wim wenders
#1 Guest_spacemen_*
Inviato 24 dicembre 2006 - 13:52
Questo è un regista che conosco molto poco.Il suo far cinema ha come punto di riferimento esplicitato Antonioni(come ho già detto uno dei miei favourite director).IL cielo sopra berlino se mi ha colpito come idea centrale fotografia e riprese mi ha lasciato piuttosto impassibile dal lato della sceneggiatura.Mi sono razionalmente chiesto ??ma noi parliamo cosi?? in riferimento agli angeli che ascoltavano le nostre voci.L??altro lavoro che ho visto è stato Buona vista social club?un documentario su Cuba e su un gruppo cubano che faceva davvero buona musica.
Cosa c??è da reperire subito del regista tedesco?
#2
Inviato 24 dicembre 2006 - 15:01
Ora che ho completato tutta la sua prima metà di filmografia e ho anche rivisto il film del 1987 posso dire che non è affatto come pensavo prima: Wenders si è rincoglionito solo recentemente e ciò che ha fatto prima è stato sognare ad occhi aperti...dunque, da reperire ci sono:
ASSOLUTAMENTE
Il cielo sopra Berlino
Paris, Texas
CONSIGLIATISSIMI
Falso movimento
Nel corso del tempo
L'amico americano
DA VEDERE COMUNQUE
La paura del portiere prima del calcio di rigore
Altro non mi viene..
#3 Guest_vegeta_*
Inviato 24 dicembre 2006 - 15:34
Dei suoi primi film ho visto giusto "L'Amico Americano" che è un film straordinario, e che non posso che raccomandarti.
#4
Inviato 24 dicembre 2006 - 16:08
Mi sembra che in questo senso i suoi migliori lavori sono sono senza dubbio alcuno:
- "Alice nelle città"
- "Nel corso del tempo"
- "L'amico americano"
Sono uno di quelli che che non amano "Il cielo sopra Berlino", per ragioni già note ed esposte, e trovo insopportabili cose come "Cosi' lontano cosi' vicino" e "Million dollar hotel".
Però, e conocordo con Vegeta, negli ultimi anni è riemerso, e pur non avendo conservato la lucidità di un tempo, ci può ancora regalare piccole opere che risultano anomale nel cinema contemporaneo.
Ah, ci tengo a sottolineare che non condivido affatto la svalutazione di certa critica per il bellissimo "Paris, Texas".
#5 Guest_vegeta_*
Inviato 24 dicembre 2006 - 16:14
- "Alice nelle città"
- "Nel corso del tempo"
"Paris, Texas"
insomma questi tre devo recuperarli.
Ah, mi ero dimenticato di citare "Nick's Movie - Lampi Sull'Acqua", un film a suo modo estremo, che documenta gli ultimi giorni di vita di Nicholas Ray. Un film che mi è sembrato più interessante e ambiguo che bello però.
#6
Inviato 24 dicembre 2006 - 16:24
Vedo che nei titoli di Wenders consigliati non è citato Lisbon Story, che invece ho apprezzato proprio con particolare riferimento alla regia.
#7 Guest_Figazzo_*
Inviato 24 dicembre 2006 - 17:57
anche io ho trovato insopportabile così lontano così vicino, anzi senza esagerare è il film più patetico che ho mai visto, non me ne vogliano chi lo ritiene tutto sommato un discreto film, cazzo, ci sono certe scene che mi hanno lasciato sbalordito ( in senso negativo, come la scena di lou reed che aiuta il barbone, o quella insopportabile voce fuori campo intrisa di falsa poesia e di retorica becera), a wenders gli hanno fatto male gli U2, certo che dopo aver visto una ciofeca del genere è dura avere ancora un parere del tutto positivo su questo regista, eppure ha fatto delle meraviglie in passato, ma in questo film ci aveva grossa crisi
#8 Guest_vegeta_*
Inviato 24 dicembre 2006 - 21:04
a wenders gli hanno fatto male gli U2
buahahahahah....povero Bono...pure qui c'ha colpa!
A parte gli scherzi concordo con te...e aggiungerei che i due film di Wenders mi hanno fatto quasi odiare il tenente Colombo
#9
Inviato 24 dicembre 2006 - 22:22
#10
Inviato 26 dicembre 2006 - 11:46
#11 Guest_Psyche_*
Inviato 02 gennaio 2007 - 18:33
Purtroppo "Alice nelle città" non mi sembra l'abbiano ancora editato in dvd. :-\
Il Wenders più recente non me lo godo granchè.. per il resto "Lo stato delle cose", "Paris Texas" e "Il cielo sopra berlino sono i films della sua maturità artistica, come anche documentari come Tokio Ga o Buena Vista Social Club.
#12 Guest_Pablito_*
Inviato 02 gennaio 2007 - 18:48
Nemmeno "Lisbon"? A me era piaciuto tanto.Il Wenders più recente non me lo godo granchè..
#13 Guest_Psyche_*
Inviato 02 gennaio 2007 - 18:57
Nemmeno "Lisbon"? A me era piaciuto tanto.
Il Wenders più recente non me lo godo granchè..
Sì sì anche a me, per recente intendevo films come The millon dollar hotel e La terra dell'abbondanza.
#14
Inviato 04 gennaio 2007 - 13:34
L'unico suo film che ho visto è "I fratelli Skladanowski", immagino una delle sue opere minori e abbastanza dimenticate... comunque, mi permetto di consigliarlo agli amanti del cinema muto, del quale rappresenta un tenero, delicato e innocente omaggio. E ovviamente a tutti gli estimatori, che sembrano molti, di questo regista.
#15
Inviato 02 febbraio 2007 - 15:33
Da vedere invece Nick's Film: forse perchè lì il magone e l'angoscia che ti prendono sono reali perchè è reale quello che vedi, e lo sai.
#16 Guest_spacemen_*
Inviato 14 febbraio 2007 - 17:07
Paris,Texas è davvero bello.
All'inizio il protagonista mi dava l'aria di un personaggio dei fratelli Coen.
Ma c'entrava poco.Eccezionali le scene al peep-show.Qualche rimprovero alla sceneggiatura del film che è discostante e il perchè è da rinvenire nel fatto che non la scritta tutta Sam Shepard o Wim Wenders ma una parte l'uno una parte l'altro.
Ora non ho tempo per spiegarmi meglio.
#17 Guest_lo sterminatore_*
Inviato 14 febbraio 2007 - 18:36
#18
Inviato 17 febbraio 2007 - 20:13
#19 Guest_spacemen_*
Inviato 18 febbraio 2007 - 12:01
Bellissima l'inquadratatura all'inizio del film dove Tom è raniccchiato su un letto dalle lenzuola rosso fuoco e sorseggia una boccia d'alcool lasciandosi all'affermazione magistrale "ho paura...non sò chi sono io,non sò chi sono gli altri".Mentre nella parte finale la moglie di Jonathan alla guida della macchina,chiede a Tom "dove andiamo?" e Ripley risponde "non lo sò.Verso il mare".E ce ne sarebbero altre di esclamazioni e situazioni da riportare ma mi fermo qui:anche per rispetto di chi ancora deve vedere il film.
Un ultima nota:sia in Paris,Texas che in questo film mi ha affascinato l'uso delle luci artificiali,quel verde da discoteca,e i luoghi cosi fuori dal mondo.
#20
Inviato 18 febbraio 2007 - 14:36
Don't Come Knocking non mi è sembrato granchè, soprattutto perchè a un certo punto le idee finiscono e la storia arriva a un punto morto.
Alla rassegna milanese dei film di Cannes, Wenders disse: "il film è piaciuto così tanto ai giurati, che hanno pensato che, essendo così bello, non aveva certo bisogno di ricevere alcun premio".
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#21
Inviato 27 febbraio 2007 - 10:06
di lui ho finora visto :
-il cielo sopra berlino, tempo addietro, che mi piacque molto, lo rivedrò.
-l'amico americano, un grande film ,grandi d.hopper e b.ganz
-paris texas, anche questo è un film che ho amato molto, ricordo anche una bellissima colonna sonora, così come la storia, i personaggi...
-tokio ga, che ho visto giusto sabato e che mi ha colpito moltissimo, stupendo!la colonna sonora,i luoghi,le persone,quelle interviste...la sua telecamera su tokio...
-buena vista social club, che anche ho apprezzato sotto parecchi punti di vista e laddove l'ho sentito 'genuino', ma in generale forse mi è piaciuto un po' meno degli altri suoi film che ho visto finora
ho da vedere nick's film,lo stato delle cose e fino alla fine del mondo(edizione integrale suppongo, cofanetto multi dvd)
da quello che ho capito, dovrò procurarmi anche nel corso del tempo e alice nella città!
#22
Inviato 28 febbraio 2007 - 09:23
"lo stato delle cose" del 1982 andrebbe recuperato, bianco e nero sporco e minimalista, secondo me fa parte anch'egli del periodo d'oro del regista (non a caso il film ha vinto il Leone d'Oro a Venezia), il tema è quello del viaggio, un film nel film, un wenders duro con l'industria cinematografica, che testimonia l'impossibilità di fare un certo tipo di cinema. Alla fine rimane il mio preferito di Wenders assieme a il cielo sopra berlino
per motivi che non sempre è facile spiegare anche per me lo stato delle cose rimane il film di wenders cui sono più affezionata, insieme all'amico americano e lisbon story (non lo butto affatto!).. anche se naturalmente da un punto di vista oggettivo bisogna citare nel corso del tempo e paris texas (credo rappresenti una tappa importante del regista)direi che fino il wenders di fino alla fine del mondo si può guardare, dopo fa la fine di tanti registi, invecchia...
#23
Inviato 14 marzo 2007 - 08:37
è forse il film più 'tosto' che ho finora visto di wenders, esteticamente è di una bellezza sconvolgente e alcune sequenze(non solo quella finale) sono capolavoro
#24
Inviato 07 aprile 2020 - 20:44
bello quest'omaggio a Hopper (ok ho fatto il cazzone di recente sul tema, stavolta sono serio)
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#25
Inviato 07 aprile 2023 - 14:15
C'ho voluto far pace, dopo che con lui ero rimasto a Million Dollor Hotel e a quella volta in cui avrei voluto dare fuoco alla sala con dentro gli amici che mi ci avevano trascinato.
1970 Summer in the city
A dispetto del titolo, praticamente solo lunghe e sgranatissime carrellate in innevate e narcotizzate citta' tedesche, alternate a inquadrature fisse in appartamenti svuotati dalla frugalità della controcultura, tra dialoghi smozzicati e musica in sottofondo. Principalmente dei Kinks, a cui il film e' dedicato. A Wenders interessava filmare l'aria (letteralmente) della fine degli anni 60 e, porca miseria, c'e' riuscito.
1972 Die Angst des Tormanns beim Elfmeter (La paura del portiere prima del calcio di rigore)
Dopo una partita un portiere si muove, vede gente, conosce, fa cose. Tra cui un omicidio. Wenders non sara' mai piu' tanto glaciale, inquietante, vuoto, come in questo suo esordio nel cinema professionale. Inquadrature come cartoline da un universo di simboli pop (ormai etnologicamente e fascinosamente vintage) privo di significato, tra tazze, riviste, dischi, tovaglie, sedie, mobili in formica, carte da parati, gente che si muove, vede altra gente, fa cose...
1973 Alice in den Städten (Alice nelle citta')
Non ho grossi rimpianti di non aver figli, almeno finche' non vedo Yella Rottlander che guarda il mondo dal finestrino dell'auto. Del resto un personaggio talmente luminoso che lo stesso senso di adorabile malinconia me lo trasmetteva anche quando vidi il film a vent'anni. Arrendendosi totalmente al punto di vista della bambina, come fa il depresso protagonista del film, Wenders firma il suo capolavoro trovando uno sguardo di semplice profondita' sullo "stato delle cose", unico nella sua filmografia e rarissimo nel cinema europeo.
1975 Falsche Bewegung (Falso movimento)
Nella prima parte di carriera alterna pessimismo a colori e ottimismo in b/n. Torna quindi al cinismo dei colori con un film teatrale e letterario. Dice tutto che stavolta la giovane musa del personaggio di Vogler e' un'inquietante e lolitesca Nastassja Kinski (all'epoca quattordicenne - cio' nonostante "tranquillamente" nuda in un paio di scene). Un allegorico film-ballata, un sogno poco sognante su una Germania senza vie di fuga, in cui non si puo' svanire come nei paesaggi americani, ma in cui e' inevitabile veder svanire l'identita', per il rifiuto delle radici (il nazismo) e per l'oppressione di un presente sterile e anonimo.
1976 Im Lauf der Zeit (Nel corso del tempo)
Un "piccolo" film di tre ore, un kolossal del minimalismo flaneur. Fusione e continuazione dei due film precedenti, ma stavolta senza muse femminili da accompagnare o inseguire. Le donne sono una costante assenza, le uniche che vediamo lavorano nelle sale cinematografiche. Wenders e' il terzo compare invisibile dei due protagonisti, che liberi appunti di fare le cose tra maschietti regrediscono allo stato di bambinoni, giocando, litigando, girando nudi, facendo la cacca, rimpiangendo le mamme. Un cazzeggio poetico ficcato nei panorami di una Germania livida e spoglia eppure in questo caso materna. Non a caso il viaggio finisce di fronte alla cicatrice del confine tra est e ovest.
1977 Der amerikanische Freund (L'amico americano)
Ispirato cortocircuito estetico: un film europeo che si ispirava alla New Hollywood che piu' si ispirava al cinema europeo. La Germania e l'Europa viste sotto le luci sfocate e funeree dei noir della paranoia post-Watergate, che diventa una meno contingente angoscia kafkiana. E via anche ad Amburgo di trench stile Bogart indossati da prosciugati personaggi 70s, tutti cappelluti e baffutti. Pedinamenti coi pantaloni a zampa in strade uggiose, omicidi di squallido fascino e sguardi senza speranza. La scheggia impazzita Hopper intriga con e contro i ribelli interni al sistema Fuller e Ray, stritolando l'ingenuo svizzero Ganz.
1982 Hammett
Un film tra parentesi nella sua filmografia. La finzione piu' vera del reale dei film totalmente girati in studio piu' che di Wenders odora del produttore Coppola, che infatti tratto' il tedesco proprio da "amico americano". Narrativamente piuttosto futile, ma visivamente un tripudio di colori e atmosfere assassine per ogni appassionato di hard boiled. Piu' vicino al cinema "album di figurine" all'Indiana Jones che non al revival anni 30 che aveva caratterizzato la New Hollywood.
1982 Der Stand der Dinge (Lo stato delle cose)
Inizia a fare l'ipnotista da festival, agguantando il grosso successo e i grossi premi, con il suo effettivo 8 e 1/2, contando la sua trasposizione de "La lettera scarlatta" che non ho visto. Film a scatole cinesi: dal "finto" incipit post-apocalittico che ha una sua autonomia da cortometraggio (forse non abbastanza corto), all'Apettando Godot di fronte al sempre esitenzialista oceano portoghese, fino alla vendicativa parte noir in una Hollywood (comunque faustiana) di produttori-gangster.
1984 Paris, Texas
Il suo primo film a colori non tetro. Va nel West e si immerge adorante nei paesaggi del mito originale dell'on the road, mescolando ai suoi due soliti Hopper (Dennis e Edward) anche John Ford. Della societa' USA mette in scena, ma accoglie anche con affettuosa indulgenza, le contraddizioni: l'isolamento sociale, la schiavitu' del dollaro, la crudelta' dei rapporti famigliari (l'indifferenza di tutti verso la sofferenza dei genitori adottivi). Un certo sentimentalismo che in futuro gli prendera' la mano qui e' gestito con classe da un cast epico. Giusto forse il biondo bambino odora di casting e scrittura hollywoodiani.
1987 Der Himmel über Berlin (Il cielo sopra Berlino)
Torna in Germania e riscopre l'eredita' espressionista. Il film spartiacque della sua carriera. Smette di aderire allo sguardo di personaggi che vivono di vita propria e diventa un regista "angelo", che non smette quasi mai di parlare attraverso la bocca dei suoi attori. Qui il suo cinema ancora funziona (lo penso ora, pero'), per il fascino delle geometrie di una Berlino metafisica, per il tono da fiaba moderna, per l'ironia e la classe del cast, per le trovate visive che lo rendono forse il film europeo piu' influente degli anni 80, il nostro "Blade Runner", per certi versi. Non so quanti video musicali usciti dopo e per tutti gli anni 90 ci si sono ispirati.
1991 Bis ans Ende der Welt (Fino alla fine del mondo)
Non avrei mai creduto di rivederlo, tanto all'epoca lo vissi come una sofferenza. E non solo l'ho rivisto, ma addirittura nella versione director's cut di quasi 5 ore. Nel frattempo sono diventato un saggio ometto e sono riuscito a cogliere quel che di buono e bello c'e' in quello che comunque resta un pastrocchione informe, un "b-movie" milionario forse volontario, che intriga e spiazza da un parte e poetizza e scazza dall'altra. Il suo dicorso definitivo sulla globalizzazione estetica: un giro del mondo in cui bisogna arrivare ai confini del Terra australiani per avvertire delle differenze.
1994 Lisbon Story
Quanto i film di Wenders con protagonisti il faccione sornione di Rudiger Vogler sono anche film di Vogler? Con onesta' Wenders mette forse a schermo il loro rapporto, col suo alter ego ripreso dallo "Stato delle cose" auto-castrato dai suoi sofismi cervellotici che viene riportato sulla terra dal tecnico del suono interpretato da Vogler, che contina a fare cinema con indolente semplicita'. Nel finale si trasformano in una coppia comica da cinema del muto, ma praticamente non collaboreranno piu' insieme. Forse anche per questo il cinema di Wenders non smettera' piu' di parlarsi addosso.
Da quanto un suo film non fa piu' davvero notizia? Occhio e croce da "Non bussare alla mia porta" del 2005. Non proprio un acceso/spento alla Kusturica, ma comunque un'eclisse impressionante, considerata la notevole fama di cui godeva ancora al cambio di millennio. Basta anche vedere l'esiguita' di questo topic...
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