Inviato 01 marzo 2007 - 16:21
Il disco è Izipho Zam di Pharoah Sanders ed è del 1969. Il brano è il secondo, si chiama Balance ed è il più free del disco. Mi piacerebbe far notare in quel brano la chitarra di Sharrock e il bassotuba di non ricordo chi. Comunque bando alle ciance, ecco le descrizioni:
bluefunk72
Saluto e me ne vado, mi volto, vedo il sorriso riflesso nello specchietto che si allontana, proseguo, giro l'angolo, un colpo in piena faccia, un'altro alla tempia, un altro sorriso, ma è cattivo, urlo, due colpi, allo sterno e alla coscia, il braccio contro il marciapiede duro, ridono, "cazzooooo", mi rialzo, un calcio sulla schiena, corro, inciampo, dico "aaaaaaaaaaaaaah", sento "fermalo", mi giro, mi è addosso, è pesante, ma gli cado sopra, qualcosa mi
penetra nella pancia, freddo, durissimo, afferrò il suo collo, stringo forte, la cosa si muove dentro la pancia, piango, urlo, vedo gli occhi spalancati, ansima, la cosa si ferma, ma è dentro, un piede contro la guancia, da dietro, cado di lato, un calcio sul naso, dolore tremendo, mani che mi frugano, veloci, la cosa esce dalla pancia, un calcio dov'era la cosa, vedo luci, passa una macchina, frenata, urla, corrono via, una voce "ehiiiiiiiii", secondi di silenzio, l'alito di qualcuno chino su di me, silenzio, sento "porca puttana", sento "dai piano", mi sollevano, sento "aspetta apro la porta", qualcuno mi regge, mi appoggio a lui, profumo di donna, sono sul sedile posteriore, partiamo, veloci, sento "come ti senti?", sento "cazzo vai all'ospedale!", sento "merda è pieno di sangue", sento "vai, veloceeee!", sento nausea, vomito, sento "oddioooo!", acceleriamo, sento "che casino!", sento il clacson, sento "levati dalle palleeeee!", non sento più nulla, percepisco solo la macchina che sobbalza, le frenate, le curve, le accelerate, i rettilinei, un dosso, una frenata, ci fermiamo, non sento il naso, la pancia è in fiamme, si aprono le porte, mi afferrano i piedi, scivolo sul sedile, mi tirano su, apro gli occhi, muove la bocca ma non lo sento, vedo una barella, mi guardo la pancia, è lucida di sangue, come le mani, sono sulla barella, vedo le stelle che corrono via, vedo le luci sul soffitto che corrono via, c'è gente, sento voci lontane, attutite, giriamo dentro una stanza, ci fermiamo, ho nausea, mi giro di lato, vomito, la pancia è un fuoco, una mano sulla fronte, poi sulla faccia, carezze, apro gli occhi, un'altra donna, li richiudo, la testa mi pulsa, un ago sul braccio, cinque secondi, la testa mi pulsa, silenzio, buio, la testa mi pulsa, rosso, buio, rosso, buio, caldo, caldo cazzo, poi quel ritmo, non lo sentivo da anni, dentro di me, che pulsa, è lui, è tornato, non sento niente,
solo il ritmo, al buio, solo il ritmo, è lui, è tornato, che bello...
lord fanny
mi ritrovo subito tra suoni piuttosto familiari ma non ho la più pallida idea di chi stia suonando... il basso tuba (è un basso tuba!?!?) funkettoso è una meraviglia, mi proietta subito in una colonna sonora, anni 60/70, esplode una guerriglia, black panthers, paesaggio urbano devastato, macchine incediate, vetrine infrante, manganelli, sangue, fumo, fumo ovunque, qualche attimo per riprendere respiro in un scantinato e ancora urla stritolate, qualcuno ha nascosto Kurt Cobain in un sax, urla horror, sembra un film horror, ma è reale, la fiancata di un palazzo ditrutto, fumo fumo fumo ancora fumo, sento disperazione, non di chi si arrende, ma di chi reagisce, una cazzo di guerra urbana, vorrei stare lì in mezzo a spaccare tutto, disperato.
piblokoto
C’è un conto da pagare. C’è un rifiuto deciso. Ma da lì inizia una fuga a perdifiato contro il Tempo e contro tutti. Il Male ti insegue e per un attimo ti agguanta, ti strattona. C’è un urlo disperato, una forza più grande ti sta violentando anima e corpo, ma nessuno ti può salvare. Stai vivendo in un incubo e non troverai via d’uscita fino al risveglio.
Sono infinite, agghiaccianti scatole cinesi, una contiene l’altra, portando con sé incubi e terrore ogni volta maggiori. Un attimo di quiete, solo per rifiatare, prima di scivolare di nuovo in un’agonia furibonda e senza fine. Il nemico è fuori di te, ma forse anche dentro di te. Sei ombra e corpo. E’ un Panico incontrollabile che si ripete senza pietà.
Come in un film di Bergman la Morte ti segue a ogni passo, ti afferra e cerca di sgozzarti proprio lì, quando sembrava che ce l’avessi quasi fatta. La marea sale piano, ma inesorabile ti copre. Sei con l’acqua alla gola, cerchi di salvarti, ti dimeni e di dibatti con tutte le tue forze. Ma sai che non avrai scampo.
Dall’altra parte del pianeta, esattamente in quello stesso momento, un treno entra a tutta velocità in una galleria. Mancano pochi secondi e quel tunnel salterà in aria. Clima d’apocalisse incombente, catastrofe nucleare appena consumata, mentre dal cielo si scatenano terribili tempeste di vetriolo.
Esasperato, esacerbato, agitato, frenetico, trafelato, alterato, agghiacciante, angoscioso, sconvolto, disperato, terrorizzato e terrorizzante, incombente, mortale, il Fato si schianta sulla Terra, rimescolando tutto in un vortice di follia.
lorenzovic
Un vortice di suoni, una sorta di discesa in un Maelstrom “terrestre”, un concentrato di furiosa creatività, una concezione musicale di chiara impronta dionisiaca…
Il sax tenore ci porta per mano per poi abbandonarci in questo magma sonoro, dove comunque gli strumenti rimangono piuttosto riconoscibili, ad onta della registrazione un po’ “vecchia”.
Il tema di partenza, quasi giocoso, è solo un pretesto per introdurci in questa camminata sul filo senza rete, verso una tensione vagamente minacciosa in cui il sax diventa progressivamente più urlato, sostenuto da un pianoforte in lontananza, da una tuba gorgogliante e da uno o più tromboni che marcano il crescendo…
La ritmica è quasi sottintesa, propulsiva senza essere chiaramente percepita…
Profumo d’Africa, di ignoto, e l’impressione di trovarci di fronte ad un rito arcano ed ancestrale…
Il pianoforte, solo leggermente più in primo piano, guida poi ad un intermezzo in cui le percussioni colorano di ulteriore esotismo la tensione, che rimane notevole, nonostante l’abbassamento del clima dionisiaco.
Ma è solo una sorta di quiete apparente nell’occhio del ciclone: la ritmica questa volta più esplicita guida i fiati a riprendere ad “urlare”, progressivamente sostenuti anche da chitarre “grattate”, miagolanti, confuse e quasi disperate…
Dove ci siamo fatti portare? E perché il brano sfuma così, lasciandoci quasi senza riferimenti?
Siamo finiti nel gorgo o ne siamo riemersi?
Di sicuro, aldilà dei gusti personali, ci siamo imbattuti in un’esperienza totalizzante, tipica della musica di avanguardia degli anni ‘60/’70.
A me il brano ha entusiasmato…
Ho parlato di “sax tenore”, ma il fiato leader potrebbe essere benissimo qualche suo cugino “strano”, visto che credo (ma potrei anche sbagliare) che questo sia un brano di Roland Kirk…
Difficile dire quanti siano i musicisti dell’ensemble, ma sicuramente non siamo di fronte ad un quintetto…
moonchild
Rivoluzione Proletaria Con Conclusione Fantascientifica
L'atmosfera iniziale è ambigua: sotto una superficie di armonia e ordine
si fanno sempre più palesi tensioni e inquietudini sotterranee. Una voce
di dissenso si innalza, ma rimane isolata, e il sistema riprende a funzionare
con normalità. Ma non dura molto: altre voci di protesta, questa volta
coordinate in una specie di strazio disciplinato, fanno la loro comparsa e
cominciano a rivendicare i loro diritti. Ma come in tutte le rivoluzioni che
si rispettino, i conflitti interni e le divergenti aspirazioni di ogni singola
voce fanno sì che in breve il coro si smembri, e il moto di protesta si
esurisce pian piano da solo. Segue un periodo di stasi, dove il fragile
equilibrio sembra continuamente sul punto di rompersi nuovamente;
inevitabilmente le grida di dolore riemergono dal sottosuolo, ingenue e
urgenti: ma vengono questa volta tenute a bada, tra repressione
autoritaria e... somministrazioni di hashish. Che raggiungono presto
l'effetto sperato: le voci si disperdono, si confondono, si annullano
in una dimensione semi-onirica. Forse è il trionfo dell'oppio dei popoli...
, "listen without prejudice" (ascoltate senza pregiudizi)...ma in questo caso è proprio il caso di aggiungere anche: scrivete senza pregiudizi!!
lo aggiungo al post di apertura del thread, lassù!
