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[Tom]

Avevo postato in "il disco che state ascoltando", essendo un album vecchio con recensione altrettanto datata... ma vaffanculo, la storia che si intuisce dietro questo album mi ha colpito veramente, quindi perdonate se apro un topic di cui non fregherà niente a nessuno.



2006 Flying Canyon Flying Canyon

Per me era un album toccante già nel decennio scorso, quando per un periodo lo affiancai agli ascolti di Into The Wild di Vedder, a cui lo accomunava la brevità (mezz'ora circa) e quell'idea di minuscole canzoni per spazi enormi.

Solo pochi mesi fa ho scoperto che il leader dello scarno trio, Cayce Lindner, era morto pochi mesi dopo l'uscita dell'album, lasciando una moglie e due figli. Non si sa nulla, ma la breve distanza tra l'uscita dell'album (novembre 2006) e la morte (febbraio 2007) fa pensare ad un album composto e inciso ben sapendo cosa stava per succedere. E anche senza date il tono dell'album e la copertina direi che parlano da soli.

Gli album testamentari sono in genere un affare per artisti affermati.
Qui abbiamo un illustre sconosciuto di 38 anni (dalle foto - - sembrava parecchio più vecchio), chitarrista dei non certo famosi Golden Hotel capitanati dal fratello, che incide il suo primo e ultimo album probabilmente ben sapendo che era un'opera destinata disperdersi nell'oceano delle uscite musicali di questi anni. E infatti.

Va da sé che c'è parecchio senso di solitudine esistenziale in queste dieci tracce di folk rock, registrate in una spesso brutale presa diretta casalinga. Ma pur essendo un album ovviamente triste e crepuscolare, non lo trovo funereo. C'è una sommessa bellezza in tutti i pezzi, un unplugged "on the beach" cantato sui bordi dei canyon dell'Arizona, dove d'altra parte in altri tempi ci deve essere pur stato un qualche mare.

Pur nella sua totale sobrietà un disco a suo modo estremo.