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La Mente: Filosofie, Scienze E Tecniche


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17 replies to this topic

#1 bELLE ELLEish

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Inviato 04 luglio 2015 - 12:22

Apro per non dover andare ot in Tutto_Scienze, ma qui la scienza è chiaramente benvenuta.

 

Inizierei subito dalla "cosa difficile", the Hard Problem of Consciousness, che ad esempio Marguati trovava mal posto e meno interessante rispetto a quello che non mi sento di definire "Easy". Invito lui stesso a definire meglio quello e mostrarcene il fascino.

 

Hard Problem of Consciousness: perché abbiamo coscienza delle esperienze e in che modo queste assumono le loro specifiche qualità?

La domanda non è particolarmente complicata, però non si può negare che i sottintesi e gli assunti ivi nascosti siano già di per sé problematici. In generale, va sottolineata una difficoltà terminologica che si affianca a quelle "filosofiche"1.

Nella difficoltà di vincere pigrizia e impazienza, non ho pensato una ripartizione tematica precisa: mi limiterò a copincollare delle osservazioni appuntate leggendo sfacciatamente da en.wiki le pagine su qualia, HPC e affini.

 

 

 

The hard problem of consciousness is the problem of explaining how and why we have qualia or phenomenal experiences—how sensations acquire characteristics, such as colors and tastes.
 
Già questo è equivoco, le sensazioni sono le caratteristiche (ma non la descrizione delle caratteristiche).
È la visione platonica dell'informazione come altro dal mondo fisico, a farci credere che un cervello possa acquisire l'informazione sul colore di un oggetto rosso prescindendo dell'esperienza (almeno potenziale) del rosso?
Potrei essere daltonico e sapere da una persona non daltonica ed infinitamente affidabile che un oggetto è rosso. L'onere dell'esperienza del rosso è spostato su questo amico. Almeno so che il colore esiste, pur non potendolo esperire, perché posso esperire la facoltà di distinzione, in base ad esso, che gli altri hanno ed io no. Questo amico potrebbe benissimo essere un apparato sperimentale e la qualità ricercata potrebbe essere non il rosso, ma una banda dello spettro non visibile della luce, o qualsiasi altro fenomeno che non possiamo esperire con i sensi, ma di cui possiamo verificare sensibilmente l'effetto su un qualche sistema di conversione.
 
-I qualia sono in quanto sono distinti fra loro. Non penso possa esistere un'esperienza del rosso in un sistema neurale sensibile solo ed esclusivamente ad una frequenza dello spettro. Di più, ci dev'essere un'intima ragione strutturale e non un argomento più o meno logico.
-Il numero, che non penso sia considerato un quale, si può astrarre da insiemi accomunati dall'avere appunto lo stesso numero di elementi. Non sto indagando i fondamenti formali della teoria dei numeri; il bambino probabilmente ricava il '5' da ciò che hanno in comune le dita della sua mano e tutti i gruppi riconoscibili di 5 elementi qualsiasi. La cifra e la parola '5' invece non hanno nulla in comune né con gli elementi né con la loro "cinquità", ma tanto meglio.
Anche per i qualia, quando parliamo del "rosso" facciamo riferimento ad una caratteristica (o un insieme, un intervallo di caratteristiche) che accomunano gli oggetti rossi. Questa caratteristica non solo è nel mondo, negli oggetti (esempio: gli stessi pigmenti come identiche sostanze chimiche), ma necessariamente è in qualche forma o processo "costante" nei cervelli che ne fanno esperienza, prima che "nella coscienza dell'esperienza fenomenica", se questa espressione ha ragione di essere distinta da quanto elencato prima.
 
-Dire che la mente è una proprietà del cervello come la liquidità lo è dell'acqua non è stupido. Però è stupido il dualismo acqua/liquidità e a maggior ragione quello mente/mondo fisico, visto che stiamo trattando un sottoinsieme minimo del mondo mettendolo in opposizione a (quasi?) tutte le altre cose. Se l'unico modo di indicare degli elementi è eliminare in modo impreciso il resto dell'universo, l'opposto di qualsiasi elemento è quasi uguale all'opposto di qualsiasi altro. Direi che diventa un problema.
 
-Ogni oggetto è soggetto a delle esperienze, nel senso che può subire delle modificazioni dall'esterno, a volte in modo tale che lo stato ci informi su quale modificazione sia avvenuta.
Esperire un gatto può essere una classica percezione oppure un'allucinazione: ciò perché l'esperienza di un gatto è scomponibile in eventi che non sono tutti necessaria conseguenza dell'immagine di un gatto impressa sulla retina. Il mio cervello mentre osservo un gatto reale ed il mio cervello mentre osservo un gatto fantastico hanno in comune qualche forma o processo superiori, in cui consiste il mio complesso 'gatto'. La differenza può essermi palese anche nel secondo caso, in cui nelle forme e nei processi inferiori mancano le caratteristiche del 'gatto reale' (esempio verificabile, nella mia retina non c'è traccia di gatti, né in passaggi nervosi intermedi fra l'occhio e la corteccia visuale).
 
-esistono delle "costanti". La geometria di un quadrato nero su sfondo bianco è potenzialmente recuperabile già sulla rètina, credo, per la stessa geometria dei recettori coinvolti. Quanto ad un gatto, non saprei.
La "codifica" è tanto semplice quanto l'oggetto? Perché vedo il quale come una riduzione, una semplificazione o un riassunto delle informazioni sensoriali. Potremmo forse codificare tutti gli oggetti trattati dal cervello in modo numerico, gerarchico o meno. L'irriducibilità del rosso, però, è molto più semplice della sua appropriata descrizione fisica. Già solo per individuarlo fra i colori, serve la frequenza, perché è un'onda sinusoidale ed è un'onda elettromagnetica invece che di pressione come i suoni, etc.
Queste distinzioni sono scaricate sulle diverse forme ed i diversi processi di acquisizione, proprio a livello fisico.
 
 

why does awareness of sensory information exist at all?
Beh non direi che esiste sempre, ma quando non vi è coscienza di un fenomeno, è perché non vi è diretta influenza dell'informazione acquisita sull'insieme delle informazioni di cui siamo coscienti (legate dal linguaggio verbale, da quelli simbolici o meno che magari esistono più profondamente, etc). Andrebbe meglio definita ogni parola della frase precedente, ma a livello superficiale dovrebbe esserci un certo accordo generale. 
 
-quando ad occhi aperti getto lo sguardo sul mondo, posso stare tranquillo che non sono cosciente di ogni caratteristica anche meramente visuale della scena, nemmeno di quelle che istantaneamente riconoscerei semplicemente spostando il fuoco dello sguardo.
 
 

Of course an explanation isn't the same as an experience, but that’s because the two are completely independent categories, like colors and triangles. It is obvious that I cannot experience what it is like to be you, but I can potentially have a complete explanation of how and why it is possible to be you.

  • 2

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#2 corrigan

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Inviato 04 luglio 2015 - 14:04

ci stai un po' sotto con 'ste robe LFT, vero?


  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#3 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 04 luglio 2015 - 14:50

non più, ma ce le avevo lì, è tutto un copincolla di robivecchi, comunque a casa tutto bene


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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#4 markmus

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Inviato 04 luglio 2015 - 18:37

non ho capito qual e' l'argomento del topic, forse devo leggermi la pagina wiki per contestualizzare.

 

 

nel mentre ho percepito LFT come Lamente Filosofiescienzee Tecniche.


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#5 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 04 luglio 2015 - 18:49

L'argomento è tutto quello che vi interessa su Menti e Cervelli naturali e artificiali, soprattutto se non si può [o non sapete come] porlo in maniera legittima nel thread Tutto_Scienze.

Lo ho aperto oggi perché ho letto kwesto articolo e ne parlerei, non è propriamente scientifico ma sulle metafore scientifiche.

Siccome avevo quegli appunti scritti in giro per il computer, li ho messi lì.

Magari poi perdo un po' di tempo a linkare post su OR che sarebbero più IT qui che dove furono inviati.

 

Vedo Thaelly che legge e gli voglio dire che la linguistica ci piace, ci sta e che mi piacerebbe leggere Mente e Linguaggio di Chomsky e roba del genere, quando riesco.

 

:ciao:

 

 

@markmus, LFT sta per Lamentefilosofiescienzeetecniche Fourier Transform, mi avete sgamato tu e veryc


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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#6 markmus

    cui prodi

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Inviato 04 luglio 2015 - 18:54

comunque stu qualia mi pare na strunzata, non si fa prima a dire esperienza sensioriale. alla fine e' come con le antenne che ricevono segnali audio, non ci vedo molto di complicato. poi i dati si decrittano in base all'algoritmo. la domanda di fondo quale sarebbe, perhe' vediamo il roosso rosso? o perche' decidiamo di chiamarlo rosso? o se e' rosso per tutti allo stesso modo?

 

edit: vedo adesso l'articolo che hai postato. sul fatto che la nostra mente funziona un po' come un computer non avevo mai dubitato... sono un po' stupito che possa esserci chi pensa altrimenti. sono un sempliciotto alla fin fine asd


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#7 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 04 luglio 2015 - 19:06

Ma tra l'altro l'articolo si riferisce sempre a quelli del campo, che mi sono sempre parsi in buona parte orientati da lì.

"Qualia" suona bene, e a dire il vero si fa prima a dire quello che "esperienze sensoriali" asd

 

Ma pure secondo me non è un problema così grosso o fondamentale, di per sé. Però la maggior parte della gente, anche concedendo che il cervello sia un computer (già questo vuol dire tutto e niente e si può approfondire assai) tendenzialmente non è disposta a concedere che il computer abbia delle esperienze sensoriali/qualia. Nonostante i programmi abbiano pure modi diversi di trattare tipi di dato diversi.

 

La domanda penso sia perché vediamo il rosso rosso, e al limite se lo vediamo tutti rosso uguale asd

Però non è così banale chiedersi se queste domande possano trovare una risposta che non sia solo filosofica o d'opinione, da questo punto di vista è importante l'ultimo quote.

Per la parola "rosso", di solito i colori hanno nomi di cose con quel colore, ma per blu/giallo/verde/rosso non so dirti l'etimo preciso


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#8 markmus

    cui prodi

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Inviato 04 luglio 2015 - 19:37

non era mia intenzione smontare la discussione. anche se forse sono piu' in linea col marguati (se riteneva la faccenda meno affascinante rispetto ad altre considerazioni). computer e' vago vero, comunque lo intendevo come terminale che elabora dati che riceve dall'esterno. invece di connessioni seriali ci sono le terminazioni nervose, ma insomma, il parallelo mi pare che regga, per sommi capi. comunque e' sempre affascinante pensare ai colori come onde, devo dire che ancora il mio cervello non ha elaborato bene la cosa.

 

la risposta a perche' vediamo rosso il rosso e' che penso abbiamo fotorecettori simili sulla retina. diciamo che le caratteristiche principali dell'harware sono simili indipendentemente dal sottoprodotto. per cui insomma ci capiamo.

 

che lo vediamo tutti uguali magari non e' vero in assoluto, ma con buona approssimazione. magari qualcuno vede a reder shade of red, qualcuno un rosso relativo.

 

panella comunque ha una risposta anche a questi quesiti: tutti tra se' e se' pensano le stesse cose. perche' dubitare? l'apparenza comunque ci sa a pennello con tutto cio'.


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#9 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 04 luglio 2015 - 21:49

a) non era mia intenzione smontare la discussione. anche se forse sono piu' in linea col marguati (se riteneva la faccenda meno affascinante rispetto ad altre considerazioni). computer e' vago vero, comunque lo intendevo come terminale che elabora dati che riceve dall'esterno. invece di connessioni seriali ci sono le terminazioni nervose, ma insomma, il parallelo mi pare che regga, per sommi capi. comunque e' sempre affascinante pensare ai colori come onde, devo dire che ancora il mio cervello non ha elaborato bene la cosa.

 

b) la risposta a perche' vediamo rosso il rosso e' che penso abbiamo fotorecettori simili sulla retina. diciamo che le caratteristiche principali dell'harware sono simili indipendentemente dal sottoprodotto. per cui insomma ci capiamo.

 

c) che lo vediamo tutti uguali magari non e' vero in assoluto, ma con buona approssimazione. magari qualcuno vede a reder shade of red, qualcuno un rosso relativo.

 

panella comunque ha una risposta anche a questi quesiti: tutti tra se' e se' pensano le stesse cose. perche' dubitare? l'apparenza comunque ci sa a pennello con tutto cio'.

 

a) le considerazioni del marguati non sono uscite del tutto perché erano appunto off topic, di là. Penso avessero a che fare anche con la metafora del computer, specialmente provare a vedere se quello che il cervello fa è computabile per ben benino da una macchina di Turing. C'è chi dice sì, c'è chi dice no, c'è chi dice no preso dal misticismo. La ritengo una cosa interessante anche perché l'Europa ci ha messo milioni dei nostri euri (e la Grecia?)

 

b) mah, diciamo che abbiamo tre tipi di recettori sulla retina e ogni frequenza li stimola con una ratio diversa. I recettori hanno delle proteine fotosensibili e ciascuna proteina è più sensibile a una determinata frequenza, quindi energia del fotone. Il cervello ci mette del suo, ma in misura minore che per altre caratteristiche, penso.

Ad ogni modo qui ti sei dimostrato un uomo coi piedi per terra. Il sofista potrebbe dirti che la tua risposta non ha senso, e chiederti perché vediamo il rosso rosso, invece che vederlo blu o addirittura vederlo sol# o salato. Però avrebbe torto il sofista e sarebbe lui a non avere senso (del rosso). Cionondimeno, ci si può chiedere quanta parte della rossezza del rosso sia qualcosa di intrinseco nella natura fisica della luce, e quanta invece sia dovuta alla natura del nostro occhio e del nostro cervello. Il punto è che qualcuno pensa che non dipenda da nessuno dei due, mi sa. Io dico che è più una cosa dell'occhio e del cervello, che non vuol dire però "woah, il cervello crea l'universo".

Dovrebbe piuttosto scattare la riflessione sulla sinestesia.

Prima di quella, andrebbe fatto un bel lavoretto kantiano: vedere tutti i tipi di recettore esistenti nel corpo, vedere che sensazioni semplici danno se stimolati singolarmente, trarne n categorie sensoriali, vedere che combinazioni ci arrivano come esperienza unica e quali no, a che livello si formano categorie superiori, concetti via via più astratti...

 

c) sono molto d'accordo, nei limiti in cui ha senso, perché siamo sempre al limite tra ciò che è soggettivo e ciò che è "oggettivo" (virgolettato perché solo le verità del forum sono oggettive). Sono molto sereno. Ci stava una storia di Martin Mystère a riguardo, bella.

 

Come diceva Scardy facendo nascere un disinganno mai allevato e grosso come un bue: "panella is my co-pilot"


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#10 neuro

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Inviato 04 luglio 2015 - 22:04

Se ti riferisci allo human brain project allora l'europa ci ha investito un MILIARDO di euro e giusto in questi giorni sto cercando di metterci un piedino pure io

Ma lo human brain project non dice che il cervello e' un computer, dio mio, dice che il cervello e' simulabile al computer come molti altri fenomeni naturali. Il cervello non funziona affatto come un computer, ma alcuni dei suoi pezzi sono simulabili al computer. Simulare il cervello al computer e' il mio lavoro (googlatevi alberto mazzoni su scholar).
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#11 neuro

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Inviato 04 luglio 2015 - 22:11

Vi faccio un esempio. Abbiamo sviluppato un modello di neurone che simula le sensazioni del dito umano. Come facciamo a sapere che funziona? Abbiamo iniettato gli impulsi generati dal modello in corrispondenza dello stimolo X nel sistema nervoso di un paziente e lui ha sentito X. Vi basta?

In pratica lavoro per Matrix.
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#12 bELLE ELLEish

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Inviato 04 luglio 2015 - 22:21

Sì, mi riferivo proprio allo Human Brain Project, poi anche oltre l'Atlantico si stanno dando da fare, ma è un progetto diverso (migliore?).

Io non dico che il cervello funzioni come un computer, né dico che sia l'assunto dello HBP eh.

Però mi pare ci sia la Computational Theory of Mind e ci sono persone più o meno hardcore a riguardo.

L'articolo di cui parliamo come ti pare? Per me è nì, ma l'autore me lo son segnato per 2 libri che ha scritto o redatto.

 

Quello che fai è una figata nonché uno dei miei espliciti sogni lavorativi asd


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#13 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 04 luglio 2015 - 22:37

Il progetto americano che mi pare si chiami Brain Initiative tratta semplicemente di mappare il cervello in modo completo. Altrettanto difficile ma meno divertente.

La computational theory of mind non c'entra molto colle computational neuroscience come si intendono usualmente, e in generale io sono per un approccio piu' analitico (simulo i recettori delle dita o della visione, non la mente). Pero' penso le computational units esistano.

Come dice un mio amico tra venti anni inventeranno il qwofor e tutti diranno che la mente e' proprio uguale al qwofor
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#14 bELLE ELLEish

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Inviato 04 luglio 2015 - 22:47

La computational theory of mind non c'entra molto colle computational neuroscience come si intendono usualmente, e in generale io sono per un approccio piu' analitico (simulo i recettori delle dita o della visione, non la mente). Pero' penso le computational units esistano.

 

Ecco, ha senso provare a simularla, 'sta mente? O simulare 3 sec (sparo a caso) dell'intera attività cerebrale? Boh. Sicuramente molte conoscenze acquisite nel tentativo si rivelerebbero utili in altre situazioni, specie la simulazione dei recettori o degli effettori per chi ha handicap a riguardo. Ma non so se l'obiettivo finale sia così imprescindibile per queste scoperte intermedie. Intanto però arrivano i finanziamenti per ricerche più a fuoco e ne gioiamo.

 


Come dice un mio amico tra venti anni inventeranno il qwofor e tutti diranno che la mente e' proprio uguale al qwofor

 

Già, anche l'autore dell'articolo fa questa considerazione elencando esempi del passato, però poi torna indietro, vabbè


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#15 markmus

    cui prodi

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Inviato 07 luglio 2015 - 00:25

 

Cionondimeno, ci si può chiedere quanta parte della rossezza del rosso sia qualcosa di intrinseco nella natura fisica della luce, e quanta invece sia dovuta alla natura del nostro occhio e del nostro cervello. Il punto è che qualcuno pensa che non dipenda da nessuno dei due, mi sa. Io dico che è più una cosa dell'occhio e del cervello, che non vuol dire però "woah, il cervello crea l'universo".

Dovrebbe piuttosto scattare la riflessione sulla sinestesia.

 

il rosso per me e' nell'occhio. cioe' esiste solo come incontro di occhio e radiazione, ma e' l'occhio che interpreta e quindi crea il rosso. se invece di un occhio ci fosse un orecchio lo stesso oggetto invece di rosso lo chiamerebbe molto silenzioso. poi ogni occhio e' leggermente diverso dall'altro ed ogni rosso non sara' mai esattamente uguali, avremo gli 1,00000001 e gli 0,999998 ma alla fine diciamo 1 e ci capiamo, no? troppo poco filosofico? comunque mi pare di capire che concordiamo. magari e' il motivo degli studi ingegneristici, siamo gente terra terra, nonostante la voglia di svolazzare.


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#16 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 07 luglio 2015 - 07:30

Sì, sono d'accordo, poi fai l'esempio dell'orecchio e penso anche che non tutti i segnali dall'esterno si possano rappresentare ugualmente e facilmente. Ad esempio passare da suono puro a colore è semplice, ma già non mi è chiaro come riusciamo a discernere i suoni in città e rappresentarli cromaticamente e leggibilmente è meno banale.

Per approfondire ho visto il libro "L'ingegneria degli animali", un adelphi che tratta in modo non troppo tecnico i sistemi di navigazione nell'ambiente e i sensi di bestie particolari. Poi c'è il più approfondito "Sensory Ecology" o "Ecology of Sensing", che esamina meglio la fisica della percezione nei mille e uno sensi del regno animale, se non erro con LE FORMULE etc.
È ben meglio che la domanda a trabocchetto "do animals have qualia?"* e comunque rimane spazio per la meraviglia, ogni specie si muove nella sua rappresentazione del mondo (e qui mi fermo o dovrei citare Inzaghi asd).

*oggi dal twitter di Neuroskeptic ho visto un paper che si chiedeva qualcosa del genere nell'ipotesi in cui gli animali siano degli autistici e la parola possa curare autismo umano e non :facepalm:
Interessanti invece gli studi sulla sensorialità degli autistici e l'attenzione a stimoli diversi, anche per diagnosi precoci.

 

EDIT: ho notato che nel post d'apertura non ha caricato l'ultimo quote, quello importante è più vicino alle potenzialità sperimentali (non proprio al lavoro di neuro, ma ci accontentiamo), lo aggiungo qui perché su non ci sta e perché potete sognare collegandolo agli argomenti di questo post

 


-V. S. Ramachandran and William Hirstein proposed three laws of qualia (with a fourth later added), which are "functional criteria that need to be fulfilled in order for certain neural events to be associated with qualia" by philosophers of the mind:
1 Qualia are irrevocable and indubitable. You don't say 'maybe it is red but I can visualize it as green if I want to'. An explicit neural representation of red is created that invariably and automatically 'reports' this to higher brain centres.
2 Once the representation is created, what can be done with it is open-ended. You have the luxury of choice, e.g., if you have the percept of an apple you can use it to tempt Adam, to keep the doctor away, bake a pie, or just to eat. Even though the representation at the input level is immutable and automatic, the output is potentially infinite. This isn't true for, say, a spinal reflex arc where the output is also inevitable and automatic. Indeed, a paraplegic can even have an erection and ejaculate without an orgasm.
3 Short-term memory. The input invariably creates a representation that persists in short-term memory—long enough to allow time for choice of output. Without this component, again, you get just a reflex arc.
4 Attention. Qualia and attention are closely linked. You need attention to fulfill criterion number two; to choose. A study of circuits involved in attention, therefore, will shed much light on the riddle of qualia.
They proposed that the phenomenal nature of qualia could be communicated (as in "oh that is what salt tastes like") if brains could be appropriately connected with a "cable of neurons". If this turned out to be possible this would scientifically prove or objectively demonstrate the existence and the nature of qualia.
 
[D'accordo sulle leggi, meno sulla dimostrazione di esistenza e natura dei qualia. Esse sono entrambe inerenti ai cervelli stessi, dipendenti dalla realtà fisica secondo le informazioni e le modalità di acquisizione d'esse, mio blabla che non ho voglia di editare]
 

Messaggio modificato da LFT il 07 luglio 2015 - 13:25

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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

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#17 bELLE ELLEish

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Inviato 07 luglio 2015 - 14:32

Adesso butto qui un po' di link recuperati da Neuroskeptic.

 

Qui in open access trovate un'introduzione distinta al potenziale bicchiere di piscio dell'IIT, in uno studio che ne applica i principi all'interpretazione dei neuroimaging data sotto effetto di psilocibina, lsd e compagnia. A parte l'abstract, non ho ancora letto la parte sulle troche, che mi interessa il giusto, ma è effettivamente in corso una piccola rinascita degli studi psichedelici.

L'overview della teoria però ha anche le immagini, quindi fateci un pensiero.


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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Inviato 07 luglio 2015 - 14:45

Questo invece è un breve post riguardo alla diatriba Cervello=Computer? Riprende e vi indica sia l'articolo che linkai più su, sia la risposta di Vaughn Bell (lo seguo su twitter ma non l'avevo notata). Cita, in breve, il planimetro polare come esempio di oggetto con input ed output "diversi" che propriamente non sta "computando", traslando l'equivoco nel detto dibattito.


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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