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The Special Need (Carlo Zoratti)


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#1 verdoux

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Inviato 05 aprile 2014 - 12:44

L’amore secondo Enea.

Enea è un ragazzo effetto da autismo, è giovane carino simpatico e la cosa che più desidera è una ragazza e non perde occasione per corteggiare tutte quelle che passano nel suo raggio di azione, le quali, cortesemente ed anche divertite, rifiutano sistematicamente, perché la sua disabilità lo priva di qualsiasi potere di seduzione ed il suo corteggiamento per loro è un solo gioco. Nella vita reale talvolta capita di vedere donne accettare anche uomini ai miei occhi spregevoli, (intendo dire quelli da Don Giovanni in giù), Enea invece che è educato, buono, carino e fisicamente prestante, va regolarmente in bianco perché troppo bambinone e non viene preso sul serio
Ma cosa vorrebbe Enea? Amore o sesso o entrambe le cose? Non lo sa, ma in prima battuta anche il sesso potrebbe bastare e si comincia da lì. Carlo e Alex sono due suoi amici di infanzia che lo vorrebbero aiutare su questa via, partendo dall'assunto che una volta consumato per la prima volta, anche in modo non ortodosso, Enea avrebbe rotto il ghiaccio e si sarebbe liberatosi dal tabù del primo contatto fisico con l'altro sesso ed avrebbe migliorato il suo modo di porsi e proporsi e forse sarebbe riuscito ad instaurare una relazione.
I tre partono per un viaggio di scopo, un on the road in senso letterale, prima tappa verso la periferia di Udine, ma la soluzione di strada dimostra subito i suoi limiti ed il suo squallore, si migliora alla seconda tappa in Austria, in un Albergo tipico, confortevole e tollerante, ma anche questa via si rivela insoddisfacente, per infine approdare in Germania in un centro specializzato per questo genere di cure, dove professioniste psicologhe accudiscono in tutti i sensi il cliente.
Funziona? Pare di si, per lo meno per quanto riguarda l'obiettivo minimo, il sesso ed anche per quanto riguarda l'obiettivo maggiore il paziente prende consapevolezza di aver fatto sesso senza amore, da questo punto di vista l'esperienza ha funzionato sia pure in senso negativo.
Ritorno a casa un po' amaro, Enea è cresciuto, ha acquisito conoscenza ed esperienza, ma basterà? Il suo limite dicevo è la capacità di seduzione, che è dote che non si può imparare che la sua disabilità inibisce.
Film nel suo insieme bello, a tratti toccante, a tratti divertente, sempre coinvolgente, belle anche le figure di contorno, gli amici a tratti dubbiosi che quello che stanno facendo sia la cosa giusta, dubbiose pure psicologhe coinvolte, consapevoli pure esse di non esser la soluzione, in fondo ci crede solo Enea, che alla fine è deluso ma è ancora capace di illudersi ed il film non chiude la porta alla speranza.
Per tutto il film ho pensato di assistere ad una finzione, in cui la parte di Enea fosse recitata da un attore, alla Dustin Hoffman per intendersi, magari non così fortemente caratterizzata, invece accese le luci in sala, scopro che Enea, presente in sala, ha recitato proprio se stesso, è proprio così, nella vita come nel film, al che molte perplessità mi sorgono: il film sarà anche bello e divertente, ma si può ridere oggi di un disabile (grave) autentico, come si rideva una volta dello scemo del villaggio?
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