E' solo un film.
Non è la cura definitiva contro il cancro, non salverà la Grecia dai suoi default ciclici né i bambini che muoiono di fame in mezzo mondo. Difficilmente salverà il culo dello svizzero Blatter perché per battere una mafia non ci vuole la legalità ma una mafia più potente.
A maggior ragione non cambierà la vita di chi lo vede, nè la confermerà e neanche la migliorerà: è solo un film.
Sul wannabe Fellini, Claudio ha perfettamente ragione a metà: è un felliniano (Caine che dice a sua figlia: "Smetti di piangere" non è "Giulietta stop crying please", agli Oscar?) ma non è un epigono, è giovane, ha già vinto un Oscar è un autore controverso e tanto tempo davanti. per girare il suo 8 1/2 (che sarà osteggiato come l'originale). E' vero che Youth è una specie di 8 1/2 e qui mi riallaccio a uno dei commenti (sempre appassionati, spesso sottoscrivibili, non sempre lucidi) di Ucca sul postmoderno. Noi non viviamo un'epoca più intelligente (anzi) ma sicuramente più informata e il postmoderno non è altro che questo, sapere + giocare, quoziente tra esperienza e Storia ("Ho letto su Wikipedia...", nel film c'è).
A differenza di molti film autoriali, Youth non è palloso, vuoi per le continue trovate vuoi per la coralità del parco attori. (Ergo non piace a Cannes ma cosa resterà del film di Audiard? e di Audiard stesso? Sorrentino nella storia del cinema ci sta già).
Da questo pdv è un film meno rutilante de LGB ma sicuramente più coeso.
E' la storia di due falliti di lusso, un musicista che non è Stravinskji e un regista che non è Kubrick, che si accompagnano a falliti di varie età e sesso: l'attore famoso come robot, la Miss Universo che non sarà salvata dalla sua intelligenza di medio livello, persino Jane Fonda, 2 premi Oscar, che si consegna a una melensa serie tv per pagarsi i vizi e i desideri.
l'unico eroe è Maradona (persona intelligente che ha apprezzato la sua rappresentazione quantomeno grottesca): lo scacco inevitabile lo paga su se stesso, con l'ossigeno che si deve portare appresso. ma Diego è Storia, attraverso una pallina da tennis dialoga direttamente con Dio laddove Caine al massimo può dirigere un'orchestra di mansuete mucche.
Un'ultima nota sui personaggi secondari del film: la coppia muta (?), la massaggiatrice che non vede, la prostituta non bella sono l'ultima speranza di un film desolante e che potrebbe farti uscire dal cinema col malumore. Sono i nostri modestissimi strumenti per dare un senso alle cose e soprattutto a noi stessi. Anche il bonzo che levita non è altro che questo, una performance fisica che nulla a che a spartire con la trascendenza (chi mastica un po' di Tradizione indiana saprà dirlo meglio di me) e che equivale, nè + nè -, al simpatico scalatore che si fa carico della Raquel e la porterà forse sul K2.
Voto: li trovo legittimi tutti e quindi inutili. Non mi piacciono i voti e non mi pagano per darli (salvo a quelle cose già decantate). Ogni voto argomentato è un voto valido. I motivi sbagliati non esistono, le canzoni Semplici sono lì ad urlarlo.