Al di là dell'esaltazione del momento, credo che la partita di ieri abbia mostrato in maniera lampante alcune lacune della nostra nazionale. Abbiamo vinto perché, a differenza degli anni in cui vincevamo europei e medaglie olimpiche, possiamo fare canestro in qualsiasi momento e da qualsiasi posizione. Disponiamo di quello che è, con ogni probabilità, il miglior giocatore della manifestazione, di una guardia che ha vinto un anello, di uno col potenziale (inespresso, direte voi) da prima scelta NBA e di almeno un giovane in clamorosa ascesa, con fisico, età e acido desossiribonucleico vincente (nonché un probabile futuro americano) dalla sua parte. Possiamo pure permetterci l'infortunio del capitano, un altro che l'America l'ha assaggiata anziché no.
Come mai non siamo favoriti e, addirittura, non è detto che si passi il turno? È presto detto.
Innanzi tutto, ci manca - clamorosamente - la malizia. Ieri la Spagna ha menato il doppio di noi, si è pure permessa una serie di porcherie a palla lontana (vedi Reyes e Rudy Fernandez), ha rallentato le nostre rimesse, accentuando i nostri problemi a scappare in contropiede... eppure, in un modo o nell'altro, quelli cattivi - almeno per gli arbitri - eravamo sempre noi. Siamo incapaci di entrare nelle pieghe sporche del gioco e quando alziamo l'asticella dell'intensità paghiamo con l'uscita dal campo dei lunghi. Non giocheremo sempre contro il più grande simulatore dell'era moderna (Gasol, ieri comunque monumentale), ma non ci si può permettere di giocare sempre con la spada di Damocle dei falli sulla testa.
Ieri parlavo delle piccole cose, anzi, di cose normali. Siamo carenti nella tecnica del blocco. Azione emblematica: Cusin blocca per sei o sette volte, rolla per quattro o cinque, prima di concludere con una schiacciata, grazie anche alla preziosa assistenza del Gallo. D'accordo, siamo andati a canestro - forse anche con fallo, non ricordo bene - ma con che dispendio? E Cusin, a conti fatti, è il nostro migliore bloccante. Non mi pare questa la sede per evidenziare cosa succeda in una situazione perfetta - o comunque ideale - di pick and roll, vi dico solo di guardare cosa ha fatto la Spagna ogni volta che, su un cambio difensivo, un piccolo si ritrovava a seguire un lungo. Ci hanno massacrati; è successo poche volte, ma hanno sempre fatto canestro. E parlo di situazioni di difesa pressoché perfetta da parte nostra, il che risulta parecchio frustrante. Se esegui bene quel tipo di gioco in attacco, non c'è difesa che tenga.
Capitolo transizione. Siamo carenti nel ruolo di playmaker. Ah, e il calore scalda l'acqua, a volte. Che scoperta, vero? Nelle prime tre partite, le rispettive difese avversarie hanno dimostrato di aver capito questa nostra debolezza, andando sistematicamente a pressare l'apertura - facendo comunque ricevere il nostro portatore di palla - e a pressare il primo passaggio. Non so se siete pratici di lavagnette difensive, ma il fatto di far ricevere il più "scarso" del quintetto, costringendo la squadra avversaria a perdere quindici secondi anche solo per capire cosa sta succedendo, è la prassi. Certo, avere un gioco fluido e un sistema che permetta alla tua squadra di distendersi in caso di difesa allungata ti permette di ovviare o comunque di alleviare il problema. Ecco, noi non abbiamo né l'una, né l'altra cosa. Quando Belinelli fa un secondo tempo come quello di ieri sera, possono anche anticiparti al momento della distribuzione delle canotte, ma non c'è difesa che tenga. Può succedere per sempre? Ne dubito. Anche nella festa di ieri, Hackett e Cinciarini mostravano un qual certo disagio con la palla in mano, perché - superata la pressione - le prime due o tre opzioni dell'attacco venivano sistematicamente negate. Non trattandosi esattamente di copie di Tony Parker o Goran Dragic, buona fortuna. Si spera più che altro nella possibilità di giocare con quintetti alti e Belinelli a portar palla, cosa che dipende da alcune variabili, prima tra tutte la gamba del nostro fromboliere.
Per gli stessi motivi di cui sopra, non abbiamo la possibilità di metter su un gioco di penetra e scarica capace di far muovere la difesa avvesaria a nostro piacimento. Non che ci manchi la qualità nel muovere la palla in generale: ieri abbiamo visto alcuni giochi alto-basso mirabili per esecuzione e tempismo, ma non abbiamo mosso la difesa in penetrazione. I piccoli spagnoli generavano panico nella nostra difesa, i nostri piccoli generavano panico nel nostro attacco. Semplice e lineare.
Non so dove inizino e finiscano le responsabilità di Pianigiani, ma non mi sembrano difficoltà insormontabili. Certo, risolverle ad Europeo già cominciato, con la sfida decisiva già andata (vedi sconfitta con la Turchia), mi pare eufemisticamente complesso. Di certo, non è colpa della percentuale di giocatori NBA che non ti permette frequenti raduni collegiali e così via. Citofonare Francia, Spagna e compagnia cantante. Tra il nostro coach e Scariolo non avrei dubbi su chi scegliere. Ieri la Spagna ha perso, ma nelle situazioni standard ha fatto quello che andava fatto, non andando mai sotto, eseguendo con tempismo perfetto e tecnica sopraffina. Sui canestri che sono entrati ad un certo punto - e che ci hanno permesso di prendere il margine decisivo - parlare di limiti o meriti dei due staff mi pare un tantinello azzardato.