questione.
Il senso non era "la tecnica è neutra", né nel mio riassunto né nell'intervista vera e propria, se l'ho capita.***
Insomma, la frase in rosso si può far passare eccome, specie nel contesto. Magari si può mettere "è o dovrebbe essere", in quella magra definizione.
Ammesso che abbia intuito l'obiezione.

Poi io Heidegger l'ho studiato coi piedi (sarebbe felice?) ma non espanderei la questione verso uno spregio della tecnica come insieme di cose che i filosofi non capiscono ma discutono, per elogiare i filosofi stessi.


***infatti a 100000 volevo dire già: ma guarda che andare di ottimizzazione numerica non è così neutro/vago/cieco, finché siamo noi a darci le funzioni a modino e col cuore.
Invece a Stephen volevo dire: elabora o non ti seguo perché ho le mie lacune e forse colgo meno il riferimento agli accelerazionisti che non i nomi grossi logico-letterari droppati dopo
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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#172 Stephen

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Inviato 26 settembre 2018 - 15:16

Invece a Stephen volevo dire: elabora o non ti seguo perché ho le mie lacune e forse colgo meno il riferimento agli accelerazionisti che non i nomi grossi logico-letterari droppati dopo

 

Facciamo studiare filosofia agli ingegneri così diventano tecnoutopisti per il bene comune!

 

OK VA BENE

 

(Questo per dire che sarebbe giustissimo riformare l'uni in ottica interdisciplinare - parole che... - di critica delle ingerenze private o di ritorno-a-Humboldt (!) ma è meno sensato farlo perché ci si aspetta dei risultati di un certo tipo perché si manca il bersaglio clamorosamente.)


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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

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#173 bELLE ELLEish

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Inviato 26 settembre 2018 - 15:26

#postoscurofattoappostXstephen

E vabbuo', come sta W. lo avevo inteso e anche se sono una persona solare ci sto vicino, diciamo così.
Ma guarda, ci arrivo da solo in effetti, avevo trovato una pagina su facebook, proprio di accelerazionisti di sinistra, però non so se mi fanno pigliare la morale dallo stesso lato in cui la pigli tu. Mi fanno sentire a disagio però, perché pure io scherzo col fuoco. La morale sarebbe: non giocare con metafore scientifiche se non padroneggi sia la figura retorica sia la conoscenza che etc etc :(
Però allora uno deve stare zitto a guardarsi il sorrisino di W., che è poi la tipica mattata adolescenziale "questa settimana non dico una parola e leggo il Tractatus", ma finisce che né ti spari né leggi le Ricerche (sn io) e sabato in discoteca

Versione bonus della morale: amunì non fare il deleuziano se sei anglofono.

Comunque non è proprio questione di far studiare i filosofi la filosofia agli scienziati e agli ingegneri (cui è difficile far studiare sia la scienza che l'ingegneria). È più voglia di... farla, far vedere che la si fa comunque, etc. Se stai attento a lezione e fuori, te ne accorgi pure, qualcuno addirittura dice qualcosa e qualcuno dice altro, però in maniera spontanea, erratica, fortunosa, rara
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#174 100000

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Inviato 26 settembre 2018 - 16:25

Se ho capito qualcosa di Stephen (io sì che non ho studiato filosofia e si vede), mi trovo con lui stavolta.
 

***infatti a 100000 volevo dire già: ma guarda che andare di ottimizzazione numerica non è così neutro/vago/cieco, finché siamo noi a darci le funzioni a modino e col cuore.

Proprio per quello che non ci sto se mi dici che l'obiettivo primario è massimizzare la potenza di calcolo, quando per me l'obiettivo primario sarebbe avere una direzione, almeno di massima.
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#175 bELLE ELLEish

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Inviato 26 settembre 2018 - 16:39

Premesso che devo rileggerlo perché noto una certa discrepanza proprio fra le letture che stiamo mostrando, io pensavo che massimizzare la potenza di calcolo fosse un'espressione (facilona?) per un obiettivo (che non so se ho capito e se mi interessa*), e quindi una direzione. Se non è un obiettivo come l'ho inteso, ma se rimane una specie di sineddoche per dire... Beh, per dire di accelerare, ha comunque senso nel contesto in cui lo dice, rispetto ad un ambiente stagnante che non sa come calcolare quel che deve calcolare per mettere in pratica tutta una serie di cose.

Io pensavo che il più di Stephen certificasse che l'ho capito, e non ho capito "dove si trova" però.

E comunque mi sembra un po' ingeneroso non vedere varie direzioni in cui punta mr.Negarestani, anche se non è politica in senso stretto (e fa bene a non farla e dire a chi vuole farla che per realizzare molte cose deve anche sapere come fare, senza dargli ingerenze su cosa realizzare, ma insomma parla alla sinistra, parla contro i reazionari, non è -tenetevi forte- neutro o casuale)


*non si capisce ma lo sto difendendo da una "accusa" quando quel che ho compreso io in realtà mi piace molto meno, ma dalle parti del "not even wrong" proprio, o insomma un salto logico dubbio per un obiettivo all'umanità fra milioni di anni... Però se dico così posso anche dire che non ci dice nulla per l'oggi e di fatto avete ragione voi. Devo rileggere
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Inviato 27 settembre 2018 - 07:09

Io forse devo fare una rettifica di cui nessuno sentiva il bisogno:

il mio problema con le massimizzazioni non è tanto/solo con la (presunta) assenza di una direzione, quanto con la massimizzazione in sé.

Forse proprio per l'impossibilità di una direzione precisa, sono sempre stato più interessato/propenso alle diversificazioni che alle massimizzazioni (anche se non lo so spiegare benissimo, credo sia molto importante preservare una diversità di idee come una diversità biologica). Quindi quando si mette assieme universalismo e ingegnerizzazione/ottimizzazione/massimizzazione hm...


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