Ancora reduce dalla visione di ieri.
Ogni tanto si ride, ma com'è giusto che sia in una commedia nera (questa nerissima, in più frangenti, soprattutto nella seconda parte, tendente al dramma vero e proprio) sono le classiche risate amare che quasi ti fanno pentire di aver messo in moto i muscoli facciali.
Gelido, gelido, asettico e volutamente scostante, com'era preventivato.
Però, è proprio grazie a un'impostazione del genere che le scene a più alto contenuto emotivo riescono a lasciare un segno profondo nello spettatore.
Interpreti tutti a livelli altissimi (anche Farrell che, nonostante un passato discutibile, aveva dimostrato di saperci fare già con il mai troppo lodato "In Bruges"), trovate registiche sontuose (anche se non ho ben capito a che pro certi ralenti insistiti) e un'attenzione fuori dal comune alla composizione delle inquadrature.
Lanthimos si dimostra ancora una volta un maestro nel padroneggiare la tecnica dello straniamento e nel far accettare come assolutamente naturale/normale al malcapitato spettatore un mondo totalmente alla rovescia e profondamente scorretto.
Per me inferiore al gigantesco Kynodontas ma pur sempre un gran film.