http://www.ondarock....eatingasone.htm
Innanzitutto un sentito grazie a Setola per aver scritto questa scheda ricca di passione su un album che adoro. E sentiti complimenti per aver citato "Le voci del mondo" giusto in apertura.
"I Can Hear..." è un oggetto strano, perfettamente calato nei suoi tempi, ma anche orgogliosamente a se stante, per certi versi. Ne è responsabile soprattutto il grande ventaglio stilistico: ci si trova un po' di tutto, là dentro, tutti suoni e generi e atmosfere che, prese uno per uno, corrispondo a quel che ci si poteva aspettare da un musicista aggiornato e (diciamo la parolaccia) hype in quella seconda metà degli anni '90 (almeno in certi ambienti). L'oltranzismo e la retorica della 'purezza' indie del periodo grunge erano ormai declinati, e il filtrare col pop (specie se d'altri tempi), con l'elettronica (specie se puramente cosmetica), l'interesse per il kraut, certe visioni un po' astratte del folk, la congiunzione di noise e mielosità stavano diventando merce corrente, e quasi luoghi comuni.
D'altra parte (a parte il fatto che gli Yo La Tengo in questo mondo sonoro caleidoscopio ci paciugavano da tempo), l'eclettismo in ambiente alternative è sempre stato controproducente; la recensione sottolinea molto bene come la riconoscibilità del suono Yo La Tengo sia questione impalpabile, non riducibile a una 'formula' che si può facilmente descrivere per fini critici o pubblicitari.
Ma non tutto è così ineffabile. Se c'è un elemento che non può non colpire anche al primo ascolto, è la delicatezza discreta e quasi intimidita della voce, a un passo dal sognante ma troppo trattenuta e modesta per caderci in pieno.
Mio brani preferito "Damage", gli YLT trovano la loro dimensione congeniale nel dipingere paesaggi sonori quasi astratti. Ma gli sta da presso "Autumn Sweater", gli YLT trovano la loro dimensione congeniale in un pop gioioso e maliziosamente innocente. Non dimentichiamo "Sugarcube", gli YLT trovano la loro dimensione congeniale nel contrasto tra feedback e melodia, nella più pura tradizione noise-pop americana. Soprattutto gli YLT trovano la loro dimensione congeniale nel trasformare il substrato folk in un suono urbano, lievemente straniante, un folk illuminato al neon. Ma non dimentichiamoci che, prima e innanzitutto, gli YLT sono un gruppo dalle radici ben piantate nel college rock anni '80...