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[Pietra Miliare] Akira (Otomo, 1988)


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59 replies to this topic

#51 Gozer

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Inviato 25 luglio 2015 - 17:13

Io ho parlato di una categoria, gli anime mindfuck, che hanno  quelle caratteristiche. Il fatto che siano incidentalmente giapponesi non rende il discorso razzista, non ci metto certo dentro Ozu o Miyazaki.

 

Allora ti sei espresso maluccio, e non tanto perché anime mindfuck significa tutto e niente, ma hai elencato cose diversissime fa loro, già accostare Evangelion e Akira, opere di epoche differenti realizzate in contesti differenti da persone differenti con budget differenti per un mezzo differente e che si basano su principi differenti...

(Ozu non capisco che c'entri)

 

 

 

appunto,la forma è attestata e in uso

Ok, ne sai più della Treccani, continua pure a scrivere propio. asd


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#52 Jack DiSpade

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Inviato 25 luglio 2015 - 17:33

Allora ti sei espresso maluccio, e non tanto perché anime mindfuck significa tutto e niente, ma hai elencato cose diversissime fa loro, già accostare Evangelion e Akira, opere di epoche differenti realizzate in contesti differenti da persone differenti con budget differenti per un mezzo differente e che si basano su principi differenti...

 

Sono anime. Sono mindfuck, ovvero, contengono concetti o svolgimenti incomprensibili (Akira lo possiamo ritenere dentro finché qualcuno non arriva a spiegarci l'amoeba). Quindi sono "anime mindfuck", non è certo una categoria canonica ma non è difficile da capire, il massimo esponente è "Serial Experiment Lain", sul quale prima o poi dobbiamo aprire un topic. L'argomento delle differenti epoche e contesti e della stessa risma delle differenti culture e volendo potresti estenderlo all'infinito con differenti autori, differenti disegnatori, differente taglio di capelli dello stagista ecc... mica si può fare di tutta l'erba un fascio, è meglio tacere.

 

Ok, ne sai più della Treccani, continua pure a scrivere propio. asd

 

 

La voce che ho linkato è propio Treccani, solo che io l'ho anche letta:
 

Sconsigliabile è la variante popolare propio (derivata dalla stessa base latina), sebbene anticamente fosse comune anche nella lingua scritta

s’io vedessi la propia persona (G. Boccaccio, Decameron).

 


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#53 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 25 luglio 2015 - 17:35

Te la copio pure io visto che evidentemente il link non l'hai cliccato, poi basta però eh.

 

PROPRIO O PROPIO? 
La forma corretta è proprio (dal latino proprium ‘personale’)
Sconsigliabile è la variante popolare propio (derivata dalla stessa base latina), sebbene anticamente fosse comune anche nella lingua scritta

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#54 Jack DiSpade

    Critico proto-punk

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Inviato 25 luglio 2015 - 17:47

Appunto è sconsigliabile, mica proibita. Questo dovrebbe mettermi al riparo da pedanti grammar-nazi. Se voglio usare "propio" saranno fatti miei.


  • -4

#55 corrigan

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Inviato 25 luglio 2015 - 17:52

Su questo thread ho letto cose raccapriccianti che mi hanno portato ad un passo dal rivalutare quello stronzo di Edward Said
  • 2

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#56 Jack DiSpade

    Critico proto-punk

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Inviato 25 luglio 2015 - 17:56

:blink:


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#57 neuro

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Inviato 25 luglio 2015 - 18:10

Provo a tornare un attimo a bomba.

C'e' una energia condivisa da tutti gli esseri viventi. Ogni essere ha accesso a un frammento di essa. E fin qui.

Se si cerca di accedere alla sua completezza via tecnologia (i bambini) o droghe (Tetsuo) essa ti fa nuclearizzare citta', prende il controllo del tuo corpo o minimo ti consuma e ti fa diventare un bambino vecchio.

Mi e' sempre piaciuta cosi'.

Comunque la parte cosmica di Akira (l'escalation del potere di Tetsuo) e' quello che lo rende superiore al cyberpunk anni 90. Ovvismente insieme all'irripetuto e forse irripetibile livello tecnico.
  • 3
apri apri, apri tutto!

#58 auslöschung

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Inviato 25 luglio 2015 - 18:11

Su questo thread ho letto cose raccapriccianti che mi hanno portato ad un passo dal rivalutare quello stronzo di Edward Said


guarda, io mi taglio l'interno coscia con la carta e non mi ci sono neanche dottorato.
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#59 sud afternoon

    Si legge sud afternùn.

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Inviato 25 luglio 2015 - 20:58

il cristianesimo è un tratto sociale (oltre che religioso) di grande rilevanza culturale in japan; esso è temperato, come giustamente scrivi, dallo shintoismo che ancor prima di essere una filosofia (non una religione) è una prassi. In effetti è una roba un po' complessa che ci mette niente a entrare essa stessa in confusione, tranne nelle temperanze di codici molto rigidi (quali il bushido, per esempio).

 

Se pagano l'ICI è un cristianesimo meglio del nostro sul piano trascendente e immanente, sincretismo o meno.  ashd


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#60 princepsdeus

    pivello

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Inviato 25 luglio 2015 - 23:57

Può darsi che chiedersi quale sia il significato letterale di molti dialoghi negli anime sia un po' come chiedersi quale sia il significato letterale di una poesia simbolista... Mi sorge il dubbio di quale sia il pubblico ideale di un film come Akira. Se si tratta (non lo so) di un prodotto che voleva avere un successo notevole, un giapponese ordinario è molto più informato sulla sua cultura che un italiano ordinario sulla propria? Per ignoranza, molti anime li ho interpretati così: accadono e dicono cose che non capisco razionalmente ma che mi suggeriscono idee o tematiche interessanti ma spesso in contrasto tra di loro e quindi più che altro ne apprezzo gli aspetti formali come i disegni, la musica, ecc. Non so se per un giapponese (parte del pubblico ideale dell'opera) questi elementi hanno per così dire un senso globale mentre per me i dialoghi spesso hanno soltanto un senso locale, ovvero mi paiono espedienti per creare una certa atmosfera. 

 

Per fare un esempio familiare: nel finale de I promessi sposi pare che Lucia dica una cazzata, cioè che non ha imparato nulla delle sue avventure ma, se ricordo bene, occorre interpretare questa dichiarazione nel contesto del giansenismo, c'è la predestinazione ecc. (e quindi comunque è una cazzata...) Ormai nessuno crede più in queste dottrine e forse per questo quel romanzo è più sofferto che amato nei licei ma questo discorso mi fa venire il dubbio sulla popolarità di analoghe dottrine in Giappone che aiutino a comprendere quei passaggi per noi misteriosi o se invece anche loro si fermano come me ad un livello di interpretazione formale e non contenutistico.

 

Occhio che parlo dell'average Joe giapponese, le persone colte capiranno molte cose (sempre che ci siano e loro vogliano capirle) ma il giapponese a cui è rivolto per dire La città incantata non vede quel film come un trip di acido lisergico? Senza sapere nulla io penserei che in questo mondo globalizzato non molti di loro abbiano una cultura così diversa da quella di uno che va a vedere Transformers da permettere loro di contestualizzare in modo appropriato gli anime che ci lasciano perplessi. Quello che voglio dire è che forse anche molti giapponesi ascoltano quei dialoghi come se fosse letteratura simbolista...


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