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[Pietra Miliare] Marc & The Mambas - Torment And Toreros (1983)


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8 replies to this topic

#1 Camouflage

    Alessandro Liccardo

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Inviato 30 marzo 2015 - 16:45

*
POPOLARE

Lo so, ci sono stati altri spagnoleggiamenti in seguito (In My Room presente in Torment è una cover di Antonio Prieto, poco tempo dopo c'è stata Cara a Cara di Manolo Garcia relegata al rango di b-side ai tempi dei Willing Sinners), un'altra cover di Peter Hammill, Just Good Friends (in "Some Songs to Take To The Tomb Volume One"... non cercate il volume Two, non è mai uscito!), un intero disco di cover di Brel - qui omaggiato con la sarcastica The Bulls - e altre collaborazioni con Foetus (qui co-autore di A Million Manias e percussionista).

Però qui ci sono già tutte le coordinate di un percorso artistico tortuoso, non sempre remunerativo, che definirei senz'ombra di dubbio unico.

 

La pietra: :OR: http://www.ondarock....tandtoreros.htm

 

 

CS1634164-02A-BIG.jpg


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#2 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 30 marzo 2015 - 16:57

Quanto l'ho amato!<3 <3 <3
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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#3 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 31 marzo 2015 - 09:33

comunque una cosa te la vorrei chiedere. in che senso Marc Almond è un artista mainstream?

 

Interessante il contesto che illustri nella recensione. All'epoca non era facile leggere la stampa straniera (io poi ho sempre masticato poco l'inglese) e la critica musicale nostrana era generalmente piuttosto sobria :)


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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#4 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 31 marzo 2015 - 09:35

Bellissimo soprattutto il secondo disco (così a memoria), poi io di Marchetto preferisco "mother fist and her five daughters".

 

In ogni caso avrei miliarizzato questo:

Marc-Almond-Slut--Flesh-Volca-400124.jpg


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A chemistry of commotion and style

#5 Camouflage

    Alessandro Liccardo

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Inviato 31 marzo 2015 - 12:46

comunque una cosa te la vorrei chiedere. in che senso Marc Almond è un artista mainstream?

 

Interessante il contesto che illustri nella recensione. All'epoca non era facile leggere la stampa straniera (io poi ho sempre masticato poco l'inglese) e la critica musicale nostrana era generalmente piuttosto sobria :)

 

Per gli standard dell'epoca, Marc era la metà dei Soft Cell (10 milioni di copie vendute con un solo 45 giri: tra l'altro commisero il grave errore di inserire un'altra cover sul lato B, Where Did Our Love Go?), duo che compariva in copertina su magazine che parlavano di Duran Duran e altri artisti perennemente su MTV. E i suoi dischi li pubblicava la Phonogram, sebbene su licenza Some Bizarre (l'etichetta di Stevo). Mainstream nel senso che il marketing utilizzato per lanciarlo era di quel tipo - non certo perché lui lo fosse. Almond voleva essere "pop" e al tempo stesso si lamentava delle interviste stupide, delle comparsate in trasmissioni imbarazzanti e non desiderava che la casa discografica lo manipolasse. Voleva l'indipendenza nelle scelte artistiche, i dischi con i Mambas lo testimoniano. Un uomo e un artista lacerato dalle contraddizioni, ma sono proprio queste che l'hanno reso sempre affascinante ai miei occhi e alle mie orecchie.


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#6 Damy

    pophead

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Inviato 31 marzo 2015 - 12:50

Bellissimo album. Non proprio un ascolto quotidiano visti i temi, ma uno di quei dischi che riversano torrenti di musica e si rivelano ad ogni ascolto. Altri cantanti renderebbero la cosa insopportabile, ma Almond riesce a rendere bello e umano tutto quello che fa.

 

L'avevo già scritto ma vi rigiro il dito nella piaga: sono stato a quel concerto alla Royal Festival Hall accennato nella recensione dove Almond ha riproposto tutto T&T dal vivo con un ensemble di 18 elementi o giù di lì; un concerto davvero unico, sembrava di stare a teatro a guardare una tragedia romantica, lui in formissima e pubblico davvero emozionato (c'era gente che sapeva tutte le parole a memoria). Poi sul finale sul palco è salito Antony, hanno cantato insieme. Una serata incredibile.

 

 

comunque una cosa te la vorrei chiedere. in che senso Marc Almond è un artista mainstream?

 

Secondo me si riferisce al fatto che ai tempi dell'incisione di T&T Almond era una delle popstar più famose d'Inghilterra perché i Soft Cell avevano fatto veramente il botto oltre ogni previsione (Tainted Love è uno dei singoli più venduti della storia in Uk). Certamente l'attitudine e la poetica di Almond è tutto tranne che mainstream, ma quando un pezzo fa veramente successo il pubblico finisce con l'identificarti a quel modo, e la casa discografica vorrebbe fartelo replicare, non certo vederti pubblicare un doppio vinile sul suicidio come T&T.

 

Accadde la stessa cosa a Jimmy Somerville nell'86, un successo enorme per uno che in realtà aveva a cuore temi tutt'altro che popular (anche se la musica era orecchiabile). Recentemente Gotye mi sembra il nuovo outsider, catapultato in vetta alle chart con una canzone che manco voleva inserire nell'album asd


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OR

#7 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 31 marzo 2015 - 12:56

fortunello


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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#8 Camouflage

    Alessandro Liccardo

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Inviato 31 marzo 2015 - 13:00

Come ben dice Damy (che invidio per aver visto la riproposizione live di Torment alla Royal Albert Hall!), le etichette e i manager si preoccupano di far bissare il successo con copie carbone delle hit, anche se arrivate per caso. Se guardiamo i principali successi di classifica di Marc Almond notiamo che, fatta eccezione per l'autografa Torch dei Soft Cell (#2 in UK), si tratta sempre di cover. Tainted Love (#1), Something's Gotten Hold of My Heart (1989, con Gene Pitney, #1 nel Regno Unito) e The Days of Pearly Spencer (1992, da "Tenement Symphony", #4 in UK). Il fan casuale lo ricorda per questi pezzi, al massimo per Say Hello, Wave Goodbye e per Tears Run Rings da "The Stars We Are", ma Almond è molto altro. Nel bene e nel male.

 

Non credo che tutti i suoi dischi siano indispensabili: Enchanted era un bel progetto sulla carta, ma i pezzi non sono sempre all'altezza e la produzione di Bob Kraushaar ha fortemente penalizzato il risultato finale (tutto al computer, con sonorità che sono invecchiate presto); Fantastic Star è un disco eccessivamente lungo, non troppo ispirato, registrato prima e dopo essere entrato in clinica per disintossicarsi. Al contrario di Gianfranco, poi, trovo Feasting With Panthers con Michael Cashmore troppo ostico, la musica non è memorabile né incisiva.


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#9 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 31 marzo 2015 - 13:26

 trovo Feasting With Panthers con Michael Cashmore troppo ostico, la musica non è memorabile né incisiva.

 

Concordo. Collaborazione sulla carta molto promettente e infatti le atmosfere sono belle, però i pezzi tendono ad assomigliarsi un po' tutti.


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A chemistry of commotion and style




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