Sto terminando "Il nudo e il morto" di Norman Mailer nella sua edizione Garzanti (con traduzione di Bruno Tasso risalente, penso, agli anni '50). Purtroppo mi sono accorto solo in un secondo tempo dell'esistenza di una traduzione più recente (di Chiara Stangalino, Einaudi 2009). Ovviamente, non sta scritto da nessuna parte che le traduzioni recenti siano migliori di quelle passate. In questo caso, però, nel testo Garzanti ho notato la massiccia presenza di espressioni desuete (ritirata al posto di bagni, jungla al posto di giungla, moschetto al posto di fucile, etc. etc.) e la tendenza a voler "italianizzare" termini ed espressioni che, presumo, oggigiorno verrebbero capite anche se lasciate in inglese o tradotte in modo più esplicito (città del "medio occidente"? non saranno per caso le "città del Middle West"? e le varie bestemmie, parolacce, allusioni al sesso? etc. etc. etc.).
Ho potuto paragonare unicamente le prime pagine delle traduzioni citate e, per quanto ne possa capire io, ho avuto conferma che la nuova versione sia più "diretta", meno arzigogolata, e quinti tutto sommato più piacevole. Mi chiedevo quindi, molto banalmente, se qualcuno di voi ha avuto l'occasione di leggere il romanzo in una delle due (o in entrambe le) traduzioni ... Se sì, che impressione ne avete ricavato? Pro/contro del testo che avete avuto sotto mano?
PS: questa non è una ovviamente una critica al lavoro svolto da Tasso, che agiva in un contesto (e traduceva per un pubblico) differente da quello odierno (in generale, direi che la "civiltà americana" - penso quindi non solo alla lingua - ci sia più familiare rispetto al primo dopoguerra ...)