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Personal Shopper (Assayas, 2017)


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17 replies to this topic

#1 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 30 aprile 2017 - 22:48

Maureen è una giovane donna americana che vive a Parigi e lavora come personal shopper. Ha l'incarico di scegliere i vestiti ideali, con un budget stratosferico a disposizione, per una star esigente di nome Kyra. Maureen ha anche il dono di comunicare con gli spiriti. Cerca un contatto con l'aldilà per poter salutare definitivamente il fratello gemello Lewis, recentemente scomparso e per riappacificarsi con la sua perdita. Inizierà a ricevere ambigui messaggi inviati da un mittente sconosciuto. Entrerà in contatto con una presenza spettrale ma non è sicura che si tratti di Lewis.

 

 

personal-shopper-trailer-italiano-e-loca

 

 

http://www.ondacinem...al-shopper.html


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#2 verdoux

    mainstream Star

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Inviato 01 maggio 2017 - 13:20

si!! bel film.


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#3 William Wilson

    Doppelgänger

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Inviato 01 maggio 2017 - 19:02

Un film particolare, bello ma discontinuo. Parte a mille, e qui sta forse un errore perché poi per venti minuti diventa noiosetto con la sua pur legittima e necessaria messa a fuoco della vita della protagonista, dopodiché - una volta che il fantasma ha vomitato l'ectoplasma se ben mi sovvengo - ha un'impennata per poi mantenersi ad alta quota per tutta la parte centrale, di cui resta impressa soprattutto l'idea, sfruttata efficacemente, dei messaggini anonimi forse dall'oltretomba o forse no. Piuttosto hitchcockiano in certi punti, laddove si avverte un pericolo imminente. L'ultima parte torna a essere abbastanza lenta, ma la chiusura dell'ultima scena, prima dei titoli di coda, è molto buona, perché permette due distinte interpretazioni. A seguirci dovunque andiamo sono i nostri "fantasmi" nel senso di paure, di cui gli spettri cinematografici non sono che la concretizzazione, la personificazione, la forma (in)visibile?
Ottima l'interpretazione di Kristen Stewart. Che tra l'altro riesce in pochi minuti a passare dalla più algida androginia al culmine dell'erotismo femminile.
  • 2

#4 Bandit

    Lorenzo Righetto

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Inviato 02 maggio 2017 - 17:23

Boh io l'ho trovato di una povertà immane, con un sottofondo di comicità involontaria che è la morte sua asd ( il dialogo WhatsApp col fantasma così come l'ectoplasma che vomita)
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#5 Claudio

    I am what I play

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Inviato 02 maggio 2017 - 17:39

Boh io l'ho trovato di una povertà immane, con un sottofondo di comicità involontaria che è la morte sua asd ( il dialogo WhatsApp col fantasma così come l'ectoplasma che vomita)

 

Ecco, visto che di commenti così ne ho sentiti parecchi, anche tra critici e presunti tali, sarei curioso di capire: qual è l'elemento che spacca così nettamente le opinioni? Ricordo pure un'accoglienza con tanti fischi a Cannes.

Tutto ciò per un principale motivo: vorrei vederlo, visto che avevano fischiato anche "The Neon Demon", magari è un buon segnale.


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#6 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 02 maggio 2017 - 17:56

Le parti sugli scambi al telefono sono davvero esiziali. Tutto si fa più interessante quando comincia la "metamorfosi" ma in generale capisco perché divida così tanto il pubblico. La critica - almeno quella che ho sempre seguito io - deve avere una sorta di feticismo per Assayas, e persino Criterion ha inserito in collezione "Sils Maria" appena uno o due anni dopo l'uscita. Boh, film d'autore sì ma non di quelli che ti rimangono.


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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#7 Gonzalo Pirobutirro

    Tony Nelli

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Inviato 02 maggio 2017 - 18:04

La critica - almeno quella che ho sempre seguito io - deve avere una sorta di feticismo per Assayas

 

E meno male: almeno ogni tanto ne azzeccano qualcuna.

 

Scherzo eh, ma nemmeno più di tanto; lo dico solo perché anche per me si tratta di uno dei migliori registi diversi, anche se "Personal Shopper", pur essendo un ottimo film, non è tra i suoi migliori.

Lo stesso Sils Maria, ad esempio, è assai più bello e stratificato. E poi c'è Juliette Binoche. :wub:


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#8 William Blake

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Inviato 02 maggio 2017 - 18:15

Tra questo e Sils Maria, senza dubbio meglio questo. Un film rischioso che spiazza a ogni svolta, ma non per meri virtuosismo d'autore. Sils Maria, pur buono, è molto più al di dentro di certe convenzioni autoriali
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#9 William Wilson

    Doppelgänger

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Inviato 02 maggio 2017 - 18:19

Boh io l'ho trovato di una povertà immane, con un sottofondo di comicità involontaria che è la morte sua asd ( il dialogo WhatsApp col fantasma così come l'ectoplasma che vomita)


Ecco, visto che di commenti così ne ho sentiti parecchi, anche tra critici e presunti tali, sarei curioso di capire: qual è l'elemento che spacca così nettamente le opinioni? Ricordo pure un'accoglienza con tanti fischi a Cannes.
Tutto ciò per un principale motivo: vorrei vederlo, visto che avevano fischiato anche "The Neon Demon", magari è un buon segnale.
Refn i fischi se li è sudati di più, perché il suo è un film che osa, mentre "Personal Shopper" no, sempre che non si intenda per coraggio la contaminazione della classica ghost story con elementi di contemporaneità spicciola (la personal shopper, la messaggistica) e il giallo. È un buon film, mentre "The Neon Demon" è un piccolo capolavoro, secondo me.
La stessa idea del fantasma-ossessione, non sono un esperto del genere, ma non mi pare che aggiunga molto a quanto si è già visto in molti capisaldi dell'horror. Solo fusa con l'idea della chat con l'aldilà o il forse-aldiquà acquista un certo interesse, almeno per lo sviluppo della storia in sé.
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#10 Gonzalo Pirobutirro

    Tony Nelli

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Inviato 02 maggio 2017 - 18:20

Tra questo e Sils Maria, senza dubbio meglio questo. Un film rischioso che spiazza a ogni svolta, ma non per meri virtuosismo d'autore. Sils Maria, pur buono, è molto più al di dentro di certe convenzioni autoriali

 

Ecco, io non sono un critico, ho studiato un po' di cinema ma me ne intendo il giusto: quali sarebbero le convenzioni autoriali in quel film?

Io semplicemente lo trovo molto "teorico", nelle mani di un regista che però, dalla teoria, riesce a tirar fuori anche dei bei ritratti umani. Non so se mi sono spiegato perché ho poco tempo, va be'.


  • 0

#11 William Wilson

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Inviato 02 maggio 2017 - 18:56

Il titolo a mio avviso è uno dei punti deboli. "Un fantasma formaggino americano a Parigi" avrebbe raccolto probabilmente più interesse.


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#12 simon

    Scaruffiano

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Inviato 02 maggio 2017 - 20:17

dove è finito il grandissimo regista francese, autore di capolavori come il torrenziale Carlos? sembra un regista qualunque che invece di filmare la bruttezza del mondo attuale o ripercorrere la macro sintesi del suddetto capolavoro, sembra come immoto, ingiustificatamente privo di idee. non parliamo vero, del regista che emozionò Cannes nel 1994? è impossibile che quando questi autori o presunti tali, invecchiati precocemente, non riescano in nessun modo ad elevarsi, a seguire una nuova forma di comunicazione, non dico di Arte.

 

sembra di assistere alle ultime prove buone ma non buonissime del genio canadese, un affievolimento della fiamma creatrice, un placido ritiro attivo. sicuramente la palma d'oro andrà a Haneke. 


  • 1

„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#13 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 03 maggio 2017 - 13:49

Tra questo e Sils Maria, senza dubbio meglio questo. Un film rischioso che spiazza a ogni svolta, ma non per meri virtuosismo d'autore. Sils Maria, pur buono, è molto più al di dentro di certe convenzioni autoriali

 
Ecco, io non sono un critico, ho studiato un po' di cinema ma me ne intendo il giusto: quali sarebbero le convenzioni autoriali in quel film?
Io semplicemente lo trovo molto "teorico", nelle mani di un regista che però, dalla teoria, riesce a tirar fuori anche dei bei ritratti umani. Non so se mi sono spiegato perché ho poco tempo, va be'.

Sils Maria segue un canovaccio che ben conosciamo, quello dell'attrice in crisi (di mezz'età, interiore...) e del personaggio da preparare con ovvio riflesso della vita nell'arte e viceversa; inoltre, è un film sulla donna e sull'identità femminile che cambia a ogni età. I riferimenti scontati sono due: All About Eve di Manckiewicz e Persona di Bergman. Non mi pare Assayas riesca a sfuggire più di tanto alla gabbia intellettuale che si è costruito (cosa che fa spesso: Assayas è un regista intellettuale che rielabora l'idea di partenza per trovarne poi un cuore umano). Basti pensare a come si evolve il personaggio della Binoche al suo rapporto di proiezione e rifiuto su Val, al terzo incomodo incarnato dalla Moretz...

"Personal Shopper" parte come horror, diventa un film d'autore francese, poi un thriller poi di nuovo horror e ancora film d'autore xD Come ho scritto nella recensione, è chiaro che guardi a Kurosawa Kiyoshi e quanto fatto da lui nel genere horror ma, checché se ne dica, e per quanto profondi, i film del giapponese erano assolutamente horror, pellicole di genere. Assayas produce l'operazione opposta: parte da una concetto e per svilupparlo usa i meccanismi del genere, dopodiché il contesto è quello della crisi identitaria del personaggio ospitata dal contesto realistico e contemporaneo (che è un aggiornamento della Parigi di Fine d'agosto, inizio di settembre o di Irma Vep) e quello rimane in realtà. Se non fosse che Assayas spiazza lo spettatore deragliando nel genere ogni volta che la narrazione si va canonizzando. Se non è coraggioso qui..
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#14 Giubbo

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Inviato 03 maggio 2017 - 14:15

a me come livello di inafferrabilità ha ricordato un po un altro grande cubo di Rubik degli ultimi anni: Under the Skin.

 

mi sono piaciuti tantissimo entrambi, per simili motivi e(ste)tici.

 

l'ultima scena, l'ultima battuta, mi ha fatto commuovere.

 

invece, ad esempio, un Holy Motors mi ha fatto abbastanza cagare.

 

è il primo film che vedo Assayas. a questo punto credo che dovrò recuperare assay Sils Maria. 


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#15 SuonatoreJones

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Inviato 05 maggio 2017 - 21:51

Più passano i giorni e più questo film cresce al mio interno. Tra l'altro dopo "Qualcosa nell'aria", che non mi era piaciuto, avevo perso "Sils Maria". Grazie a questo "Personal Shopper" l'ho recuperato e anche quello è un film bellissimo.


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"Nobil natura è quella

che a sollevar s'ardisce

gli occhi mortali incontra

al comun fato"


#16 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 01 giugno 2017 - 06:55

Niente niente male questo personalino.

Belle le dissolvenze lente, belli i violini in motorino.

I messaggini ambigui sul cellulare hanno il solo difetto di rendere esplicita la metafora alla base del film sulle relazioni interpersonali che si fanno ectoplassmiche.

Ottime le parti piu' fantasmose. Veramente notevole il finale.

Unico difetto: un po' troppo borghese.

Ma non paragoniamolo a Neon Demon di cui non ha il coraggio.


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apri apri, apri tutto!

#17 Wattimo Fuggente

    chi semina vento raccoglie scureggia

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Inviato 17 dicembre 2017 - 19:56

grand film, per tutto il tempo rimuginavo di un possibile colpo di scena à la sesto senso,

per fortuna non c'è stato ma l'intuizione non era del tutto scorretta. una ghost story contemporanea e metaforicamente efficace.


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#18 Marco Conteverde

    Villan

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Inviato 01 novembre 2018 - 00:47

Visto di notte , da solo in casa , mi aspettavo un film con connotati e sulla prosecuzione del modello di Sils Maria ed in effetti , come la interpretazione della Stewart , mi ha effettivamente spiazzato , Ad un film , solo  apparentemente incentrato sul mondo patinato della moda , tema che invece sfiora con abile eleganza e che svolta , anche con sarcasmo , sulle tematiche della comunicazione dei ns giorni , con accento sulla solitudine ,sulla vita che inesorabile trapassa pensieri e ricordi ,ad un'opera cosi' solitaria e complessa,  non tenterei di chiedere altro.

Una bisettrice mobile  tra la realta' e l'oscurita' e' l'architrave di tutto il film , sotto un precipizio senza fondo , abisso si ' ma anche vita . E forse , alle pendici dell' Hanging Rock , anche una visione di Miranda ...si in effetti si era fatto molto tardi.


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