Spesso ci sottovalutiamo e non di poco.
E non si tratta solo di chiacchiere da bar sport. In realtà la nostra scuola calcistica è sempre stata di primissimo livello, comparabile però con quella giornalistico-critica e qui son sempre stati dolori.
Al punto che diverse spedizioni, la maggior parte a dirla tutta, son partite tra pernacchie solenni e risatine sarcastiche, senza dimenticare le urla feroci.
Lasciando perdere il post pionierismo e gli anni 30, decennio dove però la Nazionale azzurra ha segnato veramente un'epoca, nonché la sfiga di non poter vedere giocare un Mondiale al Grande Torino, la nostra selezione fu accompagnata dallo scherno assoluto nel 1970, eppure eravamo campioni d'Europa, dotati di classe inferiore solo all'ultimo Brasile di Pelè. Però... pomodori.
Nel 1978, secondo la maggioranza eravamo penosi, e giocammo in maniera spettacolare. Fino al 1975 Brera scrisse che Causio era un brocco!
Nel 1982, con quasi gli stessi uomini di quattro anni prima, stava per finire in rissa, eppure l'11 titolare poteva contare su autentici fuoriclasse: Zoff, Cabrini, Scirea, Tardelli, Conti, Rossi.
Le rappresentative di Italia 90 e Usa 94 erano ugualmente da fantascienza in quanto a classe.
Quella lippiana del 2006, al di là delle retoriche disquisizioni sul Gruppo, sulla fratellanza e il mutuo soccorso, fu la perfetta concretizzazione di una generazione di enorme talento, reduce da fallimenti mondiali ed europei dovuti a una cattiva guida tecnica e alla poca maturità. Ma, a rivederla, uomo per uomo, ruolo per ruolo, c'era sul serio qualche selezione migliore di quella di Lippi?
Non credo.
eccola lì la migliore sintesi di tutte: noi ci sottovalutiamo da sempre, nel calcio, ma in realtà non c'è stata una generazione in cui i nostri giocatori non siano stati tra i migliori di tutti, dai pionieri come Fossati, De Vecchi all'asse Milano-Leone-Ara della Pro Vercelli, a detta di tutte le cronache dell'epoca fuoriclasse assoluti, a Baloncieri, Schiavio, Meazza, Piola, Combi, Rosetta, Caligaris, Orsi, Monti nel periodo d'oro, gente che per l'epoca contava come Pique, Busquets, Xavi, Iniesta, Diego Costa oggi (eravamo davvero la Spagna di oggi come qualità e come modo di concepire la nazionale come un "club") , alla nazionale formata sul Grande Torino, a Mazzola padre, Boniperti, Parola, Foni, Rava, Gabetto, Loik, giocatori di spicco anche in un panorama desolante come gli anni cinquanta, in assoluto il periodo più frustrante per il calcio italiano, col tonfo assoluto della non-qualificazione ai mondiali del '58 ad opera dell'Irlanda del Nord (!).
Poi a partire dagli anni '60 fino ad oggi non ci siamo praticamente più fermati nello sfornare fuoriclasse: citando tre nomi per decennio (impresa ardua) farei i nomi di Riva, Rivera (il più grande giocatore italiano del dopoguerra) e Facchetti; Rossi, Tardelli e Scirea; Baggio, Baresi e Maldini; Buffon, Totti e Nesta. Oggi purtroppo stiamo vivendo un periodo di stasi, di ricambio generazionale che tarda ad arrivare, le uniche eccellenze rimasteci a tutt'oggi sono Pirlo (che si ritirererà a breve), Buffon (anche lui non un giovincello) , De Rossi, Marchisio, Cassano a intermittenza, Balotelli idem, Verratti ed El Shaarawy se si riprende da una serie di infortuni terribili. Non è un caso che non abbia fatto nomi di difensori, perchè eccellenze in quel reparto non ne abbiamo, Barzagli a 33 anni e con mille acciacchi rimane il migliore. Della gloriosa scuola dei terzini è stata fatta tabula rasa.
Gli anni '80 purtroppo ci hanno dato in dote pochissimi giocatori di livello, sarebbero dovuti esplodere i vari Viviano, Chiellini, Andreolli, Criscito, Montolivo, Aquilani, Cerci, Giovinco, Osvaldo e compagnia bella per tappare quel buco che avrebbe provocato l'abbandono dei vari Nesta, Cannavaro, Zambrotta, Totti, Del Piero, Camoranesi, Toni ecc, purtroppo causa scarso impiego nei club di prima fascia come inece avveniva una volta e scarsa personalità di questi, o sono rimasti mezzi giocatori o - nel migliore dei casi tipo Chiellini o Cerci - son diventati ottimi giocatori ma non con quel salto di qualità di livello mondiale che ci si attendeva. Il risultato è che la nazionale di oggi è un "limbo" tra mezzi giocatori, grandi giocatori attempati e sicure promesse non ancora esplose, ovvero la futura generazione dei Novanta non ancora del tutto esplosa, che però pare promettere davvero bene, sicuramente più di quella degli Ottanta, mi riferisco ai Perin, De Sciglio, Rugani, Florenzi, Gabbiadini, Insigne, Immobile, Scuffet, Cristante, Romagnoli, ecc ecc
P.S. il tono è volutamente accademico per rispondere a Gozer che è un evidente neofita