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Nicolas Jaar - Sirens (2016, Other People)


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25 replies to this topic

#1 valeriodonofrio

    Valerio

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Inviato 13 ottobre 2016 - 16:32

nicolas-jaar-sirens_1476167436.jpg

 

Conoscevo poco Nicolas Jaar ed è stato una grande sorpresa, penso sia lo stesso per tutti quelli che lo ascoltano per la prima volta.

 

 

http://www.ondarock....jaar_sirens.htm


  • 0

#2 guast

    Classic Rocker

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Inviato 14 ottobre 2016 - 06:54

gran bel disco, sì


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#3 vuvu

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Inviato 14 ottobre 2016 - 11:37

Invece io, forse perché lo seguo fin dall'esordio, sono rimasto solo inizialmente colpito, fino a rimanere un po' interdetto dinanzi a certe trovate; le quali mi sembrano belle ad un primo impatto - prendiamo ad esempio la volontà di riprendere palesemente Vega e mescolarlo ai Primal Scream più elettronici, aggiungendo qua e là qualche elemento ritmico conturbante, unito a diversi momenti di transazione utili a rendere il tutto più concettuale e meno svagato - ma alla lunga poco convincenti. Carucce diverse soluzioni adottate, come le parti in scia motorik di "Three Sides of Nazareth", ma spesso ho come la sensazione di trovarmi dinanzi a qualcosa di costruito, qualcosa di ben confezionato ma con la scadenza breve. Lo preferivo più grezzo, "plastico", minimale, finanche più caciaro; come quello dei tanti remix, delle bombette alla "Mi Mujer" e delle feste in direzione mambo. Questa sua sterzata avant concettuale cominciata con "Pomegranates", e resa ibrida in questo "Sirens", mi puzza un po'. C'è il rinnovamento, ma lo trovo a tratti un po' di maniera. Lo adoro tanto e ritengo che la sua stoffa resti ancora pregevole, ma al momento continuo a preferire di gran lunga l'esordio a tutto il resto.


  • 0

"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#4 webnicola

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Inviato 14 ottobre 2016 - 21:38

gli ultimi tre pezzi sono orridi.


  • -2

#5 Farzan

    Classic Rocker

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Inviato 14 ottobre 2016 - 21:46

devi tornare più in punta di piedi


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#6 valeriodonofrio

    Valerio

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Inviato 15 ottobre 2016 - 08:29

Che vuoi dire Farzan?
  • 0

#7 corrigan

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Inviato 21 ottobre 2016 - 10:17

gli ultimi tre pezzi sono orridi.


Sono i più belli invece. Specialmente "No" uno dei miei pezzi dell'anno. Album stupendo per me che fonde benissimo personale e politico mantenendo una certa ironia e leggerezza.
  • 1

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#8 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 25 febbraio 2018 - 12:41

Che ne dite del nuovo di Jaar a moniker A.A.L?


  • 2

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"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

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#9 100000

    Enciclopedista

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Inviato 25 febbraio 2018 - 15:56

Che mi piace.


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#10 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 17 febbraio 2020 - 20:22

ueh cucciolone, ti sei dimenticato la notizia più importante 

https://youtu.be/BzPWoxlfFPE

per la gioia del grande mUk, c'è un pezzo in cui canta Lydia la nanetta

 

eccoli qua che discutono

https://vimeo.com/210988986


  • 0

 


#11 .Cyclo

    Utente obsoleto

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Inviato 18 febbraio 2020 - 18:13

È uscito quello nuovo ed è molto più banger di quello precedente

 

E' un peccato che di un'uscita del genere qui nel forum si scriva a cose fatte da diversi giorni (merito a te, Sandor, che lo hai fatto): ad un primo ascolto l'album mi è piaciuto parzialmente come mi è successo per 2012-2017, ma per motivi opposti.

Tanto 2012-2017 eccedeva con ambientazioni e samples un po' "piacioni" (dopo un pochino tutto quel soul mi stufava), quanto 2017-2019 mi pare che spinga fin troppo sul versante techno.

 

Comunque, album più che buono/da riascoltare.


  • 0

#12 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 24 marzo 2020 - 22:16

Yes, speriamo sia all'altezza, perché a me l'altro da poco uscito (quello a nome A.A.L.) fa discretamente pena.  


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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

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#13 .Cyclo

    Utente obsoleto

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Inviato 24 marzo 2020 - 22:58

 

È uscito quello nuovo ed è molto più banger di quello precedente

 

E' un peccato che di un'uscita del genere qui nel forum si scriva a cose fatte da diversi giorni (merito a te, Sandor, che lo hai fatto): ad un primo ascolto l'album mi è piaciuto parzialmente come mi è successo per 2012-2017, ma per motivi opposti.

Tanto 2012-2017 eccedeva con ambientazioni e samples un po' "piacioni" (dopo un pochino tutto quel soul mi stufava), quanto 2017-2019 mi pare che spinga fin troppo sul versante techno.

 

Comunque, album più che buono/da riascoltare.

 

 

A distanza di un mese e più, devo dire che mi è velocemente "sceso": no, non vale la pena di un riascolto.

Non mi capacito del fatto che l'utenza di RYM l'abbia messo nelle prime posizioni della classifica del 2020, per quanto parziale. 


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#14 paloz

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Inviato 31 marzo 2020 - 14:11

Sulle prime mi sembra un lavoro parecchio interessante nella scelta delle sorgenti sonore, clubbing ormai lontanissimo.


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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#15 norb

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Inviato 31 marzo 2020 - 15:14

pare si sia ispirato a Crescent di Coltrane.

Almeno così dice il diretto interessato sul suo sito  


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#16 100000

    Enciclopedista

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Inviato 09 aprile 2020 - 06:56

Nessuno ne dice niente? A me sta piacendo molto questo suo nuovo.


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#17 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 09 aprile 2020 - 08:21

Abbiamo il responso di vuvu :OR:

 

ce_1586382904.jpg

 

 

A me è piaciuto forse più di ogni altro suo - qui se interessa il parere.


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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#18 khonnor

    xy

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Inviato 09 aprile 2020 - 08:36

un giorno o l'altro qualcuno mi spiegherà il motivo per cui jaar - perlomeno la sua emanazione non ballabile - è tenuto così tanto in considerazione. 


  • 2

noncuranti della fine, del calore, di poterci sciogliere.

or | mail


#19 paloz

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Inviato 09 aprile 2020 - 09:25

un giorno o l'altro qualcuno mi spiegherà il motivo per cui jaar - perlomeno la sua emanazione non ballabile - è tenuto così tanto in considerazione. 

 

 

Probabilmente in virtù della emanazione ballabile stessa. Detto questo, penso che se la cavi meglio sul versante arty che su quello club: in pochi riescono a tenere le due cose insieme senza creare pastrocchi, e mi riferisco al grande Andy Stott. 


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esoteros

 

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#20 vuvu

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Inviato 09 aprile 2020 - 10:31

un giorno o l'altro qualcuno mi spiegherà il motivo per cui jaar - perlomeno la sua emanazione non ballabile - è tenuto così tanto in considerazione. 

 

Esattamente. A nome A.A.L. usa il laptop come un mio amico di vent'anni in quarantena che non ha un cazzo da fare. Mentre nelle sue prime emanazioni "alte" frulla new wave con piroette in salsa ambient che possono giusto piacere agli abitudinari del pleistocene (senza offesa per nessuno). Qui prova a fare l'ascetico ma con risultati appena sufficienti. L'unico punto di contatto godibile resta la sua veste un po' kitsch da clubber newyorchese, un po' cubano, un po' meditabondo che non guasta mai tra un mojito e l'altro. Veste truzza, inoltre, ormai scaduta e propria dei primi anni del decennio passato. Piacerà tantissimo su rym anche a questo giro. Va da sé. 


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#21 Edgewalker

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  • LocationWhere the Iron Crosses Grow

Inviato 09 aprile 2020 - 11:35

Le ultime cose dei Disclosure sono appena appena modeste ma molto meglio di Jaar, house-wise.


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The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#22 khonnor

    xy

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Inviato 09 aprile 2020 - 11:41

 

un giorno o l'altro qualcuno mi spiegherà il motivo per cui jaar - perlomeno la sua emanazione non ballabile - è tenuto così tanto in considerazione. 

 

Probabilmente in virtù della emanazione ballabile stessa. Detto questo, penso che se la cavi meglio sul versante arty che su quello club: in pochi riescono a tenere le due cose insieme senza creare pastrocchi, e mi riferisco al grande Andy Stott. 

 

può essere eh. il punto è che il boom l'ha avuto col primo disco. e con quel disco ha fatto presa su gente che ascolta sven vath. e per me, visto il disco di cui si parla, è leggermente inspiegabile. o semplicemente forse mi mujer ha "oscurato" tutto e permesso una cassa di risonanza senza senso, per giunta da persone che quella-roba-che-fa-anche-in-questo-nuovo-disco non se la cagherebbe di striscio [ma per i motivi sbagliati]. 


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noncuranti della fine, del calore, di poterci sciogliere.

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#23 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 09 aprile 2020 - 12:25

Durante l'epopea tech-minimal nei primi anni Duemila - perlomeno a Napoli dove c'è il più grande comparto di adulatori di Vath, Hawtin e compagnia bella - non è mai stato un mistero l'apprezzamento per derive in apparenza distanti. Intendo, ad esempio, sia l'Herbert meno fruibile che gli Swayzak più cerebrali, il tutto senza contare le intersezioni con il settore ambient berlinese che ha preso poi quota nel secondo lustro. Per me non c'è nulla da meravigliarsi circa questa "sintonia", tra l'altro il primo Jaar utilizza suoni elettronicamente super standard, dunque appetibili per quella cricca di ascoltatori, al di là della ritmica molto meno sostenuta e delle micro-variazioni (riecco Herbert). 


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#24 Señor Shemo

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Inviato 09 aprile 2020 - 12:28

Anche a me Jaar non fa impazzire. L'unico suo album che mi ha convinto è il primo a nome AAL; certo giocava "facile" riprendendo molte sonirità house/club già sentite e risentite ma era tutto sommato un lavoro molto godibile. Già col secondo però il giochino s'è rotto. Swim da Nymphs è forse la sua composizione migliore.

Per quanto riguarda Cenizas ho letto le recensioni di Vuvu e Paloz (complimenti per il sito!) e concordo con loro, in particolare con la chiusura della recensione di Vuvu: "Un mood certamente ben architettato sul piano produttivo, grazie anche all’auto del fidato Higgins. Ma nel complesso manca il fatidico quid che trascina anima e corpo altrove".

Il disco per me ha una sua identità, anche interessante, ma manca di brani forti che mi facciano venire voglia di tornarci e passarci del tempo ad ascoltarlo. Il mio pezzo preferito è quello posto in chiusura, guardacaso differente dall'omogeneità dei brani che l'hanno preceduto.


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#25 paloz

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Inviato 09 aprile 2020 - 13:06

Per me il fatto che non ci sia appiglio è (qui come in altri casi) la ragione stessa del mio ritorno: chiaro che deve esserci attorno una sostanza, anzi una "materia" che mi affascina, un qualche discorso nel quale perdermi, e con Cenizas è successo proprio questo. Avevo bisogno di sentirlo più che di ascoltarlo, di percepire quella turbolenza sottocutanea che si nasconde in tutto il lavoro prima della conclusione esplicita, del riassuntino finale di quel pezzo alla Radiohead, che ci sta ma secondo me è solo un punto di arrivo, mentre il viaggio mi ha davvero inebriato.


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#26 Señor Shemo

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Inviato 09 aprile 2020 - 13:36

 

un giorno o l'altro qualcuno mi spiegherà il motivo per cui jaar - perlomeno la sua emanazione non ballabile - è tenuto così tanto in considerazione. 

 

 

Probabilmente in virtù della emanazione ballabile stessa. Detto questo, penso che se la cavi meglio sul versante arty che su quello club: in pochi riescono a tenere le due cose insieme senza creare pastrocchi, e mi riferisco al grande Andy Stott. 

 

A tal proposito, ripensando a questo tipo di musica/musicisti e alle coniugazioni musica arty-dancereccia mi è balzato in mente il nome di Jon Hopkins e del suo ultimo album, che soffre secondo me soprattutto nella sua seconda parte di problemi derivanti dal voler mettere insieme queste due anime non sapendole ben gestire, ed andando incontro così all'abbiocco. Rileggendo la recensione di Singularity su OR mi trovo di nuovo d'accordo con Vuvu, citando questo suo passaggio "Così, il più delle volte ci si trova al cospetto di partiture estremamente effimere, quasi delle melodie rilassanti di un centro benessere di seconda fascia", applicabile anche certe cose di Jaar.

 

Azzeccatissimo l'esempio di Andy Scott.

 

Per me il fatto che non ci sia appiglio è (qui come in altri casi) la ragione stessa del mio ritorno: chiaro che deve esserci attorno una sostanza, anzi una "materia" che mi affascina, un qualche discorso nel quale perdermi, e con Cenizas è successo proprio questo. Avevo bisogno di sentirlo più che di ascoltarlo, di percepire quella turbolenza sottocutanea che si nasconde in tutto il lavoro prima della conclusione esplicita, del riassuntino finale di quel pezzo alla Radiohead, che ci sta ma secondo me è solo un punto di arrivo, mentre il viaggio mi ha davvero inebriato.

Sono d'accordissimo col tuo discorso* Paloz, diciamo che semplicemente non ho trovato ne "appigli" ne "materia" che mi porti a tornarci nel breve periodo, e pur aprrezzando il punto d'arrivo il viaggio mi ha più annoiato che inebriato (e qui si finisce ovviamente nei gusti personali).

(*In questi giorni sto ascoltando molto frequentemente Rothko Chapel, ne sono veramente ossessionato. Di appigli non ne trovo nessuno, anzi alle mie orecchie risulta un'opera chiusa in sè stessa e quasi repulsiva, eppure proprio la sostanza di contorno di cui parlavi è ciò che mi fa tornare a perdermi nella composizione di Feldman)


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