Vai al contenuto


Foto
- - - - -

Pensare Alla Fotografia


  • Please log in to reply
64 replies to this topic

#1 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2013 - 11:11

Ci sono già diversi topic sulla fotografia, lo so. Questo vuole essere un topic sulla fotografia e su come la interpretiamo, su come la pensiamo, su cosa ci piace della fotografia e su quali sono le nostre influenze. Com'è legata la fotografia all'arte o al reportage documentario o piuttosto alla moda come alla pubblicità. Discutere sul mezzo fotografico stesso e sulla sua capacità di descrivere la realtà. Non so quanto davvero possa interessare questo argomento in un forum musicale (forse zero), ma faccio un tentativo, sperando di spingere la curiosità di alcuni e la mia stessa curiosità. Un invito a discutere sulla fotografia.

Piccola avvertenza: è facile, fin troppo facile, dato il tema, buttare tutto in caciara, sminuire, provocare, ironizzarci su ecc.. Per cui invito a intervenire quelli che si sentono davvero curiosi sull'argomento. Non sarà comunque un discorso ex cathedra, nella maniera più assoluta perchè non penso di averne davvero i mezzi e anche perchè sarebbe un confronto poco proficuo.


Parto con una scuola tedesca di fotografi che per me è molto importante, la cosiddetta "Becher School". Nata a partire dai coniugi Bernd e Hilla Becher, si è sviluppata soprattutto negli anni '90 costruendo un'estetica minimalista, oggettiva. Uno sguardo della camera completamente frontale che provoca uno straniamento dell'oggetto stesso, alcuni esempi:

Andreas Gursky
Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita



Candida Hofer

Immagine inserita

Immagine inserita


Thomas Struth
Immagine inserita

Thomas Ruff

Immagine inserita

Immagine inserita


In particolare Thomas Ruff ha rivestito poi un'enorme influenza su tutta una serie di ritratti di moda asettici, clinici, frontali che ancora oggi e soprattutto oggi sono diffusissimi. Basti pensare ai ritratti benetton di Oliviero Toscani. Per cui non è che li abbia inventati Toscani quel tipo di ritratti, ecco...

Immagine inserita
  • 3
Everybody needs a bosom for a pillow

#2 Moreno Saporito

    burzumaniaco

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 84791 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2013 - 11:53


Immagine inserita


ma questa è ritenuta una bella foto?
  • 2

 


#3 reese

    moriremo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5669 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2013 - 12:25

Parto con una scuola tedesca di fotografi che per me è molto importante, la cosiddetta "Becher School". Nata a partire dai coniugi Bernd e Hilla Becher, si è sviluppata soprattutto negli anni '90 costruendo un'estetica minimalista, oggettiva. Uno sguardo della camera completamente frontale che provoca uno straniamento dell'oggetto stesso, alcuni esempi:

Andreas Gursky

Immagine inserita


Io penso molto. E in genere mi faccio molte domande. Una ricorrente che spesso non mi fa dormire e' WHERE'S WALLY?

Immagine inserita
  • 6

#4 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2013 - 14:17

E' vero, un po' ricordano quei libri Where's Wally.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#5 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2013 - 14:23



Immagine inserita


ma questa è ritenuta una bella foto?


era solo un esempio di quanto è bravo a scopiazzare Toscani... a scuola era il vicino di banco imbroglione.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#6 Zpider

    Procrastinatore

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3712 Messaggi:

Inviato 27 maggio 2013 - 17:25

In particolare Thomas Ruff ha rivestito poi un'enorme influenza su tutta una serie di ritratti di moda asettici, clinici, frontali che ancora oggi e soprattutto oggi sono diffusissimi.


Le fototessere?
  • 0

#7 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 28 maggio 2013 - 08:23

In particolare Thomas Ruff ha rivestito poi un'enorme influenza su tutta una serie di ritratti di moda asettici, clinici, frontali che ancora oggi e soprattutto oggi sono diffusissimi.


Le fototessere?


Più che le fototessera in sè stesse, l'idea che le fototessera proiettano, cioè una fotografia asettica, asciutta, frontale. Dove l'aspetto automatico e straniante del mezzo fotografico è accentuato. Un altro esempio è il fotografo di moda Juergen Teller per il brand Helmut Lang:

Immagine inserita

Immagine inserita
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#8 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 06 luglio 2013 - 14:04

La fotografia al femminile.

Mi ha sempre incuriosito il modo, lo stile con cui le donne si sono avvicinate al mezzo fotografico. Spesso in punta di piedi, a volte in modo dirompente e completamente originale, creando nuove categorie estetiche per la fotografia stessa.

E' interessante notare come una delle fotografe (anche se ha fatto molto altro...) che più m'affascina avesse deciso di scegliersi come nome d'arte un nome maschile, o forse unisex, Claude Cahun. Lei/lui, a cavallo tra gli anni '20 e '30 del Novecento, amava fotografare se stessa in pose di forte impatto, senza fare sconti alla propria immagine androgina, sempre in bilico tra maschile e femminile. Sembra utilizzare la fotografia come uno specchio, da un lato come presa di coscienza di se stessa e del proprio corpo, dall'altro come fuga da quello stesso corpo con travestimenti, trucchi ecc...

Immagine inserita

Immagine inserita


Inutile elencare tutto lo strascico d'influenze, dalle pose in autoscatto col telefonino in poi... e se adesso siamo una società dell'immagine con i confini di genere sessuale sempre più in bilico, lei/lui c'era già in mezzo nei primi del '900.

Curioso è il caso di Virginia Oldoini, più nota come la Contessa di Castiglione. Celebre per la sua bellezza, in lei c'era un senso di esibizionismo quasi patologico. La fotografia era l'unico mezzo in grado di soddisfare le sue nevrasteniche spinte narcisiste. Fotografie che poi donava a parenti e amici, come "tracce" di se stessa, così da appagare il loro voyeurismo. Ha continuato a farsi fotografare pure in vecchiaia, mostrando una sfida al tempo e alle sue corruzioni e disfacimenti sul corpo, quasi a esorcizzare tale paura. Tremendamente attuale.

Immagine inserita


Diane Arbus ha fatto della fotografia quell'occhio imparziale, lucido, freddo. Un "distacco" che gli consentiva di stare sempre più vicino al soggetto della sua fotografia, spesso un "mostro", un derelitto della società, un escluso e un diverso (tant'è che è stata impropriamente definita la fotografa dei "mostri"...). In questo modo i soggetti fuoriuscivano dalla pellicola più estranei e potenti, paradossalmente anche più "veri" e vicini.

Immagine inserita

Immagine inserita

Cindy Sherman ha sempre detto di tenere in poco conto la tecnica fotografica e tutto il suo apparato. Di fatto spesso erano suo marito o qualcun altro ad eseguire concretamente gli scatti. Lei invece si occupava di partorire le idee che c'erano dietro una fotografia, mettendoci semplicemente la sua presenza di fronte all'obiettivo. Notevoli sono i lavori Film Still, in cui la nostra si cimenta sempre in prima persona in trasformazioni da ragazza cliché dei b-movie americani. Mettendo in scena, sulla sua stessa presenza di fronte alla camera, tutti quegli stereotipi femminili e quindi fotografandoli, quasi li smaschera e li proietta in una dimensione straniante. Notevole sarà l'influenza per un'altra fotografa dei nostri anni, diventata ormai famosissima (guarda caso anche lei donna), Alex Prager.

Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita


E infine forse la mia fotografa preferita in assoluto, Nan Goldin. Con lei la fotografia acquista una veste corporale, emozionale, di profonda traccia in tutta la sua immensa distanza con la pittura. Per la Goldin fotografare è, prima di tutto, accettare i soggetti che sta fotografando. Sono spesso suoi amici, fotografati nelle situazioni più private, più intime. Non c'è tecnica nelle sue foto, c'è tutta l'approssimazione propria di un coinvolgimento affettivo. La macchina fotografica diventa un'estensione di sé, un modo per toccare, accarezzare quelle persone, non più meri soggetti. I suoi lavori diventano diari intimi "pubblici".

Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita
  • 1
Everybody needs a bosom for a pillow

#9 Guest_la grande illusion_*

  • Guests

Inviato 06 luglio 2013 - 15:31

se si parla di donne per me è fondamentale francesca woodman. morta giovanissima, praticamente alla mia età. non è una scoperta, ma se in caso qualcuno non la conoscesse:

Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita


Immagine inserita
Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita

Immagine inserita

non ho mai trovato opportuno descrivere o interpretare delle creazioni/lavori quindi non penso lo farò. è chiaramente un lavoro di esposizioni lunghe, corpi spettrali, movimenti fumosi e surrealismo. era il suo mondo e ha saputo rifletterlo perfettamente senza darne dei confini netti.
  • 3

#10 dick laurent

    ...

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 13334 Messaggi:

Inviato 06 luglio 2013 - 23:09

alcune foto sono bellissime. La prima di Cahun postata da Marz, ma anche altre. Cindy Sherman l'ho scoperta un paio di anni fa e mi è piaciuta subito moltissimo
Immagine inserita
  • 0

dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#11 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 07 luglio 2013 - 11:08

Francesca Woodman, ma certo!

Non capisco sinceramente perché trovare inopportuno provare a descrivere o ad interpretare certe opere, però... Io ad esempio trovo i lavori della Woodman molto corporei, come un'appropriazione del corpo sui luoghi, pavimenti. Una fotografia "tattile". Un corpo che si adatta ai muri ed alle pareti. Nelle sue foto c'è quasi una "profondità abitata", luoghi e spazi che si caricano improvvisamente di un alone di mistero sul corpo della Woodman.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#12 Guest_la grande illusion_*

  • Guests

Inviato 07 luglio 2013 - 13:37

non lo so, forse perché di mio odierei se altri si mettessero a definire, descrivere, sviscerare coi loro occhi cose mie quindi tendo a credere che sarebbe inevitabile una violazione. oltre al fatto che il visivo rimane visivo, ha già un suo linguaggio senza dovergli per forza aggiungere parole. che non sono una spiegazione ma una cosa separata che gli ruota attorno. e secondo me tendono a limitare e inquadrare in degli schemi.
ma è ovviamente una mia percezione
  • 0

#13 selva

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1127 Messaggi:

Inviato 07 luglio 2013 - 14:23

non lo so, forse perché di mio odierei se altri si mettessero a definire, descrivere, sviscerare coi loro occhi cose mie quindi tendo a credere che sarebbe inevitabile una violazione. oltre al fatto che il visivo rimane visivo, ha già un suo linguaggio senza dovergli per forza aggiungere parole. che non sono una spiegazione ma una cosa separata che gli ruota attorno. e secondo me tendono a limitare e inquadrare in degli schemi.
ma è ovviamente una mia percezione


la pensavo come te ma seguendo questo principio non si dovrebbe parlare di niente. Se guardo una foto, se leggo un libro, se osservo quadrato nero di malevic, mi viene spontaneo se non necessario capire per lo meno com'è fatto e perché. Questo non vuol dire che tutti gli artisti creino a partire da concetti (anche se...) però è necessario, almeno per me, indagare sull'opera che sto guardando, anche perché risulterei superficiale (oh guarda francesca woodman si appende alla parete). Nella fattispecie Marz ha detto cose condivisibili sulla Woodman soprattutto per quando riguarda la mimesi con le pareti (ma anche con la natura)

Immagine inserita
  • 0

#14 Guest_la grande illusion_*

  • Guests

Inviato 07 luglio 2013 - 14:39

io mi riferivo solo al figurativo che cerca l'immagine e non la parola per esprimersi. comunque è anche un aspetto caratteriale. tu reputi ad esempio superficiale rimanere a un piano visivo senza l'indagine e il commento che gli si allaccia. per me non è superficiale: non sono due piani contigui, sono due piani separati. è l'occhio che registra tutto il tumulto dell'immagine.
ma ribadisco che parlo solo del mio modo di concepire la cosa, d'altro canto non sono una persona che parla molto
  • 0

#15 Guest_la grande illusion_*

  • Guests

Inviato 07 luglio 2013 - 14:40

Immagine inserita


è bellissima questa, tra le mie preferite
  • 0

#16 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 07 luglio 2013 - 16:24

non lo so, forse perché di mio odierei se altri si mettessero a definire, descrivere, sviscerare coi loro occhi cose mie quindi tendo a credere che sarebbe inevitabile una violazione. oltre al fatto che il visivo rimane visivo, ha già un suo linguaggio senza dovergli per forza aggiungere parole. che non sono una spiegazione ma una cosa separata che gli ruota attorno. e secondo me tendono a limitare e inquadrare in degli schemi.
ma è ovviamente una mia percezione


anch'io la pensavo come te. Poi sono arrivato alla conclusione che questo atteggiamento era forse troppo snob ed esclusivo. Anche perché ho capito che riuscivo ad apprezzare qualcosa condividendo questo, in qualche modo. E in più arricchivo la mia impressione con quella di altri, in un circolo virtuoso molto stimolante. Alla fine può essere, al massimo, un arricchimento quello che gli altri possono dire su un'opera. La si può accettare o rifiutare. Posto che quando un'opera lascia l'atelier diventa automaticamente un'opera che abbia un significato "per tutti" e non solo per l'artista che l'ha creata (interpretazione anti-intenzionalista dell'arte).

Sul fatto del "linguaggio" e del "visivo" t'ha già ben risposto vincentvega: così facendo non si potrebbe parlare di praticamente nulla! E' chiaro che l'esperienza visiva (chiamiamola più propriamente sensoriale) può essere una cosa a sé e scissa. Però possiamo anche creare un qualche canale tra i due mondi (visivo e linguistico nella fattispecie) così da renderci comprensibili, in qualche modo. Questo ovviamente non è il compito dell'artista che semplicemente crea un qualcosa che poi servirà a stimolarci e se, vogliamo, a parlare ed a condividere tutto questo. Ovviamente parlare di un'opera è tutt'altra cosa che "vederla" o "sentirla", è chiaro. Ma non per questo deve essere escluso un qualche pensiero su di esso.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#17 Guest_la grande illusion_*

  • Guests

Inviato 07 luglio 2013 - 16:53

ma snob mi pare esattamente il contrario del mio punto :D
  • 1

#18 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 07 luglio 2013 - 17:02

invece secondo me, se uno ci riflette bene, un po' lo è... voglio dire, c'è sempre un certo grado di supponenza nell'intendere le interpretazioni di un qualcosa come schemi che limitano e inquadrano. Te lo dico perché io la pensavo pressappoco come te.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#19 Guest_la grande illusion_*

  • Guests

Inviato 07 luglio 2013 - 17:29

forse lo sarà stato nel tuo caso, non è una legge universale. per l'appunto.
poi comunque stiamo tirando su polvere inutile, io volevo solo intendere che non intendevo analizzare la woodman ma solo mostrarla, senza dare linee guida a nessuno.
  • 0

#20 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 11052 Messaggi:
  • Location1991

Inviato 07 luglio 2013 - 22:51

invece secondo me, se uno ci riflette bene, un po' lo è... voglio dire, c'è sempre un certo grado di supponenza nell'intendere le interpretazioni di un qualcosa come schemi che limitano e inquadrano. Te lo dico perché io la pensavo pressappoco come te.


Se un concetto esiste va per forza esplicato e capito, altrimenti non si hanno i mezzi per valutare l'opera, non ci si può limitare allo sguardo o al "mi piace non mi piace", in questo senso parlarne è snob ma è necessario e giusto. Ed è il motivo per cui non mi interesso molto di fotografia puramente concettuale, perché diventa altro dalla fotografia tradizionalmente intesa, è qualcosa di più adatto agli amanti dell'arte contemporanea in generale, dalla pittura alle installazioni visive.
Detto questo, le foto presentate qui rientrano in una forma ancora abbastanza tradizionale, escluse forse le fototessere di Ruff.

C'è poi da dire una cosa forse non del tutto scontata, le fotografie sono anche dei manufatti artigianali e acquistano un grande valore anche per quello, parliamo spesso di stampe di altissima qualità in formati enormi e da originali su pellicola di grande formato (Gursky senz'altro, anche 2x3 metri), ciò è ben diverso dal vedere 600 pixel sgranati sul web. E' un po' come vedere una statua al museo o la foto della statua su internet.
  • 0

“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#21 Guest_Gael_*

  • Guests

Inviato 07 luglio 2013 - 23:18

Il punto è che le fotografie smettono di essere nostre dopo la scatto e divengono di chi le vede. E chi le vede le commenta, analizza, fa proprie. Per questo io ad esempio detesto i titoli e li desidero più neutri possibile, di solito uso numeri.
Non mi piace l'eccesso di interpretazione, la molletta appesa al filo che diventa la precarietà della vita, la spiaggia che diventa il nostro ruolo nel mondo piccoli granelli di sabbia tra milioni di granelli inermi trasportati dal vento e dalle onde. E' come il signore distinto che commenta con arguzia la sedia in un angolo credendola un'opera concettuale, per poi vedere il giapponese stanco che ci si siede sopra per schiacciarsi un pisolino.

Però le fotografie narrano. E i nostri occhi interpretano.
  • 0

#22 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 08 luglio 2013 - 08:49

Il punto è che le fotografie smettono di essere nostre dopo la scatto e divengono di chi le vede. E chi le vede le commenta, analizza, fa proprie. Per questo io ad esempio detesto i titoli e li desidero più neutri possibile, di solito uso numeri.
Non mi piace l'eccesso di interpretazione, la molletta appesa al filo che diventa la precarietà della vita, la spiaggia che diventa il nostro ruolo nel mondo piccoli granelli di sabbia tra milioni di granelli inermi trasportati dal vento e dalle onde. E' come il signore distinto che commenta con arguzia la sedia in un angolo credendola un'opera concettuale, per poi vedere il giapponese stanco che ci si siede sopra per schiacciarsi un pisolino.

Però le fotografie narrano. E i nostri occhi interpretano.


Gael ovviamente gli esempi che riporti tu non sono delle analisi critiche ma semplici e banali interpretazioni personali (la molletta appesa che simboleggia la precarietà della vita ecc...). Pensare alla fotografia deve essere tutt'altra cosa, un'interpretazione appunto critica e per quanto possibile oggettiva, senza scadere in banali personalismi assimilabili quasi alla critica "romantica".
Ad esempio sapere che la fotografia di strada, la street photography, ha tutto un suo percorso figurativo che c'ha sollecitato e ci sollecita, da Atget a Weegee fino a Cartier Bresson e Lorca diCorcia. E se un tale mi fa la solita foto di strada è naturale che mi solleciterà meno. Può essere "bella" secondo le categorie estetiche tradizionali cooptate dalla pittura (ad esempio le forme, le figure, la composizione ecc) ma non più interessante sempre da un punto di vista estetico, perchè le nostre categorie estetiche per valutare la bellezza di un'opera sono inevitabilmente mutate e non siamo più fermi all'impressionismo pittorico.

Quello che invece di solito succede nella fotografia, più che nel resto delle altre arti, è appunto quest'atteggiamento completamente naive sia di chi scatta sia di chi guarda le foto, vuoi per la povertà semantica intrinseca della fotografia stessa, vuoi perché gli autori sono spesso misconosciuti dalla maggior parte, più che nel cinema o nella pittura ad esempio. Vuoi perché è un'arte relativamente giovane rispetto alla pittura, e dato che entrambe si occupano di "visivo", spesso la fotografia ha fatto da ancella e la pittura da padrona. Per cui ci si ferma al solo dato visivo e d'impatto. Dove sbaglia px è che non capisce che le caratteristiche estetiche extrapittoriche proprie del mezzo fotografico (copia del reale, medium, prolungamento sensoriale ecc...) non caratterizzano soltanto un particolare tipo di fotografia definita "concettuale" ma tutta la fotografia in toto. Sono queste le caratteristiche che la definiscono e la distinguono dalla pittura. Chi ricerca la composizione, le belle forme, massima apertura di diaframmi e contrasti (la "bella foto" per intenderci) non fa altro che usare la fotografia come un pennello tecnologicamente aggiornato, ignorando quella che è la vera natura del mezzo fotografico nelle sue categorie estetiche intrinseche ed invece riprendendo pari pari le stesse identiche categorie estetiche della pittura. La fotografia così facendo diventa semplicemente un quadro formato da emulsioni chimiche o da pixel. Per dirla tutta, ad esempio tutti quei fotografi che rientrano nella cosiddetta straight photography e gruppo f/64 (Strand, Weston, Henri e compagnia), nella loro difesa assoluta dell'autonomia della fotografia rispetto alle altre arti incentrato su composizione, contrasti, in realtà non facevano altro che ricalcare gli stessi dettami estetici e pittorici che tanto disprezzavano, nascondendosi nelle peculiarità tecnologiche del mezzo fotografico (obiettivo, b/n ecc...) e distinguendo tra pittura "cattiva" (impressionismo) e pittura "buona" (astrattismo). Per cui le loro foto spesso altro non erano che copie, in versione fotografica, di quadri astrattisti, ignorando la vera natura della fotografia, diversa per statuto della pittura. Ed è incredibile come tutt'ora questa strada sia quella imperante (trasposizione del visivo dalla pittura alla fotografia, adottando le stesse identiche categorie, ora impressioniste ora astrattiste).

Se una cosa c'ha insegnato il secolo scorso, è che tutto è diventato "concettuale" e allo stesso tempo ormai concettuale non vuol dire più nulla. E' ormai impensabile osservare qualcosa senza che questa abbia un rimando, una sollecitazione mentale anche inconsapevole all'autore stesso o a chi la osserva. Anche la caratterizzazione puramente visiva di una fotografia risponde a dettami concettuali se vogliamo ("ho scelto di fare foto puramente visive, a prescindere da tutto il resto". Anche questa è una scelta concettuale tradotta nel visivo...). Pure il non-significato di una fotografia ha un suo "significato" concettuale nell'azzeramento semantico compiuto e voluto dall'autore...

Il discorso poi del manufatto fotografico portato avanti da px è vero in parte. E' vero che alcuni artisti hanno il bisogno di caratterizzare i lavori in una determinata dimensione (dal piccolissimo al gigantesco) per aumentare l'impatto che questa può suscitare e per rispondere a certe categorie estetiche. Quindi la "dimensione" fa parte dell'opera. Però attenzione nel dire che la foto sia un manufatto quasi alla stregua di un manufatto artigianale, come può essere un quadro. La fotografia risponde ai dettami della riproducibilità, della copia del reale. E' un medium, non sarà mai un vero manufatto, anche se l' "oggetto foto" verrà venduto milioni, verrà venduta in realtà l"'idea e l'estetica fotografica" trasposta nella sua copia. A differenza di un quadro che è "una copia originale e non riproducibile", singola ed unica per statuto estetico, la fotografia non lo è. Essa può essere riprodotta nella sua automaticità intrinseca.

Quanto ho scritto senza rendermene conto, scusatemi...
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#23 selva

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1127 Messaggi:

Inviato 08 luglio 2013 - 09:48


Il punto è che le fotografie smettono di essere nostre dopo la scatto e divengono di chi le vede. E chi le vede le commenta, analizza, fa proprie. Per questo io ad esempio detesto i titoli e li desidero più neutri possibile, di solito uso numeri.
Non mi piace l'eccesso di interpretazione, la molletta appesa al filo che diventa la precarietà della vita, la spiaggia che diventa il nostro ruolo nel mondo piccoli granelli di sabbia tra milioni di granelli inermi trasportati dal vento e dalle onde. E' come il signore distinto che commenta con arguzia la sedia in un angolo credendola un'opera concettuale, per poi vedere il giapponese stanco che ci si siede sopra per schiacciarsi un pisolino.

Però le fotografie narrano. E i nostri occhi interpretano.

Dove sbaglia px è che non capisce che le caratteristiche estetiche extrapittoriche proprie del mezzo fotografico (copia del reale, medium, prolungamento sensoriale ecc...) non caratterizzano soltanto un particolare tipo di fotografia definita "concettuale" ma tutta la fotografia in toto. Sono queste le caratteristiche che la definiscono e la distinguono dalla pittura. Chi ricerca la composizione, le belle forme, massima apertura di diaframmi e contrasti (la "bella foto" per intenderci) non fa altro che usare la fotografia come un pennello tecnologicamente aggiornato, ignorando quella che è la vera natura del mezzo fotografico nelle sue categorie estetiche intrinseche ed invece riprendendo pari pari le stesse identiche categorie estetiche della pittura. La fotografia così facendo diventa semplicemente un quadro formato da emulsioni chimiche o da pixel.


Mi hai ricordato Jeff Wall che rifà Manet

Immagine inserita

Immagine inserita
  • 0

#24 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 11052 Messaggi:
  • Location1991

Inviato 08 luglio 2013 - 18:50

Dove sbaglia px è che non capisce che le caratteristiche estetiche extrapittoriche proprie del mezzo fotografico (copia del reale, medium, prolungamento sensoriale ecc...) non caratterizzano soltanto un particolare tipo di fotografia definita "concettuale" ma tutta la fotografia in toto. Sono queste le caratteristiche che la definiscono e la distinguono dalla pittura. Chi ricerca la composizione, le belle forme, massima apertura di diaframmi e contrasti (la "bella foto" per intenderci) non fa altro che usare la fotografia come un pennello tecnologicamente aggiornato, ignorando quella che è la vera natura del mezzo fotografico nelle sue categorie estetiche intrinseche ed invece riprendendo pari pari le stesse identiche categorie estetiche della pittura.


Immagino che questo sia il frutto dei tuoi studi recenti, però devi spiegarti meglio, anche citando le fonti.
Il problema è che ti affanni a definire cosa non è la fotografia ma non riesci a spiegare cos'è, o meglio, come la si dovrebbe giudicare secondo le categorie che la definiscono (copia del reale, medium, prolungamento sensoriale).

Se una cosa c'ha insegnato il secolo scorso, è che tutto è diventato "concettuale" e allo stesso tempo ormai concettuale non vuol dire più nulla. E' ormai impensabile osservare qualcosa senza che questa abbia un rimando, una sollecitazione mentale anche inconsapevole all'autore stesso o a chi la osserva.


Ma che c'entra il concettuale con i rimandi? Ovvio che tutto sollecita il vissuto e genera rimandi ma c'è una bella differenza se io fotografo un muro perché voglio rappresentare - bene - un muro oppure perché faccio parte di una corrente minimalista per cui il muro mi rappresenta il vuoto esistenziale...
  • 0

“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#25 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 08 luglio 2013 - 21:26


Dove sbaglia px è che non capisce che le caratteristiche estetiche extrapittoriche proprie del mezzo fotografico (copia del reale, medium, prolungamento sensoriale ecc...) non caratterizzano soltanto un particolare tipo di fotografia definita "concettuale" ma tutta la fotografia in toto. Sono queste le caratteristiche che la definiscono e la distinguono dalla pittura. Chi ricerca la composizione, le belle forme, massima apertura di diaframmi e contrasti (la "bella foto" per intenderci) non fa altro che usare la fotografia come un pennello tecnologicamente aggiornato, ignorando quella che è la vera natura del mezzo fotografico nelle sue categorie estetiche intrinseche ed invece riprendendo pari pari le stesse identiche categorie estetiche della pittura.


Immagino che questo sia il frutto dei tuoi studi recenti, però devi spiegarti meglio, anche citando le fonti.
Il problema è che ti affanni a definire cosa non è la fotografia ma non riesci a spiegare cos'è, o meglio, come la si dovrebbe giudicare secondo le categorie che la definiscono (copia del reale, medium, prolungamento sensoriale).


Prima di tutto come fonti posso citarti il trattato "Sulla Fotografia" della Sontag, "Fotografia e pittura nel Novecento (e oltre) di C. Marra. Ma anche Roland Barthes e poi l'imprescindibile "L'opera d'arte nell'era della sua riproducibilità tecnica" di Walter Benjamin. E persino Marshall McLuhan per l'intuizione della fotografia come medium.

Per risponderti con una sola parola su che cos'è la fotografia posso dirti che per me la fotografia è essenzialmente "traccia" ("indice", in termini semiotici). Sia essa una traccia chimica (fotografica analogica) o pixelata (digitale). Questa è l'enorme differenza con la pittura che è sempre, inevitabilmente "simbolo", trasfigurazione della realtà per mano dell'artista. La fotografia, essendo "traccia" e non "simbolo", riesce a stimolare tutta una serie di categorie estetiche extrapittoriche. Prima di tutto il ricordo. La fotografia, in quanto traccia di qualcosa, è inevitabilmente, drasticamente, legata al soggetto fotografato, il quale viene impresso nella sua presenza su pellicola o supporto digitale. Non a caso usiamo il termine "immortalare" qualcuno. Così persino la foto dell'album di famiglia (come certe opere di Boltanski), nella sua veste di ricordo, riesce a rispondere a categorie estetiche e fotografiche più ancora di una foto che raffigura un bel tramonto, ad esempio. Proprio per il suo essere traccia, vengono inoltre attivate tutte una serie di sollecitazione come quella del "prolungamento sensoriale". Con la macchina fotografica possiamo essere partecipi, testimoni di un evento, toccarlo (Nan Goldin dice di usare la fotografia come un modo per "accarezzare" i soggetti che fotografa). E questo è possibile perché la macchina fotografica registra la traccia di una presenza (o assenza). Infine la fotografia come medium in quanto "estroversa" per sua stessa natura (per fotografare qualcosa è necessario che quella cosa sia di fronte all'obiettivo, a differenza di un quadro che possiamo immaginarlo e dipingerlo). E' un mezzo che ci mette sempre e obbligatoriamente in relazione referenziale, e questo sempre in virtù del principio di "traccia".

In realtà sono tutti processi e categorie che noi attiviamo quotidianamente e normalmente. Basti pensare all'uso delle foto come presenza nei luoghi per dire: "ecco, io ci sono, ci sono stato". Solo la fotografia (e il video) possono in quanto traccia registrata.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#26 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 11052 Messaggi:
  • Location1991

Inviato 08 luglio 2013 - 22:21

In sostanza stai parlando di centralità del soggetto e di ciò che esso può evocare in quanto reale.
Però io dico che la fotografia parte dalla realtà ma la trasfigura e la rielabora sempre, in ogni singolo passaggio del flusso di lavoro, a partire da ciò che l'inquadratura esclude, quindi anche la foto più banalmente didascalica è solo un'interpretazione della realtà.
Le categorie estetiche extrapittoriche (ricordo, prolungamento sensoriale) non escludono quindi le altre categorie ma casomai si aggiungono a esse.
  • 0

“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#27 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 09 luglio 2013 - 07:55

No no no, non è solo una prevalenza o centralità del soggetto. E' l'unico modo possibile d'intendere la fotografia nelle sue categorie intrinseche e dove è possibile trovare una sua autonomia rispetto alla pittura. La "trasfigurazione" a partire dall'inquadratura è una scelta dell'autore ma questo non esclude "la traccia" di ciò che viene fotografato (o non fotografato). Al più un particolare tipo d'inquadratura può provocare uno straniamento dell'oggetto fotografato ma seguendo categorie che non sono proprie della pittura, ma più dell'automatismo della macchina fotografica (le inquadrature alla Sander o alla Becher per intenderci). Straniamento legato al mezzo fotografico automatico, come se subentrasse un occhio meccanico all'occhio umano del fotografo. In quel caso l'inquadratura risponde a categorie estetiche proprie del mezzo fotografico. Paradossalmente un'inquadratura dove invece è troppo forzata la "manualità" del fotografo e dove si vede troppo "la scelta" d'inquadratura è una fotografia che va sempre più nella direzione del quadro della scelta manuale, ignorando quella che è una caratteristica estetica intrinseca al mezzo fotografico, che è l'automaticità di un occhio meccanico, inesistente in pittura.

Poi per tornare all'esempio che hai fatto tu di uno che vuole fotografare un muro - bene - e uno che vuole fotografare un muro perchè rappresenta un vuoto esistenziale in entrambi i casi sta facendo un "quadro" con la camera. Nel primo caso un quadro classico, un bel disegno solo che è fatto con emulsioni e pixel anziché col pennello. Nel secondo caso fa sempre un quadro, ma minimalista. Non vuole fare il classico quadro ma il quadro minimalista con le stese identiche categorie pittoriche semplicemente trasposte nel mezzo fotografico. Ma in nessuno dei due casi adotta quelle che sono le vere categorie estetiche della fotografia, diverse per statuto dalla pittura. Un po' come cercava di fare certa corrente informale italiana che fotografava i muri incrostati e assimilandoli all'informale pittorico solo nella superficie del visivo... se un informale c'è stato nella fotografia, esso ha giocato su tutt'altri binari rispetto a quelli puramente visivo-pittorici. Ad esempio il nucleo di idee che sta alla base dell'informale è una profonda necessità di relazione con la realtà, un "affacciarsi sul mondo". Se questo nucleo, nella pittura, può essere ben rappresentato da grumi di pittura sulla tela (alla Pollock) lo stesso non è efficace per la fotografia semplicemente fotografando un muro incrostato. Se infatti il grumo di pittura può ben rappresentare questa esigenza di immersione "nel mondo", in quanto la pittura funziona in modo simbolico e un segno a mano può facilmente essere interpretato come espressione del gesto che l'ha generato, lo stesso non si può dire della fotografia che è un'arte indicale e una macchia di ruggine rimarrà, sempre e solo, una macchia di ruggine (chi vede nella macchia di ruggine un significato ulteriore fa dell'interpretazione "romantica" di una foto, mettendo significati personali, ed è un po' l'errore che fanno molti assimilando questo al pensare in modo oggettivo e critico alla fotografia, che ovviamente è altra cosa). Per cui se c'è stata una corrente informale nella fotografia essa non risulta nella semplice giustapposizione di una foto che somiglia a un quadro, ma semmai una fotografia che abbraccia il nucleo d'idee proprio della poetica informale e magari con risultati visivi e di superficie completamente differente dal quadro informale.

So che possono apparire concetti abbastanza controintuitivi. Soprattutto è difficilissimo smontare tutta quest'idea della fotografia così legata alla superficie pittorica del visivo. Per cui ti consiglio quelle letture, se già non conosci. Alla fine è sempre un modo per conoscere qualcosa di diverso...
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#28 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 11052 Messaggi:
  • Location1991

Inviato 09 luglio 2013 - 22:18

in realtà non li trovo concetti così complessi e non sono nemmeno così distante da questo approccio, di sicuro sono antiromantico nell'interpretazione delle cose.
Manca però ancora un tassello secondo me, l'anello di giunzione fra il puro estetismo romantico pittorico e la fredda cattura della realtà. E' tutta qui la questione, perché se la fotografia pittorica è falsa, il freddo lavoro dell'occhio meccanico non può essere sufficiente.
Che cosa dunque valorizza una foto se non diamo centralità al soggetto né alla tecnica del fotografo?

Quando parli di inquadratura semplifichi troppo, il risultato finale di una fotografia dipende da un'enorme serie di variabili e di scelte che vanno appunto dall'inquadratura, al tipo di pellicola (se c'è), ai parametri fisici come tempo e diaframma, a tutto ciò che concerne il dopo (sviluppo, post-produzione). Banalmente, basterebbe dire che la realtà è a colori, quindi qualsiasi foto in bn è di per sé trasfigurazione.

Poi, il fatto che ad esempio la Goldin riesca ad imprimere sulla pellicola l'umanità e la sofferenza dei suoi soggetti senza una particolare tecnica, non significa che lo stesso risultato non si possa ottenere con una tecnica più vicina al pittorico, a parità di soggetti.
  • 0

“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#29 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 09 luglio 2013 - 22:30

Quasi completamente slegato dal discorso che state facendo (mi scuso per l'interruzione) ma davvero dobbiamo star qui a definire la fotografia per contrasto rispetto alla pittura? Mi sembra un approccio un po' limitato.
  • 0

#30 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 10 luglio 2013 - 07:15

in realtà non li trovo concetti così complessi e non sono nemmeno così distante da questo approccio, di sicuro sono antiromantico nell'interpretazione delle cose.
Manca però ancora un tassello secondo me, l'anello di giunzione fra il puro estetismo romantico pittorico e la fredda cattura della realtà. E' tutta qui la questione, perché se la fotografia pittorica è falsa, il freddo lavoro dell'occhio meccanico non può essere sufficiente.
Che cosa dunque valorizza una foto se non diamo centralità al soggetto né alla tecnica del fotografo?


Ho capito quello che vuoi dire... il punto è che dobbiamo sempre ricordarci che la fotografia gioca su tutto un altro campo rispetto alla pittura. La pittura e la fotografia non si contendono nessuna "immagine". La fotografia si muove su un binario extrapittorico legato all'automaticità della macchina, dell'occhio meccanico, all'idea di traccia, di medium e di prolungamento sensoriale. Il puro estetismo pittorico non fa parte e non può far parte della fotografia, altrimenti è sempre "quadro". Può esistere un puro estetismo "fotografico" legato alle caratteristiche della macchina ed ai concetti di apertura di diaframma, limpidezza delle strutture, composizione, inquadratura (inaugurata con la cosiddetta straight photography). Ma a ben guardare, anche questi concetti non fanno altro che richiamare semplicemente categorie pittoriche di "bella immagine" trasposte dalla tela alla lastra, dipingendo con la luce piuttosto che con il pennello. E anche in questa caso non facciamo altro che ignorare le categorie estetiche extrapittoriche proprie della fotografia. Ora, su questo humus del puro estetismo fotografico inaugurato con la straight photography si è instillato quello che oggi, per circa il 99% della gente comune compresi anche tanti addetti ai lavori, è "la fotografia": ossia estrema accuratezza tecnica, preminenza della composizione visiva, uso del colore o b/n. Ebbene, allo stesso tempo non posso non citare fotografi come Mapplethorpe che sono riusciti a "mescolare" categorie formali pure con concetti quali la fusione arte/vita, basti pensare a questo foto e a tutto quello che c'è dietro:

Immagine inserita

Mapplethorpe utilizza le categorie di puro estetismo fotografico quali composizione ecc ma li usa come strumenti per creare un cortocircuito sensoriale che solo la fotografia, in quanto traccia e registrazione di esistenza o mancanza di qualcosa, può. Il fatto è che Mapplethorpe sa bene che per la fotografia è impossibile fermarsi al puro segno visivo. Se con la fotografia ci fermassimo sempre e solo all'immagine, al visivo, non faremmo altro che guardare una foto come un quadro. L'unica differenza sarebbe che l'uno adotta il pennello l'altro la luce.

Quando parli di soggetto e tecnica per la fotografia parli ancora dentro un ambito che è puramente visivo-pittorico. Vuoi che ti solleciti la sola immagine, il solo visivo. Guardi la foto come se guardassi un quadro. Ma la fotografia va oltre questo, è registrazione, è traccia. E in quanto tale attiverà tutta una serie di differenti categorie extrapittoriche.


Per risponderti sulla Goldin, lei riesce a far scaturire una partecipazione emotiva non solo in quanto fotografa un particolare tipo di soggetto ma in quanto attiva, con la sua camera, un prolungamento sensoriale che solamente la fotografia (e il video) possono compiere in quanto registrazione e traccia di qualcosa o della mancanza di qualcosa. Tu riesci a commuoverti perché sai che dietro l'obiettivo c'era quella persona e che nella pellicola è rimasta impressa "la sua traccia". Nel quadro è assente tutto ciò. La partecipazione emotiva poi è accresciuta dal fatto che la Goldin non presti particolare attenzione alla tecnica, ma quello è un suo stile che si sposa benissimo con quello che vuole tramettere. Puoi fare lo stesso dimostrando una incredibile perizia tecnica come faceva Mapplethorpe. Il punto è semmai non fermarsi al solo impianto visivo-compositivo, sia esso puro estetismo fotografico o pittorico.

@Faeris

Quasi ogni analisi teorica sulla fotografia parte per vicinanza o contrasto con la pittura. Ignorare l'impatto (negativo o positivo) che la pittura ha sempre esercitato sulla fotografia sarebbe quello sì riduttivo. Ti basti pensare che i fotografi venivano sempre considerati alla stregua di "pittori mancati". E fino ancora a qualche decennio fa era prassi comune persino fra gli addetti ai lavori che la fotografia e la pittura dovessero contendersi lo stesso statuto visivo...
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#31 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 10 luglio 2013 - 13:31

@Faeris

Quasi ogni analisi teorica sulla fotografia parte per vicinanza o contrasto con la pittura. Ignorare l'impatto (negativo o positivo) che la pittura ha sempre esercitato sulla fotografia sarebbe quello sì riduttivo. Ti basti pensare che i fotografi venivano sempre considerati alla stregua di "pittori mancati". E fino ancora a qualche decennio fa era prassi comune persino fra gli addetti ai lavori che la fotografia e la pittura dovessero contendersi lo stesso statuto visivo...


Non penso che bisognerebbe ignorare la pittura (come fai a ignorare che sia mai esistita?) ma penso, nella mia ignoranza, che sarebbe il caso di smettere di fare continuamente un confronto. Che la (critica alla) fotografia riconoscesse finalmente una indipendenza che dopo più di un secolo di storia si sarebbe guadagnata. Leggo volentieri quello che scrivi ma percepisco sempre un voler affermare quanto la fotografia ha "di più" rispetto alla pittura.

Non so nemmeno se ho detto cose sensate; ripeto, parlo solo da ignorante.
  • 0

#32 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 10 luglio 2013 - 14:33


@Faeris

Quasi ogni analisi teorica sulla fotografia parte per vicinanza o contrasto con la pittura. Ignorare l'impatto (negativo o positivo) che la pittura ha sempre esercitato sulla fotografia sarebbe quello sì riduttivo. Ti basti pensare che i fotografi venivano sempre considerati alla stregua di "pittori mancati". E fino ancora a qualche decennio fa era prassi comune persino fra gli addetti ai lavori che la fotografia e la pittura dovessero contendersi lo stesso statuto visivo...


Non penso che bisognerebbe ignorare la pittura (come fai a ignorare che sia mai esistita?) ma penso, nella mia ignoranza, che sarebbe il caso di smettere di fare continuamente un confronto. Che la (critica alla) fotografia riconoscesse finalmente una indipendenza che dopo più di un secolo di storia si sarebbe guadagnata. Leggo volentieri quello che scrivi ma percepisco sempre un voler affermare quanto la fotografia ha "di più" rispetto alla pittura.

Non so nemmeno se ho detto cose sensate; ripeto, parlo solo da ignorante.


So che può sembrare contraddittorio ma in realtà è l'unico modo per far emergere in modo onesto e autonomo le vere categorie estetiche della fotografia. Ma è un confronto estremamente proficuo sia per la fotografia che per la pittura. Ripeto, fino a pochi decenni fa anche negli ambienti accademici e non solo (e in alcuni è ancora così) la pittura e la fotografia si contendevano lo stesso statuto visivo: un'immagine era fatta con la pittura, un'altra con la luce. E non è assolutamente un discorso sul voler affermare un "di più" della fotografia. E' affermare che la fotografia e la pittura giocano su campi totalmente differenti, e non esiste un "di più" né nell'uno né nell'altro campo, perché il confronto si attua proprio per far emergere il totale divario fra le due arti. E l'unico modo per far emergere la completa autonomia della fotografia dalla pittura è compiere un'analisi critica a partire da essa, per cogliere le differenze sostanziali delle due arti. Altrimenti si avrà sempre l'idea di fotografia legata al "quadro" e al visivo, questo lo so per certo.

Se non si facesse un'analisi di confronto con la pittura si rischierebbe di cacciare dalla porta le categorie pittoriche, ad esempio la classica autonomia tecnologica del visivo fotografico di cui parlavo prima con la straight photography, la quale non voleva più sentir parlare di confronto con la pittura, rivendicando tutte quelle qualità di apertura del diaframma, composizione, uso della luce ecc... In realtà, cacciate dalla porta, le categorie pittoriche non facevano altro che entrare dalla finestra in maniera più subdola, sotto forma di un visivo astrattismo. Per cui le loro foto somigliavano né più né meno a quadri astrattisti, sebbene loro si sforzassero al massimo nel rivendicare la completa autonomia della fotografia e bandendo qualsiasi confronto con la pittura.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#33 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 10 luglio 2013 - 15:08

Se non si facesse un'analisi di confronto con la pittura si rischierebbe di cacciare dalla porta le categorie pittoriche, ad esempio la classica autonomia tecnologica del visivo fotografico di cui parlavo prima con la straight photography, la quale non voleva più sentir parlare di confronto con la pittura, rivendicando tutte quelle qualità di apertura del diaframma, composizione, uso della luce ecc... In realtà, cacciate dalla porta, le categorie pittoriche non facevano altro che entrare dalla finestra in maniera più subdola, sotto forma di un visivo astrattismo. Per cui le loro foto somigliavano né più né meno a quadri astrattisti, sebbene loro si sforzassero al massimo nel rivendicare la completa autonomia della fotografia e bandendo qualsiasi confronto con la pittura.


Se sapessi cosa intendi per astrattismo risponderei di nuovo (probabilmente qualche cazzata come al solito asd ) ma mi sono persa.
  • 0

#34 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 10 luglio 2013 - 15:29


Se non si facesse un'analisi di confronto con la pittura si rischierebbe di cacciare dalla porta le categorie pittoriche, ad esempio la classica autonomia tecnologica del visivo fotografico di cui parlavo prima con la straight photography, la quale non voleva più sentir parlare di confronto con la pittura, rivendicando tutte quelle qualità di apertura del diaframma, composizione, uso della luce ecc... In realtà, cacciate dalla porta, le categorie pittoriche non facevano altro che entrare dalla finestra in maniera più subdola, sotto forma di un visivo astrattismo. Per cui le loro foto somigliavano né più né meno a quadri astrattisti, sebbene loro si sforzassero al massimo nel rivendicare la completa autonomia della fotografia e bandendo qualsiasi confronto con la pittura.


Se sapessi cosa intendi per astrattismo risponderei di nuovo (probabilmente qualche cazzata come al solito asd ) ma mi sono persa.


astrattismo, la corrente pittorica.

Un esempio in fotografia di artista che adotta le categorie pittoriche astrattiste nella foto può essere Moholy-Nagy anche se non fa parte della cosiddetta straight photography:

Immagine inserita

O ancora Weston

Immagine inserita

O ancora meglio la Henri

Immagine inserita

Come vedi, nel limite del possibile fotografico, si cercano di riprodurre in foto le stesse categorie che fanno parte dell'immaginario pittorico. Creano appunto una straight photography, basata sulle nuove tecnologie del mezzo, ma visivamente e concettualmente non lontana da un quadro da guardare, anzi vicinissima. E questo ti fa capire anche perchè è così indispensabile un confronto con la pittura per slegarsi davvero completamente da essa. La nostra valutazione della fotografia è nel 99,9% dei casi figlia del visivo-pittorico e della straight photography in poi. Estirpare quest'idea può avvenire solo a partire da un confronto con l'immaginario visivo pittorico.


Per inciso, mi preme dire che quello che sto dicendo qui è ormai un pensiero abbastanza standardizzato e fatto proprio in diverse e prestigiose scuole di arte e fotografia (non tutte, è chiaro). Non c'è nulla di completamente nuovo e non sono mie elucubrazioni personali (magari...).
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#35 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 10 luglio 2013 - 20:08

non sono mie elucubrazioni personali (magari...).


Non prenderla male, ma posso dirti che si sente? Credo che potrei capire davvero cosa dici solo se avessi studiato storia della fotografia sui tuoi stessi manuali.
  • 0

#36 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 11052 Messaggi:
  • Location1991

Inviato 10 luglio 2013 - 22:05

Il puro estetismo pittorico non fa parte e non può far parte della fotografia, altrimenti è sempre "quadro".


Questo è l'estremismo che contesto, probabilmente le attuali correnti accademiche vanno in questa direzione ma non è l'unica e non è detto che sarà sempre prevalente, capisco l'infatuazione ma andrei cauto a cancellare totalmente un aspetto che la fotografia oggettivamente possiede anche se non è la sua prerogativa più esclusiva.

Quando parli di soggetto e tecnica per la fotografia parli ancora dentro un ambito che è puramente visivo-pittorico. Vuoi che ti solleciti la sola immagine, il solo visivo. Guardi la foto come se guardassi un quadro. Ma la fotografia va oltre questo, è registrazione, è traccia. E in quanto tale attiverà tutta una serie di differenti categorie extrapittoriche.

Per risponderti sulla Goldin, lei riesce a far scaturire una partecipazione emotiva non solo in quanto fotografa un particolare tipo di soggetto ma in quanto attiva, con la sua camera, un prolungamento sensoriale che solamente la fotografia (e il video) possono compiere in quanto registrazione e traccia di qualcosa o della mancanza di qualcosa. Tu riesci a commuoverti perché sai che dietro l'obiettivo c'era quella persona e che nella pellicola è rimasta impressa "la sua traccia".


Questo è il punto più nebuloso, se ciò che valorizza quelle foto è la persona ritratta allora stiamo parlando del soggetto... in che modo sarei fermo al visivo? è il soggetto che attiva "la traccia", che altro se no?


Il punto è semmai non fermarsi al solo impianto visivo-compositivo, sia esso puro estetismo fotografico o pittorico.


Sono anch'io convinto che limitarsi al visivo non sia sufficiente, anche se spesso è il massimo che possiamo fare noi comuni mortali, già ottenere una foto compositivamente molto valida è cosa per pochi, ma è sicuro che si possa andare anche oltre.
Questo oltre per me può essere narrazione, reale, immaginaria o di stati d'animo, solo supportata dall'aspetto visivo in quanto esso stesso è parte del racconto (quindi puro estetismo messo in secondo piano ma non cancellato).

Il tuo oltre resta per me abbastanza indefinito e nebuloso, bisogna chiarire meglio la differenza fra soggetto e "traccia", il ruolo della tecnica, che tipo di approccio si può avere per allontanarsi dalle categorie pittoriche...
  • 0

“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#37 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 15:51

Vabbè, è normale che quella esposta sia una teoria che può cozzare con le varie idee e vari pensieri della fotografia, non intendo persuadere nessuno. Niente è escluso o per sempre. Io la mia l'ho esposta e in maniera piuttosto esaustiva nei limiti enormi di un post del forum scritto spesso di getto. Spero di avervi almeno incuriosito (questo era lo scopo) e d'invogliarvi a consultare qualcuna delle fonti che ho citato sopra, per farsi un'idea magari completa ed esaustiva di tutto questo apparato di concetti scritto in modo frammentato. E soprattutto spero che continui la discussione sulla fotografia, magari proponendo le vostre di idee.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#38 botty

    ask me about intersectionality

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5637 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:09

diciamo che citare tre libri tra i più famosi sulla fotografia, che ha letto quasi chiunque, col bonus del manuale di quel semifallito del tuo professore non è proprio il massimo per incuriosire
  • -3

I aim to misbehave


#39 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:11

semifallito lo dirai te dall'alto della tua, immagino, estrema ed accurata competenza sul campo. A me non sembra ma comunque è sempre un piacere trovare le tue risposte così appaganti e stimolanti.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#40 botty

    ask me about intersectionality

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5637 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:15

a parte il fatto che non ha mai fatto granché, uno che si è laureato 40 anni fa e ancora oggi vi insegna le stesse robe che si dicevano allora come lo chiami?

certo sei peggio tu che te le bevi senza spirito critico e senza cultura necessaria per capirne i limiti

comunque problemi tuoi eh, a me che me ne importa, se vuoi continuare a rigurgitare malamente roba sorpassata da decenni pensando di capirne di più degli altri fai pure, solo non aspettarti di non essere preso per il culo asd


non ce l'ho con te, è che esattamente dieci anni fa le mie compagne dicevano le stesse identiche cose che dici tu, parola per parola, è assurdo.

ah ho visto l'edit... non so che dirti, continua a fidarti delle bibliografie degli esami e dei preparatissimi professori del dams di bologna che diventerai bravo e lavorerai nel campo dell'arte e della fotografia.
  • 0

I aim to misbehave


#41 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:22

ovvio Clary. Ovviamente uno la sua competenza la misura dal grado di cambiamento di cose che insegna nell'arco della sua carriera.

Poi tu mi vieni a parlare di spirito di critico, che hai una critica soltanto unidirezionale e ormai chiarissima a tutti e quasi patetica (antidams sempre e comunque ed a prescindere). Per favore prima che insozzi anche questo thread come hai già fatto con altri se hai qualcosa di costruttivo da dire sulla fotografia lo dici altrimenti puoi anche smammare, grazie.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#42 botty

    ask me about intersectionality

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5637 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:25

mamma, mi hanno offeso il dams


(se non riesci a capire cosa c'è di male nell'insegnare per quarant'anni - questi quarant'anni la stessa cosa sei messo peggio di quanto credessi)
  • 0

I aim to misbehave


#43 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:26

vabbè, ti commenti da sola, non so cosa dirti e mi dispiace qualunque problema tu abbia.
  • 1
Everybody needs a bosom for a pillow

#44 botty

    ask me about intersectionality

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5637 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:42

scusa eh marz, ti ripeto quello che ti ho scritto visto che forse non hai capito

le tue teorie sono vecchie e sorpassate
la bibliografia che citi è ridicola (è come consigliare i promessi sposi + il libro di piersa nel thread cosa state leggendo)
il tono da maestrino è irritante

fidati di una che queste cose le ha studiate prima (e meglio) di te.

non mi interessa discutere di fotografia perché non mi piace e non me ne può fregare di meno, ciò non vuol dire che non riconosca una stupidaggine quando la leggo, e ho tutto il diritto di fartelo notare, se non altro per avvisare i temerari che si sono arrischiati a risponderti. ora se puoi smetterla di offendere a vuoto e insinuare falsità te ne sarei grata.
  • 0

I aim to misbehave


#45 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:48

Offendere io? Ahahahahahah questa è bellissima. Non voglio entrare nel tuo tunnel , non stavolta mi dispiace.

Per cui, ripeto anch'io, se hai qualche fantastica nuovissima teoria sulla fotografia da proporre ti prego di elargirla a noi capre, altrimenti t'invito a scrivere in qualche altro thread, grazie.
  • 0
Everybody needs a bosom for a pillow

#46 botty

    ask me about intersectionality

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5637 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 16:51

no grazie, continua pure a insegnare tu e forse tra 40 anni diventerai associato all'uniondarock come il tuo amato prof asd
  • 0

I aim to misbehave


#47 marz

    in un romanticismo hegeliano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6844 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 17:52

ok brava.

Un'altra che si potrebbe annoverare nella "fotografia al femminile" è forse Sophie Calle. Trovo bellissima e molto stimolante la serie Food:

Immagine inserita


Una serie di "pasti cromatici" in cui la fusione arte/vita si sposa con l'immaginario narrativo. Infatti la Calle a un certo punto della sua vita inizia a comportarsi come la protagonista di un libro di Auster, creata proprio a somiglianza dell'artista francese a detta esplicita dello scrittore. Così uno dei comportamenti compiuto dalla protagonista e descritto nel libro, ossia quello di mangiare cibi in base al colore, inizia ad essere realmente compiuto dall'artista nella sua vita, inviando veri ospiti e fotografando i pasti colorati. Così l'unico mezzo in grado di "accertare" e rendere reale l'immaginario non può che essere la foto, accertatrice di realtà per definizione.
  • 1
Everybody needs a bosom for a pillow

#48 mongodrone

    post-feudatario

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 11122 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 18:16

insomma lei è stata seminale per tutti gli hipster che fotografano le loro pietanze del cazzo (che non hanno neanche cucinato loro) con instagram.
  • 0

#49 Moreno Saporito

    burzumaniaco

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 84791 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 18:44

ma come mai ha fotografato solo frutta&verdura?
  • 0

 


#50 Marguati

    opinion maker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3668 Messaggi:

Inviato 11 luglio 2013 - 19:30

ma come mai ha fotografato solo frutta&verdura?

femmina + artista = vegetariana, mi pare scontato
  • 0




1 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 1 ospiti, 0 utenti anonimi