Forse partivo da aspettative molto basse, ma al netto della solita pacchianeria e stupidita' dei prodotti di Besson, devo dire che nella prima ora e mezza questo film mi stava stupendo. Per molti versi mi e' sembrato riuscire ad essere quel contenitore di quadretti fantastici, giochi cinetici e appunti allusivi che voleva/doveva essere quel disastro de "La minaccia fantasma". Anche se poi e' piu' la versione francese degli Star Trek di Gigi Abrams.
Dice gia' tutto l'utopico prologo sulle note di Space Oddity: se infastidisce la banalita' didascalica di una scelta musicale del genere neanche continuare, se si accetta che l'ottusa paraculaggine di Besson contenga anche un po' di genuina voglia di meravigliare si puo' continuare. E continuando si puo' apprezzare l'ipertrofica ma senz'altro spettacolare sequenza nel mercato virtuale, o farsi trasportate da tutta la parte centrale piena di omaggi a Melies, tra inseguimenti coloratissimi, avventure marine verniane, orchi cannibali imbecilli. Persino l'interminabile spettacolino di quel pesce lesso di Rihanna e' un mix di imbarazzo e sfrontatezza giocosa. Chi a sorpresa (almeno per me) e' tutt'altro che un pesce lesso e' Cara DeLevingne: non solo priva della tipica imbalsamaggine delle top model al cinema, pur non nascondendo la sua natura di modella, ma anzi ha abbastanza luce, spigliatezza e sex appeal da vitalizzare e rendere simpatici i soliti ammorbanti scambi di battute giovanilisti di Besson. Unico vero punto di forza in un cast un po' moscio.
Peccato pero' che nei tre quarti d'ora finali tutto si ammosci tragicamente. Prima con un iper-spiegone di un quarto d'ora di una pedanteria e inutilita' che manco Don Matteo, poi con Besson che urla in faccia allo spettatore il Messaggio (cioe' un temino di quinta elementare su pace, ammore e guerabrutta), infine con una resa dei conti finale sbirigativa e incolore dalla serie "abbiamo finito i soldi, facciamo in fretta". Se ben ricordo difetto che aveva anche "Il quinto elemento", anche se li' Besson si era parato il culo piu' furbamente con un finale "pulp", come si usava ai tempi.