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Whiplash (Chazelle, 2015)


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81 replies to this topic

#51 Cliff

    allievo del peggior Guzzanti heavy metal

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Inviato 27 febbraio 2015 - 23:26

Non lo so, è un film sui riccardoni ok, film facista, non saprei, io non trovo fascisti nemmeno i film di Clint di cui sopra, milion dollar baby si potrebbe tradurre molto semplicisticamente come un film pro eutanasia volendolo ridurre ai minimo termini, non certo uno degli argomenti sulla quale si poggiano le ideologie di destra, davvero triste, fuori luogo, nonché sbagliato dare sempre una connotazione politica ai film.

 

Per me è un grande film, probabilmente anche un po' autobiografico, Chazelle raccontava l'incubo di "whiplash" di quando studiava lo strumento, probabilmente non deve aver vissuto bene la cosa o forse ha mollato per intraprendere altre strade (il regista ad esempio).

Per quanto la struttura del film sia elementare, abusata (insomma tutte robe che avete già scritto) io un'intensità del genere non me la ricordo in molti film, per quanto non so quanto possa essere realistica la storia, se davvero c'è da sputare sangue e sudore a ettolitri, per quanto mi riguarda potrebbe esserlo.

In quel trionfo finale (sicuramente ambiguo) lo sguardo finalmente di intesa tra il coach e l'allievo fa da contraltare a quello del padre che assiste alla performance del figlio consapevole che il sogno ha prevalso su di lui quasi demolendolo come persona, ed è anche nello sguardo rassegnato del padre l'ambiguità del trionfo, una vittoria dallo strano sapore, ma sicuramente toccante.


  • 1
Ha detto bene il presidente del coni, che il mondo dei dilettanti...chapeau. On duà parler français monsieur, mettenan nous parlon français, tout suit, ma la question n’est parer, n’est pas, comme ça [Carlo Tavecchio]


Caro Sig.'Cliff' di Roma le confesso che non capito..


non vorrei sembrare pedante


#52 lazlotoz

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Inviato 28 febbraio 2015 - 00:43

Tom, certe volte vorrei delegare a te la mia opinione sui film... ?_?

 

Ho pensato un po' alla questione  "fascista", subito ho pensato pure che il discorso Charlie Parker avesse pure un senso... ma poi manco per un cazzo. Vero, magari per Bird è stato così. Ma è pure come dire che è l'eroina che ha formato i grandi jazzisti. Indubbio che l'eroina ci fosse e avesse un ruolo non marginale... ma se fosse solo una questione di roba a porta palazzo (*) sentirei tutti i giorni delle jam da panico, e invece devo solo schivare le siringhe e il vomito.

Quindi tutto sommato Whiplash propone un'ottica in questo senso molto limitata, unidirezionale, fascista appunto.

 

 

 

 

 

*quartiere popolare torinese, discreto centro di spaccio, che tutti i giorni attraverso a piedi 


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#53 Paraponzipò

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Inviato 01 marzo 2015 - 23:33

Per fare un'analisi del genere devi partire dall'assunto che le ideologie fondanti dell'etica statunitense, quelle del selfmade man, del lavoro duro che viene premiato, della competizione per la realizzazione che l'american dream in gran parte rappresenta siano idee di destra.

Quindi un film viene bollato come dozzinale perché di destra, e di destra perché non esprime valori di sinistra? Sicuramente non ci troviamo la "comunarietà", non ci troviamo l'impegno sociale né l'idealismo che vada oltre lo steccato del proprio personale giardino dell' "io" individuale in questo film. E di certo ci troviamo tanta america, e che l'america sia un paese fondato sul liberalismo non è cosa nuova, come non lo è che il liberalismo sia una dottrina che con destra e sinistra in senso stretto ha poco a che fare. Ma la cosa fondamentale è che tutto ciò rappresenta un aspetto funzionale del racconto, l'espediente narrativo che secondo me in un film del genere passa parecchio in secondo piano, non è certo la sua ragione fondante (diversamente in quanto può accadere per esempio in million dollar baby, c'è da dire).

 

E allora? Il film è di sinistra perché J K Simmons è pelato invece di avere due dita di barba e porta il borsalino piuttosto che il basco? Suvvia, sono critiche che non stanno in piedi; oltre che infondate le trovo anche piuttosto irritanti, personalmente, perché molto supponenti.


  • 1

#54 Tom

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Inviato 02 marzo 2015 - 00:07

Per quanto mi riguarda non era una critica, ma la constatazione di un fatto, secondo me, evidente.

 

Se questo film vi è piaciuto ma avete problemi ad ammettere che è un film destroso il problema ideologico ce l'avete voi, non io, che adoro senza problemi autori che sono fior di reazionari.


  • 0

#55 Paraponzipò

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Inviato 02 marzo 2015 - 09:05

Ma veramente mi riferivo all'articolo di Internazionale :blink:

A parte che non mi pare che tu faccia riferimento troppo insistito sulla connotazione politica del film (non nel post precedente), ma poi non è che ho problema ad ammetterne una collocazione politica, è che francamente non ce la vedo proprio per nulla. Ripeto, per me se un film non è "di sinistra" e mette in scena l'apologia di un'etica schiettamente individualista (che poi apologia non è, ma vabbè), non è che diventa automaticamente di destra.

O forse è la musica "colta" a far passare un'idea di elitarismo? Davvero, fatico a dovergli dare una lettura sociale in senso di schieramento ideologico, credo veramente che sia un dibattito che non ha ragione di esistere e sia stato suscitato per il solo gusto di buttare lì una tronfia indignazione "alternative".


  • 0

#56 Tom

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Inviato 02 marzo 2015 - 10:21

Ah ok, sembrava rispondessi a lazlotoz che a sua volta riprendeva me, per cui ho equivocato. ;)


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#57 paloz

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Inviato 02 marzo 2015 - 14:01

Io non ho problemi ad ammettere una collocazione politica, è che proprio non me ne frega una ceppa.


  • 1

esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#58 Paraponzipò

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Inviato 02 marzo 2015 - 17:00

sì, a parte l'interesse, che manco a me frega assolutamente nulla, ma neanche se ne pone la necessità

mi pare gaber in destra-sinistra; che poi a un certo punto faceva proprio "tutti i film che fanno oggi son i destra, se annoiano son di sinistra"


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#59 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 03 marzo 2015 - 13:51

E anche Wired.

Il bello è che tutti quelli che criticano contro sono convinti di essere gli unici, così che ormai in giro è quasi difficile trovare una recensione classicamente entusiastica.

L'ho detto e lo ripeto: credo che uno spettatore possa al contempo essere coinvolto/eccitato dal film e percepire la sua ambivalenza, la sua parte di giustezza e la parte di sbagliatezza, soppesandole come meglio crede. Fa davvero così figo dire "è un film sbagliato"?


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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#60 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 03 marzo 2015 - 15:13

whiplash per i motivi sbagliati


  • 1

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#61 Paraponzipò

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Inviato 03 marzo 2015 - 19:01

Se possibile un articolo ancora peggiore di quell'altro questo di Wired. È veramente incredibile il pressapochismo di certi giornalisti, soprattutto di questi che si danno le arie da intellettuali-indie-schierati-contro-il-sistema-dell'editoria-su-carta-stampata-manovrata-dai-poteri-forti-.

Mi incazzo nel senso letterale della parola quando leggo roba del genere ed è meglio che non cominci a scaricare la mia rabbia in un post di ciritca perché altrimenti perderei una mezz'oretta buona a scrivere interventi chilometrici.

Dico io, ma come fai a dare un titolo del genere? Quali autori leggere per capirlo?!?! E mi citi Salinger, Moby Dick e BUKOWSKI? Dico io, ma fa sul serio sta gente?

 

Comunque ok, avevo promesso di non cominciare nemmeno.


  • 3

#62 debaser

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Inviato 03 marzo 2015 - 19:51

Oggi per curiosità ho sentito dal tubo Caravan suonata da Buddy Rich. Che riccardone ashd
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#63 atlas

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Inviato 03 marzo 2015 - 20:10

E anche Wired.
Il bello è che tutti quelli che criticano contro sono convinti di essere gli unici, così che ormai in giro è quasi difficile trovare una recensione classicamente entusiastica.
L'ho detto e lo ripeto: credo che uno spettatore possa al contempo essere coinvolto/eccitato dal film e percepire la sua ambivalenza, la sua parte di giustezza e la parte di sbagliatezza, soppesandole come meglio crede. Fa davvero così figo dire "è un film sbagliato"?


buon dio, io rimango francamente basito dalle cose che continuo a leggere anche su queste pagine. ok, la produzione è americana, ma l'ossessione per la perfezione musicale credo sia presente in tutte le scuole dei paesi civili; fatevelo raccontare da chi (lo sapete chi) ha fatto il CONSERVATORIO o che frequenta i luoghi della musica colta. chiaramente questa rigidezza/chiusura/forte competitività è sacrosanta ed è, almeno per me, uno degli aspetti più affascinanti, ma mi sento talmente in imbarazzo a scriverne poiché mi sembrano cose ovvie, o quanto meno note a un pubblico di persone intelligenti, benché profane. chiaramente non troverai il docente che fa volare le sedie sopra la tua testa, ma mi sembrano questa e altre scene (che so, il tizio che fa l'incidente nel momento cruciale) declinazioni di cliché cinematografici, da accogliere in gruppo nel contesto di quello che è un racconto sul perseguimento della perfetta virtù, e mi sembra quanto meno disonesto ricavare da questi elementi la pretesa fallacità dell'ideologia alla base del film. quale ideologia, poi? siamo davvero sicuri che paghi questa ricerca assoluta e disinteressata (come del resto è giusto che sia)?

(il film secondo me è molto OK)
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il faut se radicaliser. 


#64 vandiemen

    L'ultima spiaggia

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Inviato 04 marzo 2015 - 10:20

 

E anche Wired.
Il bello è che tutti quelli che criticano contro sono convinti di essere gli unici, così che ormai in giro è quasi difficile trovare una recensione classicamente entusiastica.
L'ho detto e lo ripeto: credo che uno spettatore possa al contempo essere coinvolto/eccitato dal film e percepire la sua ambivalenza, la sua parte di giustezza e la parte di sbagliatezza, soppesandole come meglio crede. Fa davvero così figo dire "è un film sbagliato"?


buon dio, io rimango francamente basito dalle cose che continuo a leggere anche su queste pagine. ok, la produzione è americana, ma l'ossessione per la perfezione musicale credo sia presente in tutte le scuole dei paesi civili; fatevelo raccontare da chi (lo sapete chi) ha fatto il CONSERVATORIO o che frequenta i luoghi della musica colta. chiaramente questa rigidezza/chiusura/forte competitività è sacrosanta ed è, almeno per me, uno degli aspetti più affascinanti, ma mi sento talmente in imbarazzo a scriverne poiché mi sembrano cose ovvie, o quanto meno note a un pubblico di persone intelligenti, benché profane. chiaramente non troverai il docente che fa volare le sedie sopra la tua testa, ma mi sembrano questa e altre scene (che so, il tizio che fa l'incidente nel momento cruciale) declinazioni di cliché cinematografici, da accogliere in gruppo nel contesto di quello che è un racconto sul perseguimento della perfetta virtù, e mi sembra quanto meno disonesto ricavare da questi elementi la pretesa fallacità dell'ideologia alla base del film. quale ideologia, poi? siamo davvero sicuri che paghi questa ricerca assoluta e disinteressata (come del resto è giusto che sia)?

(il film secondo me è molto OK)

 

 

Ma infatti tutto questo profluvio di parole sulla presunta celebrazione della competitività mi lascia un po' perplesso.

Perché se c'è una cosa che il film di Chazelle mi ha trasmesso soprattutto nelle scene in cui lui si esercita fino a far sanguinare le mani è inquietudine.

Un'inquietudine che ti fa chiedere se sia davvero giusto spingersi così oltre e se questa scelta effettivamente paghi (e ribadisco la mia idea sul fatto che la scena finale lasci spazio ad interpretazioni anche opposte) nel breve come nel medio/lungo termine.

 

Forse, quello che trae in inganno è che il film lascia trasmettere la passione per la musica solo ed esclusivamente all'esercizio fisico continuo e disperato.

Anche quando il protagonista ascolta musica, non traspare mai un sorriso.

(Ma forse questo sarebbe stato considerato come banale ed eccessivamente didascalico=

 

Caliamo un velo pietoso invece sulla supponenza con cui è stata fatta la recensione e sui consigli per gli acquisti (Melville, Carver, Salinger, Bukowski: me li sono segnati, perché devono essere proprio bravi, questi).


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#65 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 04 marzo 2015 - 11:13

vabè il pezzo di wired è imbarazzante, siamo a livelli blogger del fattoquotidiano.it (ashd)


  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#66 Paraponzipò

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Inviato 04 marzo 2015 - 14:47

Che poi della musica filmata o raccontata secondo i canoni di passione ed emozione si è fatto un uso ai limiti dello spregiudicato fino a inflazionarlo: penso che pochi altri prodotti che inquadrino la cosa in quest'ottica possano aggiungere qualcosa di nuovo al prodotto. Senza contare che si tratta di aspetti che riguardano molto più da vicino la musica rock e pop che quella "colta", musica che fa della produzione oltre che dell'esecuzione un aspetto fondante, senza contare la semplificazione della melodia in funzione di una maggiore comunicatività ed empatia.

In sostanza la musica colta È virtuosismo, ed È perfezionismo; l'amore per la musica qua non c'entra niente: sono assunti di fatto che non solo non è necessario giustificare ma neanche raccontare, perché presupposti. Se parliamo di grandi esecutori (Michelangeli, Paganini, Horowitz giusto per fare degli esempi banali), si trova fatica e sacrificio nelle loro storie, maniacalità, aneddoti che ne tracciano caratteri al limite del disagio mentale.

 

È veramente idiota credere che la musica non sia anche questo: offrire un prodotto godibile agli ascoltatori implica un lavoro mostruoso per l'esecutore, che di romantico, artistico e fascinoso ha molto poco. Se ad alcuni questo non sta bene che si dedichino al disimpegno di generi musicali più immediati e distesivi.


  • 2

#67 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 05 marzo 2015 - 12:47

Senza scomodare critiche di stampo sessantottino che cilindrano totalmente e fuori tempo massimo la prospettiva con cui ha senso valutare un film (o un romanzo o un fumetto), è Karate Kid versione 2.0 (o meglio Mississippi Adventure del grande Walter Hill, restando in tema musicale), solo senza Ralph Macchio e senza ironia.
Ciò detto, mi ha fatto passare un'ora e tre quarti piacevole.
  • 1

#68 Paraponzipò

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Inviato 11 marzo 2015 - 13:44

https://www.facebook...785020011583813

 

:rotfl: :rotfl:


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#69 William Wilson

    Doppelgänger

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Inviato 11 marzo 2015 - 17:32

Fofi ha inquinato il suo giudizio estetico con dei preconcetti di ordine politicheggiante e manicheo. D'altronde, di un film non interessa che faccia "propaganda" (ammesso e non concesso che un buon film, e questo in particolare, possa mai farlo), ma che racconti una bella storia. E' arbitrario ritenere questo un film di destra, tanto più che qui quell'ideologia, semmai ci fosse, è propria dell'"antagonista" (per usare un concetto banale narratologicamente parlando).

In realtà le migliori opere d'arte rifuggono il manicheismo, o meglio la "propaganda" in senso lato; altrimenti sarebbero saggi. E Whiplash è un'opera d'arte, non foss'altro per quello stupendo, ambiguo, strano sguardo d'intesa finale.

Non so se mi sono espresso chiaramente. Comunque quello che mi sorprende di più in un'analisi - se vogliamo chiamarla così - come quella di Fofi, è la paura (tanto immotivata quanto imbecille, a mio avviso) di un elemento pur fondante di moltissimi intrighi: l'eroe, con le sue lotte, la sua crescita, la sua vittoria.

In altre parole: demoliamo politicamente Whiplash, e allora avremo strada libera per demolire stupidamente epopee, poemi, romanzi su cui la cultura si fonda e nei quali l'uomo trova ciò che cerca: una naturale, legittima gratificazione.

Riassumo:

1) Diffidare dai critici che mischiano arbitrariamente estetica e politica.

2) Whiplash è opera di un artista, e un artista non intende provare niente, ma solo creare cose belle.


  • 5

#70 paloz

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Inviato 12 marzo 2015 - 11:32

ARTRIBUNE CHE RISPONDE ALL'ARTICOLO DI FOFI

 

È sempre bello leggere Goffredo Fofi, tanto più quando i suoi scritti svelano zone d’ombra in opere salutate come capolavori. È il caso della critica al film Whiplash, pubblicata il 26 febbraio da Internazionale [...]

 

Quanto manca all'implosione?


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#71 tiresia

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Inviato 09 giugno 2015 - 10:19

. E il film si fa vedere alla grande, ti imbriglia dentro al rullio, agli stacchi, alla velocità fisica, alla tensione indiavolata. E’ uno scontro fra caratteri, tutto il resto è sullo sfondo. Quello che è particolare del film è il raccontare un “normale” batterista, non è baciato dal talento, che si incaponisce nel voler diventare il migliore nel suo campo, campo che potrebbe essere tutto un altro, non c’è piacere, gioia, incanto sul fatto che abbia scelto un’arte, non c'è nessun discorso attorno all'arte, la batteria e la musica sono strumentali alla sua forza di volontà. La stessa forza di volontà che ritrova nel professore, per nulla colpito dal “talento puro” e neppure alla ricerca del talento puro, ma tutto votato ad avere una perfetta esecuzione tradotta in una “perfetta disciplina” che porti la sua orchestra a primeggiare (su basi abbastanza fumose).

Mi sono trovata come tutti voi a preannunciare almeno tre passaggi della sceneggiatura, ciò nonostante il film tiene la tensione e il ritmo, con un montaggio davvero perfetto, dalla prima scena all’ultima.

 

Sul sottotesto fascistoide: ambedue i protagonisti condividono la stessa visione dell’approccio alla musica, la condividono così tanto che, al netto delle vicissitudini lungo il film, si riconoscono e solo allora vanno d’accordo, sono come due autistici al mondo che possono relazionarsi solo con loro stessi.

 

Per il resto: trattandosi di jazz risibile l’ultima vendetta del professore. E infatti…


  • 3

#72 Claudio

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Inviato 19 giugno 2015 - 14:45

Finalmente sono riuscito a vederlo, e devo dire che condivido un po' tutti i "pro" e i "contro" che ho letto qui. Il film si lascia seguire che è un piacere, il ritrmo è il tema e il motore di tutto, mentre non penso si debba cadere nel tranello di considerare "un messaggio" l'epilogo, in particolare la tesi "non sei Charlie Parker se molli e non sai soffrire". E' una concezione sadomasochistica dell'insegnamento che non ho mai condiviso in ogni campo (figurarsi nella musica, che è tutt'altro) e che per me, sotto sotto, disprezza anche il regista

Spoiler
, solo che è il motore del film, secondo un canone tutto sommato non molto originale di Hollywood e dell'American Dream.

"Full Metal Jacket" non lo tirerei in ballo, però, perché lì quel meccanismo perverso era solo funzionale alla conclusione pessimistica sugli orrori della guerra e sulla violenza che si autoalimenta. Qui, per me, molto semplicemente è la chiave dell'entertainment, la molla che spinge la storia.

Sull'Oscar a J.K. Simmons, nulla da eccepire. Chi del resto lo segue dai tempi di "Oz" e dell'altro "mostro" Schillinger sa di quale abilità straordinaria sia provvisto nell'incarnare la perfidia umana.

 

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#73 William Wilson

    Doppelgänger

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Inviato 19 giugno 2015 - 18:53

 

"Full Metal Jacket" non lo tirerei in ballo, però, perché lì quel meccanismo perverso era solo funzionale alla conclusione pessimistica sugli orrori della guerra e sulla violenza che si autoalimenta. Qui, per me, molto semplicemente è la chiave dell'entertainment, la molla che spinge la storia.

D'accordo con il distinguo, ma scordi che è il film stesso a citarlo... E direi anche il "particolare" che hai messo in Spoiler.


  • 0

#74 Claudio

    I am what I play

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Inviato 20 giugno 2015 - 09:39

 

 

"Full Metal Jacket" non lo tirerei in ballo, però, perché lì quel meccanismo perverso era solo funzionale alla conclusione pessimistica sugli orrori della guerra e sulla violenza che si autoalimenta. Qui, per me, molto semplicemente è la chiave dell'entertainment, la molla che spinge la storia.

D'accordo con il distinguo, ma scordi che è il film stesso a citarlo... E direi anche il "particolare" che hai messo in Spoiler.

 

No ma sicuramente è il primo accostamento che viene in mente, certe volte ne sembra quasi una parodia, però per me gli intenti di Chazelle non sono gli stessi di Kubrick.


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#75 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 giugno 2017 - 09:01

Recuperato ieri.

Avete più o meno già detto tutto, film sportivo travestito da film sulla musica, mistica americana del vincente, del sacrificio e del successo a tratti asfissiante*, un sacco di situazioni al limite del ridicolo e scelte registiche spesso grossolane con il buon Chazelle che non riuscendo a farti "sentire" la musica e l'impegno del protagonista non trova di meglio che indugiare su facce sudate, mani sanguinanti e borse del ghiaccio.

Niente di più lontano dal jazz e dalla sua coolness ovviamente ma tutto sommato un film dal buon ritmo e ben confezionato che si lascia guardare.

Bravo J.K. Simmons anche se spara un sacco di stronzate.

Voto: 6

 

 

*Assolutamente sbagliato l'accostamento a Rocky però, che è tutta un'altra storia ed è sostenuto da tutta un'altra retorica.


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#76 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 31 agosto 2018 - 23:00

[MAGARI SPOILERO]

 

C'è una sola parte in cui la regia perde totalmente il controllo e la scena deraglia nell'irreale,ed è tutta la scen(eggiat)a dell'incidente, una colpa tale da impedirmi di dire capolavoro.

 

L'ho trovato un impietoso ritratto della maledizione di avere un talento. O di credere di averlo, e della fatica, del sangue e del sudore per farlo emergere, affinare, e poi, finalmente, esternare (ecco perché la vendetta nel finale sarebbe stata una mazzata terribile, se non ci fosse stata reazione).

 

Ovviamente, parliamo di quella fetta di musica che fa coincidere il talento con la tecnica, con la prigione del pentagramma e la sua conoscenza quasi carnale (poi, per carità, io vedo più purezza in Mick Jones che inventa il riff di Should I stay or should I go cazzeggiando in pausa).

 

Molto vero quanto detto da voi della morale pseudo destrorsa - fascista non mi pare il caso - dell'essere o i migliori o non esserci mai stati (giuro, in più parti guardavo e pensavo a Cristiano Ronaldo). Ma non è altrettanto nobile, per quanto assolutamente folle, il ruolo che il personaggio di J.K. Simmons ha deciso di ritagliarsi? Sacrificare tutto il resto in cambio della ricerca di un nuovo talento assoluto, riconoscere in quel momento l'unico compimento possibile della propria esistenza. Avere un orgasmo, finalmente.

 

Ho usato il termine orgasmo non casualmente, perché c'è una sottile tensione sessuale tra i protagonisti, strisciante, sempre celata ma percettibile. Il momento in cui parte l'assolo finale il maestro decide alla fine di lasciarsi andare (tema identico a quanto accade in Phantom thread di Anderson, anche questo visto negli stessi giorni). Quando si accorge che sta succedendo, si crea un unione universale (maestro-allievo, padre-figlio, amante a-amante b) che raggiunge il culmine (l'orgasmo) nello sguardo/sorriso finale tra i due: ce l'hanno fatta.

 

Il successo rimane fuori da questo discorso, in quanto non segnale della grandezza dell'artista: il film finisce con la fine dell'esecuzione, non si sa se il pubblico applauderà, quello stesso pubblico che, magari timidamente, aveva applaudito la prima esecuzione palesemente cannata alla batteria.

 

Film potentissimo. 


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#77 Edgewalker

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Inviato 08 maggio 2020 - 10:44

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Un pò Wim Diesel qui lui

 

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#78 woody

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Inviato 10 maggio 2020 - 16:06

 

 

Ovviamente, parliamo di quella fetta di musica che fa coincidere il talento con la tecnica, con la prigione del pentagramma e la sua conoscenza quasi carnale (poi, per carità, io vedo più purezza in Mick Jones che inventa il riff di Should I stay or should I go cazzeggiando in pausa).

 

 


Guarda ma manco per niente. Cioè se vuoi suonare jazz devi sapere suonare più dei Ramones su questo non ci piove, ma che la tecnica coincida col talento non è per niente vero, vedi Monk, Sun Ra etc.
Vedi molti jazzisti vecchi che spesso dicono che molti famosi jazzisti moderni suonano benissimo tecnicamente ma non hanno una voce propria e sono troppo freddini per i loro gusti.

Per non parlare dello stereotipo ormai per me insopportabile della spontaneità del rock, Kind of Blue è stato registrato in due giorni, la maggior parte dei dischi che amiamo di pop e/o rock è stato registrato in diversi mesi, frutto di interminabili sessioni in cui i musicisti tentano di realizzare quello che hanno in mente, cioè l'opposto della spontaneità.
Il rock al massimo è come la stand-up, il risultato può sembrare spontaneo anche se è frutto di un lunghissimo di lavoro di cesello che poco ha a che fare con l'esssere spontanei.

 


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#79 ucca

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Inviato 10 maggio 2020 - 16:14

Beh schiumare è fondamentale in qualsiasi arte, altrimenti finirai per ripetere la prima intuizione tutta la vita. certo avere come maestro un pazzo che pensa che suonare sia solo fatica è il modo migliore per darsi piuttosto alla droga. Non c'è solo il tempo o la tecnica c'è anche il gusto e il coordinamento con gli altri,un batterista solista è inutile. Nel film mi pare di ricordare che il maestro sia contento alla fine per un assolo delirante in cui la batteria azzittisce tutti gli altri per 2 minuti, contento lui.
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#80 woody

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Inviato 10 maggio 2020 - 16:36

Beh schiumare è fondamentale in qualsiasi arte, altrimenti finirai per ripetere la prima intuizione tutta la vita. certo avere come maestro un pazzo che pensa che suonare sia solo fatica è il modo migliore per darsi piuttosto alla droga. Non c'è solo il tempo o la tecnica c'è anche il gusto e il coordinamento con gli altri,un batterista solista è inutile. Nel film mi pare di ricordare che il maestro sia contento alla fine per un assolo delirante in cui la batteria azzittisce tutti gli altri per 2 minuti, contento lui.

Vabbè il solo finale era per dimostrare di saper suonare, dopo la pessima figura del batterista davanti al pubblico che non sapeva che era stato sabotato.

Sullo schiumare sono più o meno d'accordo, nel rock sono gli anni di gavetta di tanti gruppi passati a suonare insieme cercando di creare qualcosa, i concerti nei localini semivuoti per due lire etc in altri generi c'è lo studio in cameretta e poi l'incontro con altri musicisti/compositori etc


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#81 dick laurent

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Inviato 10 maggio 2020 - 17:22

Beh schiumare è fondamentale in qualsiasi arte, altrimenti finirai per ripetere la prima intuizione tutta la vita. certo avere come maestro un pazzo che pensa che suonare sia solo fatica 

 

più che così la metterei che il maestro pensa che il suonare sia precisione estrema, vedi la scena dove non gli va bene il tempo dei batteristi e glielo fa ripetere un sacco di volte come se l'azzeccare al miliardesimo di secondo il tempo di metronomo che manco un orologio atomico fosse minimamente importante.

Però l'aspetto della fatica da parte del batterista visto che avete riportato a galla la discussione è uno degli aspetti più interessanti del film, sarà che (a parte forse una minoranza di persone alle quali viene tutto facile) uno degli aspetti più presenti nella vita di chi suona è la frustrazione nel non riuscire a fare quello che si vorrebbe. Nel senso che a prescindere dal genere suonare uno strumento c'è davvero quell'aspetto di scontro col pezzo di legno che spesso non è tuo amico manco per niente. Pure nel punk toh, ecco Woody citava i Ramones ma poi suonare per davvero i Ramones con tutte le pennate verso il basso non credo sia così una passeggiata. Anche se poi per la retorica che il punk è semplice (si, magari da un punto di vista della teoria musicale, dal punto di vista fisico è un'altra cosa) magari la cosa si omette.

Ecco, quest'aspetto non l'avevo mai visto venire fuori (e forse manco nei film di sport dove ti mostrano tutta la preparazione) come in Whiplash. 


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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#82 ucca

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Inviato 10 maggio 2020 - 20:29

Si diciamo che mi ha dato fastidio un po' il messaggio di fondo,quel sorrisetto tra i due dopo una performance senza senso. avrei preferito si fosse alzato e gli avesse menato un po' come nel principe della città quando Gus va nello studio del magistrato che lo vuole incriminare e gli fa il culo
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