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Steve Jobs (Boyle, 2016)


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13 replies to this topic

#1 lasa

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Inviato 22 gennaio 2016 - 15:28

Nessun'altro l'ha visto?

 

Posto che a me dell'universo Apple è sempre interessato poco niente ho deciso comunque di andare a vedere il film incuriosito dal cast (Fassbender + Winslet), regista (Boyle), sceneggiatore (Sorkin) e soprattutto dal fatto che non sarebbe stata un'agiografia sul personaggio.

 

Il film dice "Jobs" ed è candidato all'oscar per le prove dei 2 attori principali (bravo Fassbender, non saprei se da oscar ma comunque mi è piaciuto. Le critiche che ho letto in giro "eh però Kutcher assomigliava di più a Steve!" fanno ridere) ma il vero protagonista è la sceneggiatura di Aaron Sorkin. Film parlatissimo, senza un attimo di tregua dall'inizio alla fine, (in alcuni momenti ho avvertito un attimo di stanchezza: non credo che ci siano più di 5-10 secondi consecutivi non parlati in tutte le due ore di film), però parlato davvero bene: tanti i dialoghi che ho trovato divertenti/sagaci/memorabili, forse solo perdono un po' di efficacia nei momenti che vorrebbero essere più melodrammatici. Certo se avete sempre odiato i dialoghi di Sorkin statene alla larga.

Boyle gira un film solo in interni (è tutto girato nei 3 teatri delle presentazioni di Jobs del 1984,1988 e 1998) e secondo me è molto bravo a mantenere alta la tensione del film con lunghi pianosequenza che seguono i protagonisti nei frenetici minuti prima delle presentazioni o con vorticosi montaggi che incastrano il racconto principale con flashback del passato.

 

In definitiva si ricalca grossomodo quanto di già visto in The Social Network: un film che parla di uno dei guru dell'informatica degli ultimi anni soffermandosi più sui chiaroscuri della sua personalità che sulla descrizione dei suoi successi.

Non è un film sulla vita di Steve Jobs, è un film che parla di quanto lui sia stato stronzo, intrattabile, socialmente problematico e allo stesso tempo ambizioso e visionario. Lui era davvero così? Francamente non mi interessa: il film lo descrive in maniera complessa e credibile e tanto mi basta.

 

voto 7,5/8


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#2 good vibrations

    Il primo disco del White Album è davvero un disc one

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Inviato 23 gennaio 2016 - 09:22

Concordo al 100%
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#3 Merlo

    Classic Rocker

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Inviato 23 gennaio 2016 - 11:42

Quindi tutt'altra cosa rispetto a Jobs del 2013?


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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#4 Gonzalo Pirobutirro

    Tony Nelli

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Inviato 23 gennaio 2016 - 12:50

Il miglior Danny Boyle dai tempi di "28 giorni dopo"; anche se, in modo più provocatorio, mi verrebbe da dire che è il suo migliore subito dopo "Trainspotting". A parte queste misere considerazioni, è un ottimo film, per nulla agiografico e dal ritmo che tiene botta dall'inizio alla fine. Questo grazie soprattutto alla sceneggiatura di Sorkin, che ben si sposa con l'ipercinetica regia di Boyle, qui più misurato del previsto, ma forse manco troppo. Bravo Fassbender, splendida Kate Winslet; ancor meglio i comprimari: Jeff Daniels, Seth Rogen, Michael Stuhlbarg.
Mi ha fatto venire in mente un po' "The Social Network" di Fincher, non a caso sempre sceneggiato da Sorkin e gestito in maniera non dissimile; e anche i personaggi centrali sono più vicini di quello che sembrano, malgrado per ovvi motivi il film di Fincher si concentri più su Facebook che su Zuckerberg.
Ecco, penso che se Fincher avesse girato Steve Jobs sarebbe venuto un mezzo capolavoro. Ma accontentiamoci di questo, che comunque non è poco.

 

Qui, due o tre cose in più: https://pignette.wor...nny-boyle-2015/


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#5 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 23 gennaio 2016 - 13:03

Partendo dalla sceneggiatura di Aaron Sorkin e potendo contare sul tour de force attoriale di due "animali da palcoscenico" come Michael Fassbender e Kate Winslet, Danny Boyle rilancia le possibilità del biopic, mettendo in scena limiti che sono gli stessi del suo personaggio

 

steve-jobs_locandina.jpg

 

http://www.ondacinem...steve_jobs.html


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#6 joe tarallo

    cane sciolto

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Inviato 24 gennaio 2016 - 14:46

Fassbender è bravo

 

Ma Stanley Tucci in questo caso sarebbe stato il top

 

tucci0615-stanley.jpg?itok=ruADDj54


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Turbo Missile Interculer


#7 Max Stirner

    Scaruffiano

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Inviato 24 gennaio 2016 - 15:04

spero sia l'ultimo film su jobs


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"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#8 edo

    Groupie

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Inviato 24 gennaio 2016 - 17:16

Non tollero sinceramente la fama del soggetto come solo mito di moderna genialità, tema altamente abusato e borioso. Ed è proprio per questo che il film mi è altamente piaciuto. Non mi è mai parso celebrativo, ma anzi graffiante e molto a fuoco, come speravo dati i legami di produzione con The social network. Dove "jobs" era storico, pedissequo, questo è elettrico e sempre intrattenente. Fassbender assolutamente memorabile: come fare bene le cose, senza nessun bisogno di esagerare, proprio col magnetismo che cerchi da una figura del genere. Un carisma formidabile, totalmente adatto alla visione data da Boyle di questo parlatissimo personaggio. 

 

Che il bello è proprio qui: non ho trovato nessuna voglia di dare un resoconto biografico nel senso standard del termine, ma piuttosto di interpretare alcuni momenti chiave di una celebre carriera e elevarne la carica al massimo. La scelta di ambientare quasi la totalità del film nei minuti precedenti le più importanti presentazioni della vita del protagonista è secondo me centratissima. A ogni presentazione i personaggi principali si manifestano tra le stanze e i corridoi degli edifici vari, dando un senso di centrifuga: un continuo roteare di figure che permette di veicolare una quantità di emozioni e informazioni imponente. Penso che la "teatralità" (nel senso originario del termine) che c'è dietro queste scelte sia molto intrattenente. Tutto ciò arricchito da una fotografia e regia buonissime, e in più un ottimo montaggio. Se bisogna vedere un film tra i parlatissimi usciti di questi tempi, sicuramente questo non delude.


  • 1

#9 Jerda

    aspirante indie

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Inviato 30 gennaio 2016 - 20:55

Vorrebbe essere il nuovo "The social network" (film che personalmente adoro), ma purtroppo non ce la fa. Non so se la responsabilità sia di Boyle, non direi: mi sembra che la sceneggiatura di Sorkin sia meno brillante dei suoi standard. Certo, si parla tanto, ma si fatica, a mio parere, a mantenere alto l'interesse, mentre nel film di Fincher o anche nella bistrattata serie "The Newsroom" i dialoghi erano sempre molto avvincenti. Perfino nel secondo caso, dove la retorica filo-americana era spesso eccessiva. In "Steve Jobs" la retorica è tenuta a bada fino alle ultime scene con la figlia, poi va tutto in vacca.

 

In sostanza, poteva essere molto peggio ma anche molto meglio.


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#10 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 06 febbraio 2016 - 21:04

Interessante ma esagerato nella caratterizzazione.

E per quanto si sappia tutti che quella messa in scena non è la-vita-vera ma un'interpretazione libera di un autore, il film non tratta un archetipo –una figura mitica, sfruttata per dire delle cose–, ma anzi esce nelle sale chiamandosi Nome e Cognome, a un pugno d'anni dalla morte, e questa libertà artistica nel trattare il ritratto pubblico di una persona e delle sue relazioni con persone ancora in vita sa molto di ipocrita, una presunzione artistico-storica non così essenziale. Ive l'ha definito un assassinio post-morte e capisco il suo punto di vista.


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#11 corrigan

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Inviato 06 aprile 2016 - 08:32

film stupendo, lo metto dietro solo a Shallow Graves e 28 giorni dopo nella filmografia di Boyle. rimango esterrefatto dal numero di critiche ricevute perche' 1) Fassbender (enorme) non assomiglia a Jobs 2) non segue il solito noiosissimo story-arc tipico dei biopics.


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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#12 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 01 ottobre 2016 - 22:27

la sbornia su Steve Jobs tra un pò finirà, e anche quella su Aaron Sorkin - io mi sono immunizzato con due serie di Newsroom e ormai conosco i trucchetti (inventiamoci un countdown sennò sai che palle la storia di sto tipo - sai che? facciamo TRE countdown!)

 

è ancora più agiografico in quanto all'inizio per cinque minuti finge di non esserlo -  il foglietto della figlia, la musica in tasca, ma mettitela in culo vai

 

a parte la sceneggiatura però il film non è male, quando Danny Boyle è tenuto a freno in effetti da' il meglio - Fassbender ok, ormai fa tutto - Winslet brava come al solito

 

almeno hanno avuto il pudore di non mettere The Times They Are a-Changin' nei titoli di coda


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apri apri, apri tutto!

#13 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 23 dicembre 2016 - 13:34

pur non considerando the social network quel capolavoro lodato da tutti, mi pare indubbio che sia comunque un film migliore e più innovativo di questo sequel apocrifo sempre firmato da sorkin. la carta vincente di the social network era il suo essere un biopic camuffato da thriller (o il contrario se volete), condensava gli aspetti migliori del genere (tensione, ritmo) e gettava un'ombra oscura sul ritratto di un uomo e di un mondo. soprattutto, nonostante la verbosità tipica di sorkin, restava un film senza diventare parateatro

cosa che invece non riesce ad essere steve jobs, fin dalla sua divisione in 3 atti costruito come una piece teatrale. si ha proprio l'impressione di assistere ad una messinscena, con lo spazio che varia minimamente giusto per aggiornarsi al mutamento dell'arredamento negli anni o al cambio di location, con i personaggi - sempre i soliti nonostante l'arco temporale di 14 anni della vicenda - che entrano ed escono di scena in momenti tra l'altro speculari nel tempo. soprattutto sembra davvero che da una convention all'altra (1984, 1988, 1998) siano passati pochi minuti - giusto il tempo dietro le quinte di cambiare vestiti e pettinature - per come tutto resta immutabile: i rapporti tra i personaggi, i loro comportamenti, persino i loro dialoghi sembrano sospesi da pochi minuti invece che da anni. insomma una sensazione di artificiosità che a me personalmente poco piace in un film perché mi fa interessare molto poco ai personaggi e alle vicende che sembrano vivere più su "carta" che dal "vero", su pellicola

anche il ritratto del "lato oscuro" della tecnocrazia geek reso famoso proprio da social network, qui è meno a fuoco, con meno mordente. al di là del fatto che sta rischiando di diventare uno stereotipo questa immagine del guru dell'informatica anaffettivo, arrogante, megalomane e ciarlatano - e non è meno risaputo il discorso sul fatto che il prezzo da pagare per il successo è la solitudine - contrariamente a the social network, che restava asciutto e lucido sulle proprie posizioni, steve jobs appare più incline al melodramma e nel finale c'è posto anche per la tipica "redenzione" hollywoodiana

la confezione è sicuramente impeccabile e tutti si impegnano per far sì che il film valga la pena di essere visto (bravi gli attori, bravo boyle). ma al di là del fatto che ha floppato clamorosamente al botteghino, non penso rimarrà grande traccia di questo film già tra qualche anno se non tra i boyle-addicted
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#14 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 16 maggio 2018 - 09:42

film è bello, scritto e diretto benissimo. Ecco come una sceneggiatura maiuscola, nei tempi, nelle ripetizioni e nelle variazioni, possa essere coniugata da una regia che la esalti per immagini: sia il palco che il retropalco sono bagnati da colori che cambiano a secondo dell'epoca, con i corridoi carrellati morbidamente, con i tagli di inquadrature perfetti.
Insomma, mi è piaciuto davvero molto a prescindere dal soggetto in sè, è un film biografico sì, ma senza i canoni classici, al centro un personaggio carismatico e un filo megalomane con un contrappeso caratteriale che è la Hoffmann, la mediazione, lo smussamento, il ponte verso la realtà,
Attraverso lo sproloquiare di Jobs, il suo intestardirsi su alcuni elementi, possiamo leggere a ritroso quale gran venditore sia stato e quanta della sua retorica ci avvinghi e ci prenda all'amo tutt'ora e come sia dilagata in ogni ambito economico.
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