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Pierre Boulez


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31 replies to this topic

#1 lamonteyoung

    Cazzaro

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Inviato 07 gennaio 2007 - 12:50

Non sapevo da dove iniziare con questo artista/direttore d'orchestra finchè non mi sono imbattuto ne "Le domain musicale" (per ora preso il vol.1) con registrazioni del periodo 1956-'67, quando frequentava Nono, Stockhausen, Berio ecc ecc.
Ora tolto queste registrazioni (di cui penso prenderò pure il 2 volume, visto che costano 1/3 in meno  ;)) consigliate altre cose?
Se ci sono altri topic su questo artista linkate pure  ;D.
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"Se ci si vuole opporre all'ordine vigente, è cosa saggia, quando si presenta l'occasione, provocare il caos” (Walter Marchetti)

 

Vendo dischi ---> http://forum.ondaroc...66-vendo-cdcdr/


#2 kingink

    mainstream Star

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Inviato 07 gennaio 2007 - 13:31

Uno dei grandi del secondo dopoguerra........
Insieme agli scagnozzi da te citati in apertura a dato il via alla serialità integrale. Il suo saggio programmatico: "Schoenberg è Morto" è concettualmente uno spartiacque culturale di portata enorme. Il serialismo integrale di weberniana memoria (serializza tutto, note, struttura, timbrica, durata) è una delle più importanti comquiste della civiltà musicale del novecento. E il maestro francese ne è stato uno dei più energici implementatori.
Ti posto sotto, quelle che secondo me sono le composizioni fondamentali di Boulez:

Sonata n. 2 per pianoforte 
Le marteau sans maître per contralto, flauto in sol, chitarra, vibrafono, xylorimba, percussioni e viola
Pli selon pli per soprano e orchstra
Répons per due pianoforti, arpa, vibrafono, glockenspiel, cimbalom, Orchestra e nastro magnetico
Dialogue de l'ombre double
Polyphonie X per diciotto solisti

Ovviamente straordinaria è anche la sua attività di direttore d'orchestra....sui moderni, su Wagner e Berlioz è un punto di riferimento inequivocabile

P.S. Non conoscendo la raccolta da te ascoltata e non ricordandomi le date di composizione di tutte le opere da me citate, alcune potrebbero essere racchiuse nel tuo cd. Chiedo venia. Sicuramente procurati Repons, è degli anni 80, ed è uno dei momenti più alti di tutta l'avanguardia contemporanea, Ti posto l'iimagine del cd:
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#3 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 07 gennaio 2007 - 15:27

un compositore di indubbia importanza, sia storica che stilistica.
nonostante la sua vena polemica lo abbia portato frequentemente a scontrarsi con le scuole di pensiero consolidate (causandogli non pochi malumori), nel tempo grazie anche alla sua opera di "rilettura" dei classici del modernismo e dell'avanguardia ha saputo conquistarsi un posto di tutto rilevo nel panorama musicale, pur essendo un autore non poco ostico.
Preziosa è stata la sua attività di organizattore di performance rivolte a portare presso il grande pubblico anche compositori dell'avanguardia più radicale, attività che nel tempo s'è concentrata intorno all'IRCAM (l'istituto di arte contemporanea in pianta stabile al Centre Pompidou di Parigi) e all'Ensemble Intercontemporain (la sua orchestra, specializzata in musica del 900).
Come compositore sono imprenscindibili la Sonata n.2 per piano, Le marteau sans maître e Pli selon pli, portrait del Mallarmè, già citate da colui che è intervenuto prima. Di queste, l'ultima opera è sicuramente una delle più importanti e radicali del 900, un vero laboratorio linguistico-musicale, una fucina di stili seconda, forse, solo alla Gesange di Stockhausen e al Canto sospeso di Nono.
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Come interprete direi che quasi tutto ciò che ha inciso con il suo Ensemble vale la pena di acquistare; in particolare i cd registrati per la Deutsche Grammophon della collana 20th Century Classics (quello dedicato a Ligeti è leggendario).
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da non trascurare i 4 meravigliosi DVD della Tetralogia di Wagner, registrati a Bayreuth nel 1981. Capolavori assoluti dell'interpretazione wagneriana.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#4 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 07 gennaio 2007 - 17:19

Il serialismo integrale di weberniana memoria (serializza tutto, note, struttura, timbrica, durata) è una delle più importanti comquiste della civiltà musicale del novecento.


Chiedo scusa, approfitto visto che qui c'è gente che ne sa più di me... , ma il primo esempio di applicazione della serialità a tutti i parametri non è Mode de valeurs et d'intensités di Messiaen (uno dei maestri di Boulez, fra l'altro... ), strada rapidamente abbandonata perché estranea ai suoi veri interessi e rappresentante solo un esperimento... ?
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Moriremotuttista


#5 kingink

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Inviato 07 gennaio 2007 - 17:43


Il serialismo integrale di weberniana memoria (serializza tutto, note, struttura, timbrica, durata) è una delle più importanti comquiste della civiltà musicale del novecento.


Chiedo scusa, approfitto visto che qui c'è gente che ne sa più di me... , ma il primo esempio di applicazione della serialità a tutti i parametri non è Mode de valeurs et d'intensités di Messiaen (uno dei maestri di Boulez, fra l'altro... ), strada rapidamente abbandonata perché estranea ai suoi veri interessi e rappresentante solo un esperimento... ?


Indubbiamente che Messiaen abbia insegnato a Buolez come fare serialità in musica è fuori discussione ed era stato (anche se non in maniera compiuta) nel topic dedicato al compositore. Sinceramente, non saprei dire se l'opera di Messiaen da te citata sia la prima opera seriale anche perchè nel 900 (secolo denso di contraddizioni e complessità) diventa difficile identificare un opera che tagli in maniera così netta un periodo compositivo. Certo è che Messiaen è statouno dei pionieri della musica seriale. Diciamo che ha dato i parametri su cui fare serialismo
So per certo che molti musicologi fanno cadere l'inizio vero e proprio della serialità integrale con Kreuzpiel di Stockhausen del 1951, una delle prime opere in europa ad usare in maniera totalizzante la serialità integrale.
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#6 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 07 gennaio 2007 - 18:51

So per certo che molti musicologi fanno cadere l'inizio vero e proprio della serialità integrale con Kreuzpiel di Stockhausen del 1951, una delle prime opere in europa ad usare in maniera totalizzante la serialità integrale.


Sarebbe interessante perché i Quatre études de rythme che contengono i Mode sono del '49 e quindi precederebbero Stockhausen...

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#7 mongodrone

    post-feudatario

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Inviato 07 gennaio 2007 - 19:58

qualcuno sa nulla di un articolo di boulez chiamato Ai limiti della terra fertile" ? oppure del libro "Il paese fertile. Paul Klee e la musica "? me li dovrei procurare prima o poi...
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#8 D.VAN VLIET-parte seconda

    Groupie

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Inviato 08 gennaio 2007 - 11:51

Questo mi pare di averlo sentito alla radio l'altra sera: stava dirigendo qualcosa di Stravinskj o di Shostachovic...Possibile?  ???
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#9 kingink

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Inviato 08 gennaio 2007 - 11:56

Questo mi pare di averlo sentito alla radio l'altra sera: stava dirigendo qualcosa di Stravinskj o di Shostachovic...Possibile?  ???


Possibilissimo che l'abbia sentito su qualche radio................stravinskij sicuramente, shostakovich difficile...........
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#10 Epitaph

    Groupie

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Inviato 25 agosto 2007 - 00:22

Daniel Vahnke dei Vampire Rodents mi ha scritto questo su Repons, magari a qualcuno può essere utile:

Repons is difficult for me to objectively critique since it always seemed to be a patchwork of exercises / experiments that approached a slightly outdated aleatoric style only because there is a clash between normal tuning on some instruments & nice Partch-like microtonal percussion thru most of it (this is a common complaint for most composers, however). Some parts are clearly influenced by Messiaen & Takemitsu, while others are more like SBC collages (the electronic element, as in most 'instruments with magnetic tape' compositions since WWII is non-intrusive and at best, provides augmentation of doubtful value). But, that said, Repons is still a masterpiece alongside similar works by Xenakis.

I hate to say anything critical of Boulez, since he is from a different universe than the rest of us! Even his worst & most predictable pieces far surpass anything I'm capable of. My idea of a great composition at this point is a 98-interval-per-octave piece moving at 30-50 notes per second & with no repetition of any note sequences. So, in other words, not really music at all. There are good reasons why a microtonal player piano is probably still the best medium for such work!


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#11 auslöschung

    internal bio-reverb

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Inviato 06 gennaio 2016 - 12:20

ciao, campione.


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#12 paloz

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Inviato 06 gennaio 2016 - 12:24

La rivincita di Schoenberg.

Ciao pierone :°


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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#13 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 06 gennaio 2016 - 12:37

Ci piace ricordarlo così


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#14 Thomas Edward Lawrence

    - Cosa L'affascina maggiormente del deserto? - È... pulito.

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Inviato 06 gennaio 2016 - 12:44

Quasi nell'anniversario del thread!
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#15 tonysuper

    Classic Rocker

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Inviato 06 gennaio 2016 - 21:11

Lascerà non un vuoto, una voragine!

Sia da direttore che da compositore ha rappresentato l'ultimo baluardo di una avanguardia che oramai non ha più alfieri (a parte Pollini che però a livello internazionale non ha lo stesso carisma di Pierino).

Una vita di polemiche e di capolavori: mai nell'ombra; mai grigio; sempre focoso.
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#16 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 07 gennaio 2016 - 14:35

Il Corriere ci va giù pesante, definendo Boulez il dittatore della Nuova Musica. Un articoletto rispettoso ma forse in fondo molto, molto critico - le stesse riserve le ho sempre avute anch'io su Boulez, ma evitando giudizi perentori per via della mia scarsa conoscenza della sua opera. 

  • 0

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#17 Stephen

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Inviato 07 gennaio 2016 - 15:01

Che Girardi associ a Boulez un non meglio identificato "razionalismo scientistico" non può che essere meschina malafede. La colonna è tutt'altro che critica, anzi: giudizi semplicistici per venire incontro al gusto del pubblico (si veda la chiusa sul romanticismo e il sentimento). Taglio chiaramente di destra, che mostra come ancora un po' da prendere esempio da lui, da Adorno... ci sia.

 

Va be', non posso continuare perché ho l'avatar dei Dream Theater, comunque, mi sia permesso, non ci siamo.


  • 3

E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

... adesso

e la sua voce il grido di un uccello

sconosciuto,

3Jane che rispondeva con una canzone, tre

note, alte e pure.

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#18 paloz

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Inviato 07 gennaio 2016 - 15:06

Non ho neanche letto che era di Girardi, l'ho avuto anche come prof per qualche mese...

Mi sa che non ho compreso il tuo commento sulla chiusa - che parla di anti-romanticismo, altroché gusti popolari.


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#19 ravel

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Inviato 07 gennaio 2016 - 15:29

 

Il Corriere ci va giù pesante, definendo Boulez il dittatore della Nuova Musica. Un articoletto rispettoso ma forse in fondo molto, molto critico - le stesse riserve le ho sempre avute anch'io su Boulez, ma evitando giudizi perentori per via della mia scarsa conoscenza della sua opera. 

 

 

Ridicola battaglia che definire "di retroguardia" è ancora poco e che testimonia la pochezza della cultura e del dibattito critico italiano sulla musica. Siamo ancora qui (oggi che il serialismo, integrale e no, è storia, tradizione, pressappoco come il concerto grosso o la forma-sonata) a starnazzare come galline a livello del famoso film con Alberto Sordi... :facepalm:

 

Boulez ha avuto (come tutta la sua generazione) una fase fondamentalista, intorno agli anni di Darmstadt. Deplorevole come tutti i fondamentalismi e che ha prodotto anche molta fuffa, indubbiamente, oltre che uno spiacevole clima di intimidazione - per così chiamarlo.
Ma sono passati più di cinquant'anni (! ), oltre mezzo secolo, e nel frattempo Boulez (e la musica sua e non sua) è andata da tutt'altre parti con esiti di tutt'altro genere.

 

E' la stessa roba del free (nel jazz). Stesse identiche datazioni del serialismo integrale e dinamiche socio-culturali simili per cui non mi ripeto, eppure siamo ancora qui a parlare come se il free jazz - oggi - rappresentasse la frontiera dell'avanguardia ecc. ecc. ecc... Marò che palle...

Che l'uomo Boulez potesse non risultare molto agréable può ben darsi, ma chissenefrega.


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#20 dick laurent

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Inviato 07 gennaio 2016 - 15:52

Che Girardi associ a Boulez un non meglio identificato "razionalismo scientistico" non può che essere meschina malafede. La colonna è tutt'altro che critica, anzi: giudizi semplicistici per venire incontro al gusto del pubblico (si veda la chiusa sul romanticismo e il sentimento)

 

perchè dici che la chiusura dell'articolo va incontro ai gusti del pubblico?

Boulez su Schoenberg per esempio scrisse "Under Schoenberg's pen there abounded the clichés of the most ostentatious and obsolete romanticism" .

(e immagina quindi cosa potrebbe avere pensato dei Dream theater a quel punto)


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#21 paloz

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Inviato 07 gennaio 2016 - 16:10

Ho scoperto ora che nel 2001 è stato arrestato dalla polizia svizzera per sospetti di complicità nell'attacco alle Torri Gemelle - in virtù di una dichiarazione fatta negli ANNI 60 sul fatto che secondo Boulez le "opera houses" dovevano saltare in aria.
 
lol

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#22 dick laurent

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Inviato 07 gennaio 2016 - 16:15

 

Ho scoperto ora che nel 2001 è stato arrestato dalla polizia svizzera per sospetti di complicità nell'attacco alle Torri Gemelle - in virtù di una dichiarazione fatta negli ANNI 60 sul fatto che secondo Boulez le "opera houses" dovevano saltare in aria.
 
lol

 

 

ma non ci credo asd

ma allora a Stockhausen che aveva definito il crollo delle torri un capolavoro che gli hanno fatto, l'hanno portato a Guantanamo?


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#23 Greed

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Inviato 07 gennaio 2016 - 16:16

Fantastico.asd

 

Io non lo conosco come compositore, credo non faccia per me, ma come direttore l'ho apprezzato molto, l'ho anche sentito dirigere Stravinsky e Janaceck, almeno sei-sette anni fa, e devo dire che è stata un'esperienza unica.


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#24 Stephen

    Wannabe the Night Meister

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Inviato 07 gennaio 2016 - 16:38

perchè dici che la chiusura dell'articolo va incontro ai gusti del pubblico?

Boulez su Schoenberg per esempio scrisse "Under Schoenberg's pen there abounded the clichés of the most ostentatious and obsolete romanticism" .

In trafiletti come quello sul Corriere bisogna decidere come approcciare l'argomento. A me sembra che, a tal riguardo, l'autore operi almeno due scelte piuttosto rilevanti. La prima, che direi di esplicitamente deformante, è evidente ad esempio quando chiama lo stile del Boulez avanguardista "razionalismo scientistico", dimenticando così, volontariamente, quel certo contesto rivoluzionario e di ricerca (quindi ben distante da qualsivoglia positivismo: non vorremmo, parlando di Boulez, passare sotto silezio quei co-testi che sono i saggi di Adorno?). Non si fa cenno all'appello anticoloniale firmato contro la guerra in Algeria, ad esempio, che avrebbe potuto illuminare brevemente ed in maniera ben diversa il senso di quella stagione artistica. L'altra, che mi sentirei di definire maggiormente subdola, è quella di presentare l'opera di Boulez come naturalmente evolventesi - senza traumi, senza conflitti, senza scricchiolii - dagli sperimentalismi giovanili al ritorno al sentimentalismo romantico: à la "tutto è bene quel che finisce bene". Accennando, nell'ombra, al fatto che "fidarsi è bene non fidarsi è meglio". Quando forse è proprio nella dimensione progettuale e collettiva dei tentativi di Boulez & co. che oggi da un lato facciamo fatica ad immedesimarci, dall'altro faremmo bene ad ascoltare cosa avevano da dire. Infatti dopotutto mi trovo d'accordo con ravel (utente): corrente di cinquant'anni fa di cui sarebbe opportuno evidenziare gli incidenti, i naufragi e i fallimenti (io punterei parimenti sulle potenzialità, ma forse è la stessa cosa).

 

(e immagina quindi cosa potrebbe avere pensato dei Dream theater a quel punto)

Purtroppo lo immagino e per questo mi vergogno. asd Ma c'è la battle, quindi Boulez est mort! e via.


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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

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#25 dick laurent

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Inviato 07 gennaio 2016 - 16:55

 

perchè dici che la chiusura dell'articolo va incontro ai gusti del pubblico?

Boulez su Schoenberg per esempio scrisse "Under Schoenberg's pen there abounded the clichés of the most ostentatious and obsolete romanticism" .

In trafiletti come quello sul Corriere bisogna decidere come approcciare l'argomento. A me sembra che, a tal riguardo, l'autore operi almeno due scelte piuttosto rilevanti. La prima, che direi di esplicitamente deformante, è evidente ad esempio quando chiama lo stile del Boulez avanguardista "razionalismo scientistico", dimenticando così, volontariamente, quel certo contesto rivoluzionario e di ricerca (quindi ben distante da qualsivoglia positivismo: non vorremmo, parlando di Boulez, passare sotto silezio quei co-testi che sono i saggi di Adorno?). Non si fa cenno all'appello firmato contro la guerra in Algeria, ad esempio, che avrebbe potuto illuminare brevemente ed in maniera ben diversa il senso di quella stagione artistica. L'altra, che mi sentirei di definire maggiormente subdola, è quella di presentare l'opera di Boulez come naturalmente evolventesi - senza traumi, senza conflitti, senza scricchiolii - dagli sperimentalismi giovanili al ritorno al sentimentalismo romantico: à la "tutto è bene quel che finisce bene". Accennando, nell'ombra, al fatto che "fidarsi è bene non fidarsi è meglio". Quando forse è proprio nella dimensione progettuale e collettiva dei tentativi di Boulez & co. che oggi da un lato facciamo fatica ad immedesimarci, dall'altro faremmo bene ad ascoltare cosa aveva da dire. Infatti dopotutto mi trovo d'accordo con ravel (utente): corrente di cinquant'anni fa di cui sarebbe opportuno evidenziare gli incidenti, i naufragi e i fallimenti (io punterei parimenti sulle potenzialità, comunque).

 

 

non mi sembra comunque che parli di ritorno al sentimentalismo romantico, anche perchè non me ne viene in mente uno di lavoro recente suo che possa essere definito così. Tutto sommato della roba che conosco l'unico brano che mi sembra avere qualche traccia di romanticismo è Le visage nuptial che è un lavoro giovanile.

Io sento dire spesso che lui col tempo si sia ammorbidito ma pensando alla sua musica a me non sembra proprio, mi sembra sempre stato un compositore rigoroso (al di là di quello che poi uno possa pensare della musica), il che è anche una cosa da ammirare. Musicalmente come compositore l'unico "ammorbidimento" inevitabile è stata la rinuncia al serialismo integrale senza sbocchi di Structures, ma si parla di tantissimo tempo fa di quando era ancora apertamente il bullo della classica (mi viene in mente che Ned Rorem diceva che la Russia aveva Stalin, la Germania Hitler e la musica colta Boulez).

Poi si, anzichè bruciare i teatri d'opera si è messo a dirigere Wagner e non faceva più le sparate di un tempo (anche se non so quanto avesse davvero cambiato idea su molte cose) ma è un altro discorso.


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#26 ravel

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Inviato 07 gennaio 2016 - 17:08

 

 (anche se non so quanto avesse davvero cambiato idea su molte cose) ma è un altro discorso.

 

 

L'impressione - che rimanda in effetti a una certa antipatia dell'uomo - è che le avesse cambiate, ma gli scocciasse dirlo apertamente e senza troppe menate, implicitamente (o esplicitamente) autocriticandosi per certi eccessi di spocchia.
Ma sono questioni di psicologia, queste, non artistiche.

 

Oggi per converso, invece, i "bulli", gli "Stalin" sono i neo-romantici di varia estrazione e indirizzo, i minimalisti (quelli autentici e quelli di stocazzo), i crossoveristi, gli stra-tonali stra-banali ecc. (ci siamo capiti, non mi fate pipponi specialistici su queste definizioni alla buona... ;) ) i quali dettano loro cosa va bene e cosa no, mostrando una notevole intolleranza (esattamente come faceva la Buonanima di cui stiamo parlando)

Intolleranza fastidiosa come quella di Boulez ma, in più, ridicola.


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#27 dick laurent

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Inviato 07 gennaio 2016 - 17:18

 

 

 (anche se non so quanto avesse davvero cambiato idea su molte cose) ma è un altro discorso.

 

 

L'impressione - che rimanda in effetti a una certa antipatia dell'uomo - è che le avesse cambiate, ma gli scocciasse dirlo apertamente e senza troppe menate, implicitamente (o esplicitamente) autocriticandosi per certi eccessi di spocchia.
Ma sono questioni di psicologia, queste, non artistiche.

 

Oggi per converso, invece, i "bulli", gli "Stalin" sono i neo-romantici di varia estrazione e indirizzo, i minimalisti (quelli autentici e quelli di stocazzo), i crossoveristi, gli stra-tonali stra-banali ecc. (ci siamo capiti, non mi fate pipponi specialistici su queste definizioni alla buona... ;) ) i quali dettano loro cosa va bene e cosa no, mostrando una notevole intolleranza (esattamente come faceva la Buonanima di cui stiamo parlando)

Intolleranza fastidiosa come quella di Boulez ma, in più, ridicola.

 

 

Certo, se si va a vedere alla fine Boulez non era certo l'unico con con opinioni forti su tanti musicisti, anzi sospetto che i diplomatici siano una minoranza e mi va anche bene così, penso sia difficile creare una musica con personalità se non hai un'idea precisa di cosa ti piace e cosa proprio no.

Il problema principale di Boulez è che lui si è trovato in una posizione dove davvero decideva chi meritava di essere suonato e ascoltato e chi no (vedi gente tipo Dutilleux che ne sapeva qualcosa).


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#28 paloz

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Inviato 07 gennaio 2016 - 19:53

Oggi per converso, invece, i "bulli", gli "Stalin" sono i neo-romantici di varia estrazione e indirizzo, i minimalisti (quelli autentici e quelli di stocazzo), i crossoveristi, gli stra-tonali stra-banali ecc. (ci siamo capiti, non mi fate pipponi specialistici su queste definizioni alla buona... ;) ) i quali dettano loro cosa va bene e cosa no, mostrando una notevole intolleranza (esattamente come faceva la Buonanima di cui stiamo parlando)

Intolleranza fastidiosa come quella di Boulez ma, in più, ridicola.

---

 

Beh ma l'intolleranza tra generi musicali "contigui" è di per sé insensata e tipica soprattutto degli addetti ai lavori. Personalmente trovo che quello del Boulez reazionario sia stato comunque un passaggio importante, anche se affossato dalla storia - un po' come il comunismo. :D


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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#29 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 07 gennaio 2016 - 21:26

Boh però è anche uno che ha condotto musiche di Frank Zappa, lodandolo. A me aveva colpito la sua padronanza in questo video.

Come si evince anche da questo video non deve essere stato uno zuccherino, però nel bene e nel male uno dei protagonisti musicali del '900.


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#30 tonysuper

    Classic Rocker

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Inviato 07 gennaio 2016 - 21:35

C'è chi festeggia :-(
http://www.fanpage.i...moci-la-musica/
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#31 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 08 gennaio 2016 - 08:43

"L'idea di "bello" nell'arte dei suoni, per mano sua (ma non solo), è stata vietata, perché ritenuta sorpassata e non all'altezza dello spirito dei tempi."
 
Boh, io davvero non vedo come sia possibile attribuire in modo così categorico una colpa simile - l'allontanamento del pubblico dalla musica d'arte - a una sola persona. Nel mentre non sono andate avanti le altre correnti? Nel mentre il pubblico non si è rivolto a ciò che più lo attirava (minimalismo, nuova musica sacra, etc.)?
Sono giudizi molto, davvero troppo di parte, faziosi nelle premesse e ancor più nelle conclusioni.

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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#32 Le Clochard

    pivello

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Inviato 08 gennaio 2016 - 21:47

https://www.youtube....h?v=RzXIAqnQgZ0


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