I Sólstafir sono in giro da circa 20 anni e questo è il loro quinto LP; è anche l'unico che abbia mai ascoltato, a parte qualcosina dai vecchi album cercato su youtube.
Si potrebbero liquidare come "il classico gruppo nordico che parte dal metal estremo e col tempo passa a fare cose più atmosferiche", che è un genere che non mi appassiona; in realtà li ho trovati molto più interessanti del previsto.
Tre canzoni su otto (Middegi, Non e in parte Dagmal) sono ancora metal senza molti fronzoli, belle tirate ma secondo me non hanno molto da dire.
Più interessante quello che succede negli altri cinque pezzi; solitamente il problema con molti gruppi di questo genere è che lasciano l'idea di fare semplicemente metal annacquato: abbassiamo la distorsione delle chitarre, depotenziamo il suono della batteria, magari aggiungiamo qualche arpeggino a caso, olè. Qui invece le parti atmosferiche e le sfuriate sono miscelate in modo più convincente: voce ancora potente (non growl o scream eh), muri di chitarroni sludge e batteria massiccia completano perfettamente la parte orchestrale, fatta di archi e occasionalmente pianoforte.
Li dedichiamo a chi non si è ancora rotto le balle di post-metal, soft/loud e Scandinavia