Inviato 13 gennaio 2016 - 23:06
Cominciamo dal posizionare questo film nella carriera di Del Toro. Ritorno alle atmosfere horror-visionarie dopo i giocattoloni fumettosi dei vari "Hellboy" e "Pacific rim"? Non credo, non c'è nessuna reale cesura tra questi e "Crimson Peak".
Quelli erano omaggi a dei generi, giochi sui generi, esplorazioni estetico-visive e spudorate fan-fiction d'autore sui generi.
E lo stesso è "Crimson Peak".
Cambia il genere di riferimento, ma l'idea di fondo è la stessa in questo "Horror gothic - The movie". Questo Jane Eyre meets Cime tempestose meets Rebecca meets Henry James meets Bava è esattamente ciò. Uno spettacolo per gli occhi ma soprattutto per le menti e la memoria degli spettatori.
Spettatori che al giorno d'oggi sono troppo smaliziati per spaventarsi con spettri che scuotono le catene, e allora che fare? Un occhiolino discreto discreto, come a suggerire: "che ne dici di mettere in scena, io e te caro spettatore, la pantomima di un pubblico d'altri tempi che si lascia spaventare da uno scuotere di catene?". Tu ci stai, sentendoti furbo e incredibilmente postmoderno, per poi scoprire che Del Toro ti ha bellamente fregato e ti ha intrigato ('spaventato' forse no) con la storia che mai avresti creduto t'avrebbe intrigato ancora.
Ben fatto, Guillermo, ci sono cascato.
La trama, a ben pensarci, non può che essere quella che è, uno stereotipo incarnato. Se v'aspettavate altro avete sbagliato film. Il gioco non era stupirsi, era prevedere ogni singolo risvolto nella vicenda... e stupirsi lo stesso.
C'è della necrofilia (ehm...) nel mondo horror. "It follows", anch'esso dell'anno scorso, era un omaggio continuato a un certo modo di fare cinema dell'orrore che ormai si pensava consumato. Proprio come questo "Crimson Peak".
Non è la prima volta che si cerca di sconfiggere il progressivo smaliziarsi degli spettatori puntando sulla loro conoscenza del genere. Ai tempi di "Scream" il trucco era rendere palesi le convenzioni, farle visibili, distanziarsene, il trucco ora invece è riprenderle di nuovo sul serio, alla lettera, non tentando (inutilmente) di fingere di far qualcosa di nuovo.
Un trucco che mostrerebbe la corda in men che non si dica, se protratto. Ma per ora, sembra funzionare.
Non da sottovalutare il bel lavoro sulle immagini, la ricreazione di una atmosfera gotica da manuale ed insieme straordinariamente viva. Quella casa che è uno dei personaggi più interessanti del cinema gotico dai tempi della dimora de "Gli invasati", altro caso di proprietà immobiliare con una personalità ingombrante. Tutta una immagine anche la funzione dei personaggi, l'Heathcliff anemico, combattuto e sottopeso di Tom Hiddleston, la damsel in distress più fantasmatica dei fantasmi con cui ha a che fare di Mia Wasikowska, la dark lady molto oltre l'orlo di una crisi di nervi di Jessica Chastain. Un terzetto dalle funzioni quasi archetipe: il super-io, l'io e l'es; il passato, il futuro e il presente; la terra, il cielo e l'inferno; la donna, la vergine e la zoccola...
Promosso. A pieni voti.
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.