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L'età d'oro delle tv private e la libertà in tv


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2 replies to this topic

#1 Claudio

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  • LocationRoma

Inviato 23 novembre 2006 - 16:13

Le puntate di "Matrix" sull'età d'oro delle tv private, oltre a risvegliare il nostalgico che è in me, mi hanno suscitato il seguente interrogativo: siamo sicuri che in tv oggi ci sia più libertà di 20-25 anni fa?

Come testimoniato anche dagli spezzoni di "Matrix", il big bang dell'emittenza privata aveva allargato notevolmente la libertà espressiva nella tv italiana, spaziando dagli spettacoli trasgressivi a base di sesso e satira ai talk show sulla politica, affrontata senza fronzoli (emblematico il caso di "Contropelo" di Enzo Tortora, ma anche quello che faceva Costanzo, paragonato al suo universo attuale, sembra gigantesco).

Non solo c'era più voglia di trasgredire, più libertà da parte degli editori, ma c'era anche più disponibilità da parte del personaggio di turno (che fosse un politico o un calciatore) a farsi "metter sotto" o comunque a prestarsi al contatto con gli interlocutori. Io credo che interviste come quelle, un Berlusconi ma anche un D'Alema oggi, non le accetterebbero mai.

Sì, oggi abbiamo "Le Iene" o i reality, ma siamo sicuri che siano più autentici quei siparietti delle interviste di Tortora o dei ruspanti talk show di quegli anni, tra una tetta e una pubblicità di Nonno Ugo?
L'impressione è che oggi anche ciò che viene spacciato per reale sia molto ben costruito e mistificato, mentre in quegli anni c'era davvero la voglia di informare lo spettatore e di inventare modi (più o meno raffinati) per stupirlo, magari approfittando dello spazio di etere lasciato libero dal vicino.

Sicuramente è cambiata la società, e quelle tv oggi possono apparire naif, però a me pare che, in proporzione, ci sia molto più perbenismo (magari mascherato dalla parolaccia del vip di turno), molta più censura, molto più controllo politico oggi, anche su emittenti presunte indipendenti, rispetto ad allora.

Il caso di Matrioska descritto ieri è emblematico: una trasmissione pazzesca, dissacrante e delirante, che oggi nessun autore immaginerebbe nemmeno lontanamente di poter realizzare. Venne censurata, sì, ma si convertì nell'altrettanto spiazzante "L'araba fenice". E su Drive-In, una delle poche censure attuate dal Berlusconi dell'epoca  venne sbeffeggiata con un'imitazione feroce. Stiamo parlando di Mediaset! Oggi, per molto meno, è scattato l'editto bulgaro, il bavaglio alla Guzzanti, il licenziamento di Mentana etc. etc. E la sinistra non è certo meno censoria, malgrado le apparenze...

Ho scritto di fretta, facendo un bel po' di confusione, ma credo che possa nascerne una discussione interessante...
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#2 stolen_music

    aspirante indie

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  • StellettaStelletta
  • 56 Messaggi:

Inviato 23 novembre 2006 - 16:57

Sinceramente non penso che oggi ci sia meno libertà di ieri. Direi proprio il contrario. Certo, ci sono controlli censure e robe varie, politici e non su tutte le reti al momento del bisogno, ma prendiamo un programma a caso: Striscia la notizia che fa satira su satira sul governo, ora su quello di Prodi, prima su quello di Berlusconi. Allora, a Mediaset ci sta il figlio, non credo che abbiano impedito a Ricci di dire un po' quello che gli pareva.

Se invece si parla di "libertà di scelta" il discorso è un po' diverso, a mio parere.
Abbiamo una monopolizzazione estrema della coppia Costanzo- De Filippi su ben due reti Mediaset ( ora sono riusciti persino a fare una sorta di reality sul carcere, cosa che trovo a dir poco squallida! ). Il pomeriggio televisivo sulle reti private è da brividi e si ripete da anni tutti i giorni della settimana. Da Beautiful ( ammetto, lo guardo ) sino a il quiz game ( ora, per sbaglio, c'è Bonolis, ma a breve tornerà Scotti ). E questo è Canale 5.

Per Italia uno invece ci sono i cartoni animati ( e questi sì che mi fanno rimpiangere Memole, Belle e Sebastian e così via dicendo ) e questi non si possono toccare anche se sono sempre più violenti, sempre più tecnologici, sempre più falsi ( Disney si rivolterebbe nella tomba ).

Sinceramente io ho dato un taglio alla tv generalista, mi sono rifugiata, se così si può dire, nel narrowcasting, molto meglio, più scelta, più programmi, più canali temtici, più film ecc ecc.


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#3 Guest_ephemerol_*

  • Guests

Inviato 23 novembre 2006 - 17:04

Intervento molto interessante.
Innanzitutto, che le reti private e commerciali abbiano costituito un enorme passo in avanti per la nostra società, non è certo un'affermazione condivisa da tutti, e non sono in pochi (anche qui dentro) a vedere proprio in quell'esplosione l'inizio del presunto degrado della cultura del nostro paese.

Riguardo al sesso, secondo me c'è più libertà, assolutamente. Poi, come accade per tutti i tabù, quando vengono scardinati, scatta la sensazione che non lo siano mai stati. Ma gli spettacolini di mezzanotte, le tette al vento e gli spogliarelli di Colpo Grosso oggi ci fanno ridere, mentre allora destavano scandalo. E lo destavano perché arrivavano dopo un ventennio di "dittatura" monopolistica, ingessata e paternalista. Oggi abbiamo le tette al vento alle sei del pomeriggio, una certa libertà di parlare di sesso senza pruriti e doppi sensi (Loveline), nonché un certo aprirsi anche per quanto riguarda i costumi sessuali (e la fiction con Banfi dell'altra sera, con tutti i suoi limiti, è comunque qualcosa di epocale). Se diciamo che "si stava meglio prima", lo diciamo solo perché (e magari è anche vero) meglio immaginare piuttosto che vedere. Ma allora si stava meglio prima anche quando si aveva un giocattolo a Natale e non uno ogni settimana e quando non c'era internet e non si scaricavano i dischi. Il che può essere, ma ragionando così torniamo all'età della pietra.

Per quanto riguarda la politica, invece, hanno effettivamente stupito anche a me, e non poco, le interviste di Enzo Tortora su Antenna 3 che Matrix ha mostrato. Oggi predomina un certo lecchinaggio, un estremo servilismo nei confronti dei politici, e la riprova è che nei pochi, rarissimi casi in cui spunta una domanda cattiva, subito ci si stupisce, come fosse qualcosa a cui non siamo più abituati. La colpa credo sia anche della classe politica attuale, con molte meno cose da dire e molta più abilità nel fare, attenta esclusivamente all'immagine e agli slogan. Però, e c'è un però, oggi abbiamo anche un deputato "sui generis" come Luxuria che può andare in tutte le trasmissioni ed essere accolto come un normale politico, per esempio, così come abbiamo Le Iene che possono mostrarci tutta l'ignoranza dei politici o sfottere in maniera abbastanza irrispettosa dichiarazioni ed interventi (il che non è poco, anche se è vero che ormai ci siamo un po' abituati pure a questo, che solo qualche anno fa sembrava già abbastanza "oltre").

La verità è che la televisione si è imborghesita, e anche quelle riserve di libertà, che erano tali proprio perché distanti dal potere e persino, non dimentichiamolo, illegittime ed illegali, ora fanno parte dello status quo, allineandosi ad un mainstream che ha ben pochi spazi in cui ci si può lasciar andare.
Matrjoska/L'araba fenice è la più lampante dimostrazione di come le reti Fininvest allora fossero (non del tutto, per carità) "contro": contro la seriosità e l'immobilismo della Rai, innanzitutto, ma anche contro l'eccessiva politicizzazione ed il perbenismo. E non c'entrano destra e sinistra, perché l'allineamento e l'appiattimento sono causate, spesso per cause diverse, da entrambi i poli: c'entra il fatto che quando qualcosa che inizialmente è di nicchia diventa grande e "borghese", allora finisce per assomigliare troppo a quello che si combatteva, tanto da arrivare a non distinguerlo.

L'oasi di libertà in cui tutti ora dicono di rifugiarsi, ovvero Sky, a me non sembra così alternativa, aldilà di alcune rare eccezioni che però restano di estremissima nicchia e dunque di rilevanza praticamente nulla, visto che stiamo facendo un discorso generale e che riguarda la società e la televisione nel suo complesso.
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