Chuck Palahniuk
#1 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 14 agosto 2013 - 09:30
cosa ne pensate di questo 50enne romanziere americano entrato nel novero degli scrittori di culto dopo aver pubblicato il suo esordio, tale fight club?
annoverato nella cosiddetta “transgressive fiction”, è stato forse preso un po’ troppo sul serio come profeta della società dei consumi in decomposizione, visto che una cosa che chuck non fa mai è proprio prendersi sul serio (almeno attraverso i suoi libri). i suoi apologhi sono perlopiù black comedy votate all’eccesso, la cui inventiva linguistica fa impazzire i traduttori, i suoi mondi sono affolatti di personaggi bislacchi, sono una caricatura grottesca e visionaria della società americana di un fine millennio che assomiglia più ad una apocalisse trash in onda sulle reti commerciali. un universo weirdo e senza senso che si riconosce dalla prima pagina di un suo romanzo.
i libri che ho letto io e le mie impressioni:
fight club (1996)
credo di non aver nulla da aggiungere a quanto è già stato detto su questo libro (e sul film annesso/connesso). CULTO
survivor (1999)
non potrebbe essere più palahniukiano un protagonista che ci racconta la sua intera vita mentre aspetta che l’aereo che ha dirottato si schianti al suolo. è un viaggio caleidoscopico nell’immaginario dello scrittore, che è una specie di versione sotto acido, eccessiva, deformata e ipergrottesca di alcune caratteristiche tipiche della società americana (o sue storture, bizzarrie, a seconda dei punti di vista): settarismo religioso, telepredicatori, marketing, industria culturale, ecc. mi è piaciuto, un palahniuk “storico”.
invisible monsters (1999)
questo libro ha beneficiato di un remix (come per le canzoni) nel 2012, perché palahniuk non era rimasto contento di come era strutturata l’opera pubblicata. diciamo che l’idea di base è come al solito pungente: rendere una modella bellissima un mostro sfregiato e fare detonare il suo mondo (e quindi tutto il mondo di plastica e lustrini della pubblicità, della moda, ecc.). siamo quasi dalle parti di bret easton ellis, ma ho trovato la penna di palahniuk meno mordente del solito. la deriva pulp è l’unica che gli appartiene, ma l’intento critico/metaforico si perde presto per strada. non mi ha convinto.
soffocare (choke) (2001)
questa farsa strampalata e blasfema la annovero invece tra le cose sue migliori. ritornano alcune delle sue ossessioni come la terapia di gruppo, la religione, il sesso (il protagonista è un sessodipendente), le malattie e la morte. rimettere insieme i pezzi di questa commedia stralunata e fuori di testa è impossibile, ma il divertimento è assicurato.
ninna nanna (lullaby) (2002)
sulla falsariga di choke quest’ennesima weirdissima satira apocalittica punta tutto sul pedale dell’eccesso e del non senso. ancora una volta l’idea di fondo è geniale: il protagonista scopre una ninna nanna chiamata “canto della dolce morte” che basta recitarla anche solo col pensiero e le persone a cui la si indirizza muoiono improvvisamente. ci si può leggere tra le righe una ridicolizzazione del potere che può decidere della vita e della morte delle persone restando impunito (il rimando è ovviamente alla pena di morte), ma può anche essere letta come l’ennesima irrisione (a denti stretti) da parte di questo folle scrittore della morte e della malattia. fatto sta che nonostante le buone intenzioni il libro fa presto a smarrirsi dietro al libro dei morti e ad incantesimi vari. l’ho trovato il suo romanzo meno riuscito tra quelli che ho letto.
cavie (haunted) (2005)
per la prima volta un libro corale – con l’utilizzo infatti della prima persona plurale. quindi non più un singolo protagonista che parla al lettore in prima persona, ma più protagonisti: 16 aspiranti autori che hanno deciso di loro sponte di rinchiudersi in un teatro isolati dal mondo per creare il loro capolavoro. lo hanno fatto dopo aver risposto ad un annuncio ideato dal misterioso signor whittier, un ragazzino nel corpo di un vecchio – come benjamin button –, che si scoprirà poi rinchiudere ciclicamente gruppi di persone, come a voler dimostrare qualcosa di profondamente negativo e autodistruttivo nella natura umana (sognando poi una rinascita spirituale dell’umanità sul pianeta venere, nell’ultimo bellissimo racconto). infatti i 16 strambi protagonisti inizieranno ben presto a perdere il controllo, inizieranno a mozzarsi dita, a distruggere le riserve di cibo, a mangiare i resti dei “colleghi” che moriranno, tutto in vista del giorno in cui qualcuno li libererà, in vista del prime time in qualche talk show in cui raccontare la propria prigionia, o in qualche best-sellers in cui elencare le crudeltà inflitte dal signor whittier. il tocco satirico e paradossale di palahniuk è ben evidenziato in questa radicale commedia nera che è un po’ una summa del suo repertorio. c’è chi lo ha letto come una dissacrazione della spettacolarizzazione televisiva, in particolare dei reality show, ma è solo una delle letture possibili. anche perché il cuore del libro più che essere il racconto in sé, sono le 23 short stories che a turno i partecipanti (compreso il signor whittier e la signora clark) narrano allo spettatore. in fondo questo libro è una fenomenale raccolta delle short stories più folli, assurde, raccapriccianti, che mi sia capitato di leggere, e qui palahniuk dimostra tutto il suo debito verso il minimalismo americano, verso autori come denis johnson. senza ombra di dubbio – anche per via della struttura – è il suo romanzo più ambizioso, ed uno dei suoi migliori.
di più recente non ho letto niente, ma mi sta stuzzicando il suo ultimo progetto: dovrebbe essere una trilogia (quest’anno esce il secondo volume) con protagonista una ragazzina di 13 anni che finisce all’inferno e da questo fugge verso il paradiso attraverso il purgatorio. palahniuk ne ha parlato come di un the breakfast club all’inferno, come se the shawshank redemption di stephen king incontrasse the lovely bones e uno dei romanzi della storica scrittrice young adult judy blume. sembra dunque un palahniuk di nuovo in forma.
#2
Inviato 14 agosto 2013 - 12:50
Letti solo Fight Club, Survivor e Soffocare, tutti e 3 enormemente apprezzati (anche se Soffocare mi ha un po' messo in difficoltà per la struttura narrativa)...
Lette le tue considerazioni, mi sa che il prossimo sarà Cavie
#3
Inviato 17 agosto 2013 - 17:30
#4
Inviato 17 agosto 2013 - 17:41
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#5
Inviato 18 agosto 2013 - 10:02
#6
Inviato 18 agosto 2013 - 10:07
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#7
Inviato 18 agosto 2013 - 22:21
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