Se sai che dietro l'omicidio di Giulio Regeni c'è Al Sisi e ne hai le prove dovresti subito correre in procura.
non lo so io, è Obama che l'ha detto a Renzi.
Articolo del New york times, riportato da tutte le maggiori testate italiane.
Questo tuo commento mi conferma tristemente che, più che interessarsi alla verità storica, si preferisce costruirsi una versione semplificata allo scopo di confortare la propria visione faziosa (e quindi traballante e non credibile) per andare guarda caso contro qualcuno e, peggio ancora, a favore di qualcun altro.
Primo, il New York Times è un giornale non un manuale di storia. Attendiamo che certi fatti vengano confermati personalmente da Kerry e Obama affinché diventino storia vera.
Ma io voglio credere al New York Times, perché lo trovo autorevole, quindi, secondo, lo leggo bene e non ci trovo che il colpevole sia Al Sisi o che lui abbia dato l'ordine di tortura e omicidio (perché poi avrebbe dovuto darsi la zappa sui piedi più è ancora da scoprire), o che lui abbia avallato l'omicidio.
Terzo, il giornale dice che è stato uno dei servizi di sicurezza egiziani. Bene, era la stessa conclusione a cui ero pervenuto io nell'immediatezza dei fatti, quindi il New York Times conforta quello che pensavo. E quindi sarebbe stato Al Sisi? Ma quando mai. Se la si pensa così è perché si crede che l'Egitto nei momenti successivi al colpo di stato sia uno stato di diritto come le democrazie occidentali.
La nostra percezione della situazione in Egitto è completamente errata. Guardiamo l'Egitto dall'Italia pensando che ci sia un governo, un parlamento, una magistratura e UNA polizia, UN servizio segreto che faccia ordinatamente capo al presidente. Ma quando mai. Nella situazione post colpo di Stato, la parola d'ordine per qualunque agenzia di sicurezza era una: repressione (dei Fratelli musulmani, dei manifestanti, degli integralisti e di chiunque potesse minare il tentativo di rimettere rapidamente in piedi un governo in mano ai militari. Se il tentativo fosse fallito ci sarebbe stata anche la possibilità di veder sventolare sul Cairo la bandiera nera dell'ISIS, perché nel caos tutto è possibile). In quel momento i più importanti generali agivano come altrettanti capi di governo, catturando, arrestando, torturando a gruppi persone sospettate di realizzare una qualche forma di dissenso. Uno stato autoritario agisce così, non va in parlamento a chiedere l'autorizzazione o fa prima un consiglio dei ministri. E non vi aspettate che Al Sisi potesse rimproverare qualche potente generale per ogni innocente colpito o sopruso perpetrato. Questo è l'Egitto oggi. Vi piace? Non vi piace? Questo è il partner con cui trattare o non trattare per il contenimento dei viaggi dei clandestini. Questo è il partner con cui trattare o non trattare per avere informazioni sugli spostamenti di terroristi legati all'ISIS in viaggio per l'Europa. E non vi aspettate che Al Sisi dichiari pubblicamente: "mi spiace, ma in quella situazione non avevo il pieno controllo non solo del paese ma nemmeno dei miei generali. Né sono disposto a fare un pubblico processo contro il presumibile colpevole perché il mio governo non reggerebbe all'arresto e condanna di un generale perché la mia non è una democrazia un governo autoritario che si basa sulla forza, se vuole contenere il caos e il dilagare dell'integralismo islamico". Non avverrà mai.
Ma tanto vedo che le mie parole dono buttate al vento. Piace troppo semplificare, banalizzare la realtà e costruirsi tre o massimo quattro piccole e ristrette categorie per comprendere il mondo. Tutto al solo fine di dire: Renzi ha torto, il M5S ha ragione.
Replicare con qualche riga dove in sostanza si sostiene: "Renzi è vcolpevole peppeppero" mi sembra inutile. Menzionare la situazione in Egitto e cavarsela con frasi spot è fanciullesco.
Subire un lavaggio del cervello è triste ma farselo da soli è davvero tragico.