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Olivier Messiaen


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50 replies to this topic

#1 dick laurent

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Inviato 26 dicembre 2006 - 23:56

Qualcuno mi dà una mano? Col search non è saltato fuori nulla, e allora ho pensato che un topic su questo compositore non sarebbe stato male. Vorrei approfondire un po' la sua opera (conosco solo lo splendido Quatuor pour la fin du temps) e gradirei qualche consiglio. Chi sa, si dilunghi pure.
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#2 kingink

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Inviato 27 dicembre 2006 - 12:07

Non conosco benissimo Olivier Messiaen, o almeno non lo conosco come vorrei.
Olivier Messiaen, compositore francese, è uno degli autori più strani di tutto il novecento. La sua arte, una delle più eccelse di tutto il secolo scorso, si situa in una posizione di indipendenza da tutte le principali avanguardie che ha dell'incridibile. Al pari di un Shostakovich o di un Carter (con le dovute distanze di forme e contenute), Messiaen si pone, nonostante il suo avanguardismo musicale, come una delle esperienze più atipiche di tutto il 900. Le scelte stilistiche di Messiaen si legano ai suoi studi su diversi aspetti delle tradizioni musicali occidentali e orientali: canto gregoriano, canto greco e indiano. Interessante è inoltre il copioso studio sul canto degli uccelli (Messiaen fu ornitologo). Catalogue des oiseaux e Oiseaux exotiques, il primo pianistico, il secondo orchestrale vanno ad inquadrare in musica le ricerche del maestro in questo campo d'indagine.
Interessante appare anche la componente mistica, connaturata a questi studi animali e mutuata da un grande del passato: Alexander Scriabin, che sarà un punto di riferimento per tutta l'opera pianistica più che rispetto all'altro grande riferimento che è Debussy. Dal primo (OT autore oggi troppo dimenticato, uno dei grandi del decadentismo russo la cui arte esoterica e mistica è stata una delle esperienze più illuminanti di fine 800; le sonate per piano al limite della tonalità e il poema dell'estasi saranno due dei modelli per tutta la scuola francese seguente /OT) Messiaen mutuerà soprattutto lo stile pianistico e la cultura esoterica sottostante, dal secondo mutuerà tutti gli esperimenti esatonal e le sottili trame pianistiche tipiche di Debussy.
Importante anche l'influsso di Wagner e Stravinsky per quel che concerne la timbrica e la composizione orchestrale. Il cromatismo wagneriano e l'uso dilatato dell'orchestra di stravinskyana memoria sono le basi per le opere orchestrali di Messaiaen. Turangalîla-Symphonie ne è un esempio.
Da non trascurare anche l'imponente produzione per organo (era organista titolare nella chiesa della Trinità a Parigi). Messiaen opera una sintesi di tutte le esperienze francesi dell'800 seguendo come modelli Cesar Franck e Marcel Duprè.
Se le sue ricerche sul timbro e sul ritmo hanno esercitato un influsso non indifferente su Boulez (Messiaen insegnò a una pletoria di compositori durante i corsi a Darmstadt e i suoi studi dodecafonici-seriali saranno un modello ineccepibile per Boulez), la via seguita dal compositore francese resta come già scritto isolata e giunge e esiti di libertà fantastica e visionarietà compositiva assai rilevante.
Cito altre opere da me ascotate: oltre allo splendido Quatuor pour la fin du temps, meritano una menzione particolare L'ascensione e Venti sguardi sul Bambimo Gesù. Da sentire assolutamente l'opera San francesco d'Assisi: uno dei grandi capolavori operistici del 900.
Dimenticavo: Messiaen è stato uno dei grandi promotori della composizione su Onde Martenot.
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#3 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 27 dicembre 2006 - 18:01

giorgietto ha scritto già parecchio; non mi dilungherò.
Messiaen è certamente la figura cardine del xx secolo francese, anello di congiunzione tra le ansie wagneriane ereditate da Debussy e quelle post-moderniste di Boulez.
Egli è stato, ed è sicuramente il punto di rierimento per l'avanguardia transalpina.
musicista enormemente eclettico, dal grandissimo ego anche se annullato da una fede mistica al limite del visionario, Messiaen scelse gli uccelli, creature incredibili, quali trasfigurazione dell'opera del creatore ai quali dedicò tanta parte dlele sue energie creative, culminate in quel capolavoro di misticismo e visionarietà che è il Saint Francoise d'Assise.
di quest'ultima opera consiglio l'ascolto di
Immagine inserita
kent nagano, con uno straordinario van dam
ovviamente non possono mancare gli ascolti di queste altrettanto fondamentali pagine di musica del secolo scorso:
Immagine inserita oppure Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita

oltre al già citato Quartetto
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#4 kingink

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Inviato 27 dicembre 2006 - 18:09

Bella la galleria fotografica........ ;D ;D ;D
io in Messiaen, ci tengo a precisarlo, ho sempre sentito l'influenza determinante di Scriabin; secondo me buona parte del misticismo del maestro transalpino derivano dagli insegnamenti del maestro russo....

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#5 ravel

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Inviato 27 dicembre 2006 - 22:38

Suggerirei forse di partire dalla musica da camera per pianoforte solo (il Catalogue d'oiseaux una delle musiche più belle di tutto il Novecento per lo strumento... ) o per pf e (relativamente) piccolo ensemble come Oiseaux exotiques o Couleurs de la Cité céleste, più che dalla musica "sinfonica" nella quale a mio avviso alle grandi pretese non hanno fatto sempre seguito grandi risultati.
Comunque un grandissimo...  :o
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(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#6 dick laurent

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Inviato 28 dicembre 2006 - 19:39

vi ringrazio davvero. Pochi commentatori ma ottimi
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#7 clapat71

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Inviato 08 gennaio 2007 - 14:58

Peccato che non esistano pianisti degni di tal nome che abbiano pubblicato suoi lavori (ad eccezione di barenboim presente in una delle prime registrazioni del quatuor) :-(
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#8 kingink

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Inviato 08 gennaio 2007 - 15:39

Peccato che non esistano pianisti degni di tal nome che abbiano pubblicato suoi lavori (ad eccezione di barenboim presente in una delle prime registrazioni del quatuor) :-(


secondo me l'interprete (Pierre - Laurent Aimard) di questo cd è un mostro................almeno, su Ligeti è impressionante!!!!!

Immagine inserita

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#9 Guest_kobaia_*

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Inviato 08 gennaio 2007 - 15:45

dick lascia stare gli uccelli che sono ostici buttati su  vingt regards sur l'enfant Jesus e i meravigliosi preludes

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#10 clapat71

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Inviato 08 gennaio 2007 - 16:09


Peccato che non esistano pianisti degni di tal nome che abbiano pubblicato suoi lavori (ad eccezione di barenboim presente in una delle prime registrazioni del quatuor) :-(


secondo me l'interprete (Pierre - Laurent Aimard) di questo cd è un mostro................almeno, su Ligeti è impressionante!!!!!


In che senso impressionante ?
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#11 ravel

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Inviato 08 gennaio 2007 - 17:52

Confermo. Aimard ha qualcosa di inquietante...  :o

Degli "Studi" di Ligeti ho una sua registrazione dal vivo che è persino superiore a quella di studio... Non è umano quello lì...
Non conosco i suoi "Vingt regards" ma saranno senz'altro ottimi...

Mi permetto di dissentire da Kobaia. Il "Catalogue d'oiseaux" è meraviglioso e per nulla ostico. O perlomeno non più ostico dei "Vingt regards"...
E Peter Hill li esegue strepitosamente bene (altro che la moglie di Messiaen, Yvonne Loriod... ), con una velocità d'attacco che si unisce a una capacità di evidenziare l'unità interna (talvolta proprio melodica!) del brano indimenticabili.
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#12 kingink

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Inviato 08 gennaio 2007 - 18:14



Peccato che non esistano pianisti degni di tal nome che abbiano pubblicato suoi lavori (ad eccezione di barenboim presente in una delle prime registrazioni del quatuor) :-(


secondo me l'interprete (Pierre - Laurent Aimard) di questo cd è un mostro................almeno, su Ligeti è impressionante!!!!!


In che senso impressionante ?


procurati questi due cd:

Immagine inserita Immagine inserita

Penso che gli aggettivi impressionante e, citando Ravel, inquietante calzino a pennello per Aimard....
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#13 Guest_kobaia_*

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Inviato 08 gennaio 2007 - 18:26

ostico per chi non ha orecchie molto allenate può esserlo e io non conoscendo Dick ...
non facciamo gli snob del cazzo ma 3 cd degli uccelli sfido chiunque a sentirli senza pause almeno che non si voglia soffrire e fare i titanici ...visto che sono composizioni che non hanno pressoché melodia alcuna ma solo accordi su accordi l'ascolto è ostico...cerebrale
"Vingt regards" almeno sono solo due cd e finisce prima il tutto per poi andare a spararsi subito una bella sega liberatoria  ;D

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#14 ravel

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Inviato 08 gennaio 2007 - 19:24

Be'... mi sembra che un po' di snobismo (alla rovescia) lo faccia più tu di me...  ;)
Se lo spirito dovesse essere quello di adempiere una specie di "dovere culturale" meglio lasciarlo perdere, Messiaen (e con lui mille altri... )

Nessuno obbliga a sentire i tre cd del "Catalogue" uno dopo l'altro...
Inoltre non è vero che non abbiano melodia alcuna.
A meno che per "melodia" non si intenda solo un bel temino stra-tonale composto cronologicamente non oltre Mozart  :D  (e non credo che sia il tuo caso ovviamente).
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Moriremotuttista


#15 Guest_kobaia_*

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Inviato 08 gennaio 2007 - 20:16

eh  no Ravel i tre cd vanno ascoltati di fila
altrimenti che esperienza catartica sarebbe? le emozioni mistiche intense non vanno interrotte e già il dover cambiare tre volte il cd è una scocciatura

per il discorso melodico armonico il secondo prevale e di gran lunga negli uccelli
a meno che tu riesca a cinguettare bene il tutto dopo
dubito stordito dopo le tre ore di ascolto

no so cosa sia ora lo snobismo alla rovescia che siamo su un campo di tennis?
siete incredibili davvero  ;D


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#16 ravel

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Inviato 08 gennaio 2007 - 20:27

Onestamente non riesco a capire in quale senso scrivi quello che scrivi.
Ma non è un grosso problema, quello che avevo da dire sull'argomento l'ho detto...

Chi ha voglia di ascoltare Messiaen lo ascolti, chi lo trova una palla, "à la" Potemkin fantozziana, ascolti qualcos'altro...
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Moriremotuttista


#17 Guest_kobaia_*

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Inviato 08 gennaio 2007 - 20:38

e chi dice il contrario? dick voleva aver qualche consiglio tu hai dato i tuoi io i miei
non inizierei M. con gli uccelli che sono ostici solo questo ho scritto
ho replicato sul tuo dissenso sull'ostico ma non importa davvero alla fine
aspettiamo che lui ascolti il tutto poi ci dirà qualcosa in merito
magari li trova facili facili melodici e ce li cinguetta tutti




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#18 kingink

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Inviato 26 marzo 2007 - 18:59

Potevo postarlo nel topc album che sto ascoltando, ma dato che è aperto un topic sul compositore francese scrivo qua; magari do il la a nuovi spunti di riflessione.

Immagine inserita

La Sinfonia Turangalila è una composizione meravigliosa.
Composta da Messiaen nel 1948 e formata da 10 movimenti, venne commissionata al compositore da Sergey Koussevitzky per la Boston Symphony Orchestra. Non a caso la prima esecuzione vide alla bacchetta l??anno dopo Leonard Bernstein proprio alla guida della BSO.
Importante è tenere presente, come il commissionario dell??opera, non diede nessun vincolo di forma, contenuto e durata a Messiaen. Ne venne fuori un??opera oceanica che andava oltre l??ora e un quarto di durata dove il compositore ha riversato tutta la sua stupenda arte.
La Turangallia (nome di derivazione sanscrita) prende il proprio humus dal mito del tristano di Wagneriana memoria e insieme ad altre due composizioni Harawi (1945) e Cinq Rechants (1948) conclude una sorta di trilogia dedicata da Messiaen proprio al mito di Tristano. Per completezza il titolo, in base alle parole dello stesso compositore significa: canzone d??amore e inno alla gioia, tempo, movimento, vita e morte. Inoltre la composizione vede come solisti due strumenti il pianoforte e le Onde Martenot e venne dedicata dal compositore a sua moglie Yvonne Loroid e alla sorella di questa: Jeanne Loroid.
Trattasi, come da titolo di una sinfonia che in realtà non è una sinfonia, per lo meno classicamente parlando (opinione personale). Potremmo considerarla una sinfonia concertante: la forma è più vicina a quella, ma non è una sinfonia concertante; potremmo considerarla un concerto grosso per la pletoria di strumenti che compongono l??orchestra e per i numerosi spazi di solismo che vengono lasciati ad alcuni di questi. Potremmo anche considerarla un doppio concerto: alla fine le dedicatarie dell??opera sono le due musiciste soliste. O forse è un concerto per piano: caspita ci sono certe cadenze sparse qua e la che sono spettacolari.
Ma alla fine che diavolo è questa Turangalila; un bordello, un pastiche schifosamente riuscito di suoni, colori, suggestioni, di diverse culture (orientale) e dei precedenti esperimenti sui canti degli uccelli. Nei suoi 75 minuti si vede tutta la bravura, l??originalità,la perizia di Messiaen e il suo totale possesso delle potenzialità dell??orchestra.
Riporto da Wikipedia la compagine orchestrale, così per capire che cosa può attendere l??ascoltatore: piccolo, 2 flutes, 2 oboes, cor anglais, 2 clarinets, bass clarinet, 3 bassoons, 4 horns, 3 trumpets, 1 trumpet in D, 1 cornet, 3 trombones, 1 tuba, piano solo, celesta, 5 percussionists (playing vibraphone, glockenspiel, tam tam, tubular bells, maracas, snare drum and various other drums, bass drum, temple blocks and wood block) and strings (violins, violas, cellos and double basses), as well as an Ondes Martenot.
Mirabile è l??uso del timbro (di stravinskijana memoria), di spremitura dei vari strumenti, e del ritmo. Magnifica è la poliritmia con cui Messaien cesella cambi di tempo repentini, battute irregolari, tempi sgembi e quant??altro.
Inoltre il compositore transalpino perviene nell??ardua impresa di dare un equilibrio complessivo a tutti i dieci movimenti attraverso continui riferimenti; i temi principali (amore, fiori, statua) ricorrono l??uno con l??altro attraverso un intelligente meccanismo di ripresa ciclica.
E mirabile è anche l??uso delle Onde Martenot, che danno quel piglio d??avanguardia in più a un??opera che già così com??è trabocca d??avanguardia.   
L??interpretazione, come già segnalato sopra, è una delle migliori principalmente per due motivi:
1. Whun Chung è uno degli specialisti dell??arte orchestrale di Messiaen
2. Questa registrazione, si può giovare della presenza e delle direttive di Messiaen stesso e delle due dedicatarie dell??opera che suonano i rispettivi strumenti solisti.

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#19 dick laurent

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Inviato 27 marzo 2007 - 21:54

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grazie King, bella analisi, mi sa che lo cerco al volo!
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#20 kingink

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Inviato 01 ottobre 2008 - 07:53

ritiro su questo sepolto topic per segnalare che l'etichetta tedesca Deutsche Grammophon pubblicherà, per celebrare i cento anni dalla nascita, una complete edition in 32 cd. La data prevista d'uscita è il 6 ottobre.

Qua maggiori info.... 

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#21 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 01 ottobre 2008 - 08:03

eh ma qua di complete edition in complete edition toccherà acquistare un nuovo appartamento... :D
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#22 Guest_pleinelumiere_*

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Inviato 01 ottobre 2008 - 17:20

sì, aimard è uno dei pochi che osino includere il terribile "désordre" di ligeti nel proprio repertorio live...

bellissimo thread con molte segnalazioni interessanti, grazie a kingink e agli altri!

http://it.youtube.co...h?v=zi5QVOCNK6M

regard X da aimard  :)

http://it.youtube.co...h?v=ht5qqE_e1UE

oiseaux exotiques da aimard/boulez  O_O


Peccato che non esistano pianisti degni di tal nome che abbiano pubblicato suoi lavori (ad eccezione di barenboim presente in una delle prime registrazioni del quatuor) :-(


secondo me l'interprete (Pierre - Laurent Aimard) di questo cd è un mostro................almeno, su Ligeti è impressionante!!!!!

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#23 lamonteyoung

    Cazzaro

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Inviato 28 ottobre 2008 - 11:08

ma che palle! ho comprato da qualche mese il complete edition da 18cd e ora ne esce uno da 32?  :(
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"Se ci si vuole opporre all'ordine vigente, è cosa saggia, quando si presenta l'occasione, provocare il caos” (Walter Marchetti)

 

Vendo dischi ---> http://forum.ondaroc...66-vendo-cdcdr/


#24 Guest_The Magnetron Society_*

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Inviato 28 ottobre 2008 - 13:01

Dispiace lamonteyoung..ma questo è in assoluto IL cofanetto
migliore fin quì mai uscito per il valore degli escutori,degli strumenti e delle registrazioni.Assieme all'acquisto del cofanetto licenziato dalla DEUTSCHE GRAMMOPHON consiglio la lettura del libro di Peter Hill(allievo di Messiaen..chi altro poteva analizzare tutte le sue opere?)tradotto recentemente da quelli de Il Saggiatore.

Aggiungo inoltre che il 13 dicembre all'Area Sismica
ci saranno due esecutori fantastici del Maestro,ovvero:
Matteo Ramon Arevalos - Nadia Ratsimandresy
Piano - onde martenot

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#25 kingink

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Inviato 21 novembre 2008 - 09:14

Immagine inserita

arrivata, ritirata dal mio negoziante meneghino di fiducia, aperta e già assaporato il contenuto, posso dire che vale davvero la pena per il gli amanti del compositore transalpino farci un pensierino.
In breve pregi (molti) e difetti (pochi).
Sulla qualità delle registrazioni e degli interpreti, nonchè sul fatto che trattasi dell'unica integrale dell'opus di messiaen lo si è già evidenziato, ragion per cui non aggiungo altro.
Forse più interessante parlare del packaging. A discapito dell'opulenza che contraddistingue l'etichetta tedesca, trattasi di un'edizione molto spartana. Bellissimo il lebretto di 400 pag in francese e inglese oon indice dettagliatissimo che rende agevole la ricerca e consultazione delle opere, note di copertina, foto d'archivio, interviste al compositore e spiegazione dettagliata di tutte le composizioni. Unica nota negativa (ergo unico difetto): le custodie dei cd sono in carta; quindi un pelo fragiline. In definitiva, considerando che la suddetta etichetta non è "low cost" e vedendo quanto costano le edizioni coeve (non complete) edite da altre etichette, merita davvero un plauso questa iniziativa che a prezzo tutto sommato modico (per gli standard della DG è un prezzo di copertina stracciato) ci consegna tutto messiaen.
Ah dimenticavo, con 100 ? me la sono portata a casa. Fate voi!!!!
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#26 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 21 novembre 2008 - 14:10

per chi non possiede nulla di questo fondamentale compositore del 900, credo sia una ghitta occasione da non lasciarsi sfuggire.
anche se la musica di Messsiaen non sempre è "amichevole", in breve tempo ci si affeziona come (o quasi) alle grandi composizioni classiche del passato.
Ragion per cui, prezzo a parte, non è il caso di "spaventarsi" trovandosi davanti l'opera omnia di questo gigante del secolo scorso.
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(Arturo Toscanini)

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#27 dick laurent

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Inviato 21 novembre 2008 - 14:32

grazie davvero per la segnalazione  :)
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#28 kingink

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Inviato 21 novembre 2008 - 14:34

anche se la musica di Messsiaen non sempre è "amichevole"


cosa intendi con questo attributo?
io trovo che messiaen, rispetto ai suoi contemporanei, sia uno dei compositori del periodo più immediati e fruibili.
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#29 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 21 novembre 2008 - 16:22



anche se la musica di Messsiaen non sempre è "amichevole"


cosa intendi con questo attributo?
io trovo che messiaen, rispetto ai suoi contemporanei, sia uno dei compositori del periodo più immediati e fruibili.


Sono d'accordo.


certo che la sua musica è fruibile... tutta la musica lo è, per definizione.
la musica di Messiaen cela, però, una profondità spirituale che non sempre la rende intellegibile al primo ascolto.
può affascinare (anzi, sicuramente lo fa) ma solo dopo vari approfonditi e ripetuti ascolti è possibile cogliere la profondità spirituale della sua ricerca timbrica e armonica.
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#30 kingink

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Inviato 21 novembre 2008 - 19:12

certo che la sua musica è fruibile... tutta la musica lo è, per definizione.


d'accordissimo

la musica di Messiaen cela, però, una profondità spirituale che non sempre la rende intellegibile al primo ascolto.
può affascinare (anzi, sicuramente lo fa) ma solo dopo vari approfonditi e ripetuti ascolti è possibile cogliere la profondità spirituale della sua ricerca timbrica e armonica.


lasciando stare l'inbubbia necessità dell'approfondimento, però penso che non dico una cosa insensata nell'asserire che per esempio una Turangalila sia più sfiziosa al solo ascolto di Gruppen di Stockhausen o, che ne so, di Metastasis di Xenakis (ci saranno una decina d'anni di scarto tra la turangalila e le altre due). Oppure ancora tra i Vingt Regards e la seconda sonata di Boulez o ancora tra l'osseaux exotiques e il Kreuzspiel di Stockhausen.
ritengo che Messiaen abbia per me il pregio di riuscire ad arrivare più agevolmente al gusto anche dell'ascoltatore non avvezzo alla musica colta del secondo novecento rispetto agli altri nomi citati (che per inciso sono stati suoi allievi) senza per questo far venir mai meno la sua profonda spiritualità cristiana e la sua ricerca timbrica, armonica e orchestrale.
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#31 dick laurent

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Inviato 21 novembre 2008 - 21:01


certo che la sua musica è fruibile... tutta la musica lo è, per definizione.


d'accordissimo

la musica di Messiaen cela, però, una profondità spirituale che non sempre la rende intellegibile al primo ascolto.
può affascinare (anzi, sicuramente lo fa) ma solo dopo vari approfonditi e ripetuti ascolti è possibile cogliere la profondità spirituale della sua ricerca timbrica e armonica.


lasciando stare l'inbubbia necessità dell'approfondimento, però penso che non dico una cosa insensata nell'asserire che per esempio una Turangalila sia più sfiziosa al solo ascolto di Gruppen di Stockhausen o, che ne so, di Metastasis di Xenakis (ci saranno una decina d'anni di scarto tra la turangalila e le altre due). Oppure ancora tra i Vingt Regards e la seconda sonata di Boulez o ancora tra l'osseaux exotiques e il Kreuzspiel di Stockhausen.
ritengo che Messiaen abbia per me il pregio di riuscire ad arrivare più agevolmente al gusto anche dell'ascoltatore non avvezzo alla musica colta del secondo novecento rispetto agli altri nomi citati (che per inciso sono stati suoi allievi) senza per questo far venir mai meno la sua profonda spiritualità cristiana e la sua ricerca timbrica, armonica e orchestrale.


a me il tuo discorso sembra molto giusto, ma mi sembra che ci fosse anche una differenza di approccio. In certi compositori d'avanguardia i brani spesso sono sperimentazione fine a se stessa. Per dire visto che hai citato Metastasis, come ha fatto notare qualcuno xenakis a volte in quel tipo di esperimenti elettronici sembra più interessato al disegnino da usare che al risultato musicale
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#32 Syddharta

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Inviato 23 novembre 2008 - 15:31




Peccato che non esistano pianisti degni di tal nome che abbiano pubblicato suoi lavori (ad eccezione di barenboim presente in una delle prime registrazioni del quatuor) :-(


secondo me l'interprete (Pierre - Laurent Aimard) di questo cd è un mostro................almeno, su Ligeti è impressionante!!!!!


In che senso impressionante ?


procurati questi due cd:

Immagine inserita Immagine inserita

Penso che gli aggettivi impressionante e, citando Ravel, inquietante calzino a pennello per Aimard....


Il secondo è uno dei miei ascolti più frequenti dell'ultima settimana. Pensavo di aver chiuso in bellezza sia il capitolo Ligeti sia Boulez avendo ascoltato più dell'essenziale. Mi sono dovuto ricredere.
Su Messiaen, artista che amo particolarmente, avete detto tutto l'essenziale per un approccio all'ascolto. Mi permetto di consigliare alcune cose non mi sembra nessuno abbia citato: "L'Ascension" per organo, "Il merlo nero" e se potete andate a cercarvi i "Cinq Réchants" a cappella (saranno i venti minuti migliori della vostra giornata).

M.
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M.

 


#33 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 23 novembre 2008 - 17:07


la musica di Messiaen cela, però, una profondità spirituale che non sempre la rende intellegibile al primo ascolto.
può affascinare (anzi, sicuramente lo fa) ma solo dopo vari approfonditi e ripetuti ascolti è possibile cogliere la profondità spirituale della sua ricerca timbrica e armonica.


lasciando stare l'inbubbia necessità dell'approfondimento, però penso che non dico una cosa insensata nell'asserire che per esempio una Turangalila sia più sfiziosa al solo ascolto di Gruppen di Stockhausen o, che ne so, di Metastasis di Xenakis (ci saranno una decina d'anni di scarto tra la turangalila e le altre due). Oppure ancora tra i Vingt Regards e la seconda sonata di Boulez o ancora tra l'osseaux exotiques e il Kreuzspiel di Stockhausen.
ritengo che Messiaen abbia per me il pregio di riuscire ad arrivare più agevolmente al gusto anche dell'ascoltatore non avvezzo alla musica colta del secondo novecento rispetto agli altri nomi citati (che per inciso sono stati suoi allievi) senza per questo far venir mai meno la sua profonda spiritualità cristiana e la sua ricerca timbrica, armonica e orchestrale.


certametne la musica di Messiaen è più "amichevole" che non quella di Boulez; infatti, non stavo negando ciò.
mi premeva scrivere che questa "facilità" di ascolto è spesso ingannevole e che, invece, l'ascolto serio di Messiean richiede un approccio ben più impegnativo che non il "semplice" ascolto.
ma non voglio rigirarmi i pollici su astruserie intellettualistiche, sia chiaro.
solo che la musica di Messiaen è una delle esperienze spirituali più profonde che la musica del 900 ci abbia regalato.
tutto qua :)
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(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#34 kingink

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Inviato 23 novembre 2008 - 17:21

certametne la musica di Messiaen è più "amichevole" che non quella di Boulez; infatti, non stavo negando ciò.
mi premeva scrivere che questa "facilità" di ascolto è spesso ingannevole e che, invece, l'ascolto serio di Messiean richiede un approccio ben più impegnativo che non il "semplice" ascolto.
ma non voglio rigirarmi i pollici su astruserie intellettualistiche, sia chiaro.
solo che la musica di Messiaen è una delle esperienze spirituali più profonde che la musica del 900 ci abbia regalato.
tutto qua :)


la penso come te, probabilmente mi erano sfuggiti alcuni passaggi del tuo discorso  ;) :)
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#35 Guest_Honky Tonk Man_*

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Inviato 19 febbraio 2009 - 11:07

Ieri c'è stata un'esecuzione del Quatuor pour la fin de Temps alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale in via dei Cavalieri del Santo Sepolcro a Milano.

Lancinante e in splendida location.

Non l'ho segnalato prima perché sono stato avvisato poco prima dell'inizio.
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#36 Greed

    round control to major troll

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Inviato 24 giugno 2010 - 18:49

Qualcuno ha ascoltato questa Messiaen Edition e mi sa dire se ci sono in generale delle buone esecuzioni?

Immagine inserita
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#37 Guest_The Magnetron Society_*

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Inviato 25 giugno 2010 - 12:14

Ciao Dark,
non conosco questa Edition ma se al piano c'è Yvonne Loriod
vai sul sicuro.Tecnicamente osava più di Messiaen essendo la prima
ad eseguire ogni sua composizione.
Ascoltare Messiaen su cd è però desolante,non escono i registri,i cambi di pedale..nulla.



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#38 Greed

    round control to major troll

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Inviato 25 giugno 2010 - 12:28

Ho ascoltato Vision de l'Amen ieri, suonato da Katia e Marielle Labèque, che non so chi siano, però sia l'esecuzione che la registrazione mi sono sembrate molto buone. Non ho dei gran punti di riferimento per giudicare queste cose, però mi è piaciuto...

Ascoltare Messiaen su cd è però desolante,non escono i registri,i cambi di pedale..nulla.


Stai parlando delle opere per organo? Non capisco cosa vuoi dire, sicuramente per ignoranza tecnica: ti puoi spiegare meglio? In che senso "non escono"?
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#39 Guest_The Magnetron Society_*

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Inviato 25 giugno 2010 - 17:45

I registri,prosaicamente parlando,sono azionati da quei tasti che trovi ai lati dell'organo,ne modulano l'effetto e il suono stesso.
Accanto all'organista trovi sempre il voltapagine che aiuta il musicista ad azionarli.
Gli organi e la loro meccanica poi variano a seconda della nazionalità e dalla "scuola"
di fabbricazione.Quelli italiani hanno un suono "flautato",quelli tedeschi più aspri e potenti,quelli francesi hanno un suono molto raffinato e veloce nei cambi,quelli spagnoli sono caldi,caldissimi..tutta la polifonia barocca spagnola è un archetipo di questo suono.
Sul supporto cd queste differenze si sono perdute in favore della solita "pulizia" per audiofili e spesso nelle note non trovi nemmeno le caratteristiche dell'organo utilizzato.

Il vinile è stratosferico come sempre.
Ho una cinquantina di box edition relative a Messiaen,ora introvabili e realmente perle
rare per collezionisti.Tutte e ripeto tutte distinguibili dal suono e con un po di orecchio e di studio,anche dalla mano dell'esecutore.

La musica organistica non è per tutti..va ascoltata in chiesa.


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#40 Greed

    round control to major troll

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Inviato 25 giugno 2010 - 18:56

La musica organistica non è per tutti..va ascoltata in chiesa.


Eh lo so, infatti quando ho ascoltato Messiaen all'Angelica è stato bellissimo.
Però mica si trovano tutti i giorni concerti del genere, purtroppo..
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#41 paloz

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Inviato 25 giugno 2010 - 19:58

Quando sarò papa farò presente questa grave mancanza nella mia prima enciclica.
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esoteros

 

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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#42 Malex76

    pivello

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Inviato 03 novembre 2011 - 11:57

Salve ! Tempo fa avevo scritto questa monografia di Oliver Messiaen che poi ho tenuto per me. Ovviamente e' solo una sintesi ma magari a qualcuno interessa.


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Nella musica e nella vita di Messiaen c’é, di fatto, la sintesi del XX secolo con la nascita in una famiglia borghese, la tragedia della prigionia durante il secondo conflitto mondiale, la rigenerazione e la definitiva consacrazione che ne sigilla un’opera mai uguale a se stessa: dinamica nella forma come nel contenuto.
Ed éproprio questo dinamismo che si nutre di tecniche sofisticate così come di espedienti genuini che fanno della sua musica l’entità astratta in cui si identifica al meglio il vissuto di un secolo travagliato eppure splendente, funesto e sublime.
Al principio él’influenza della madre Cecile Sauvage e il suo libro di versi “L’ame en Bourgeon” a lui dedicato, poi Debussy e Gluck e in seguito l’analisi critica di Britten e Shostakovich a determinarne il percorso artistico non privo di travagli e contraddizioni.


La vita

Olivier Messiaen nasce ad Avignone nel 1908 figlio di intellettuali di stampo progressista costretti a traslocare prima ad Ambert e infine a Grenoble dove il padre Pierre, professore di letteratura inglese, torna da reduce della Grande Guerra.
La figura materna domina ed educa il proprio figlio promuovendone la coscienza critica e non frenandone l’impeto talentuoso che lo porterà al Conservatorio di Parigi nel 1919 dove studierà con successo sotto la guida di mentori quali Paul Dukas, Marcel Duprée soprattutto Maurice Emmanuel. Sarà quest’ultimo che lo indirizzerà verso i ritmi e i modi esotici soprattutto greci e mediorientali. Una volta diplomato, nel 1931 diventa organista della chiesa de La Sainte Trinitéa Parigi mantenendo questa carica per 60 anni fino alla morte.

Ed é proprio l’organo lo strumento a cui Messiaen contribuisce maggiormente nel corso della sua vita sotto il profilo della composizione come quello dell’estemporaneità.
Le parti su cui improvvisare (Introito – Offertorio – Comunione – Finale) forniscono a Messiaen la possibilità di allargare i propri orizzonti in un ambito, quello liturgico, che riterrà il più congeniale data la sua incrollabile fede cattolica.
I titoli delle prime composizioni, d’altronde, raccontano di un’ispirazione dogmatica e foriera di intenti drammatici. Nel ’33 stravolge la suite “L’ascension” composta solo qualche mese prima. La arrangia per solo organo e reinventa il terzo movimento dal titolo più che rivelatore: “Transports de joie d'un âme devant la gloire du Christ qui est la sienne” (“Estasi di gioia di un’anima dinanzi alla gloria di Cristo che éla sua stessa gloria”). Segue un periodo di fertilità artistica che tocca il suo apice nel 1935 col ciclo in 4 volumi sulla natività del Signore.
La passione religiosa non gli impedisce comunque di impostare quello che sarà il manifesto della Jeune France con AndréJolivet, Yves Baudrier e Daniel Lesur. L’intento del gruppo e’ quantomai confuso ma ha tra i suoi propositi quello di opporsi al Gruppo dei Sei di Stravinskij. E’un insieme che si propone di dare meno spazio possibile all’astrazione in favore della spiritualità e dell’umanità in musica. Ironico però come il periodo storico in cui il manifesto viene scritto sia quello dei Ravel, Honegger, Milaud e Polenc i quali avevano già provveduto a porre l’uomo al centro della propria arte a discapito dell’utopia.



La fine dei tempi

La sua vena comunque non si arresta che con la guerra. E con essa Messiaen perde anche la sua libertà. Nel 1940, infatti, parte come ausiliare medico per il fronte e cade prigioniero dei nazisti a Verdun. Nel campo di concentramento trova lo stato d’animo necessario per scrivere quello che resta uno dei suoi capolavori indiscussi: “Quatuor pour la fin de temps” e lo fa con e per gli unici strumenti a sua disposizione: un violino, un violoncello, un clarinetto e un vecchio organo. La “prima” éper guardie e prigionieri e si svolge nel freddo gelido dell’inverno sassone e segna la fine del concetto di “tempo” nella musica di Messiaen. Quell’accenno nel titolo éinfatti in gran parte riferito a come l’armonia e il ritmo saranno d’ora in poi concepiti in maniera diversa.
Parlando di quel concerto (e forse più in generale della sua musica), il compositore francese dirà come forse non tutti nel campo di sterminio avessero compreso ciò che il quartetto suonava forse perché, Messiaen affermerà: “La mia musica non éfacile e questo écerto. Sono convinto che la gioia esista, convinto che l’invisibile sia più presente di ciò che vediamo. La gioia éoltre la tristezza e la bellezza éoltre l’orrore”.

La fine della sua prigionia é anche l’inizio della sua carriera come professore di armonia al Conservatorio di Parigi dove resterà fino al 1978. Tiene lezioni di analisi, teoria, estetica e ritmo e conta tra i suoi allievi nomi come quello di Pierre Boulez, Karl-Heinz Stockhausen, Iannis Zenakis, Alexander Goehr e quello che sarà il suo studente prediletto: George Benjamin.
A dei metodi piuttosto convenzionali, contrappone un contenuto del tutto nuovo e rivoluzionario: promuove, ad esempio, l’esclusione di metriche regolari. Le quali sono “roba per marcette e musica popolare” non essendoci ritmi misurati in natura o “nel fruscio dei rami degli alberi così come nelle onde del mare”.
Concetto questo facilmente riscontrabile nella produzione immediatamente successiva al suo ingresso nel Conservatorio da insegnante. “Trois Petite liturgies de la Presence Divine”, il ciclo “Harawi, Chant des deportes“ per coro e orchestra e i cicli “Vingt Regards sur l'Enfant Jesus” e “Visions de l'Amen” per due pianoforti: questi ultimi dedicati alla moglie Claire Delbos, violinista e compositrice sua allieva in conservatorio.

Discorso a parte merita la “Turangalila“: lavoro commissionatogli da Leopold Stokowski (il celebre direttore d’orchestra inglese famoso per i suoi lavori pomposi quanto eccentrici) che risulta essere una lunga meditazione sull’amore umano come dono divino da contrapporsi al sensuale “Tristano” di Richard Wagner. Il risultato é un’opera colossale composta da 10 movimenti e brani per 5 voci non accompagnate. Un trionfo di fede e anarchia ritmica.
Il successo del musicista avignonese come organista e insegnante é ora ai suoi vertici massimi. Per trovare un Messiaen alle prese con nuove sfide dobbiamo attendere gli anni 50: decade in cui spinge la sua ricerca ritmica oltre i contesti a tutti familiari.
Nascono così i Quatre études de Rhythme”e il “Livre d’Orgue”, opere fortemente influenzate da Anton Webern,che vengono acclamati dalle nuove generazioni di musicisti come il culmine dell’avanguardia. Le strade battute da queste due opere sono però fuori dalla portata (e forse anche dalle possibilità) di Messiaen stesso il quale, qualche anno più tardi, esprimerà pentimento per aver osato tanto e accarezzerà di nuovo l’avanguardia solamente nelle “Chronometrie” del 1960. Il dado ormai é tratto e il giovane allievo Pierre Boulez porterà agli estremi quanto accennato dal suo maestro sviluppando il serialismo integrale poco prima di essere letteralmente “rapito” dalla musica di John Cage e dedicarsi anima e corpo all’alea.


L’ornitologia

Olivier Messiaen é ora alla ricerca di nuovi correnti da percorrere e ancora una volta la natura lo aiuta a codificare la propria ispirazione nel modo più semplice possibile: col canto degli uccelli. Da sempre appassionato ornitologo, il francese inizia a trascrivere sul pentagramma il canto degli uccelli fin nei minimi dettagli. Il risultato é il “Catalogue d’Oiseaux” (1956–58) e un rifugio da quella che definisce “la propria inutilità” anche in seguito alla morte di Claireche avviene nel 1959 dopo aver passato gli ultimi anni della sua vita in un’istituzione ospedaliera. L’ornitologia musicale ha, secondo Olivier, lo stesso valore che ha la visione della natura per un pittore.
Gli uccelli sono “i primi e di gran lunga i migliori musicisti della terra”. L’uomo emula da sempre il canto degli usignoli e il canone occidentale da Rameau a Vivaldi, da Bach a Wagner, da Strauss a Stravinsky, imita in più punti il canto dei cuculi, delle civette e dei gufi seppur in maniera approssimata benché, comunque, evocativa. La collezione di 13 brani per piano “Catalogue d'oiseauxresta il capolavoro di questo periodo. É la descrizione, la trascrizione e lo studio meticoloso del canto ma anche dell’ambiente in cui vivono i volatili.

Nel 1961 Messiaen sposa la giovane Yvonne Loriod che lo segue nei viaggi ora sempre più avventurosi alla ricerca di specie di uccelli sempre più esotici e perennemente in compagnia di un registratore a cassette. Nel ’62 la coppia vola in Giappone dove Olivier resta ammaliato dalla bellezza della musica Gagaku e del teatro Noh e a tal proposito scriverà il “Sept haïkaï”, ovvero uno studio degli strumenti tradizionali giapponesi.


Il periodo “maestoso”

Il 1962 segna ormai il principio della fase finale della vita creativa di Olivier Messiaen. Subentra uno spirito nuovo in cui il compositore tenta di sfidare se stesso e si dedica alla composizione di musica che potremmo definire “maestosa” quasi cercasse di definire una volta per tutte il suo paradigma in opere che hanno il sapore del raggiungimento di uno scopo ben preciso: quello di rendere eterna la propria musica.
Ecco allora che vedono la luce composizioni orchestrali come il “Couleurs de la Cité Célèste” (1964), “Et Expecto Ressurectionem Mortuorem” (1966), entrambi per grandi gruppi di fiati e percussioni sul tema dell’Apocalisse.

Seguono opere che conosceranno un largo consenso di pubblico, ossia “La Transfiguration de Notre Seigneur Jésus-Christ” (1966–69) e il lavoro in 12 movimenti “Des Canyons Aux Etoiles” (1971–74), quest’ultimo scritto ispirato da una visita al Bryce Canyon nello Utah.
La sua ultima, grande opera é il “Saint François d’Assise” (1975–85), uno sforzo grandioso per celebrare l’amore del santo d’Assisi per gli uccelli e il genere umano, il tutto scritto per coro e un’orchestra di qualche centinaio di persone (inclusi ben 3 organi Martenot). La quasi impossibilità logistica di organizzare una simile rappresentazione ha fatto sì che la premiere del 1985 fosse però anche l’unica occasione in cui sia stato possibile ascoltare tanta solennità.

Le composizioni da questo punto in poi avranno la superbia degli ultimi lavori pur non avendone l’ispirazione. L’esuberanza del passato é ormai sfiorita e la contemplazione di ciò che é stato prende il posto dell’entusiasmo per la scoperta.


Conclusioni

Messiaen rappresenta un’eccezione nel panorama culturale prettamente ateo o a-religioso del suo secolo. E nonostante ciò all’interno della sua diversità riesce nell’intento di rendere ancora più unico il suo sentire la propria fede. Tra le sue opere, infatti, non troviamo “passioni”, storie di martiri e martirii, pessimismo in merito alla condizione umana. Tutt’altro: il suo Credo é gioia, le sue descrizioni del Giudizio Universale sono visioni mistiche distratte dalla percezione del divino sottolineate da cadenze vivaci al suono di bassi, cori e gong. In quest’ottica, il confronto tra il Tristano di Wagner citato poco sopra assume ampia rilevanza se prendiamo in considerazione come questi due personaggi così diversi ma in fondo così simili affrontano il tema dell’amore.
L’erotismo estatico wagneriano, il suo sentire il peso dei corpi sulle note degli archi e dei fiati ha il suo contraltare in Messiaen, il cui sguardo érivolto al soprannaturale, all’emozione scatenata dall’immaginazione più che dalla visione di ciò che lo rende felice.
Le tecniche che rendono possibile questo affresco sono varie. Si passa dallo studio della simmetria, allo sviluppo di più armonie sovrapposte all’analisi e impiego di ritmi estranei alla tradizione occidentale come quelli dell’antica Grecia e dell’India (soprattutto il decî-tâla), i ritmi non degradabili e, come accennato, é Messiaen stesso a contribuire a gettare le basi stesse del serialismo.
Il dibattito in seno alla critica verte ormai da anni non sull’ampiezza del contributo ma sulla collocazione artistica di una figura così geniale da risultare impossibile da catalogare. C’é chi, come Norman Lebrecht, lo accusa di “pura e semplice propaganda”, di aver piegato e limitato la propria musica al fine di adempiere ad una pretesta campagna religiosa. Forse. O forse no.

Ma ciò che, al netto delle copiose spinte innovative, non si può non riconoscere al compositore francese é il fatto che la sua fame di conoscenza oltre i recinti culturali del suo tempo ha rappresentato un’innovazione in sé.
La cultura e’ per Messiaen un humus globale attraverso cui l’uomo modella la sua ispirazione e impara a conoscere se stesso e dunque ciò che gli sta sopra e intorno. La natura fornisce tutti i linguaggi necessari e ogni tentativo di costringerla entro i tortuosi schemi umani é puro artificio e un implicito delitto.
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#43 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 03 novembre 2011 - 13:13

se non ricordo male, tempo fa Claudio mi sottopose una mono su Messiaen; era abbastanza generica ma mi sembrava completa, almeno dal punto di vista cronologico e credo di avergli risposto che sarebbe stato interessante metterla online.
non ne ho saputo più nulla... era forse la tua, Malex76?
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
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#44 Malex76

    pivello

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Inviato 03 novembre 2011 - 14:00

se non ricordo male, tempo fa Claudio mi sottopose una mono su Messiaen; era abbastanza generica ma mi sembrava completa, almeno dal punto di vista cronologico e credo di avergli risposto che sarebbe stato interessante metterla online.
non ne ho saputo più nulla... era forse la tua, Malex76?


Si, immagino sia la mia. Purtroppo una monografia su Messiaen deve per forza di cose restare sul generico, altrimenti su internet non te la legge nessuno.
Capisco il buon Claudio, comunque. Per me non c'e' stato alcun problema. E' stata comunque l'occasione di scrivere una monografia su un compositore che ammiro.
  • 0

#45 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 03 novembre 2011 - 14:03

il mio "generico" non voleva essere per forza una critica; era solo per rimarcare il tipo di scheda che avevo letto... tanto è vero che, per quanto potesse valere, avevo dato il mio assenso alla messa in rete.

ma il discorso della classica su OR è sempre stato molto controverso e, sono d'accordo, anche io capisco le perplessità di Claudio a riguardo.
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#46 Malex76

    pivello

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Inviato 03 novembre 2011 - 14:38

Figurati ! Non l'ho inteso assolutamente come una critica. E' giustissimo quello che dici.
Se a qualcuno serve come introduzione a Messiaen, spero possa trovarla utile.
  • 0

#47 ravel

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Inviato 01 novembre 2014 - 15:38

Segnalo, a chi ama questo autore, che il pianista inglese Peter Hill (responsabile della migliore interpretazione dell'intero Catalogue d'oiseaux) ha ritrovato fra le carte inedite di Messiaen un altro pezzo dedicato al canto degli uccelli (la Fauvette Passerinette) e l'ha registrato.
Si trova anche su YT ed è bellissimo (se si ama il personale mondo del compositore francese).


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(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#48 piersa

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Inviato 21 febbraio 2015 - 15:20

Riporto su questo 3d perché ieri sera ho ascoltato una cosa che tuttora mi turba, la Exspecto resurrectionem mortuorum eseguita all'Auditorium Rai di Torino dalla sua orchestra. Non sapevo nulla di Messiaen ma sono rimasto a bocca aperta e progetto una gita nel suo paesino natale dove ogni luglio c'è un festival a lui dedicato.

ot: rileggendo Notker, mi spiace molto che non scriva più. Gli ho messo anche un paio di + alla memoria.

Mio stato attuale:  :o


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#49 chronochromie

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Inviato 27 marzo 2016 - 10:04

Piersa, allora forse ci incontreremo. Anche io penso di passare le mie vacanze a quel festival. Il programma di quest'anno è l'opera pianistica del Maestro. Ci saranno più uccelli al Pays de la Meije che ad un qualsiasi Gay Pride! asd


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Prima ch'io mi profilassi...

#50 tonysuper

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Inviato 27 marzo 2016 - 17:42

Ricordatevi la musica per organo.

Spacca ma proprio tanto.

Anche perché per diletto e per formazione era un organista.
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