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[Pietra Miliare] Van Der Graaf Generator - Pawn Hearts


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6 replies to this topic

#1 tonysuper

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Inviato 02 settembre 2014 - 13:45

Recupero discussioni interessanti riguardo pietre miliari antiche...

http://www.ondarock....erator_pawn.htm

Il testo è di Michele Chiusi.


Allora arriva 'sta recensione di "Pawn Hearts"? Bene ci siamo, è tardi ma il cuore è saldo, spero così i miei pensieri. Ma ora che scrivo? Un capolavoro del prog, una pietra miliare, l'organo di Banton, il sax di Jackson, la voce di Hammill e bla bla bla... Rigiro in mano la copertina mentro lo sto riascoltando col walkman. Mi ricordo quando l'ho comprato. Sarà stato il 1982 o il 1983. Mi era stato detto che erano "tipo i Genesis". Che sciocchezze. La copertina con quelle figure incapsulate sospese, come testimoni aliene del fluire della Storia, mi ha sempre colpito. Figure di un mondo parallelo dove le vicende umane confluiscono nell'implosione del tempo, fino a un punto dove la dialettica si annulla. Per me il disco è sempre partito con la suite "A Plague Of Lighthouse Keepers", negli intendimenti la seconda facciata. Ricordo perfettamente la sensazione al primo ascolto. Evidentemente è stata forte. Amavo e amo i Genesis, ma c'era qualcosa di diverso. Qualcosa di alieno come la copertina. Qualcosa che proveniva da un universo emotivo in deflagrazione, qualcosa che proveniva da un angolo nascosto delle possibilità emozionali dell'arte. Molti, forse io stesso, potrebbero trovare ridondanti questi termini ma è ciò che provai allora e che, in maniera infinitesimale, provo tuttora al cinquecentesimo ascolto.

Già i primi accordi, quei pochi secondi prima che intervenga la voce di Hammill a raccontare "A Plague", hanno un che di inquietante e di estraniante, quei pochi secondi in un certo senso contengono in sé tutto il disco. "Sto ancora aspettando il mio salvatore, le tempeste fanno a pezzi i miei arti... Sono un uomo solitario, la mia solitudine è reale, i miei occhi hanno prodotto una nuda testimonianza e ora le mie notti sono contate...". Ho sempre trovato bellissima e indimenticabile la melodia iniziale, preziosissime e originali le parti di sax e tastiere che per tutto il brano tengono col fiato sospeso. "Io profetizzo disastro e poi ne calcolo il costo...". Le sirene di una nave. Il fascino è anche nel tragico senso di racconto, nelle digressioni furiose e nelle aperture melodiche che si alternano, nelle stasi angosciose, nella tragedia che incombe, nel dibattersi lirico e teatrale della voce di Hammill. "Da solo da solo, chiamano tutti i fantasmi... L' unica vita che io riesca a sentire è la presenza della notte"; il sax contrappunta in lontananza, l'hammond gira stanco e rassegnato. "Riusciresti a sentire le mie ultime parole... Invece muoio, lentissimamente solo". Una volta non amavo molto queste parti furiose e ossessive. Una volta ho scritto che qui si anticipava la new wave. Adesso queste parti mi sembrano essenziali nel contesto. "I fari potrebbero ospitare la chiave, ma come posso io raggiungere la porta?", quando Hammill dispiega queste parti melodiche al piano, mi emoziona ancora. "Dove è il dio che guida la mia mano...", una furia distorta e grottesca, il mellotron apre a dismisura, impazzito nel buio; "gli oceani si aprono, io vengo trascinato nell'incantesimo... campi di panolia e maestà, che cos'è il libero arbitrio? Qual è il mio posto nella cerimonia, di chi è la mia voce? Tutte le cose sono separate, tutte le cose sono una parte". Finale maestoso, tutto l' universo sonoro del pezzo esplode in un tripudio apocalittico. ConFripp alla chitarra. Almeno per me è Fripp, ricordo una piccola discussione con un amico al proposito. Grandissimo pezzo, non il più bello, ma il più emozionante di tutto il progressive.

Ma partiamo dall'inizio, cioè da "Lemmings", pezzo da alcuni sottovalutato; qui Jackson e Banton hanno una coesione strepitosa nell'accompagnare il cantato, lucidissimi. Poi "Lemmings" gode dell'intersecarsi di linee melodiche complesse e originalissime, con un saliscendi tra parti aggressive e melodiche che lascia senza fiato. Ricordo, però, che l'apprezzamento di questo pezzo è stata un'acquisizione tarda, data dall'ascolto maturo; per anni ho preferito "Man-Erg", per via di quell'introduzione di piano. Brano molto più cantabile, di fortissimo impatto. Bellissimo. "L'assassino vive dentro di me, riesco a sentirlo muovere... Gli angeli vivono dentro di me, riesco a sentirli sorridere...". Mi dava un po' fastidio la parte centrale, con quella marcia nevrotica, dissonante e ossessiva, con quel cantato incattivito. Però all'ennesimo ascolto rimane un pezzo bellissimo, di strana dolcezza. Melodicamente forse il pezzo più bello mai scritto da Hammill. Fine del cd. Da tardi è diventato tardissimo. La solita recensione narcisista, ma sono stato buono per un po' e forse verrò perdonato ancora una volta. In fondo che "Pawn Hearts" sia un capolavoro lo sapevate già.
  • 4

#2 frankie teardrop

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Inviato 02 settembre 2014 - 17:32

In ambito "rock & dintorni", questo è a mio avviso il miglior disco degli anni Settanta e, ovviamente, uno dei massimi capolavori di sempre. E' uno dei pochi dischi che mi stende, emotivamente parlando, ogni volta che lo ascolto. Tra la voce di Hammill e i sax di Jackson è davvero difficile districarsi. Impossibile non cadere ai loro piedi.
Band ultraterrena.
  • 5

#3 The Careless Whisper

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Inviato 02 settembre 2014 - 19:37

Ovviamente da hammilliano non posso che adorare questo disco.
Era il 2001, non avevo ancora l'adsl, non ascoltavo né scaricavo musica da internet, e mi dividevo gli acquisti con un compagno d'università: a lui toccò comprare Pawn Hearts, ricordo che era un giorno di pioggia e che si correva per non bagnare sto benedetto cd.
Il pomeriggio gli telefonai apposta per sapere com'era, come suonava...mi dice "una roba strana sto Hammill, sembra Bruce Dickinson calato in una rock opera...però lo devi ascoltare, non si può descrivere" asd
Confesso che al primo minuto di ascolto stavo quasi spegnendo tutto per il nervoso che questa band mi causava (tenete conto che venivo dai Dream Theater...). Poi ovviamente sono rimasto estasiato da tutto, dalla vena melodica di Hammill, dai suoi testi, dalla sua voce unica, e da tutta la sua carriera con e senza VDGG.

Devo però confessare che Pawn Hearts non è un disco che ascolto spesso: dipendesse da me ascolterei H to He tutti i giorni, perché emotivamente mi dona e mi emoziona di più.
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#4 tonysuper

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Inviato 02 settembre 2014 - 20:59

Still life è il disco che più mi è rimasto, non so perché.
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#5 The Careless Whisper

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Inviato 03 settembre 2014 - 14:56

Still life è il disco che più mi è rimasto, non so perché.


Beh si, grande disco...se la gioca con H to He per quanto mi riguarda, in quanto a bellezza d'ascolto, poi in Still Life è tutto perfetto...testi, copertina etc..
Sicuramente è un disco che ha superato meglio lo scoglio del tempo rispetto a quanto fatto in precedenza dai VDGG, pur non essendo miliare come Pawn Hearts è un disco più terreno e oserei dire più vicino alle problematiche reali e concrete dell'uomo (mentre in Pawn Hearts si andava si sul filosofico, ma una filosofia più "cosmica" e meno sanguigna).
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#6 wago

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Inviato 03 settembre 2014 - 15:00

E "Godbluff", porello, che non se lo fila mai nessuno pur avendo il pezzo migliore dei VDGG (a cui peraltro è ispirato l'ultimo romanzo di Wu Ming, stupendo anche lui)?
  • 1
"It's a strange world." "Let's keep it that way."

#7 tonysuper

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Inviato 03 settembre 2014 - 15:18

Una cosa che non ci appizza niente... cosa ne pensate dei Curved Air?
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