Per quello che sono riuscito a capire tramite i miei contatti (sia italiani che russi) che vivono in Russia, il dibattito locale si potrebbe attualmente dividere in questo modo:
(ovviamente semplifico e banalizzo all'ennesima potenza)
1) Condanna senza appello da parte dei giovani delle grandi città, per intenderci quelli che amano viaggiare in Europa e che in gran parte sono andati a protestare. Anche sui social (almeno finché non li oscurano tutti , come accaduto oggi a Twitter) è un proliferare di frasi del tipo "mi vergogno di essere russo", "chiedo scusa per quello che sta facendo il mio paese", ecc.
2) Gli adulti (diciamo fascia 35-50), pur non approvando la guerra, ti rispondono che in qualche modo bisognava pur intervenire dopo 8 anni (e iniziano a elencarti tutto quello che è successo nel Donbass). Ovviamente mi riferisco a persone normali con una buona istruzione: e se la propaganda, da questo punto di vista, riesce a essere un minimo efficace anche su di loro, potete immaginare l'effetto che fa su casi umani, esaltati o nostalgici che vivono fuori dal mondo.
3) Indifferenza da parte di chi, evidentemente, non si è ancora reso veramente conto della situazione (un mio amico mi ripete sempre questa frase: "ricordati che il male peggiore della Russia è l'indifferenza"). Quest'ultima categoria, nella quale potremmo inserire anche una parte degli oligarchi o comunque dei ricconi russi, si spera possa cambiare drasticamente opinione una volta entrate in azione le sanzioni.
Possibilità di una rivolta popolare? Difficile rispondere a questa domanda. Se la guerra dovesse proseguire a lungo, probabilmente sì, soprattutto perché a farne le spese sono i fratelli ucraini: sono poche le famiglie russe a non avere almeno un parente in Ucraina, e questo è un fattore da non sottovalutare. Certo però che se cominciano a oscurare tutti i mezzi di informazione, a mettere a tacere ogni oppositore (anche moderato, vedi Ivan Urgant) e a bombardare con le fake news...
Capitolo sanzioni: non potendo rispondere militarmente per ovvi motivi, rimangono l'unica arma nelle nostre mani e di conseguenza vanno usate, fin qui siamo tutti d'accordo. Ma bisogna comunque fare attenzione, perché isolare troppo la Russia potrebbe diventare molto pericoloso, si potrebbe così far risvegliare l'orgoglio patriottico anche nei più moderati, che potrebbero sentirsi perseguitati e di conseguenza radicalizzarsi (grazie alla macchina della propaganda). Qualcosa di non troppo diverso rispetto a quello che successe nella Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, per intenderci.
Infine, prima avete parlato di un'eventuale fase post-Putin (che sarà sicuramente drammatica, forse peggiore della precedente, altro che democrazia): bene, tutti i russi la temono, da sempre, moltissimo, essenzialmente per due motivi:
1) un possibile ritorno all'anarchia degli anni 90, il periodo peggiore nell'intera storia della Russia, ancora oggi descritto come l'inferno in terra da chiunque li abbia vissuti.
2) un più che probabile (se non quasi certo) ritorno del terrorismo caucasico e in particolare ceceno, che Putin - seppur con mezzi a dir poco discutibili - era bene o male riuscito a controllare negli ultimi 15 anni. Ma rimane un sottile equilibrio, basta poco e Mosca si trasformerebbe in una polveriera.