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Paul Greengrass


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10 replies to this topic

#1 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 17 febbraio 2013 - 18:34

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ritengo paul greengrass uno dei più interessanti registi europei sbarcati a hollywood nello scorso decennio. ammetto subito colpevolmente di non aver ancora visto i suoi primi film inglesi (la teoria del volo, 1998, bloody sunday, 2002), ma ho visto i suoi quattro film americani. lo ritengo autore di due capolavori del cinema americano degli anni 2000: the bourne supremacy (2004) e united 93 (2006).
the bourne supremacy è il tipico caso di un film di genere che ne trascende i limiti per virtù di stile. greengrass con il suo stile dinamico e visionario lo ha trasformato in un incubo frenetico e "liquido" sulla memoria e la sua perdita, sul passato rimosso e la necessità di una scelta etica per il presente, sull'angoscia dell'uomo contemporaneo semplice ingraggio in una società spersonalizzata e governata da poteri senza volto. come succede spesso con questi film di spionaggio del plot non si capisce niente. qua questo difetto l'ho trovato quasi funzionale al senso generale di spaesamento che incarna il protagonista, individuo schiacciato dagli eventi e dal sistema che a determinati input reagisce con determinati output insegnategli dalla società stessa, e come una sorta di "robot con un'anima" inizia a domandarsi del perché delle sue azioni e ricomincia a prenderne il controllo. sequenze come quella dell'inseguimento automobilistico finale innalzano il cinema d'azione ad una specie di forma astratta di metafisica della visione.
united 93 è un thriller ad altissima tensione sulla tragedia dell’11 settembre, vista però da una duplice prospettiva, una "in cielo" e una "a terra": in cielo si seguono i terribili momenti successivi al dirottamento del quarto aereo, quello che poi si schiantò mancando l’obiettivo (la casa bianca) grazie all’intervento di alcuni passeggeri; a terra invece si segue il frenetico lavoro dei vari centri di comando che monitorano il traffico aereo sugli stati uniti. scritto dallo stesso greengrass è un film profondamente anticonvenziale che rifiuta gli stereotipi classici del cinema spettacolare, ad incominciare da quello che vuole che nel cast ci sia almeno una star famosa che interpreta il personaggio con cui il pubblico può identificarsi o sodalizzare. qui non ci sono eroi, non c’è retorica, e purtroppo non c’è neppure un lieto fine: è un dramma puro che incolla alla sedia e sconvolge per la sua implacabile messinscena di una spaventosa tragedia. è inoltre un ammirevole saggio sulla costruzione della tensione al cinema, tutto girato in interni, con un montaggio calibratissimo e un uso ancora una volta geniale e funzionale della camera a spalla.
gli altri due film americani di greengrass sono the bourne ultimatum (2007) e green zone (2010). il primo l’ho trovato un buon film, anche se più convenzionale e disciplinato rispetto al precedente. per quanto riguarda invece green zone, film che prende di petto la scottante materia della guerra in iraq, è il suo film che mi ha convinto di meno, troppo didattico nel denunciare le magagne del potere, anche se lodevole nell’intento.
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#2 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 17 febbraio 2013 - 23:39

united 93 è un thriller ad altissima tensione sulla tragedia dell’11 settembre, vista però da una duplice prospettiva, una "in cielo" e una "a terra": in cielo si seguono i terribili momenti successivi al dirottamento del quarto aereo, quello che poi si schiantò mancando l’obiettivo (la casa bianca) grazie all’intervento di alcuni passeggeri; a terra invece si segue il frenetico lavoro dei vari centri di comando che monitorano il traffico aereo sugli stati uniti. scritto dallo stesso greengrass è un film profondamente anticonvenziale che rifiuta gli stereotipi classici del cinema spettacolare, ad incominciare da quello che vuole che nel cast ci sia almeno una star famosa che interpreta il personaggio con cui il pubblico può identificarsi o sodalizzare. qui non ci sono eroi, non c’è retorica, e purtroppo non c’è neppure un lieto fine: è un dramma puro che incolla alla sedia e sconvolge per la sua implacabile messinscena di una spaventosa tragedia. è inoltre un ammirevole saggio sulla costruzione della tensione al cinema, tutto girato in interni, con un montaggio calibratissimo e un uso ancora una volta geniale e funzionale della camera a spalla.


tra quelli visti il film definitivo sull'11 settembre per rigore formale e mancanza di retorica,poi come hai detto è un grande esempio di costruzione di tensione narrativa.il finale per esempio pur conoscendolo già prima del film dal trasporto emotivo che riesce a trasmettere riesce per pochi attimi a far sperare che la rivolta vadi a buon fine.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#3 Fitzcarraldo

    Conquistatore delle cose inutili

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Inviato 18 febbraio 2013 - 01:58

vadi a buon fine.


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I'm too old for this shit


#4 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 18 febbraio 2013 - 09:28

the bourne supremacy è il tipico caso di un film di genere che ne trascende i limiti per virtù di stile. (...). come succede spesso con questi film di spionaggio del plot non si capisce niente.


d'accordo sull'amore per questo film, non sul giudizio sul plot

http://www.ondacinem...ourne_supremacy
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#5 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 18 febbraio 2013 - 09:32


the bourne supremacy è il tipico caso di un film di genere che ne trascende i limiti per virtù di stile. (...). come succede spesso con questi film di spionaggio del plot non si capisce niente.


d'accordo sull'amore per questo film, non sul giudizio sul plot

http://www.ondacinem...ourne_supremacy


la tua recensione comunque è ottima. complimenti.
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#6 reese

    moriremo

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Inviato 24 ottobre 2013 - 11:07

ieri ho visto Captain Phillips http://www.imdb.com/title/tt1535109/
il solito grande film, fatto di azione veramente buona, persone con reazioni umane vere, gran ritmo (due ore e passa che sembrano 40min), attori fantastici e come sempre zero morale e fronzoli inutili. una certezza.

il somalo, attore preso dalla strada come spesso gli succede, e' di una fighezza rara

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#7 cinemaniaco

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Inviato 21 aprile 2016 - 08:29


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#8 PinkFreud

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Inviato 21 aprile 2016 - 09:21

è un sequel della trilogia classica?


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superstereo!

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#9 cinemaniaco

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Inviato 21 aprile 2016 - 10:29

è un sequel della trilogia classica?


si. ambientato 7 anni dopo ultimatum. e mi sembra che siamo sempre allo stesso punto:

"I remember everything"

"no, non rememberi un cazzo"

asd
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#10 PinkFreud

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Inviato 21 aprile 2016 - 10:42

asd


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superstereo!

*lastfm*

 

 


#11 cinemaniaco

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Inviato 11 ottobre 2018 - 21:07

MV5BM2MxYzU2ZDgtMmY1Ny00YzJkLThkYzAtZmFk

tra un bourne e l'altro, greengrass torna alla forma cinematografica che lo ha reso famoso: il docudrama. questa volta lo fa per netflix con un film sugli attentati del 2011 in norvegia e con un cast tutto norvegese (anche se parlano in inglese). in verità la ricostruzione della strage di utoya copre soltanto i primi 30 minuti (su 140) del film: la pellicola si concentra sul "dopo", sulle conseguenze, sul dolore di chi è sopravvissuto. seguendo la difficile riabilitazione di viljar, ferito e rimasto tra la vita e la morte per qualche giorno, greengrass mette in scena soprattutto le vittime, che con la loro testimonianza di sofferenza fanno da contraltare all'egomania di breivik, a cui nega tutto ciò che avrebbe voluto: riconoscimento, martirio, legittimazione, glamour

quello di greengrass non è però un film dallo sguardo "imparziale". il fatto che abbia deciso di farlo ora non è un caso. il messaggio politico che contiene ha un chiaro bersaglio: dalla brexit alla rinascita dei nazionalismi in europa. il che è quantomeno ideologicamente un poco scorretto, perché sarebbe un po' come fare un film sulle BR per parlare del comunismo italiano. ma il film è intenso, sentito e rispettoso, indubbiamente riuscito nelle sue componenti cinematografiche
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