1. Virgin Steele, più che un tentativo di incrociare le tastiere adult oriented rock alla potenza, che so, dei Manowar, un compromesso, forse poco coraggioso, di accontentare un certo gusto. Il brano però funziona, è ben strutturato nei suoi 5'30" circa, ma dall'altra parte ci sono i Tool, con uno dei loro brani più riusciti.
2. Living Colour, gran bella scommessa su un sound più che fortunato, una miscela convincente di potenza e freschezza, e si capisce dal brano - che, bisogna dire, il nostro muk è andato a prendere proprio dall'heavy rotation delle radio di qualche anno fa. I Carcass invece che si spostano dal fetore di putrefazione degli esordi alla perizia omicida in sala chirurgica di questo terzo album. Anche qui un metal estremo e tecnico più che prolifico (due anni dopo abbiamo ad esempio il capolavoro dei Cynic). Voto i Living Colour ma scelta difficile.
3. L'opening, enorme, di un discone, per i Sepultura. Dall'altra i Mercyful Fate, con King Diamond che ha un timbro che proprio non mi piace, in un anno in cui diciamo che il metal stava proprio dandosi una forma a partire da che di ancora indistinto. Contro qualsiasi altro album con quel cantante, avrei votato i Sepultura, ma Melissa... Voto Melissa ma me ne pento mentro lo faccio.
E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.