BOBBY
#1
Inviato 02 febbraio 2007 - 18:05
il fatto è che sono uscito dalla sala ed ho pensato: "bhè, proprio un film stupendo. mi sono piaciuti tutti gli attori, mi è piaciuto il modo in cui le loro storie si sono intrecciate in maniera tanto sottile e tanto intelligente, favolosa la colonna sonora che per una volta non ha proposto solo le solite canzoncine anni sessanta anche se the sound of silence ci stava tutta, ottima l'ambientazione dettagliata ed asciutta, superba la prova di sharon stone, un pò meno quella di hopkins (ma non per colpa sua, più per via del ruolo), trama mai floscia e due ore che passano veloci come l'infanzia, peccato lo abbiano accoppato tutto sommato. ma purtroppo non posso leggere i commenti degli altri utenti del forum."
sicuramente film da classifica 2007, devo ricordarmelo.
sergente welsh: solo in mezzo alla gente
mi sono innamorato di un'attrice hard
Non morite come me
#2
Inviato 02 febbraio 2007 - 18:50
Però rimane un buon prodotto, asciutto nella regia, semplice e diretto, ma che sa parlare comunque di temi molto attuali.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#3 Guest_vegeta_*
Inviato 02 febbraio 2007 - 20:50
#4
Inviato 02 febbraio 2007 - 21:01
Anche a me è piaciuto molto. A tratti è retorico (ma ci può stare benissimo per un film di questo tipo, anche se ala fine non lo è più di tanto) e non sono interessanti tutte le storie (ad esempio, quella di Martin Sheen).
Però rimane un buon prodotto, asciutto nella regia, semplice e diretto, ma che sa parlare comunque di temi molto attuali.
Sia la retorica sia certe storie individuali noiose e insulse (proprio quella che hai notato tu) ne abbassano il livello...sinceramente mi aspettavo di più..
#5
Inviato 02 febbraio 2007 - 23:49
Anche a me è piaciuto molto. A tratti è retorico (ma ci può stare benissimo per un film di questo tipo, anche se ala fine non lo è più di tanto) e non sono interessanti tutte le storie (ad esempio, quella di Martin Sheen).
Però rimane un buon prodotto, asciutto nella regia, semplice e diretto, ma che sa parlare comunque di temi molto attuali.
Sia la retorica sia certe storie individuali noiose e insulse (proprio quella che hai notato tu) ne abbassano il livello...sinceramente mi aspettavo di più..
Ma di storie noiose non ne ho trovate, al massimo inutili. Però il film mi è piaicuto, forse perchè pur essendo retorico, non lo è pesantemente ed Estevez tratta comunque il tutto in modo molto lineare e semplice. Le stesse storie non hanno una vera e propria evoluzione, ma sono colte nella loro essenza, come una fotografia dell'America di quei tempi. Ed è anche attuale, perchè è difficile non pensare alle recenti guerre, quando nel film più volte si parla del Vietnam. Forse non bello come mi aspettavo, ma comunque un buon prodotto.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#6
Inviato 03 febbraio 2007 - 09:38
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Non morite come me
#7
Inviato 03 febbraio 2007 - 10:07
non capisco esattamente che cosa intendete quando affermate che alcune storie all'interno della trama si sono dimostrate "inutili"? a me è parso che ognuna di esse avesse la sua importanza: dalla coppia in crisi ai ragazzini strafatti ai tradimenti del direttore alla fede nella causa da parte dei giovani alla nostalgia per i tempi d'oro del portiere in pensione. piccoli spaccati di un'era, utili a rifinire il quadro finale. okay, qualcuno un pò retorico, ma non credo inutile.
Inutili perchè non hanno lo stesso valore, lo stesso significato o la stessa intensità di altre: il personaggio di MArtin Sheen è -obiettivamente- abbastanza inutile, meno importante e decisamente superficiale rispetto -ad esempio- alla figura del cameriere messicano che desidera andare alla partita di baseball. Non inutili perchè retorici.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#8
Inviato 12 agosto 2007 - 16:03
#9
Inviato 12 agosto 2007 - 18:44
direi che Estevez ha realizzato un'opera coraggiosa, sulla carta; una sorta di film corale, secondo le tradizione di Altman, in cui il catalizzatore di eventi è, però, un fatto tragico e storico: l'assassinio di Bob Kennedy.
purtroppo il film non realizza tutta una serie di aspettative che erano in nuce nel soggetto. le storie sono appena tratteggiate e i personaggi non gonodono di grande profondità, cosicché alla fine il grosso del film è "fuori" dal film, ovvero l'omicidio di Kennedy e i suoi stupendi discorsi... ma questa è, appunto, un'altra storia...
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#10
Inviato 13 agosto 2007 - 08:18
#11
Inviato 13 agosto 2007 - 10:10
Lasciare fuori dal film il "grosso" della storia, secondo me, è stata invece l'intuizione migliore: mostrare non la vita e la morte di Kennedy ma come quest'uomo ha influenzato la vita di tante altre persone...il problema è, però, che queste altre persone sono tratteggiate in modo troppo superficiale, alla fine resta pochissimo..
abbiamo scritto praticamente la stessa cosa... infatti io non ho espresso critiche al soggetto, anzi... è proprio quella superficialità dei personaggi e dello svolgimento delle singole storie.
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#12
Inviato 24 agosto 2007 - 17:21
Lo vidi al cinema e alla fine della pellicola partì un applauso da tutti gli spettatori (me compreso); in effetti il finale è davvero toccante e ti fa dimenticare quei (pochi, ma ci sono) momenti di noia del film..
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