Se si ascoltano in ordine cronologico gli album della cantante nordica, sarà ovvio notare il progressivo allontamento dallo stilema della cantautrice folk. Se i primi due album (“Take One” e “Susanne Sundfør”) proponevano un cantaurato femminile piuttosto canonico, da “The Brothel” la musica ha svoltato dalle parti di una forma canzone trasfigurata, sopratutto grazie all'uso dell'elettronica. Ed è proprio grazie all'uso di strumenti come sintetizzatori e drum-machine che pezzi come “Lilith” o “White Foxes” esplodono in tutto il loro splendore, adornando strutture cristalline. Senza dimenticare le radici di scrittrice pop, è proprio su questo solco che Susanne ha voluto puntare, proponendo in “Ten Love Songs” una cascata di synth, sfiorando in certi frangenti perfino l'euro-pop di Lady Gaga (la sgraziata pomposità di “Kamizake”).
http://www.ondarock....enlovesongs.htm