Tracce Da Evidenziare
#1
Inviato 25 aprile 2013 - 08:50
Da Gertrud di Hermann Hesse
“Tu sei sotto ogni aspetto il tipo dell’artista. Un artista non è, come credono i filistei, un allegro signore che di tanto in tanto butta giù opere d’arte per pura spavalderia, Per lo più è un povero diavolo, che sta per essere soffocato da un’inutile ricchezza e perciò deve dare qualcosa di sé. La favola dell’artista felice non ha alcun valore, è solo una chiacchiera per borghesi pedanti. Un artista decente è destinato ad essere infelice nella vita. Ogni volta che ha fame e apre il suo sacco ci trova dentro soltanto perle.”
Da Il problema Spinoza di Irvin D. Yalom
“Non complicatevi la vita con obiettivi volgari come le ricchezze e la fama: sono nemici dell’ataraxia. La fama, per esempio, è determinata dalle opinioni degli altri e ci costringe a vivere la nostra vita secondo i desideri altrui. Per raggiungere e conservare la fama deve piacerci quel che piace agli altri e dobbiamo evitare tutto quello che gli altri evitano. E la ricchezza? Evitatela! Più acquisiamo, più desideriamo acquisire, e più profonda sarà la nostra tristezza quando la nostra brama non sarà soddisfatta….se desiderate davvero la felicità, non sprecate la vita lottando per quello di cui non avete realmente bisogno.”
A voi le trascrizione….anche di cazzate, non limitiarsi alla sola profondità
#2
Inviato 25 aprile 2013 - 09:06
" una di quelle povere cose che, nella loro muta bruttezza, hanno una misteriosa profondità d'espressione, come il viso di un imbecille"
" faceva il suo dovere quotidiano allo stesso modo di quei cavalli da giostra che girano sempre nello stesso posto con gli occhi bendati, senza sapere cosa fanno"
"una statua immobile di donna drappeggiata fino al mento guardava immobile la sala piena di gente"
#3
Inviato 25 aprile 2013 - 11:58
#4
Inviato 25 aprile 2013 - 12:01
Ascoltare è davvero pericoloso, significa sapere, significa essere informato ed essere al corrente, le orecchie sono prive di palpebre che possano chiudersi istintivamente di fronte a ciò che viene pronunciato, non si possono proteggere da ciò che si presume stia per essere ascoltato, è sempre troppo tardi.
#5
Inviato 25 aprile 2013 - 12:04
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
e chi ti ha costretto ad intervenire? Sei libero di esternare in altro topic, prego!
E comunque se volevi farmi incazzare, ci sei riuscito alla grande.
#6
Inviato 25 aprile 2013 - 12:04
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
ma mica è un esercizio, io sottolineo a matita alcune frasi che mi piacciono e a volte le rileggo con piacere, ma solo libri di alcuni autori cioè quelli che trovo più poetici.
#8
Inviato 27 aprile 2013 - 12:25
Se vivi nella patria della merda non puoi permetterti di non mangiare la merda, almeno un pochino di tanto in tanto, giusto per far vedere che non ti credi migliore degli altri. Purtroppo tutti si identificano sempre con quello che piace a tutti, e se nella patria della merda disprezzi il loro cibo di merda, allora vuol dire che disprezzi anche le loro abitudini di merda, la loro musica di merda, i loro ideali di merda e, fondamentalmente, la loro vita di merda. Ma io non disprezzo la merda, solo vorrei non mangiarla.
#9
Inviato 28 aprile 2013 - 13:37
Questo passaggio da "Un uomo" di Oriana Fallaci che ho letto l'anno scorso, beccato velocemente ora:
"Eppure ti mettesti a pensare. Faticosamente a volte, ingenuamente altre, magari liquidando con una certa faciloneria concetti da approfondire, oppure presentando verita' ovvie come se fossero scoperte nuovissime, in alcuni casi addirittura ripetendo principii enunciati centocinquanta anni prima da un anarchismo individualista che dietro le sue doppie lenti Nenni aveva subito individuato, ma ti mettesti a pensare: meravigliosamente libero dagli schemi delle dittature intellettuali che soprattutto in quegli anni accecavano e ammutolivano".
#10
Inviato 28 aprile 2013 - 15:21
"
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore. Quando viene esposto il commestibile, vi accorrono da tutte le parti i parassiti e, se mancano, s'affrettano di nascere. Presto la preda basta appena, e subito dopo non basta più perché la natura non fa calcoli, ma esperienze. Quando non basta più, ecco che i consumatori devono diminuire a forza di morte preceduta dal dolore e così l'equilibrio, per un istante, viene ristabilito. Perché lagnarsi? Eppure tutti si lagnano. Quelli che non hanno avuto niente della preda muoiono gridando all'ingiustizia e quelli che ne hanno avuto parte trovano che avrebbero avuto diritto ad aver una parte maggiore. Perché non muoiono e non vivono tacendo? È invece simpatica la gioia di chi ha saputo conquistarsi una parte esuberante del commestibile e si manifesti pure al sole in mezzo agli applausi. L'unico grido ammissibile è quello del trionfatore.
"
#11
Inviato 30 aprile 2013 - 18:47
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
e chi ti ha costretto ad intervenire? Sei libero di esternare in altro topic, prego!
E comunque se volevi farmi incazzare, ci sei riuscito alla grande.
sticazzi? la democrazia è un optional?
#12
Inviato 30 aprile 2013 - 18:49
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
ma mica è un esercizio, io sottolineo a matita alcune frasi che mi piacciono e a volte le rileggo con piacere, ma solo libri di alcuni autori cioè quelli che trovo più poetici.
ma infatti fai benissimo, il mio punto di vista è diverso, tutto qua.
#13
Inviato 30 aprile 2013 - 20:14
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
e chi ti ha costretto ad intervenire? Sei libero di esternare in altro topic, prego!
E comunque se volevi farmi incazzare, ci sei riuscito alla grande.
sticazzi? la democrazia è un optional?
e aristicazzi! C'è modo e modo di far valere le proprie opinioni (pensa un po' io non ho mai messo un - anche se non condividevo una virgola di quello che si affermava in certi casi).
#14
Inviato 30 aprile 2013 - 20:21
#15
Inviato 01 maggio 2013 - 02:11
"Eppure ti mettesti a pensare. Faticosamente a volte, ingenuamente altre, magari liquidando con una certa faciloneria concetti da approfondire, oppure presentando verita' ovvie come se fossero scoperte nuovissime, in alcuni casi addirittura ripetendo principii enunciati centocinquanta anni prima da un anarchismo individualista che dietro le sue doppie lenti Nenni aveva subito individuato, ma ti mettesti a pensare: meravigliosamente libero dagli schemi delle dittature intellettuali che soprattutto in quegli anni accecavano e ammutolivano".
è la prosa peggiore che abbia letto da mesi. tutti quanti.
#16
Inviato 01 maggio 2013 - 08:58
"Una società i cui membri hanno una profonda sfiducia gli uni degli altri e dove non esiste una coscienza di valori comuni a tutti. Valori sentiti ancor prima che scritti... deve ricorrere continuamente alle leggi e ai giudici per regolare i propri rapporti....tutte le relazioni sociali, anche le più intime, sono ormai vissute nel timore di una possibile azione legale. La minaccia è costante e gli avvocati sono diventati lo spauracchio di ogni legame: d'amicizia, d'amore, di collaborazione e di fiducia..."
qesta è invece una citazione da Racine che Fred Vargas fa dire a un suo personaggio
"All'orribile avello la crudeltà destina, fu il peso del delitto o il fulmine divino a lasciar di quei vivi solo pallide tombe"
l'ho riportata a memoria (scusatemi per la punteggiatura e la trascrizione un po' "allegra") e la uso mentalmente come un mantra quando incontro una persona che mi sta ampiamente sui coglioni, sperando che sortisca un qualche effetto.
#17
Inviato 02 maggio 2013 - 14:08
"Molti intellettuali credono che essere intellettuali significhi enunciare ideologie, o elaborarle, manipolarle, e poi sposarle per interpretare la vita secondo formule e verita' assolute. Questo senza curarsi della realta', dell'uomo, di loro stessi, cioe' senza voler ammettere che essi stessi non sono fatti soltanto di cervello: hanno anche un cuore o qualcosa che assomiglia a un cuore, e un intestino e uno sfintere, quindi sentimenti e bisogni estranei all'intelligenza, non controllabili dall'intelligenza. Questi intellettuali non sono intelligenti, sono stupidi , e in ultima analisi non sono nemmeno intellettuali ma sacerdoti di un'ideologia. Con l'ottusita' dei sacerdoti non riconoscono che, una volta sposati all'ideologia, e peggio se sposati all'ideologia con un matrimonio che esclude l'adulterio e il divorzio, non si e' piu' liberi di pensare".
#18
Inviato 02 maggio 2013 - 22:02
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
e chi ti ha costretto ad intervenire? Sei libero di esternare in altro topic, prego!
E comunque se volevi farmi incazzare, ci sei riuscito alla grande.
sticazzi? la democrazia è un optional?
e aristicazzi! C'è modo e modo di far valere le proprie opinioni (pensa un po' io non ho mai messo un - anche se non condividevo una virgola di quello che si affermava in certi casi).
se è per quello neanche io ho mai messo un meno, ma continua a sfuggirmi il punto; il mio commento è risultato offensivo o sono proprio io che ti sto sulle balle?
#19
Inviato 03 maggio 2013 - 08:34
non frequento così assiduamente questo forum tanto da poter prendere "di mira" qualcuno in particolare, è proprio l'atteggiamento supponente e con la puzza sotto al naso che spesso riscontro in molti interventi che non mi piace e che credo non piaccia a molti. Se non era questa l'intenzione alla base del tuo post, non hai nulla per cui ritenerti sulle balle di qualcuno e mie in particolare.
trovo l'esercizio stucchevole ed inutile, i miei libri sono immacolati, il mio kindle slegato da orridi social network che bramano sottolineature da condividere nell'etere
e chi ti ha costretto ad intervenire? Sei libero di esternare in altro topic, prego!
E comunque se volevi farmi incazzare, ci sei riuscito alla grande.
sticazzi? la democrazia è un optional?
e aristicazzi! C'è modo e modo di far valere le proprie opinioni (pensa un po' io non ho mai messo un - anche se non condividevo una virgola di quello che si affermava in certi casi).
se è per quello neanche io ho mai messo un meno, ma continua a sfuggirmi il punto; il mio commento è risultato offensivo o sono proprio io che ti sto sulle balle?
#20
Inviato 04 maggio 2013 - 11:41
"La nostra vita pubblica è ormai all'insegna del rancore, di un'intolleranza quasi fisica. Un'assoluta mancanza di stima e rispetto per chi lo merita, la denigrazione sistematica dell'altro come giustificazione a una mediocrità ostinatamente perseguita"
#21
Inviato 06 maggio 2013 - 08:16
“Non si facciano figli finchè non si è sicuri di essere un creatore e di figliare creatori” È sbagliato fare figli senza bisogno, usarli per alleviare la solitudine, dare scopo alla vita riproducendo altre copie di se stessi. Ed è anche sbagliato cercare l’immortalità facendo zampillare il proprio seme nel futuro, come se lo sperma contenesse la nostra coscienza!
“Il mio insegnamento è che la vita non dev’essere mai modificata, o repressa, a causa della promessa di un qualche altro tipo di vita futura. A essere immortale è questa vita, questo momento. Non vi è alcun aldilà, nessuna meta verso cui questa vita miri, nessun tribunale né giudizio apocalittico. Questo momento esiste in eterno, e il tuo unico pubblico sei tu, solo”
Il saggio di Montaigne sulla morte, quello in cui consiglia di vivere in una stanza con una finestra che dia su un cimitero? È una cosa che chiarisce le idee, secondo lui, mantenendo nella giusta prospettiva le priorità della vita.
“Chi sono i sicuri, i contenti, gli eternamente gai?” La risposta ve la darò io: soltanto coloro la cui visione è ottusa; la gente comune e i bambini!
Le paure non nascono dal buio: sono piuttosto come le stelle, sempre presenti, ma oscurate dalla luce del giorno.
“…Scoprirete che nessuno ha mai fatto alcunché esclusivamente per gli altri. Tutti gli atti vengono compiuti in favore di se stessi, ogni servizio è prestato per servire se stessi, ogni amore è rivolto alla propria persona”
#22
Inviato 06 maggio 2013 - 10:34
"chi è fedele conosce solo il lato sentimentale dell'amore, ma l'infedele ne conosce la tragedia"
"la pura forma delle cose si era andata per lui raffinando fino a raggiungere una specie di valore simbolico"
"l'umanità si prende troppo sul serio: è il peccato originale del mondo. se l'uomo delle caverne avesse saputo ridere, la storia avrebbe avuto tutt'altro corso"
"un vero poeta, un poeta realmente grande, è la meno poetica delle creature, mentre i poeti mediocri sono pieni di fascino"
#23
Inviato 09 maggio 2013 - 12:35
“…distribuire favori, ovvero dei benefici corrisposti non per ragioni o meriti particolari ma perché l’oligarchia ritiene che la persona beneficiata la ricompenserà con la sua ‘amicizia’, lealtà e perfino devozione. Chi ottiene i favori e sa che li deve al potente e non ai propri meriti, perde immediatamente, ammesso che l’abbia mai avuta, la mentalità della persona libera e si fa sostenitore del potente sia per la speranza di nuovi favori sia per non perdere quelli acquisiti”.
“…Gli ostacoli che impediscono a molti di realizzare i propri fini nascono dal malgoverno o dalla corruzione o dall’ineguaglianza. Ritengo che l’Italia sia un paese libero, nel senso che c’è sì la libertà, ma quella dei servi, non quella dei cittadini. La libertà dei servi o dei sudditi consiste nel non essere ostacolati nel perseguimento dei propri fini. La libertà del cittadino consiste invece nel non essere sottoposti al potere arbitrario di un uomo o di alcuni uomini”.
Canzoniere della morte - Salvatore Toma
Testamento
Quando sarò morto
Che non vi venga in mente
Di mettere manifesti:
è morto serenamente
o dopo lunga sofferenza
o peggio ancora in grazia di dio.
Io sono morto
per la vostra presenza.
#24
Inviato 15 maggio 2013 - 12:37
"E si era negato perfino di scrutar negli occhi di Flavia o d'avere da qualche parola di lei un cenno fuggevole, una prova anche lieve che ella, da fanciulla, si fosse accorta dell'effetto che gli aveva ispirato. Ma questa prova , non cercata, non voluta, gli s'era offerta da sé in una di quelle occasioni, in cui la natura umana spezza e scuote ogni imposizione, infrange ogni freno sociale e si scopre qual'e', come un vulcano che per tanti inverni si sia lasciato cader neve e neve e neve addosso, a un tratto rigetta quel gelido mantello e scopre al sole le fiere viscere infocate".
#25
Inviato 18 maggio 2013 - 19:47
Non seguo la letteratura contemporanea, so poco chi sono gli scrittori che valgono. Non conosco gli altri, degli altri paesi, e questo è sbagliato. E anche questo va messo sul conto dell’antipatia… i poeti? Caproni. E naturalmente Montale: le sue poesie mi vengono incontro, c’è il Nord, c’è il freddo, certo, ma con una radice dolcissima. Mi piaceva molto Gozzano.
Stevenson ha avuto un’influenza su di me? Sì, perché guardava tutto con gli occhi di un bambino, c’era il gioco della vita, i briganti, l’avventura… Il “cattivo” dell’Isola del tesoro, il Capitano zoppo, non è, come ha detto qualcuno, il male odioso, puro, totale. Dove c’è divertimento, non può esserci il male assoluto, c’è il lato ingenuo del male, il lato infantile. Il male vero è l’industria, è il denaro. Il male è il freddo che essi provocano; se oggi ci fosse più calore, non ci sarebbe tutto questo male. Prima gli uomini avevano a disposizione elementi favolosi di realtà, oggi hanno voluto perderli: non c’è più la campagna, non ci sono gli animali… resta solo il denaro, che chiede e impone un’altra natura, una natura artificiale. Una volta delle persone in cenci potevano sembrare vestite di tutto lo splendore della terra. Ho visto di recente il Pinocchio di Comencini: quanto freddo vero c’era in quegli anni, ma anche quanta libertà: un pezzo di legno, cioè niente, e si apriva il mondo della libertà… oggi tantissima gente al confronto sta benissimo, ma è come se avesse perduto ogni energia profonda, e come se avesse perduto la bellezza. Io ho avuto il vantaggio di una famiglia che mi lasciava libera di camminare e di leggere: sono state queste due possibilità a formarmi. Un tempo i giovani pensavano, avevano idee, non finiva tutto in attività organiche come è ora, non c’era un tempo libero da sciupare malamente come lo sciupano oggi. Una persona importante ha detto a proposito dei morti del sabato sera, dopo le discoteche, che bisognerebbe mettere nei pronti soccorsi del personale medico specializzato nel recupero immediato degli organi dei ragazzi morti negli incidenti di auto. Addirittura. Io sono stanca di vedere ricchi, gente che spende troppo per vestire, che vive nell’imitazione di gente ancor più ricca. L’oro, il denaro, hanno tutto questo spazio perché c’è la televisione, non potevano averlo senza le televisioni. Il desiderio è diventato il veleno. Nessuno consiglia il distacco, nessuno consiglia a nessuno: “ferma il desiderio”. Occorre fermare il desiderio. Invidio la libertà che c’era prima dell’industria.
Se uno è soffocato da un peso, questi va aiutato a rimuoverlo. Siamo una famiglia, dobbiamo assumerci le responsabilità di una famiglia. Chi soffre deve essere aiutato subito. Dove questo non avviene, non posso considerarlo il mio mondo. Ognuno è responsabile della caduta degli altri, e deve pagare per loro. Siamo coinvolti non per una nostra colpa, ma come membri di una famiglia. Anche se ne fossimo i membri privi di colpa, abbiamo delle responsabilità. Jimmy Op, in Alonso e i visionari, vuole riparare. Il concetto centrale del libro è questo. Io non credo nella condanna, per esempio non credo nell’inferno. Non vado in chiesa dall’età di 14-15 anni per l’orrore che mi fa l’idea dell’inferno, della pena eterna… dove c’è il dolore bisogna toglierlo, e subito. C’è un ragazzo in America che aspetta da dieci anni il boia che gli dia la morte, che è condannato a morte, che vive nell’attesa. Sarebbe persino meglio se lo ammazzassero, è orribile questa condanna all’attesa. Ma sarebbe meglio se lo liberassero. Chi è caduto va aiutato. Sia esso un verme, un dittatore, una creatura qualsiasi… Bisogna aiutare il prossimo sempre. Ci sono tanti ragazzi colpiti da Aids, che cosa si fa per loro? Chi cade è invece il più disprezzato. Ancora e sempre: guai ai vinti!
Si tolgano i soldi alle spese dei ricchi, alle spese ricchissime. Quando c’è chi soffre, queste spese sono immorali. Il divertimento è immorale, quando gli altri soffrono. Bisogna stangare tutto ciò che è follia consumista, divertimento. Il divertimento è tempo rubato a chi ha bisogno di aiuto. Invece su queste cose nessuno si arrabbia più, si lascia correre. Non bisogna perdonare tutto. È per questo che io risulto antipatica e che mi sento antipatica, che non posso essere simpatica.
Solo chi ce l’ha, sa davvero cos’è il dolore. Sì, è vero, un qualche dolore, una qualche infelicità l’hanno tutti. E allora? Allora si tratta di aiutare tutti, di non dire mai di no a uno che ha bisogno di aiuto, di essere intimamente pronti ad aiutare, sempre. C’è anche il dolore della natura di cui tenere conto, che è immenso; pensiamo soltanto agli allevamenti di animali, a tutte quelle creature tenute rinchiuse per poterle uccidere, pensiamo al dolore degli animali. Sarebbe meglio rinunciare a tutto, piuttosto che condividere queste colpe, o tollerarle. Per salvare il mondo c’è bisogno della nostra responsabilità, per salvare noi stessi dobbiamo responsabilizzarci verso il mondo. La creazione è tarata, ma si può correggerla. Però non bisogna perdere tempo, il tempo che ci resta è poco, la natura sta morendo. E il tempo che ho io è limitatissimo: se non parlo di queste cose, di cosa parlo?
Parlando di libri, di romanzi, di letteratura, bisognerebbe anche parlare di stile. Nell’opera è fondamentale lo stile, ma a volte, quando la società intorno a noi non sente, non conta: lo stile, in questo tipo di società, non conta più nulla.
Non ho più le piccole cose che possono dare consolazione; o meglio: non mi consolo più con le piccole cose. Non è retorica, davvero mi detesto, davvero mi viene sconforto a considerare cosa scrivo e faccio, cosa ho scritto e ho fatto. Le interviste le vedo come delle provocazioni. Io non voglio piacere per un’immagine, io no voglio “immagine”. Non posso più avere rapporti con la realtà, la realtà mi stanca, la realtà è un muro di volti. Io sono una persona isolata. Mi sembra di venire dal fondo delle tenebre, però sì, ho avuto il piacere di fare qualche cosa, di poter dire: io esisto.
I libri, la scrittura, l’invenzione… sono ricordi e malattie dell’intimo. I libri sono ferite dell’anima. L’ostrica costruisce perle vere, io forse no, le mie sono forse perle false. Però questo so fare. La perla è la malattia dell’ostrica. Scrivere è una malattia; mi costano molto queste cose luccicanti che cerco di costruire.
Nei miei libri ci sono proposte che appaiono ineluttabili, proposte che il mondo rifiuta. Ci vorrebbe rinnovamento, nel mondo, non rivoluzione, che alla fine non cambia niente. L’importante è il rinnovamento.
Nota del Curatore
Due anni prima di morire, Anna Maria Ortese rilasciò a Goffredo Fofi per Linea d’ombra (1996) le dichiarazioni sopra riportate.
La scrittrice può e deve essere annoverata fra la schiera di quei nostri profeti laici troppo spesso vilipesi, mal interpretati o piegati a logiche che con la verità non hanno nulla a che fare. Profetessa laica, come lo sono stati Morante e Pasolini, in una costellazione di sostenitori dello scandalo, come punto di partenza per resistere agli abomini della società post-post-moderna. Questi lacerti, così come gli scritti di Corpo Celeste o il morantiano Pro o contro la bomba atomica e gli Scritti Corsari di PPP, sono il passepartout di una resistenza civile, prettamente umana, di una denuncia quotidiana del “vizio di forma”, corto circuito che palesa unicamente il ripiegamento, un’implosione del mondo.
Eppure Ortese, che talvolta sembra Cassandra, talvolta Sibilla, interiorizza e ripropone la lezione leopardiana della Ginestra con un dettato inusitato, che non ha pari o quasi nel nostro Novecento.
Andrea Breda Minello
#26
Inviato 19 maggio 2013 - 12:43
E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.
#27
Inviato 23 maggio 2013 - 18:37
In Francia c’è un modo di dire che è l’”esprit de l’escalier”, lo “spirito della scala”, cioè quando trovi la risposta che cercavi ma ormai è troppo tardi. Per esempio sei a una festa e un tizio ti insulta. Vorresti rispondergli. Ma alla fine, messo alle strette, lì davanti a tutti, dici la prima scemenza che ti passa in testa. Poi, nel momento esatto in cui te ne vai, proprio mentre stai scendendo le scale… miracolo. Ti viene la risposta, quella giusta, quella che avresti dovuto dare. La battuta che piega le gambe.
È questo, l’”esprit de l’escalier”.
Il problema è che neppure i francesi hanno un’espressione per definire le scemenze che in effetti ti escono di bocca quando sei sotto pressione. Quelle disperate idiozie che pensi o che fai. Esistono azioni talmente penose da non meritare neppure una definizione. Troppo basse perché valga la pena persino di parlarne.
Caro Sig.'Cliff' di Roma le confesso che non capito..
non vorrei sembrare pedante
#28
Inviato 23 maggio 2013 - 22:02
“I don't want to own anything until I find a place where me and things go together.”
Truman Capote, Breakfast at Tiffany's
#29
Inviato 24 maggio 2013 - 10:07
sitting in Lincoln's Inn Hall. Implacable November weather. As
much mud in the streets as if the waters had but newly retired from
the face of the earth, and it would not be wonderful to meet a
Megalosaurus, forty feet long or so, waddling like an elephantine
lizard up Holborn Hill. Smoke lowering down from chimney-pots,
making a soft black drizzle, with flakes of soot in it as big as
full-grown snowflakes--gone into mourning, one might imagine, for
the death of the sun. Dogs, undistinguishable in mire. Horses,
scarcely better; splashed to their very blinkers. Foot passengers,
jostling one another's umbrellas in a general infection of ill
temper, and losing their foot-hold at street-corners, where tens of
thousands of other foot passengers have been slipping and sliding
since the day broke (if this day ever broke), adding new deposits
to the crust upon crust of mud, sticking at those points
tenaciously to the pavement, and accumulating at compound interest.
Londra. Sessione autunnale da poco conclusa e il Lord Cancelliere tiene udienza a Lincoln’s Inn Hall. Implacabile clima di novembre. Tanto fango che nelle vie pare che le acque si siano da poco ritirate dalla superficie della terra e non stupirebbe incontrare un megalosauro, di quaranta piedi circa, che sguazza come una lucertola gigantesca lungo Holborn Hill. Fumo che scende dai comignoli come una soffice acquerugiola nera con fiocchi di fuliggine grandi come fiocchi di neve vestiti a lutto, si potrebbe immaginare, per la morte del sole. Cani che si distinguono appena nella mota. Cavalli, infangati fino al paraocchi, in condizioni di poco migliori. Pedoni, quasi tutti affetti da irascibilità, che si urtano a vicenda con gli ombrelli e perdono l’equilibrio agli angoli delle strade, dove fino dall’alba (ammesso che ci sia stata un’alba oggi) sono già scivolati migliaia di altri pedoni, aggiungendo nuovi depositi alla crosta formatasi sopra lo strato di fango, restando in quei punti tenacemente sul marciapiede e accumulando melma a interesse composto.
Bleak House, Charles Dickens, Incipit
#30
Inviato 31 maggio 2013 - 11:56
Spostando abilmente il sogno di felicità dalla prospettiva di una vita piena e pienamente gratificante alla ricerca dei mezzi ritenuti necessari per conquistarla, i mercati fanno in modo che la ricerca prosegua all’infinito. I suoi obiettivi si susseguono a velocità vertiginosa. I cercatori di felicità (e, naturalmente, i loro premurosi istruttori e ciceroni) comprendono perfettamente che, se si vuole che la ricerca raggiunga il suo scopo dichiarato, gli obiettivi dei momento devono rapidamente esaurirsi, perdere splendore, attrattive e capacità di sedurre, per essere abbandonati e sostituiti continuamente da altri obiettivi, «nuovi e migliorati», che a loro volta andranno incontro allo stesso destino. Impercettibilmente, la visione della felicità si sposta dalla gioia prevista, successiva all’acquisto, all’atto, precedente, di fare acquisti, che trabocca di gioiose aspettative perché colmo di una speranza ancora intatta, immacolata e non ancora delusa.
#31
Inviato 02 giugno 2013 - 09:11
“Qualsiasi soddisfacimento, o felicità, è propriamente e sostanzialmente sempre negativo, e mai positivo. Desiderio, ossia mancanza, è la condizione preliminare di ogni piacere. Ma con l’appagamento cessa il desiderio e quindi anche il piacere. Quindi l’appagamento o la gioia non può che essere la liberazione da un dolore, da un bisogno. Ogni volta ci si troverà come prima del loro inizio, e non meglio.
Da ciò proviene, che dei beni e vantaggi, che possediamo in effetti, non siamo ben persuasi, né li apprezziamo, bensì ci sembra naturale l’averli. Bisogna averli perduti per sentirne il pregio.”
“La vita individuale, ogni storia di vita è una storia di dolore; chè ogni corso vitale è, di regola, una prolungata serie di grandi e piccole sventure, che ciascuno cela del suo meglio, perché sa che altri ne proverebbero simpatia o compassione, bensì quasi sempre soddisfazione, vedendo un’immagine delle pene da cui sono essi in quel momento immuni.”
P.S. L’ultima frase in grassetto mi ha sempre fatto pensare: alla faccia dell’empatia, parola che ho trovato usata per la prima volta in modo massivo in Infinite Jest di DFW, e da allora abusata e spesso a sproposito in ogni dove, e sinceramante la cosa comincia a starmi ampiamente sul cazzo (e non è affatto un atteggiamento snobistico).
#32
Inviato 21 luglio 2013 - 18:56
Le oligarchie implicite devono uscire allo scoperto, il progresso economico non è obbligatoriamente legato all’uguaglianza dei diritti né la solidarietà presuppone l’assenza di sovrani. La disuguaglianza si sta riprendendo il proprio ruolo grazie alla tecnica che diffonde l’opportuno tasso di apatia; quello che importa ormai non è l’uguaglianza ma la disponibilità dei beni possibili al proprio livello. Il consumismo diffuso a pioggia (con la connessa illusione ottica di omologazione delle classi sociali) è un velo pietoso che si sta squarciando; si riallarga la forbice naturale tra i detentori dell’oggetto-sapere e le “genti meccaniche”.
C’è chi teme che, come nel secolo breve, la recessione conduca alla violenza e alle guerre mondiali; ma al tempo delle rivoluzioni russa e fascista l’età media era la metà di oggi e il sangue ribolliva il doppio. Ormai le masse sono atomizzate e disperse, i ragazzi che saccheggiano i negozi rubano gli iPad e si contemplano compiaciuti in differita; gli striscioni nelle manifestazioni degli indignados dicono “dividiamo la grana”. Nessuno vuole davvero rinunciare al potere salvifico del consumo, le vittime sono invidiose dei carnefici ed è facile ingannarle con l’elemosina di un simulacro anche miserabile.
#33
Inviato 26 agosto 2013 - 12:12
Istambul di Orhan Pamuk
#34
Inviato 30 agosto 2013 - 09:09
come mi insegnò a chiamarla Hermes Pan, con una sua bellissima definizione.
Pan, che era stato il coreografo di nove film con Fred Astaire e Ginger Rogers,
venne in Italia a lavorare per me in Aiutami a sognare con Mariangela Melato e
Anthony Franciosa. Era una persona fantastica, e un giorno sul set gli chiesi: «Ma
quando vi trovavate a preparare un musical con George e Ira Gershwin, Fred
Astaire, Ginger Rogers e Busby Berkeley, che cosa provavate? Avevate la
sensazione di fare qualcosa di definitivo, destinato a rimanere...». Fu così che per
la prima volta mi parlò di questo sentimento, della nostalgia che si ha di qualcosa
già mentre la si vive, avvertendola irripetibile. Fu quella specialissima nostalgia
del presente che Hermes Pan mi insegnò ad arricchire la mia esperienza di vita.
Ci sono dei momenti della vita in cui tu dici: «Ecco: quello che mi sta
accadendo in questo istante me lo devo tenere stretto, perché una cosa così non ci
sarà mai più e il ricordo di questo momento mi servirà quando avrò bisogno di
qualcosa a cui aggrapparmi». Ricordo per esempio un istante preciso, in cui ero a
tavola con tutta la mia famiglia. C’erano proprio tutti, i miei figli, i nipoti, mio
fratello con i suoi, e mentre li guardavo uno a uno pensavo: «Perché non dura per
sempre? Perché si stanno già per spegnere le candele e stanno già portando il
conto?». E un attimo dopo eravamo fuori nel buio del vicolo Margutta ad
accomiatarci. Quel momento così straordinario, se non lo avessi archiviato,
protetto da mille password nella mia memoria, sarebbe andato perduto.
Ho sempre avuto paura che i momenti felici o anche solo quelli importanti
durassero troppo poco, che la vita scorresse via troppo veloce, inesorabile, senza
darmi la possibilità di afferrarli. Ed è sostanzialmente per questo che ho fatto il
cinema: per replicare attraverso questo strumento così mistificatorio le cose che
altrimenti non tornano più.
Pupi Avati - La Grande Invenzione. Un'Autobiografia
#35
Inviato 03 settembre 2013 - 22:13
- Soren Kierkegaard
#36
Inviato 04 settembre 2013 - 17:49
L'arte della vita - Zygmunt Bauman
Spostando abilmente il sogno di felicità dalla prospettiva di una vita piena e pienamente gratificante alla ricerca dei mezzi ritenuti necessari per conquistarla, i mercati fanno in modo che la ricerca prosegua all’infinito. I suoi obiettivi si susseguono a velocità vertiginosa. I cercatori di felicità (e, naturalmente, i loro premurosi istruttori e ciceroni) comprendono perfettamente che, se si vuole che la ricerca raggiunga il suo scopo dichiarato, gli obiettivi dei momento devono rapidamente esaurirsi, perdere splendore, attrattive e capacità di sedurre, per essere abbandonati e sostituiti continuamente da altri obiettivi, «nuovi e migliorati», che a loro volta andranno incontro allo stesso destino. Impercettibilmente, la visione della felicità si sposta dalla gioia prevista, successiva all’acquisto, all’atto, precedente, di fare acquisti, che trabocca di gioiose aspettative perché colmo di una speranza ancora intatta, immacolata e non ancora delusa.
La felicità mi insegue. Ciò avviene perché io non corro dietro alle donne. Ma la felicità è donna.
F. Nietzsche
#37
Inviato 06 settembre 2013 - 07:07
#38
Inviato 14 settembre 2013 - 22:11
#39
Inviato 18 settembre 2013 - 13:02
La mania di predicare e' cosi radicata in noi che emerge da profondita' ignote all'istinto di conservazione. Ognuno attende il SUO momento per proporre qualcosa: qualsiasi cosa. Ha una voce e tanto basta. Paghiamo caro il fatto di non esser ne' sordi ne' muti. . .
Dagli spazzini agli snob, tutti prodigano la loro generosita' criminale, tutti dispensano ricette di felicita', tutti vogliono dirigere i passi di tutti: la vita in comune diviene percio' intollerabile, e la vita con se stessi piu' intollerabile ancora: quando non si interviene negli affari altrui, si e' cosi' preoccupati dei propri che si converte in religione il proprio io, oppure, apostoli alla rovescia, lo si nega: siamo vittime del gioco universale. . .
L'abbondanza delle soluzioni agli aspetti dell'esistenza e' pari solo alla loro futilita'. La Storia: fabbrica di ideali, mitologia lunatica, frenesia delle orde e dei solitari, rifiuto di considerare la realta' quale e', sete di finzioni. . .
L'origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l'esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Se avessimo il giusto senso della nostra posizione nel mondo, se 'confrontare' fosse inseparabile dal 'vivere', la relazione della nostra infima presenza ci schiaccerebbe. Ma vivere significa ingannarsi sulle proprie dimensioni. . .
Giacche' se tutti i nostri atti - dal respiro sino alla fondazione degli imperi o dei sistemi metafisici - derivano dalle illusioni che ci facciamo sulla nostra importanza, a maggior ragione l'istinto profetico.
Chi mai, avendo l'esatta visione della propria nullita', tenterebbe di agire sulla realta' e di erigersi a salvatore? "
(E.M.Cioran - Sommario di decomposizione)
#40
Inviato 22 settembre 2013 - 11:36
Una farfalla è volata nel mio bicchiere di vino,
ebbra si abbandona alla sua dolce rovina,
remiga senza forze, ora sta per morire;
ecco, il mio dito la solleva via.
Così il mio cuore, accecato dai tuoi occhi,
felice affonda nel denso calice, amore,
pronto a morire, ebbro del tuo incanto
se un cenno di tua mano non compia il mio destino. (H. Hesse)
#41
Inviato 02 ottobre 2013 - 19:03
#42
Inviato 03 ottobre 2013 - 15:22
Albert Camus, La caduta
#43
Inviato 04 ottobre 2013 - 16:23
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me piu' naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me. http://www.youtube.com/watch?v=i9nYI0ezoOQ
#44
Inviato 10 ottobre 2013 - 09:48
#45
Inviato 10 ottobre 2013 - 13:28
http://www.youtube.c...h?v=Biqieia74V0
"Ripeto: l'acqua è uguale a tempo e l'acqua offre alla bellezza il suo doppio.
Noi, fatti in parte d'acqua, serviamo la bellezza allo stesso modo.
Toccando l'acqua, questa città migliora l'aspetto del tempo, abbellisce il futuro.
Ecco la funzione di questa città nell'universo.
Perché la città è statica mentre noi siamo in movimento.
La lacrima ne è la dimostrazione.
Perché noi andiamo e la bellezza resta.
Perché noi siamo diretti verso il futuro mentre la bellezza è l'eterno presente.
La lacrima è una regressione, un omaggio del futuro al passato.
Ovvero è ciò che rimane sottraendo qualcosa di superiore a qualcosa di inferiore:
la bellezza all'uomo.
Lo stesso vale per l'amore,
perché anche l'amore è superiore,
anch'esso è più grande di chi ama."
#46
Inviato 12 ottobre 2013 - 23:30
Sono esatto e d'argento, privo di preconcetti.
qualunque cosa io veda subito l'inghiottisco
tale e quale senza ombre di amore o disgusto.
Io non sono crudele, ma soltanto veritiero -
quadrangolare occhio di un piccolo iddio.
Il più del tempo rifletto
sulla parete di fronte.
E' rosa, macchiettata. Ormai da tanto tempo la guardo che la sento
un pezzo del mio cuore. Ma lei c'è e non c'è.
Visi e oscurità continuamente si separano.
Adesso io sono un lago. Su me si china una donna
cercando in me di scoprire quella che lei è realmente.
Poi a quelle bugiarde si volta: alle candele o alla luna.
Io vedo la sua schiena e la rifletto fedelmente.
Me ne ripaga con lacrime e un agitare di mani.
Sono importante per lei. Anche lei viene e va.
Ogni mattina il suo viso si alterna all'oscurità.
In me lei ha annegato una ragazza, da me gli sorge incontro
giorno dopo giorno una vecchia, pesce mostruoso.
#47
Inviato 15 ottobre 2013 - 00:51
Spesso, per divertirsi, le ciurme
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, compagni di viaggio pigri,
il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte,
che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi,
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide
come remi ai loro fianchi.
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero!
Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa,
un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava!
Il poeta è come il principe delle nuvole
Che abituato alla tempesta ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni/ non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
non conosco Drake ma non si può dire che l'immagine di questa nave in aperto oceano non sia suggestiva!
#48
Inviato 15 ottobre 2013 - 16:07
A questa compagine di persone "comuni" e "ordinarie" appartengono anche alcuni
personaggi della nostra storia che fino ad ora, lo riconosco, non sono stati chiariti bene al lettore.
Tra di essi ci sono Varvara Ardalionovna Pticyna, suo marito, il signor Pticyn, e Gavrila
Ardalionoviè, suo fratello.
In realtà non c'è niente di più triste che, per esempio, essere ricchi, di buona famiglia, di
bell'aspetto, abbastanza istruiti e intelligenti, persino buoni, e al tempo stesso non avere nessun
talento, nessuna peculiarità, neanche una stranezza, né un'idea originale, insomma essere proprio
"come tutti". La ricchezza c'è, sì, ma non come quella dei Rothschild; la famiglia onorata, anche,
ma non si è mai distinta in nulla; l'apparenza è piacevole, ma poco espressiva; l'educazione
passabile, ma non si sa come metterla a frutto; l'intelligenza c'è, ma senza idee proprie; il cuore c'è,
ma senza magnanimità e così via per tutti gli altri aspetti. Di persone come queste al mondo ce ne
sono moltissime e anche più di quante sembrerebbe. Si dividono come il resto delle persone in due
ordini principali: gli uni limitati, gli altri "assai più intelligenti". I primi sono più felici. Per l'uomo
"comune" limitato, per esempio, non c'è niente di più facile che immaginare se stesso come una
persona poco comune e originale, compiacendosene senza alcun tentennamento. Ad alcune delle
nostre signorine è bastato tagliarsi i capelli, portare occhiali azzurri e definirsi nichiliste per
convincersi d'un tratto che inforcare gli occhiali equivalga ad avere "convinzioni" proprie. A un
altro è bastato sentire nel cuore un po' di qualcosa che rassomiglia a un sentimento umano e
universale per convincersi che nessuno meglio di lui è in grado di sentire che egli è all'avanguardia
nello sviluppo sociale. A un altro ancora è bastato acquisire un'idea qualsiasi o leggere una
paginetta qualunque senza capo né coda per credere di avere "idee personali" generate dal suo
cervello. La sfrontataggine dell'ingenuità, in alcuni casi, arriva a livelli stupefacenti. Tutto questo
sembra impossibile, ma lo si riscontra di continuo. Questa sfrontataggine dell'ingenuità,
l'incrollabile fiducia dell'uomo stupido in se stesso e nel proprio talento sono stati magnificamente
rappresentati da Gogol' nell'incredibile tipo del tenente Pirogov. Pirogov non ha il minimo dubbio
di essere un genio, persino superiore a qualsiasi altro genio.
(da L'Idiota di Dostoevkij)
#49
Inviato 20 ottobre 2013 - 13:14
Hermann Hesse, Gertrud
#50
Inviato 16 novembre 2013 - 13:39
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