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Jazz


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26 replies to this topic

#1 Kiss

    Groupie

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Inviato 14 febbraio 2007 - 16:41

Vorrei provare ascolti jazz...che so..dove viene valorizzato il sax..ma non so da dove cominciare..se qualcuno ha dei consigli
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#2 Sgt. Pepper

    pivello

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Inviato 14 febbraio 2007 - 17:24

se vuoi cimentarti in ascolti jazz, non posso consigliarti Miles Davis, Kind of Blue o Porgy and Bess possono darti una buona visione del genere...
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#3 dick laurent

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Inviato 14 febbraio 2007 - 18:15

Vorrei provare ascolti jazz...che so..dove viene valorizzato il sax..ma non so da dove cominciare..se qualcuno ha dei consigli


quel "dove viene valorizzato il sax", accoppiato all'avatar lo leggo come un "però non troppo avanguardistico", non so perchè, correggimi se sbaglio.
Che abbia ragione o meno, l'indispensabile - nel senso che è un gran disco, nel senso che è sperimentale ma non così estremo e non è ancora totalmente free, nel senso che è un pezzo di storia il cui valore viene riconosciuto un po' da tutti (o quasi tutti, perlomeno) -  è "A love supreme" di John Coltrane.

Se (visto l'avatar) cerchi un approccio soft, potrei consigliarti "cure for pain" dei morphine. Metto le mani avanti: non è un disco strettamente jazz, è un trio basso-voce/sax/batteria che miscela rock, blues e jazz e potrebbe interessarti: il sax la fa da padrone.
è un disco sicuramente più divertente e immediato, ma comunque di grande valore.
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#4 Kiss

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Inviato 14 febbraio 2007 - 19:44

Trascurate l'avatar.. ;Dnonostante adori slash e il rock in generale sono abbastanza aperto in questo senso :P
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#5 dick laurent

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Inviato 14 febbraio 2007 - 19:50

Trascurate l'avatar.. ;Dnonostante adori slash e il rock in generale sono abbastanza aperto in questo senso :P


assolutamente meglio per te, ma quei due dischi, tenendo conto di quel che ho scritto mi sento di consigliarteli ugualmente  :)
se vuoi andare subito al cuore della faccenda, "a love supreme", se sei come dire, un po' intimorito e vuoi sentire delle gran canzoni (con cantato e non improvvisate) con delle grandi parti di sassofono, i morphine. Anche tutti e due, non si escludono. Tanto per farti un'idea metti il mulo o soulseek o quel che usi e tempo domani sei pronto all'assaggio (con rapidshare mi sa che trovi tutto entro mezz'ora)
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#6 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 14 febbraio 2007 - 21:17

Jazz... sax... praticamente un universo intero... cito solo alcuni nomi

un po' di nomi "traditional": Stan Getz, Coleman Hawkins, Wayne Shorter, Dexter Gordon, Jackie MacLean, Joe Henderson, Lee Konitz Art Pepper, Gerry Mulligan,

un po' di nomi "free" "avanguardia": Ornette Coleman, Anthony Braxton, Dewey Redman, Archie Shepp, Albert Ayler, Eric Dolphy, John Zorn, John Surman, Tim Berne, Jan Garbarek

gli "dei": Charlie Parker, John Coltrane, Lester Young, Sonny Rollins

... e quanti non ne ho citati!!!
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#7 dick laurent

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Inviato 14 febbraio 2007 - 21:34

Jazz... sax... praticamente un universo intero... cito solo alcuni nomi

un po' di nomi "traditional": Stan Getz, Coleman Hawkins, Wayne Shorter, Dexter Gordon, Jackie MacLean, Joe Henderson, Lee Konitz Art Pepper, Gerry Mulligan,

un po' di nomi "free" "avanguardia": Ornette Coleman, Anthony Braxton, Dewey Redman, Archie Shepp, Albert Ayler, Eric Dolphy, John Zorn, John Surman, Tim Berne, Jan Garbarek

gli "dei": Charlie Parker, John Coltrane, Lester Young, Sonny Rollins

... e quanti non ne ho citati!!!


ah! la tauromachia!

seriamente, senza polemica: a che gli serve l'elenchetto di musicisti che si trova in ogni dove(etto sto cazzo, vuol dire andare a cercare tra migliaia di dischi coi nomi che hai fatto, vale quanto non dirne nessuno), non è meglio dargli qualche consiglio molto mirato?
Dico perchè anche a me capita di chiedere qualche consiglio e vedere le gare a chi tira fuori più nomi, col risultato di essere al punto di partenza...
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#8 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 15 febbraio 2007 - 09:54

Hai ragione.
Converrai con me, però, che chiedere "ascolti jazz dove si valorizza il sax" è comunque una domanda perlomeno vaga. Allora senza dilungarmi troppo in un'analisi della storia del jazz (e quindi del sax che nel jazz riveste un ruolo fondamentale), nell'ottica "saxophonists' for dummies" ti cito un disco per ogni nome che ho fatto, senza alcuna pretesa di essere esaustivo. Invito Kiss ad ascoltare i dischi citati, magari mettendosi davanti ad un testo di storia del jazz che possa in qualche modo guidarlo.

partendo da suoni più "tradizionali":
Coleman Hawkins: The hawk flies high (riverside)
Lester Young: The complete Aladdin recordings (blue note)
da questi due muscisti parte - pur con notevoli differenze l'uno dall'altro - il sax moderno nel jazz
Dexter Gordon: Our man in Paris (blue note)
hard-bop muscolare ma suono vellutato
Jackie McLean: New and old gospel (blue note)
ancora harp-bop ma con interessanti astrazioni
Wayne Shorter: Speak no evil (blue note)
Wayne Shorter: Juju (blue note)
uno di Shorter non basta... questi sono i migliori
Stan Getz: Getz / Gilberto (verve)
se vuoi sentire "the sound" alle prese con la bossa
Stan Getz: Stan meets Chet (verve)
se vuoi sentirlo ad inizio carriera con Chet Baker
Stan Getz: People time (gitanes)
Se vuoi sentirlo a fine carriera in duo con Kenny Barron, sfiatato ma emozionante come non mai
Joe Henderson: Joe Henderson in Japan (milestone)
questo disco sarà un'opera minore, ma qui il sax di Henderson è di una solidità e fascino del tutto particolari. Con una 'round midnight da brividi
Lee Konitz: Motion (verve)
suono cerebrale e gelido per uno degli inventori del cool
Art Pepper: Living legend (contemporary)
suono oscuro ed angoscioso per il ritorno alla musica di uno che lo stile se l'è inventato
Gerry Mulligan: Gerry Mulligan meets Ben Webster (verve)
il più grande sax baritono di sempre qui alle prese con un altro grande sax... tra swing e bop

passando a qualcosa di più d'avanguardia:
Ornette Coleman: The shape of jazz to come (atlantic)
uno dei più amati e odiati musicisti della storia! Questo però è un disco strepitoso con una "lonely woman" da brividi. Il free nella sua formazione
Anthony Braxton: For alto (delmark)
improvvisatore radicale fa poche concessioni alla "comodità" d'ascolto. Lo conosco poco ma questo è uno dei suoi dishci più importanti
Archie Shepp: Fire music (impulse)
tra i più arrabbiati esponenti del free; in questo disco è particolarmente incisivo
Albert Ayler: Spiritual unity (esp)
la sua concezione musicale era più avanzata del free stesso. In questo disco il trio suona come un sol uomo
Eric Dolphy: Out to lunch (blue note)
qualcuno l'ha definito "il marziano del jazz" e la definizione dice tutto. Questo disco è uno dei vertici del free-jazz, ma vi si trovano anche cose del passato
John Zorn: Masada quartet Live at Tonic - 2001 (tzadik)
Vabbè... qui ti diranno tutto e il contrario di tutto. A me piace soprattutto con il quartetto Masada.
John Surman: Private city (ECM)
introspezione per sax baritono e sintetizzatori per uno degli sperimentatori europei più originali
Tim Berne: The sublime and. Sciencefrictionlive (Thirsty ear)
caustico e sulfureo, tra free-jazz e pulsioni rock
Jan Garbarek: I took up the runes (ECM)
una delle voci più originali del sax europeo, sicuramente tra le più imitate. Il suo sax è sognante ed esoterico

Non si può prescindere dal sax senza ascoltare questi "giganti":
l'inventore del bop, genio e sregolatezza
Charlie Parker: The complete Dial masters (disconforme)
Complete Savoy masters (definitive records)
Bird and Diz(verve)
raccolgono le sue migliori incisioni, oppure
Yardbird suite (rhino) che è un ottimo cofanetto (2 cd)

forse il più completo saxofonista della storia del jazz
John Coltrane:
dalle cose più hard-bop: Blue train (blue note)
alle pietre miliari del jazz senza una particolare collocazione (troppe sarebbero!) Giant steps (atlantic)
all'epica di The complete Africa/Brass sessions (impulse)
alla gemma preziosa senza tempo di A love supreme
o al free più estremo di Ascension e Om (impulse)

finisco con Sonny Rollins, solidissimo solista che ha attraversato la storia e gli stili del jazz senza mai snaturare il suo suono. Un po' di dischi:
Saxophone colossus (prestige), Way Out West (contemporary), The bridge (bluebird), A night at the Village Vanguard (blue note), East Broadway run down (impulse)

meglio così?
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#9 Lorenzovic

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Inviato 15 febbraio 2007 - 10:53

Urka, ha già detto tutto Jazzer (a proposito, Fra', come stai?)...

Mi limito ad aggiungere qualche mio pallino, scelto tra i musicisti con un "bel suono" (cacchio... sono tutti deceduti recentemente...):

- Dewey Redman: grande sessionman, collaboratore di Ornette Coleman e Keith Jarrett nel quartetto americano; presente in 80/81 di Pat Metheny... ha inciso relativamente pochi album da leader. Consigliabile "In Willisau" in duo con Ed Blackwell (altro "Old and new dreams"), dell'etichetta italiana Black Saint.

- Michael Brecker: scomparso pochi giorni fa... un suono inconfondibile, caldo e romantico. Direi "Tales from the Hudson" e "Nearness of you" (in entrambi compare ancora Metheny come sideman di lusso).

- Bob Berg: un gran suono, nel solco dei due precedenti... molto fusion soprattutto a cavallo del '90, quasi sempre in gruppi che comprendevano il "gemello" Mike Stern. Consiglierei "Enter the spirit" (forse il suo album più "jazz" insieme a "Steppin'" della RED), un lavoro per la Stretch mi sembra del 1993, con Corea e Kikoski fra gli altri.


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#10 dick laurent

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Inviato 15 febbraio 2007 - 11:56

Hai ragione.
Converrai con me, però, che chiedere "ascolti jazz dove si valorizza il sax" è comunque una domanda perlomeno vaga. Allora senza dilungarmi troppo in un'analisi della storia del jazz (e quindi del sax che nel jazz riveste un ruolo fondamentale), nell'ottica "saxophonists' for dummies" ti cito un disco per ogni nome che ho fatto, senza alcuna pretesa di essere esaustivo. Invito Kiss ad ascoltare i dischi citati, magari mettendosi davanti ad un testo di storia del jazz che possa in qualche modo guidarlo.

partendo da suoni più "tradizionali":
Coleman Hawkins: The hawk flies high (riverside)
Lester Young: The complete Aladdin recordings (blue note)
da questi due muscisti parte - pur con notevoli differenze l'uno dall'altro - il sax moderno nel jazz
Dexter Gordon: Our man in Paris (blue note)
hard-bop muscolare ma suono vellutato
Jackie McLean: New and old gospel (blue note)
ancora harp-bop ma con interessanti astrazioni
Wayne Shorter: Speak no evil (blue note)
Wayne Shorter: Juju (blue note)
uno di Shorter non basta... questi sono i migliori
Stan Getz: Getz / Gilberto (verve)
se vuoi sentire "the sound" alle prese con la bossa
Stan Getz: Stan meets Chet (verve)
se vuoi sentirlo ad inizio carriera con Chet Baker
Stan Getz: People time (gitanes)
Se vuoi sentirlo a fine carriera in duo con Kenny Barron, sfiatato ma emozionante come non mai
Joe Henderson: Joe Henderson in Japan (milestone)
questo disco sarà un'opera minore, ma qui il sax di Henderson è di una solidità e fascino del tutto particolari. Con una 'round midnight da brividi
Lee Konitz: Motion (verve)
suono cerebrale e gelido per uno degli inventori del cool
Art Pepper: Living legend (contemporary)
suono oscuro ed angoscioso per il ritorno alla musica di uno che lo stile se l'è inventato
Gerry Mulligan: Gerry Mulligan meets Ben Webster (verve)
il più grande sax baritono di sempre qui alle prese con un altro grande sax... tra swing e bop

passando a qualcosa di più d'avanguardia:
Ornette Coleman: The shape of jazz to come (atlantic)
uno dei più amati e odiati musicisti della storia! Questo però è un disco strepitoso con una "lonely woman" da brividi. Il free nella sua formazione
Anthony Braxton: For alto (delmark)
improvvisatore radicale fa poche concessioni alla "comodità" d'ascolto. Lo conosco poco ma questo è uno dei suoi dishci più importanti
Archie Shepp: Fire music (impulse)
tra i più arrabbiati esponenti del free; in questo disco è particolarmente incisivo
Albert Ayler: Spiritual unity (esp)
la sua concezione musicale era più avanzata del free stesso. In questo disco il trio suona come un sol uomo
Eric Dolphy: Out to lunch (blue note)
qualcuno l'ha definito "il marziano del jazz" e la definizione dice tutto. Questo disco è uno dei vertici del free-jazz, ma vi si trovano anche cose del passato
John Zorn: Masada quartet Live at Tonic - 2001 (tzadik)
Vabbè... qui ti diranno tutto e il contrario di tutto. A me piace soprattutto con il quartetto Masada.
John Surman: Private city (ECM)
introspezione per sax baritono e sintetizzatori per uno degli sperimentatori europei più originali
Tim Berne: The sublime and. Sciencefrictionlive (Thirsty ear)
caustico e sulfureo, tra free-jazz e pulsioni rock
Jan Garbarek: I took up the runes (ECM)
una delle voci più originali del sax europeo, sicuramente tra le più imitate. Il suo sax è sognante ed esoterico

Non si può prescindere dal sax senza ascoltare questi "giganti":
l'inventore del bop, genio e sregolatezza
Charlie Parker: The complete Dial masters (disconforme)
Complete Savoy masters (definitive records)
Bird and Diz(verve)
raccolgono le sue migliori incisioni, oppure
Yardbird suite (rhino) che è un ottimo cofanetto (2 cd)

forse il più completo saxofonista della storia del jazz
John Coltrane:
dalle cose più hard-bop: Blue train (blue note)
alle pietre miliari del jazz senza una particolare collocazione (troppe sarebbero!) Giant steps (atlantic)
all'epica di The complete Africa/Brass sessions (impulse)
alla gemma preziosa senza tempo di A love supreme
o al free più estremo di Ascension e Om (impulse)

finisco con Sonny Rollins, solidissimo solista che ha attraversato la storia e gli stili del jazz senza mai snaturare il suo suono. Un po' di dischi:
Saxophone colossus (prestige), Way Out West (contemporary), The bridge (bluebird), A night at the Village Vanguard (blue note), East Broadway run down (impulse)

meglio così?


decisamente, anzi la sfrutterò anche io specie per quanto riguarda i primi che hai postato  :)
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#11 Basilide

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Inviato 15 febbraio 2007 - 13:02

Non capisco perché in questo forum mai nessuno si fili il versante chitarristico del genere. Se uno non apprezza, per dirne tre a caso, Charlie Christian, Django Reinhardt e Wes Montgomery, mi risulta arduo ammettere che ascolti jazz. Scusate, ma soffro immensamente a non vederli mai citati.
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#12 woody

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Inviato 15 febbraio 2007 - 13:20

Non capisco perché in questo forum mai nessuno si fili il versante chitarristico del genere. Se uno non apprezza, per dirne tre a caso, Charlie Christian, Django Reinhardt e Wes Montgomery, mi risulta arduo ammettere che ascolti jazz. Scusate, ma soffro immensamente a non vederli mai citati.


Io ascolto ANCHE jazz.
Ho cd di tutti e tre i musicisti che citi ma sinceramente sono anni che non li metto quando sono da solo a casa. Probabilmente riconoscerei Reinardt piuttosto in fretta, anche grazie alla sua presenza in molte colonne sonore di Woody Allen. Anche Montgomery sarei in grado di riconoscerlo, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Non è che non li ascolto perchè non sono bravi o degni di nota, non li ascolto semplicemente perchè ci sono milioni di musicisti altrettanto validi, la mia giornata è sempre di 24 ore ed ho 27 anni non 115.
Questo semplicemente per dire che hai fatto benissimo a citarli e anzi, visto che li conosci potevi anche parlare di un paio di album o descrivere il sound per chi non li ha mai ascoltati, però non mi venire a dire che chi non li cita non ascolta jazz o altre fesserie simili, perchè chi ascolta jazz sa quanti musicisti importanti esistono e di conseguenza dovrebbe essersi accorto che è impossibile conoscerli tutti a menadito.
Insomma più sai e più sai di non sapere un cazzo.
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#13 Lorenzovic

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Inviato 15 febbraio 2007 - 13:39

Non capisco perché in questo forum mai nessuno si fili il versante chitarristico del genere. Se uno non apprezza, per dirne tre a caso, Charlie Christian, Django Reinhardt e Wes Montgomery, mi risulta arduo ammettere che ascolti jazz. Scusate, ma soffro immensamente a non vederli mai citati.


Hai ragione sui nomi che fai, però il post d'apertura chiedeva lumi sul jazz "saxocentrico"...

Se non ricordo male, c'era un topic "Chitarristi jazz" nel vecchio forum... già, ritornerà disponibile?  ???

Se poi si vuole approfondire il discorso... purtroppo la chitarra nel jazz è uno strumento... vogliamo dire minore? Te lo dice uno strimpellatore da strapazzo (il sottoscritto), ma forse è un po' vero che la storia del jazz è stata maggiormente caratterizzata da strumenti a fiato, quasi sempre monofonici, e provvisti di un "corpo" che contribuisse a creare una voce... solo il piano, dopo essere stato snobbato per un bel po' (ed essere stato considerato a lungo uno strumento "ritmico"), si è elevato di rango fino a raggiungere, qualitativamente e quantitativamente, soprattutto nella dimensione cameristica del piano trio, gli strumenti a fiato nella "considerazione" artistica...

Sulla chitarra nel jazz mi sembra si possa dire questo: essendo uno strumento tecnicamente ed espressivamente un po' "limitato" (uhè, lo dicono i chitarristi importanti, mica io...), risulta più difficile trovare una dimensione veramente personale... e quindi, o si è dei grandissimi, o si finisce nella categoria degli "indistinguibili"... 

Infatti, ai nomi che fai, forse nella storia del jazz se ne possono aggiungere solo pochi altri (sempre parlando esclusivamente di "grandissimi"), a fronte di legioni di sassofonisti, trombettieri e pianisti.
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#14 Basilide

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Inviato 15 febbraio 2007 - 16:30

Avevo scritto "se uno non apprezza", non "se non ascolta ogni giorno almeno tre album"...
Per inciso, sarà che sono un modesto chitarrista jazz, ma nessuno strumento mi pare espressivo e personale quanto la Gibson di Wes.
Questo può aiutare a capire perché mi sia fatto un po' trascinare a scrivere quella specie di sparata totalitarista di sopra.
Che la chitarra sia originariamente esclusa dal jazz è incontestabile, ma se si è dovuto ricredere Benny Goodman...
(Questi inizialmente rifiutò il giovane Charlie Christian, poi su insistenza del produttore accettò di metterlo alla prova, ma attaccando un pezzo alquanto articolato che Charlie non poteva aver mai ascoltato, sul quale quest'ultimo assolò tuttavia per venticinque minuti ininterrotti tanto bene da costringerlo a rivedere la propria posizione).
I tre di cui si diceva, peraltro, sembrano una triade dialettica (ma ben riuscita!). In particolare Wes mi commuove ad ogni ascolto. Raramente tali sensibilità ed ironia si trovano condensate in due mani dotate di una tecnica simile.
I primi cd, di etichetta Riverside, mi lasciano davvero senza parole.
L'esuberanza barocca di Django lascia spazio ad una costruzione armonica che, raddoppiando in ottave le linee che già furono di Christian, le porta a proliferare lungo serie apparentemente illimitate ma mai eccessive. Ciò per dire, in soldoni, che non c'è mai una nota di troppo, eppure è sempre presente la percezione di trovarsi ad un limite.
Prego chiunque si interessi di jazz di recuperare Groove Broothers, dove suona con i fratelli Buddy e Monk, Full House (facilmente recuperabile), e magari anche Willow Weep for Me (molto sperimentale nei contenuti ma genuino).
Scusate lo sproloquio, non riesco ad esprimermi decentemente, quando si tratta di Lui.
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#15 Jazzer

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Inviato 15 febbraio 2007 - 19:46

Non capisco perché in questo forum mai nessuno si fili il versante chitarristico del genere. Se uno non apprezza, per dirne tre a caso, Charlie Christian, Django Reinhardt e Wes Montgomery, mi risulta arduo ammettere che ascolti jazz. Scusate, ma soffro immensamente a non vederli mai citati.


Scusami Basilide, ma questo è un thread dedicato al sax! Pare ovvio che non si parla di chitarristi!
Se ti preme parlare di quello strumento perché non apri una discussione in merito?
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#16 Basilide

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Inviato 17 febbraio 2007 - 10:41

Scusate, leggendo il thread iniziale pensavo che l'indicazione fosse meno vincolante: "che so, dove venga valorizzato il sax" mi pareva più un modo qualsiasi per specificare meglio una domanda iniziale altrimenti troppo vaga che una rigida dichiarazione di intenti. Per la discussione si vedrà, ora non sono in vena di enciclopedismi.
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#17 tarkus86

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Inviato 24 febbraio 2007 - 23:39

Per quanto riguarda Coltrane direi che Giant Steps sia tappa obbligata...
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#18 matt

    brundle-mosca

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Inviato 26 febbraio 2007 - 16:42

Ovviamente nn puoi che iniziare da John Zorn... il suo ultimo CD "Electric Masada: 50th Birthday Celebration Volume Four" è un autentico capolavoro e visto che ti piace tanto il rock con le sue chitarre elettriche ti dico che qui nn vengono affatto trascurate...Buon ascolto...
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il mondo è diviso in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava... ...tu scavi

https://rateyourmusi.../~Art__Vandelay


#19 Guest_Cannibal Ox_*

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Inviato 26 febbraio 2007 - 18:49

Ovviamente nn puoi che iniziare da John Zorn... il suo ultimo CD "Electric Masada: 50th Birthday Celebration Volume Four" è un autentico capolavoro e visto che ti piace tanto il rock con le sue chitarre elettriche ti dico che qui nn vengono affatto trascurate...Buon ascolto...


John Zorn, ovvero "il jazzista che ascolta chi non ascolta jazz", non lo metterei mai tra i jazzisti migliori per avvicinarsi al genere
Poi chiedeva il sax, non il chitarrino tamarro fusion
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#20 woody

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Inviato 26 febbraio 2007 - 21:01


Ovviamente nn puoi che iniziare da John Zorn... il suo ultimo CD "Electric Masada: 50th Birthday Celebration Volume Four" è un autentico capolavoro e visto che ti piace tanto il rock con le sue chitarre elettriche ti dico che qui nn vengono affatto trascurate...Buon ascolto...


John Zorn, ovvero "il jazzista che ascolta chi non ascolta jazz", non lo metterei mai tra i jazzisti migliori per avvicinarsi al genere
Poi chiedeva il sax, non il chitarrino tamarro fusion


Quindi scopriamo che John Zorn è un chitarrista tamarro che suona fusion!!

Caro Kiss anche io ti consiglio John Zorn (qui sul forum ne abbiamo parlato tantissimo no ti sarà difficile reperire sue notizie), anche se non lo consiglierei per un approccio al jazz, semplicemente perchè Zorn suona diversi generi e spesso in un solo cd.
Quindi ben venga Zorn (che suona il sax a scanso di equivoci) ma se ti imbatti in un suo cd non crederti di avere a che fare con un sound tipo Louis Armstrong!
E' roba molto più moderna e molto più "avant".
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#21 Guest_Cannibal Ox_*

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Inviato 26 febbraio 2007 - 21:34



Ovviamente nn puoi che iniziare da John Zorn... il suo ultimo CD "Electric Masada: 50th Birthday Celebration Volume Four" è un autentico capolavoro e visto che ti piace tanto il rock con le sue chitarre elettriche ti dico che qui nn vengono affatto trascurate...Buon ascolto...


John Zorn, ovvero "il jazzista che ascolta chi non ascolta jazz", non lo metterei mai tra i jazzisti migliori per avvicinarsi al genere
Poi chiedeva il sax, non il chitarrino tamarro fusion


Quindi scopriamo che John Zorn è un chitarrista tamarro che suona fusion!!

Caro Kiss anche io ti consiglio John Zorn (qui sul forum ne abbiamo parlato tantissimo no ti sarà difficile reperire sue notizie), anche se non lo consiglierei per un approccio al jazz, semplicemente perchè Zorn suona diversi generi e spesso in un solo cd.
Quindi ben venga Zorn (che suona il sax a scanso di equivoci) ma se ti imbatti in un suo cd non crederti di avere a che fare con un sound tipo Louis Armstrong!
E' roba molto più moderna e molto più "avant".


chiaramente non zorn, ma l'album veniva suggerito per la chitarra,
che in quell'album c'è e che da quel che ricordo suonava in più di una traccia vagamente tamarra
(a scanso di equivoci l'album non mi era particolarmente piaciuto)

ero solo un filo sarcastico, rileggendo riconosco di aver scritto da cani e che si potesse intendere
che sia zorn a suonare la chitarra

volevo solo dire che zorn, come buona parte dei jazzisti avant-free-alt-vattelapesca,
forse non sarebbe da mettere come prima e unica scelta obbligata per avvicinarsi al "Jazz"
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#22 woody

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Inviato 27 febbraio 2007 - 10:59

In quell' album, a mio avviso un bel disco, la chitarra in effetti è presente in tutti i brani.
La suona Marc Ribot e siamo molto lontani, sempre secondo me, da sonorità fusion tamarre, la fusion come diceva Elio "troppi assoli" mentre Ribot è sempre piuttosto misusato e più sul versante rumorista, non a caso suona nel giro newyorkese.
Poi come dicevi te e come avevo già detto pure io, John Zorn non mi verrebbe mai in mente di consigliarlo a uno che mi chiede consigli per un approccio al jazz, però è un musicista che stimo e i Naked City credo siano stati il primo gruppo non strettamente rock, ma avvicinabile al jazz e all' avanguardia, che ho ascoltato e tutt' ora li apprezzo non poco.
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#23 Jazzer

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Inviato 27 febbraio 2007 - 11:59

Poi come dicevi te e come avevo già detto pure io, John Zorn non mi verrebbe mai in mente di consigliarlo a uno che mi chiede consigli per un approccio al jazz


e lo dico pure io!
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#24 Lorenzovic

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Inviato 27 febbraio 2007 - 12:13

In quell' album, a mio avviso un bel disco, la chitarra in effetti è presente in tutti i brani.
La suona Marc Ribot e siamo molto lontani, sempre secondo me, da sonorità fusion tamarre, la fusion come diceva Elio "troppi assoli" mentre Ribot è sempre piuttosto misusato e più sul versante rumorista, non a caso suona nel giro newyorkese.
Poi come dicevi te e come avevo già detto pure io, John Zorn non mi verrebbe mai in mente di consigliarlo a uno che mi chiede consigli per un approccio al jazz, però è un musicista che stimo e i Naked City credo siano stati il primo gruppo non strettamente rock, ma avvicinabile al jazz e all' avanguardia, che ho ascoltato e tutt' ora li apprezzo non poco.


Ha ragione Frith nel sostenere che Zorn (e Ribot) non possono essere considerati fusion, neppure nel "Vol. IV". E' una questione di "approccio"... ne abbiamo parlato così tante volte che non mi sembra il caso di ripetere in fretta dei concetti che nel vecchio forum avevamo sviscerato piuttosto bene... ma quando tornerà disponibile?
Se proprio si vuole ascoltare un chitarrista "tamarro"... consiglio Lee Ritenour! ;D ;D ;D (che guarda caso è molto meno aggressivo di Ribot...)

Altrettanto vero che Zorn (almeno come sassofonista jazz...) non lo consiglierei come prima scelta ad un "neofita"... fermo restando che va citato come esempio di "avanguardia"... per i consigli in generale starei su quanto prodotto da Jazzer, che sarebbe sufficiente a tenere impegnati per qualche mese, senza rimarcare se sia meglio "Giant Steps" piuttosto di "A love Supreme"... queste variabili sono dettate dal gusto, mentre il valore complessivo di alcuni musicisti è ormai dettato dalla storia...  ;)
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#25 woody

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Inviato 27 febbraio 2007 - 13:01

senza rimarcare se sia meglio "Giant Steps" piuttosto di "A love Supreme"... queste variabili sono dettate dal gusto, mentre il valore complessivo di alcuni musicisti è ormai dettato dalla storia...  ;)


Questa è una cosa a cui ho spesso pensato.
La storia del rock è fatta si di grandi gruppi o grandi musicisti, ma è fatta soprattutto di grandi dischi.
Per il jazz a mio avviso è il contrario, si anche nel jazz ci sono le pietre miliari e i dischi storici (Kind of Blue, A Love Supreme, Black Saint), ma in generale si parla di "musicisti miliari". Questo credo sia anche dovuto al fatto che i musicisti jazz siano più prolifici, quindi raramente si concentrano a lungo in un disco solo.
Un altra cosa su cui riflettevo è che io di solito non guardo al singolo musicista rock (ci sono ovviamente le eccezioni) ma al gruppo nel suo intero. Prendo il primo gruppo che mi viene in mente, i Pere Ubu. A parte il cantante che ha proseguito con una credo buona carriera solista, non so niente degli altri musicisti. Non so se abbiano avuto un grande batterista, un grande chitarrista o un grande tastierista, so solo che tutti insieme hanno creato un ottima alchimia, ma i libri di storia non citano le avventure soliste, se ne deduce che una volta sciolti non sono più stati capaci di eguagliare quello che già avevano fatto. Faccio un altro esempio, i PIL. Se ne parla spesso benissimo e io sono pure d' accordo, ma quanti di quelli che conoscono i PIL si sono inculati il chitarrista Levene? Quando sento dire che Levene è uno dei grandi chitarristi della storia, mi viene sempre in mente che i PIL sono uno dei più grandi gruppi della storia, ma Levene singolarmente non me la sento di valutarlo un genio. Questo senza nulla togliere ovviamente ai PIl e al loro capolavoro.
Anche in questo caso il jazz è molto diverso dal rock, un disco di un gruppo mediocre o comunque anonimo può essere salvato da un ottimo solista, raramente si esamina il gruppo ma si esamina la carriera del musicista/improvvisatore/compositore.

Comunque sono off topic, si potrebbe forse dedicare un thread al' argomento.

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#26 Guest_Eleanor Rigby_*

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Inviato 27 febbraio 2007 - 13:21

Buh, certo te li avranno giàù consigliati,
ma credo che Stan Getz, Lee Konitz e Cannonball Hadderley per iniziare siano ok... ;)

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#27 matt

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Inviato 27 febbraio 2007 - 15:21

Vorrei chiarire la mia posizzione su John Zorn...Io ho consigliato quell' album (Electric Masada: 50th Birthday Celebration Volume Four) in quanto vista la passione di kiss per il rock, ho pensato fosse una buona mediazione per avvicinarsi al jazz ma ovviamente ho espresso un parere perchè il jazz nn è un genere che conosco bene...
Cercherò cmq di approfondire con i consigli dati su questo topic...
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