
Il brano iniziale 'the trip' è un perfetto compendio di quanto ascolteremo addentrandoci in questo secondo lavoro degli Still Corners: synth celestiali, voce femminina meravigliosamente svenevole e melliflua sempre pronta ad ascendere e sospirare, chitarre cristalline che allungano il collo al cielo, ritmiche profonde e marziali.
Il disco è bello compatto e godibile tutto, non ci sono episodi che svettano particolarmente sul totale, ma se proprio tocca sottolinearne qualcuno, allora dico l'estatica 'beginning to blue', il giro di synth tedesco di nome di fatto di 'berlin lovers', le rarefazioni di 'going back to strange', la blondiana 'beatcity', l'incalzante e romantica 'midnight drive' -probabile vertice del disco-.
Non c'è chissà quale attinenza tra gli Still Corners e i Beach House, i primi sono estremamente più synthosi e 80's dei secondi, che invece sono più dreamy e rarefatti, ma in certi passaggi più celestiali, e forse perché anche questi sono un duo, me li han ricordati tanto.
Tanto tanto meglio comunque di tutta la roba dream synth e bla bla bla sempre più uguale a se stessa americana tipo Wild Nothing che tanto imperversa oggigiorno.
Gran disco comunque, 8--
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=hCD9g1pH6BA
http://www.youtube.com/watch?v=aQJuGKT7mAw&feature=player_embedded&list=UUsgEkEWaXKQwrhlLHFbcQFw