Che laurearsi in ritardo sia un danno enorme, sia per il singolo che per la comunità, è un fatto autoevidente, ma scaricare sugli utenti del servizio l'inefficienza solare del servizio stesso è penoso (seriamente: 3+2, con 2 tesi e 50 esami, dai su).
La combo di stronzate di Poletti:
a) finite l'università il prima possibile e prendete il pezzo di carta
b) dimostrate mediocrità tanto non gliene frega un cazzo a nessuno
Il punto a è una scemenza e non lo commento nemmeno, il punto b è invece il portato di uno che ha passato la sua vita professionale nelle cooperative sociali, vale a dire a fare dumping salariale e che cosa sia il valore aggiunto non ha manco idea (forse non aver mai messo piede in un'università non aiuta, in questo caso).
La capacità professionalizzante dell'università italiana è molto bassa, questo è il punto, se si porta all'estremo il ragionamento "non serve a un cazzo meglio metterci meno tempo possibile" allora tanto vale non farla proprio.
Vi siete persi il pezzo migliore comunque:
"E’ un sabato notte, all’una, e io sono nel mio letto; quello è definibile luogo di lavoro? Per me no, però io sto lavorando, e sto rispondendo a una mail. E nel contratto di lavoro quell’ora fatta all’una di notte tra il sabato e la domenica com’è trattata? In nessuna maniera, perché sarebbe straordinario, notturno, festivo e costa mezzo miliardo. Ma noi possiamo continuare a pensare che il lavoro sia questa cosa: un’ora di energia fisica del somaro attaccato alla stanga del mulino ceduta in cambio di dieci euro? No. E’ un pezzo della nostra vita, che vuol dire creatività, consapevolezza, responsabilità, fantasia"
Mondiale.
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.