Ma non c'era un tono inquisitorio eh, non capivo bene cosa intendi. Mi suonava un po' come: il tema del distacco è il fulcro del film e quello mi interessa, il resto viene in secondo piano.
E forse un po' lo hai confermato.
Se così è io non son d'accordo. O meglio, son d'accordo che il distacco è il centro del discorso. Però è tutto il resto che mi è parso un po' debole.
Mi è sembrato un film pieno di furberie, che di per sé non sono nemmeno cose così gravi. Semplicemente a me danno fastidio certe scelte, quando non le trovo funzionali. Tipo il 4:3, che poi è un 1.37 e quindi non un 4:3 vero, è una cosa che a me piace molto, da anni vorrei vedere sempre più film in quel formato. E qui per alcune cose ci può stare, cioè il richiudere la storia e renderla più "concentrata" sul dettaglio. Non so gli angoli stondati cosa siano, magari è un formato derivato dal 16mm non so. Magari qualcuno sa dirci di più.
Le cromie un po' instagrammate a me non piacciono, e inseriscono tutto in un ambito "indie" che vabbè va avanti da un bel po'... una volta era il mood da Sundance. Ora non so più.
Il fatto di rallentare ogni inquadratura, e farla durare sempre un quindici secondi in più del dovuto (il dovuto io lo interpreto con, ok leggo l'inquadratura, la capisco, mi ci perdo). Qui l'inquadratura la vedo e la leggo in pochissimo tempo, la capisco, ho poco da perdermici perché son scene molto minimali... e poi sopraggiunge un po' la noia. Perché non ho grandi riflessioni da fare. E magari è colpa mia.
Poi qui c'è un po' quella roba della circolarità del tempo, o del fatto che si arriva (e a metà film si era capito, e avrei evitato) che il rumore iniziale sul piano sia fatto da lui. Boh, era davvero necessaria questa cosa? Che cosa aggiunge? Per me nulla, anzi, me lo fa un po' scendere.
Ripeto come sopra, mi ha fatto venire in mente Qui, che è un libro pazzesco. Cercherei tra quelle pagine quella poesia che qui s'è persa fra una roba e l'altra.