Va beh ma in quasi ogni paese la musica locale comunque resiste nelle classifiche, ma una attitudine esterofila di fondo comunque permane. Prendi il teatro greco di Taormina, su cinque concerti che fanno, uno, due massimo sono di artisti italiani e sempre nomi consolidati.Che siamo un paese esterofilo sembra cosa assodata, ma dovremmo cercare di capire il perché lo siamo. Se c'è un esterofilia forte questo potrebbe ( in parte ) spiegarsi con un sentirsi inferiori? In qualunque campo artistico "importiamo" stranieri a cui diamo lavoro, poco importa se sono celebri o no nei loro rispettivi paesi, questo mi sembra l'andazzo generale. Nel mondo dello spettacolo non si contano gli stranieri che imperversano o lo hanno fatto in passato, fossero anche semplici statuine da presenza scenica. Nel calcio? Non ne parliamo, vediamo in serie A calciatori che io non li farei giocare manco in serie C. I format tv? Quasi tutti stranieri. Ormai non ci sappiamo inventare più' nulla. Io una cosa simile in piccolo, la noto nella mia citta', qui se un mio concittadino prova a fare qualcosa di nuovo viene subitamente deriso e/o criticato, SEMPRE! Perché si preferisce il prodotto "esterno" che è sinonimo di "garanzia". E qualcosa del genere sta accadendo anche a livello più' generale, siamo diventati sudditi, e se non ci si scrolla di questa sudditanza tramandatasi nei secoli per dna, non ne usciremo più'. Le poche eccellenze che abbiamo non fanno solo altro che confermare le (peggiori) regole.
Ma guarda Malad, se c'è un ambito in cui da noi c'è poca esterofilia da noi è proprio quello della musica (poi sugli altri esempi che fai sono d'accordo).
E mi riferisco in particolare a certo main$tream nostrano che non riesce a varcare il Tunnel del Monte Bianco o quello del San Gottardo ma che ancora, qui da noi, vende e fa pubblico ai concerti.
Gozer ti risponderebbe che è una attitudine ANGLOFILA (ed avrebbe anche sostanzialmente ragione).
Ma guarda la classifica delle vendite degli album di questa settimana in Italia: http://www.fimi.it/c...album/year:2015
7 prodotti italiani nei primi 10 e 16 nei primi 20...... (si salvano Zayn -toh!-, I Coldplay, Adele e Joe Bonamassa).
Le classifiche variano continuamente, l'attitudine a cui mi riferisco io è quella del tipo concertone-raduno in cui la maggior parte deglu artisti sono stranieri. Il Festivalbar era un esempio in tal senso.