Quando avevo circa 12-13 anni capitava che la sera mi mettessi in salotto dopo cena per finire i compiti, mentre mio padre guardava un film. Da grande appassionato di spaghetti western, non ne perdeva mai uno, ma erano film che all’epoca non mi dicevano nulla, per cui potevo tranquillamente usarli come sottofondo senza inquinare la concentrazione. Una sera, però, mi arrivò dal nulla questa commistione di ululati e spari introdotti da grida e ritmati su un tappeto di percussioni scalpicciate, poi un coretto ubriaco, poi una chitarra elettrica e infine tutto insieme a produrre una musica che mai mi era capitato di ascoltare. Davano Il buono il brutto e il cattivo. Alla fine non feci altro che fissare lo sguardo sulla tv in trepida attesa che si ripetessero quei suoni. Mi piacque anche il film, per la verità – e da lì, di western, ne vidi poi a centinaia – ma le musiche mi avevano lasciato senza fiato. L’estasi dell’oro, il triello, il grido di un impiccato che diventa il verso strascicato di un coyote..
Giorno triste, anche se ha avuto una bella vita ricca di soddisfazioni, anche se è comunque campato molto e, a quello che so, relativamente in buona salute e quindi va bene così. Non avrebbe aggiunto chissà cosa, probabilmente, alla sua straordinaria opera, ma era bello saperlo qui con noi e sperare che magari, chissà, avrebbe tirato fuori dal cilindro un'altra colonna sonora di livello (vedi The Hateful Eight). Fondamentalmente era l'unico motivo per cui mi auguravo uscisse un nuovo film di Tornatore.
Tra i brani (forse) meno noti, mi piace ricordare quella incredibile summa di sonorità schizofreniche che è l’incipit di Uccellacci e uccellini cantato da Modugno e la fuga composta per L’umanoide, di Aldo Lado.