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Panella Panellae


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33 replies to this topic

#1 markmus

    cui prodi

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Inviato 17 giugno 2015 - 13:27

Discussione/antologia panelliana, per dare la possibilta' ad LFT di postare le proprie riflessioni sull'aforista e quant'altro, una volta portati a termine gli studi.

 

Non necessariamente il panella battistiano, va bene anche quello minghesco, pappalardelloso o carellico (chi piu' ne ama, piu' ne ammetta).

 

Forse andrebbe in letteratura e dintorni, ma qua e' piu' nazionalpopolare, lui capirebbe.

 

Io non so bene cosa postare, delego a serenamente. Poi man mano che mi folgoro magari integro (magari no). 

 

Detto cosi' e' semplice. e infatti lo e', detto cosi'.



					
					
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#2 Serena

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Inviato 17 giugno 2015 - 14:04

uh signur, mi tocca studiare mo'. asd

Non è proprio cosa facile affrontare i significati significanti di Panella, almeno per me aimè!

Quel che mi ha sempre molto colpita sono gli incipit di queste composizioni, ormai le conosco abbastanza

ma ai primi ascolti, scoprire le vie tortuose delle sue parole è stata una cosa da sorriso di bimba stampato sul viso, per la meraviglia.

Vado a svolgere la tesina.

 

Ma per iniziare  apro con questa

 

Almeno l'inizio  da Hegel

 

https://youtu.be/oBZU9_WWAJs


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#3 cerezo

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Inviato 17 giugno 2015 - 14:25

delego a serenamente

 

pensavo fosse un panellismo invece era un nuovo utente

delusione

 

 

 

 

...e rappresaglia! avanti miei prodi, apriamo il topic su mogol!


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#4 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 17 giugno 2015 - 14:36

Per Mogol consiglio il mio thread sui testi in generale, "Poeti con le chitarre, usi abusi e aldobusi..." non ricordo tutto il titolo.
Per Panella, due album battistiani mi paiono sufficienti a fare discussione a parte, perché intenzionalmente anti-canonica la maniera di operare. Intenzione forse proprio di Battisti, ma ci siamo capiti, penso.
  • 0

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#5 cool as kim deal

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Inviato 17 giugno 2015 - 15:13

 

 

Detto cosi' e' semplice. e infatti lo e', detto cosi'.


 

Questo è forse il mio verso preferito tra i panelliani.

 

Sempre ne La sposa occidentale, c'è questo modo incredibile di dichiarare il proprio amore:

 

Ti piacciono i dolci, ed io sul tuo terrazzo impianto un'impastatrice industriale
che mescola e sciorina la crema per le scale. Se tu ti vesti, io sul tuo balcone faccio calare in forma d'indumenti, tutti i paracadute ed un tendone bianco da sceicco e la sua scimitarra per fermaglio
ed è più facile a dirsi che a dimostrarlo falso, e infatti te lo dico perché non basta il pensiero …

 

La metro eccetera contiene altre gemme, in ordine sparso:

 

La metro, i seduti di fronte sono semplicemente gli avanzati
dal viaggio precedente che andava dove vanno
tutti i presentimenti, eccetera.
 
Si fa la trigonometria,
nei finestrini corrispondenti agli occhi alessandrini
 
La metro piomba nella gallera come un eccetera eccetera ( per me intende il pene)
 
 
Ho scoperto casualmente questo blog, sembra carino:
 
 
Di lato, si vedono link ad altri dischi battistopanelliani

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#6 Serena

    Even if we're just dancin' in the dark

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Inviato 17 giugno 2015 - 15:42

 

delego a serenamente

 

 

...e rappresaglia! avanti miei prodi, apriamo il topic su mogol!

 

 

Sei fortunato,  ti risponde direttamente Lucio in merito  :P

Che ozio nella tournée

di mai più tornare

nell'intronata routine

del cantar leggero

 

https://youtu.be/ZnlXqqT34ds

 

qui mi pare di capire che LB dopo tanti anni tradisce Mogol, diventa un "dongiovanni" e passa ad essere  interprete di Panella, lo scrivente, mentre lui fa "l'attaccapanni", rivesto quello che vuoi son l'attaccapanni 


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#7 markmus

    cui prodi

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Inviato 17 giugno 2015 - 15:48

 

 

 

Detto cosi' e' semplice. e infatti lo e', detto cosi'.


 

Questo è forse il mio verso preferito tra i panelliani.

 

Sempre ne La sposa occidentale, c'è questo modo incredibile di dichiarare il proprio amore:

 

Ti piacciono i dolci, ed io sul tuo terrazzo impianto un'impastatrice industriale
che mescola e sciorina la crema per le scale. Se tu ti vesti, io sul tuo balcone faccio calare in forma d'indumenti, tutti i paracadute ed un tendone bianco da sceicco e la sua scimitarra per fermaglio
ed è più facile a dirsi che a dimostrarlo falso, e infatti te lo dico perché non basta il pensiero …

 

ovviamente lovvo questa e la metro, ma occhio che il verso successivo e' altrettanto meraviglioso:

 

Vuoi prendere un treno di notte

pieno di paralumi e di damasco per dormire,

sennò a che serve un treno:

alzo con le mie leve tutti i binari

e, senza alcun disagio di viaggiare in discesa,

scivolano da te tutti i vagoni.


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#8 Gozer

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Inviato 17 giugno 2015 - 16:00

beh, sull'amore Panella è eccezionale, per esempio "Hegel"...

 

 

Chi fosse la provincia e chi l'impero 
non è il punto: 
il punto era l'incendio. 
 
Erano gli esercizi obbligatori estetici, 
le occhiate di traverso, e tu guardavi indietro;
c'eravamo capiti, capiti all'inverso. 
Ci diventammo leciti per questo. 
 
D'altronde, d'altro canto,
a volte essere nemici facilita,
piacersi è così inutile. 
Un bacio dai bei modi grossolani 
sfuggì come uno schiaffo senza mani. 
 
Talmente presi ci si rese conto 
d'essere un'allegoria soltanto quando 
ci capitò di dire, indicando il soffitto col naso, 
di dire "Noi due" e ci marmorizzammo. 

  • 6
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#9 markmus

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Inviato 17 giugno 2015 - 16:29

rilancio con timida molto audace, tutta giocata sugli opposti (purtroppo non sono bravo a selezionare estratti, mi dovro' contenere in seguito):
 
Amato tanto così
me lo ridici
amato tanto. ( asd)
 
Timida molto audace
la stessa diversa persona sei tu, ( asd)
e per cambiare ti basta saperlo,
che non sei mai la stessa,
nemmeno a volerlo.
 
I simboli non sai cosa siano,
un'ortensia non è nemmeno quella. (chissa' perche' proprio l'ortensia?)
 
Hai la pazienza di un'onda ( <3 )
compresa la tendenza
a soffermarti mai,
come fosse la fine. ( :huh: )
 
Non un dito notevole,
ma dieci impercettibili soprusi, ( <3)
aperti come i mari,
e come i mari chiusi. ( :wub:  )
 
Neri i tuoi neri sconvolti
divampati imperi irrisolti,
e matematicamente rivolti
a contenere zeri.
 
Impensabili però malleabili,
ballabili mammelle ( asd)
abbracciate alle quali volteggi
sotto il lampadario delle stelle,
inutilmente imitatrici dei tuoi denti.
 
Prendi, e dagli spaventi
tanto sentimentali,
tiri le diagonali dei sospiri violenti.

Svegliata la mattina,
guardi nel posto accanto
lo sfinito e per quanto
respira o non respira.
 
Sai che non si è mai la propria vita,
la tua ti serve appunto per certezza,
tu vivi e lasci vivere te stessa ( <3)
con un congedo, con una carezza
sicura con la mano, sicura con la mano,
con la guancia perplessa. ( :wub: )
 
Sciolta come le braccia
scomparirà la neve:
per sempre se ne andrà,
e se dovrà ricadere
sarà come un armadio che si sgancia
e precipita dal cielo in tante schegge ( :wub: ).
 
E tuttavia, però comunque sia,
bellezza e compagnia
non vanno bene,
non si legano insieme.
 
Risentirai la neve risuonare
dentro le risatine, (<3)
come un piacere
che non sai trattenere.
 
La neve tornerà come un pretesto
dipinta e sempre finta,
e tu la irridi,
la lusinghi e la sfidi
e la solleva il tuo sbuffo selvaggio. ( :wub: )

  • 1

#10 markmus

    cui prodi

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Inviato 17 giugno 2015 - 16:43

l'ultima che posto per (quasi)intero, prometto. solo che ho veramente un debole per questa (l'avevo gia' messa in un vecchio post di gozer).

 

puo' essere vista come (anzi e') una cosa amorosa anch'essa, ma e' innanzitutto la piu' bella descrizione dell'apparenza mai scritta da scrittori che ho letto:

 

(avevo iniziato a mettere le faccine orrende ma ci rinuncio, e' un amore onnicomprensivo)

 

Quindi facendo finta
che non sai parlare
ti metti un dito in bocca, l'anulare.
 
Dirigi una quinta qualsiasi
sposti tre vasi come le tre carte
mi metti a parte di una confidenza
senza vocali e senza consonanti
 
tiri con gli occhi chiusi sull'atlante
l'indice come un pulsante
accende una nazione in cui mi sa
che a quest'ora è notte piena o molto nuvoloso
pieghi la schiena
 
cali il tuo sipario di capelli
sopra l'armamentario voluttuario
quindi ti sollevi in mulinelli
dall'indaco e il blu di Prussia profondissimi.
 
Ti rilassi bussando
tristemente assorta sopra una porta
che non c'è per niente la spingi che era aperta
mi racconti come un capogiro
i fatti i posti pieni di respiro
mi presenti un regalo
ed attraverso ci vedo
le tue mani contenenti
 
lo scarti prima sciogli
questi fiocchetti inestricabili
ti imbrogli e fai cadere e credere
in un danno incalcolabile e l'aria vulnerabile raccogli
incolli l'invisibile
e d'improvviso scrolli in gocce questa scena
 
eccetera eccetera, fino a
 
Rientri con cavalli fragorosi e salti di delfini
tra marosi.
 
porcavacca, i brividi ogni volta.

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#11 Serena

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Inviato 17 giugno 2015 - 16:53

concordo sui brividi.

E poi rileggendo ora dopo tanto che non lo facevo, mi accorgo come Panella riesce a renderti

in due righe un mondo; ti fa perdere lungo le parole, ma anche  nelle immagini, che ti sollecita di continuo in modo vorticoso. 


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#12 markmus

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:01

c'e' da dire che a vederle scritte le parole hanno un altro impatto, forse proprio perche' si ha piu' tempo per metabolizzare il turbinio di immagini.


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#13 markmus

    cui prodi

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:09

 

beh, sull'amore Panella è eccezionale, per esempio "Hegel"...

 

 

Chi fosse la provincia e chi l'impero 
non è il punto: 
il punto era l'incendio. 
 
Erano gli esercizi obbligatori estetici, 
le occhiate di traverso, e tu guardavi indietro;
c'eravamo capiti, capiti all'inverso. 
Ci diventammo leciti per questo. 
 
D'altronde, d'altro canto,
a volte essere nemici facilita,
piacersi è così inutile. 
Un bacio dai bei modi grossolani 
sfuggì come uno schiaffo senza mani. 
 
Talmente presi ci si rese conto 
d'essere un'allegoria soltanto quando 
ci capitò di dire, indicando il soffitto col naso, 
di dire "Noi due" e ci marmorizzammo. 

 

 

c'e' una teoria che dice che hegel sia un disco su mogol:

H E G  E L

M O G O L

 

molto tirata per i capelli, e sono abbastanza convinto sia una cazzata.

 

pero' buffo leggere questi versi in relazione a battisti-mogol... quel d'altro canto sarebbe una perla.


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#14 Gozer

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:11

Comunque Panella Panellae niente da dire, inquino e riferenza, però vogliamo parlare di come Battisti abbia compenetrato i testi?

 

Immaginateli cantati "normalmente" da un cantante italiano qualsiasi, cercando di renderli intonati, di costringerli nella struttura della canzone e soprattutto, il rischio più tangibile visto che parliamo del paese del bel canto, di sentirli cantare con enfasi. 

 

Invece arriva lui e li sgretola. Alla base sono ermetici ma con Lucio diventano addirittura astratti.

 

A volte fonde una parola con la successiva in un suono unico, spesso le rende incomprensibili con improvvisi innalzamenti e abbassamenti di tono, altre volte semplicemente perché le canta troppo veloce, e poi ancora capita che inizi a cantare e termini la strofa a metà della frase, poi quando riprende a cantare parte da dove aveva interrotto, cosicché la parte finale di quella sentenza sembra in realtà l'inizio di un'altra, e di conseguenza la prima parte dà la sensazione di essere stata abortita.

 

In particolare la fase finale dei dischi bianchi è piena zeppa di queste cose, un vero ottovolante.


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#15 John Trent

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:17

Ed infatti (cosa da non sottovalutare) tutti i brani del periodo panelliano sono firmati senza la distinzione tra testi e musiche semplicemente con un "Canzoni scritte da Lucio Battisti e Pasquale Panella". Anzi pare che a partire da L'Apparenza Battisti ricevesse una miriade di testi e che a suo piacimento li accorciasse o rimodellasse o addirittura unisse frasi prese da un brano con quelle di altri ecc.

Poi vabbeh quei testi cantati dal più famoso e immenso talento melodico Italiano (non dico mondiale ma lo vorrei dire) assumono una stratificazione di significati sulla musica pop in generale, sul ruolo del cantante leggero, sullo stesso Battisti e i conti con il proprio successo che è impossibile che abbiano la stessa forza, anzi la stessa bellezza, dei testi di Panella cantati da altri.

Il genio per me è sempre Lucio. E lo stesso discorso partendo da presupposti completamente diversi lo si può fare per Battisti Mogol.
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#16 John Trent

    Genio incomprensibile

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:23

beh, sull'amore Panella è eccezionale, per esempio "Hegel"...
 
 
Chi fosse la provincia e chi l'impero 
non è il punto: 
il punto era l'incendio. 
 
Erano gli esercizi obbligatori estetici, 
le occhiate di traverso, e tu guardavi indietro;
c'eravamo capiti, capiti all'inverso. 
Ci diventammo leciti per questo. 
 
D'altronde, d'altro canto,
a volte essere nemici facilita,
piacersi è così inutile. 
Un bacio dai bei modi grossolani 
sfuggì come uno schiaffo senza mani. 
 
Talmente presi ci si rese conto 
d'essere un'allegoria soltanto quando 
ci capitò di dire, indicando il soffitto col naso, 
di dire "Noi due" e ci marmorizzammo.

 
c'e' una teoria che dice che hegel sia un disco su mogol:
H E G  E L
M O G O L
 
molto tirata per i capelli, e sono abbastanza convinto sia una cazzata.
 
pero' buffo leggere questi versi in relazione a battisti-mogol... quel d'altro canto sarebbe una perla.


No ecco, questa è una cavolata. Battisti in questo senso è sempre stato un signore. Perfino in E Già dove i testi sono scritti evidentemente da Lucio stesso l'equivocato verso "Io mi ero lasciato entusiasmare da quel tipo intellettuale e appariscente" riguarda semplicemente l'infatuazione di Lucio per una donna.
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#17 markmus

    cui prodi

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:24

Comunque Panella Panellae niente da dire, inquino e riferenza, però vogliamo parlare di come Battisti abbia compenetrato i testi?

 

Immaginateli cantati "normalmente" da un cantante italiano qualsiasi, cercando di renderli intonati, di costringerli nella struttura della canzone e soprattutto, il rischio più tangibile visto che parliamo del paese del bel canto, di sentirli cantare con enfasi. 

 

Invece arriva lui e li sgretola. Alla base sono ermetici ma con Lucio diventano addirittura astratti.

 

A volte fonde una parola con la successiva in un suono unico, spesso le rende incomprensibili con improvvisi innalzamenti e abbassamenti di tono, altre volte semplicemente perché le canta troppo veloce, e poi ancora capita che inizi a cantare e termini la strofa a metà della frase, poi quando riprende a cantare parte da dove aveva interrotto, cosicché la parte finale di quella sentenza sembra in realtà l'inizio di un'altra, e di conseguenza la prima parte dà la sensazione di essere stata abortita.

 

In particolare la fase finale dei dischi bianchi è piena zeppa di queste cose, un vero ottovolante.

 

battisti uber alles ci mancherebbe, dico solo questo (nerettato) e poi vado a prendere la metro:

 

Ah! come sono vivace, come uno che tace

e ci si domanda

chi ha fiatato ed ognuno si voltò dall'altro lato

credendo di aver pronunciato

lui stesso quella frase

chi ha parlato è l'autista

che pronuncia il discorso

piu' l-u-n-g-o che esista

 

genissimo.

 

c'e' da dire che battisti gioca parecchio con l'interpretazione, ma la dizione e' quasi sempre perfetta e quasi mai sposta un accento (purtroppo un paio di volte lo fa, anche se quell'hegèl secondo la teoria in zona scie chimiche e' pronunciato cosi' in riferimento a mogol).

 

@ john confermo che dall'apparenza in poi i testi sono composti prima della musica. avevo letto in un'intervista panella lamentarsi che verso gli ultimi album battisti tagliasse e cucisse un po' troppo (anche perche' apparentemente panella gli scriveva apposta metriche incantabili asd). non sono sicuro sul fatto che mischiasse tra di loro componimenti diversi... la vedo gia' piu' difficile.

 

comunque sembra che passassero ore ed ore al telefono (pare che non si siano mai incontrati vis a vis!) a discutere insieme su testi e (principalmente) sul piu' e il meno. secondo me battisti un'idea, nonostante le battute (diceva che se li capiva li rimandava al mittente asd), se la faceva ed anche abbastanza accurata.


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#18 Gozer

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:45

ho rimesso "Hegel" che m'avete fatto venire voglia e ne ho beccate un paio su "Almeno l'inizio" che mi hanno ucciso. 
 
"Con i freschi provvisori che soffiano, sotto i cuscini e tu li assalivi", con l'ultima parola spezzata in "a / ssalivi"
 
e subito dopo fa l'inverso
 
"con gli abbracci e le guance giaciute con l'equatore", dove pronuncia "giaciutecon" come fosse una parola sola (infatti per anni non ho capito che diamine dicesse  asd ).

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#19 Greed

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:48

Finalmente un topic interessante. Leggo e riascolto volentieri.
  • 0

#20 John Trent

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Inviato 17 giugno 2015 - 17:49

A me fanno impazzire quelle brevi frasi messe lì leggermente staccate, volutamente enfatizzate, come se d'improvviso nella marea di parole ti stesse cantando una verità illuminante e invece sono solo la parodia di quelle frasi enfatiche da cantautore, quelle, per intenderci, che poi i ragazzini incidono sul banco a scuola per fare i ribelli, tipo:

"A prima vista tutto è secondario"

o

"Le condizioni sono (pausa tattica) ATMOSFERICHE COMUNQUE"

Cioè dai. Genio.
  • 1

#21 Gozer

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Inviato 17 giugno 2015 - 18:05

"Le condizioni sono (pausa tattica) ATMOSFERICHE COMUNQUE"

 

Grandissimo incipit. 

 

Una delle migliori in generale comunque, sia per i concetti:

 

"Così come bambina,

mancandole la esse,

lei diceva Nettuno Nettuno, 

così gli dei sarebbero 

un intimo difetto di pronuncia".

 

sia per i suoni:

 

"Colato ed impastato, misto a scisti"

 

sia per la metrica:

 

"E lei se esistono gli dei

sarebbe prediletta da un maestoso" questa è detta tutta in falsetto e in crescendo, difatti si ferma, fa una pausa e riprende con tono molto più basso:

"ordigno in argentato sovrumano

tubo di scappamento..."

 

Insomma a essere maestoso è l'ordigno, ma da come la canta lui le due parole sono completamente separate e infatti io da piccolo capivo semplicemente che lei fosse prediletta da un maestoso (nel senso di un tizio maestoso asd ).

E il "sovrumano" per dove è stato piazzato può riferirsi sia all'ordigno, sia al successivo tubo di scappamento.

Ovviamente Lucio lo canta in modo che rimanga neutro.

 

 

Cribbio che post da nerd, chiedo scusa ma Battisti mi fa questo e altri effetti. ashd


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#22 Serena

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Inviato 17 giugno 2015 - 18:20

un link abbastanza interessante con corredo di cazzate scritte da  grandi giornalisti che si intendono di musica asd 

 

«Dopo la vostra prima collaborazione, quella di Don Giovanni, lei non scrisse più testi sulle melodie di Battisti, ma fu lui a musicare i suoi testi. Perché invertiste il metodo?»

«Invertire il metodo è stata una mia richiesta, perché in Don Giovanni la presunzione di canzone era ancora forte. A me piaceva stabilire un diritto di prima notte, che una canzone uscisse già fatta, che uno se la fosse già fatta, in tutti i sensi, o signora, coi suoi difetti.

Lo sfidammo a essere attivo, a giudicare, a reagire alla sopportazione obbligatoria»; Panella aveva una buona parola anche per Mogol, al quale non risparmiò la stoccata: «Le sue canzoni erano la via mediana. Argentea, più spesso bronzea mediocrità.  

 

 

 

 

Don Giovanni, album che si muove  ancora in strutture tradizionali, è quello che mi attira meno adesso, rispetto agli altri.

Ma ricordo quando lo misi su, senza avere la più pallida idea di cosa  potesse essere questo "nuovo" Battisti di cui si parlava.

Lo avevo abbandonato da parecchio, questa fu il suo biglietto da visita, e scattò l'amore.

 

 

Le cose che pensano

 

In nessun luogo andai 

per niente ti pensai 
e nulla ti mandai 
per mio ricordo 
Sul bordo m'affacciai 
d'abissi belli assai 
Su un dolce tedio a sdraio 
amore ti ignorai 
invece costeggiai 
i lungomai 
M'estasiai. ti spensierai 
m'estasiai, e si spostò 
la tua testa estranea 
che rotolò 

 

https://youtu.be/CTTjzmWt8xQ


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#23 Gozer

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Inviato 17 giugno 2015 - 18:24

Il critico Mario Luzzatto Fegiz su CSAR: «È un disco senza amore, un incubo» e che «se lo si mette sul giradischi senza prestargli troppa attenzione, suona da perfetto sottofondo come certi lavori di new age».

 

«Ciò premesso – sempre Fegiz – va riconosciuto che Hegel, nella babele di parole con un tappeto sonoro modernissimo, è meno brutto dei precedenti, forse ci stiamo abituando».

 

Mi viene da vomitare pensando che questo ha potuto campare scrivendo di musica.


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#24 markmus

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Inviato 17 giugno 2015 - 22:17

"Le condizioni sono (pausa tattica) ATMOSFERICHE COMUNQUE"

 

capolavoro.


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#25 slothrop

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Inviato 18 giugno 2015 - 06:59

ma i tuoi puntuali appuntamenti molto occasionali l'ha già citata qualcuno?


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#26 markmus

    cui prodi

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Inviato 18 giugno 2015 - 10:01

la mia del giorno e' questa, da cosa succedera' alla ragazza:

 

gli uccelli appostatissimi nell'aria

 

 

Il critico Mario Luzzatto Fegiz su CSAR: «È un disco senza amore, un incubo» 

 

Luzzatto merda sempre e come sempre con la capacita' analitica di una lampadina spenta. Ma un piccolo spunto qui me lo da. In effetti in C.S.A.R. di amore ce n'e' molto poco, sia rispetto alla sposa (la lotta dei cuscini senza sonno che spiumano) che al successivo hegel (ed io avrei masticato la tua tuta da ginnastica).

 

qui invece c'e' uno sguardo amorevole verso la "ragazza", ma molto molto distaccato, per tutta la durata del disco. che a me ha sempre dato l'idea di essere un concept, col fatto che inizia all'alba (la barba, la curva della gola) e finisce (grandi linee, non sottilizziamo) verso le quattro meno un quarto (tre e quarantacinque) della notte.

 

e comunque l'idea che sia su un transessuale (... rasoiate che sono orli di gonnache fa la vita (anche se in tal caso forse l'alba e' un po' prestino per la barba) qua e la' viene, perche' ci sono almeno due pezzi che evocano fortemente scene di prostituzione (Arriva lo schiumogeno e la gente, sussulta di piacere è pronta a tutto, a consumare lì sopra l'asfalto, la scivolata delle relazioni - tutte le pompe -, ma anche licenze ancheggiatrici fanno adescamento e il pennone, intorno al quale il muscolo fa vela ( asd in realta' mi sa che parla del perone) da i sacchi della posta, che pero' ha piani di lettura piu' variegati).

 

ecco, quindi quello che volevo dire e' che forse non e' un caso che un disco incentrato in qualche modo sulla vendita e/o l'esposizione di corpi e quant'altro (corpi/merci/eccetera eccetera) possa aver volontariamente messo in secondo piano sentimentalismi vari ed amore.

 

 

Alla base sono ermetici ma con Lucio diventano addirittura astratti.

 

molto ben detto.

 

[OT] tanto che ci siamo, io trovo geniale il concept dei cinque album "bianchi" nell'interezza. in particolare l'austerita' degli otto pezzi per disco sempre e comunque. ma ancora di piu' la geniale semplicita' delle copertine (opere dello stesso battisti) ed il loro progressivo diradarsi/astrarsi, da acquerello con ancora vaghi cenni di colore, al disegno basilare fatto a penna che si fa via via piu' essenziale fino a diventare semplici lettere e poi perdere ogni calore nella tipografica e finale di hegel.

 

questa fermezza di polso nel perseguire la propria visione e' ancora piu' ammirabile se si considera come sia pubblico che critica lo stessero progressivamente abbandonando. ma lui ormai era ormai nel dorato mondo dell'i give a fuck. [/OT]


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#27 Serena

    Even if we're just dancin' in the dark

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Inviato 18 giugno 2015 - 13:04

Siamo a linee melodiche sempre più eteree, che si sviluppano fuori da schemi tipici, prive quasi di forma, come se roteassero su se stesse all ‘infinito.

Manca un refrain tradizionale, sembra essere un unico lungo ed ipnotico ritornello e la sua voce qui mi rimanda in modo particolare un senso di malinconia in quel "non detto" che viene citato nei versi.

 

Trasvola sopra l’ultima papilla la farfalla -  E la lingua la spilla - E ripeschiamo l’oh dello stupore col quale incorniciamo -  il fragile leggero di quel che non diciamo

 

altro capo: Allontanando (L’apparenza)

 

https://youtu.be/gl-cuqiDw48


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They're coming outta the goddamn walls

Stavamo scarsi
 


#28 markmus

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Inviato 18 giugno 2015 - 13:05

Trasvola sopra l’ultima papilla la farfalla -  E la lingua la spilla

 

una delle mie preferite.


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#29 cool as kim deal

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Inviato 18 giugno 2015 - 13:40

Il critico Mario Luzzatto Fegiz su CSAR: «È un disco senza amore, un incubo» e che «se lo si mette sul giradischi senza prestargli troppa attenzione, suona da perfetto sottofondo come certi lavori di new age».

 

«Ciò premesso – sempre Fegiz – va riconosciuto che Hegel, nella babele di parole con un tappeto sonoro modernissimo, è meno brutto dei precedenti, forse ci stiamo abituando».

 

Mi viene da vomitare pensando che questo ha potuto campare scrivendo di musica.

 

 

Fegiz deve morire male. Credo di non odiare nemmeno Berlusconi così tanto, mai visto unificarsi in un'unica persona una simile quantità di presunzione ed assoluta ignoranza


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Adescatore equino dal 2005

#30 Serena

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Inviato 18 giugno 2015 - 13:58

e il divertissement  di Equivoci amici? ;) 

Ottone Testa. Salvo Croce 
Facoffi Borza. Aldo Ponche (o Punch) 
Uno andò saldato 
uno vive all'estro 
uno s'è spaesato 
uno ha messo plancia 
e fa il trans-aitante 
uno fa le more 
uno sta invecchiando 
perché è un nobile scotch ........


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They're coming outta the goddamn walls

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#31 Guest_Resp Into_*

    Maledettooo! Maledetooo! Maledettooo!

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Inviato 19 ottobre 2016 - 15:29

Oggi continua a ronzarmi in testa

 

chili di liquidi dopo di noi

 

la transitorietà dell'esistenza in un verso  :


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OBIETTIVO MEDIA DI ALMENO UN + A POST RAGGIUNTO ;)

 

 

raramente ho visto un'immagine più autenticamente devastante dell'inermis dell'uomo contemporaneo occidentale


#32 Folagra

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Inviato 25 ottobre 2016 - 19:30

l'altra sera ho sentito un pezzo (brutto) di zucchero scritto da Panella: nonostante sia tagliato (figuriamoci se sugar gli dà carta bianca) il testo nasconde delle perle tipicamente panelliane (ovviamente siamo lontanissimi dalle cose postate da voi in precedenza).

Gloria all’uccellino
Vola da lei
lo non so volare
Dille che sei felice in mano

ma anche (questa la trovo geniale)
Gloria a te o divino
Come sarà l’altra vita da suino


Idem per Blu, pezzo un po' più vecchio

Sere d’estate dimenticate
C’è un dondolo che dondola
Che belle scene di lei che viene
Di bocche piene che fan pendant.


La cosa che ho sempre apprezzato dei testi di Panella è l'allusione all'erotico (dove invece Mogol è più coperto e lascia solo immaginare. lo stesso panella scriverà "Le canzoni di Mogol erano canzoni del senso di colpa e della frustrazione. Sono sempre in tre, non c'è mai vero erotismo. Ci senti dietro Scelba, Fanfani, la Buoncostume: è lei o non è lei? Chi bussa alla porta? Cielo, suo marito..."). Anche nei pezzi di Carella la cosa è abbastanza evidente.

Qualche gesto sconveniente, un indecente invito
Ed un niente di rispetto, scandali di un dito
E un po' di tensione tra una gatta ed un calore
quel segnale, passo a due sull'urlo del volgare

---
Ho freddo al naso
la bocca tua è di raso
Ho freddo al collo
in bocca a te è più bello


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When the seagulls follow the trawler, it is because they think that sardines will be thrown into the sea


#33 markmus

    cui prodi

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Inviato 20 ottobre 2017 - 17:18

E da quel punto in poi 
sentimmo sotto di noi 
svolgersi il sentimento, 
largo e intento 
ad una tutta sua meditazione, 
non curante 
che sopra la sua pelle si ballasse. 
Le foglie coi barattoli, le casse 
con i tronchi senza cuore. 
 
E lo scandaglio calava dalle prore, 
poi ritornava su 
chiedendosi "Perché, perché il ritorno?". 
 
È sempre per prova che 
sulle labbra torna 
la parola "amore", 
per prove d'esercizio 
perché si sa che poi non si sa mai 
che potrebbe tornare utile. 
 
Tornare, per raccontare 
il furore e il gelo 
delle notti aurore. 
Bianca e assai provata, 
scampata per un pelo per poter ritornare,
 
Come dalle crociate, a un futile 
sopravvissuto a tutto, 
che ritorna più utile che vivo, 
quindi innamorato ancora. 
 
E torna, torna, lei gli ha detto torna 
ed era una bambina, finalmente, 
e gli diceva torna. 
Abbiamo un solo limite: 
l'amore che ci divide. 
 
Come la ragione, 
perché con la ragione 
si sopravvive a tutto, 
si distrugge il distrutto, 
ricostruendo a intarsi la copia fedele 
dell'innamorarsi, 
e un tassello alla fine 
o è dell'uno o è dell'altro. 
 
E i sogni si allontanano 
come i cavalli scossi, 
caduti i sognatori; 
bocconi tra le fragole, ma 
più dolci e più rossi, 
ridotti a dolenti spifferi. 
 
E docili incompetenti 
nella lotta incerta 
tra il ridire e il fare 
l'amore colloquiale. 
E lei continua a dirsi: 
"Si sopravvive a tutto per innamorarsi". 
 
Amarsi è questo: escludere 
d'essere i soli al mondo, 
i soli ad esser soli amando, 
sterminandola l'invincibile armata. 

  • 2

#34 Fidelio

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Inviato 21 ottobre 2017 - 07:53

I Ritorni <3

Per me il suo top è I Sacchi Della Posta, quel gioco di parole quando descrive le parti del corpo è da sturbo. 

Fiera, sommessa, repentina, breve 
l'estensione variabile dei piedi, 
l'andatura, l'adagio, lo svelto, 
l'incedere e il procedere. 
Poi le scarpe sono la precisa 
espressione del viso, 
andare passo passo, fare moto, 
per correre e agitarsi molto poco 
appena in tempo per 
la messa cantata 
un altro po'. 
Ed il treno era partito, 
svoltato l'angolo, 
aggirato il monumento, 
lungo le mura, rasente la barriera, 
di sotto il porticato, 
sfiorando la ringhiera, 
la spalletta, la spalletta sul fiume. 
Le scale, sulle scale, le scale, 
da un sarto senza manica sinistra, 
dall'ebanista discutendo se si possa 
chiamare diceria, il capriccio 
della cornice. 
Perché non scende e uno, 
perché non sale e due, 
i sacchi della posta, 
questa è l'ora, 
quasi da soli saltano, 
sugli sbarcatoi. 
I quarti di buesse sanguinose, 
soggiogano ragazzi incappucciati, 
gli appuntamenti sono plateali: 
vedi venirsi incontro due vocali. 
I cagnolini vanno avanti al trotto, 
i cani grossi hanno scontri di botto, 
col non si sa che sia col non si sa. 
I minutini, gli attimi, gli instanti 
tengono a bada tutti tutti quanti, 
ma le mezz'ore perse sono già funeste, 
son teste emerse e rifugiate leste, 
nelle finestre, nelle finestre. 
A prima vista tutto è secondario, 
poi le scarpe sono la precisa volontà del viso, 
cominciano i miraggi: atti notori, 
col nastrino in gola, 
fanno i graziosi mentre fan la spola. 
Patenti a fisarmonica, a soffietto 
hanno da dire e da ridire su tutto, 
licenze ancheggiatrici 
fanno adescamento; 
quindi i certificati sono 
pellirossa tutti lustrati. 
Arrivederci ed uno 
a risentirci e due, 
le parti per il corpo articolato, 
si piegano, si snodano polpose, 
e succulente e ossee e nervose. 
Il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone, 
intorno al quale il muscolo fa vela; 
lo zigomo, la tempia, il metatarso; 
poi le scarpe, 
con i lacci o senza; 
la faccia, arrivederci arrivederci. 


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