Grazie (intanto ho scoperto che esistono ben 7 traduzioni diverse di Memorie in italiano).
Come promesso (non per supportare uno o l'altro traduttore o filone, giusto per aggiungere qualcosa alla conversazione, interessante):
Nori sull'incipit di Memorie dal sottosuolo e la traduzione di Landolfi:
L’inizio in russo è così: Ja čelovek bol’noj, ja sloj čelovek, neprivlekatel’nyj ja čelovek; ja dumaju, čto mne bolit pečen’, che tradotto più o meno sarebbe Io sono un uomo malato, un uomo cattivo, sono, un brutto uomo, sono io; credo di esser malato di fegato. Che è un unizio dove Dostoevskij costruisce una specie di trottola sonora, nella quale il pronome, ja, io, il sostantivo, čelovek, uomo, e l’aggettivo, bol’noj, sloj e neprivlejatel’nyj, sno sempre presenti nelle prime tre frasi ma si cambiano di posto, Ja čelovek bol’noj, Ja sloj čelovek, Neprivlekatel’nyj ja čelovek. E’ una cosa che fa girare la testa, dal tanto che è fatta bene, secondo me; con questa frase, quasi esclusivamente con l’involucro sonoro della frase, Dostoevskij ci dà il carattere del personaggio; l’uomo del sottosuolo, contraddittorio disperato ridicolo così simile a noi, è già tutto qui: Io sono un uomo malato, un uomo cattivo, sono, un brutto uomo, sono io; credo di essere malato di fegato.
Ecco, sono andato a prendere la traduzione di Ricordi dal sottosuolo nell’edizione dei classici della Bur: Sono un malato… Sono un malvagio. Sono un uomo odioso. Credo d’aver male al fegato. Il suono, di Dostoevskij, la trottola sonora, non c’è più. Ci han messo anche tre puntini dopo malato che chissà da dove saltano fuori.