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Movimento " Fermare Il Declino"


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684 replies to this topic

#51 combatrock

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Inviato 06 ottobre 2012 - 22:05



Già, la dittatura di Gianninochet. Tutti col gessato viola e le ghette asd


Infatti Berlusconi era un sincero democratico, e Giannino ha scritto per anni sul suo quotidiano di famiglia.


Giannino, invece, è un sincero democratico. Non tutti quelli che hanno osato scrivere per la triade berlusconiana sono dei possibili dittatori, Telese lo ha fatto per dieci anni ma non penso sia un democratico insincero.
In ogni caso a me interessano soluzioni, non anatemi. Quali sono le tue?


Non ci sto a questo giochino. Non sono io a dover dare soluzioni; ma almeno ho il vantaggio di rendermi conto che nella realtà non ne esistono di facili, come quelle sulla carta indicate dai signori firmatari dello sconvolgente appello che scopre l'uovo di colombo: abbassare le tasse e alzare i salari. Complimenti.
Il primo problema dell'Italia è proprio uscire dalla mentalità delle "soluzioni facili", un vizietto nazionale che ci accompagna da sempre.
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Rodotà beato te che sei morto


A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.


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#52 combatrock

    utente antifrastico-apotropaico

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Inviato 06 ottobre 2012 - 22:06

Questi quattro stronzi hanno fatto incrociare qualche curva su un pezzo di carta e hanno trovato le soluzioni. Come se avessero un'idea vera di cos'è l'Italia e quali sono i suoi problemi REALI. Si facciano un giretto, poi tornino e ci raccontino.
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#53 astrodomini

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Inviato 06 ottobre 2012 - 22:31

:facepalm:

Guarda che Giannino ospita giornalmente sul suo programma radiofonico imprenditori, liberi professionisti, lavoratori, onlus, associazioni di categoria etc. a cui fa esporre problemi, proposte e con cui discute. Se c'è uno che da spazio e si confronta col mondo reale, di chi lavora e si deve scontrare ogni santo giorno con le storture italiane, è proprio lui.
Quei punti sono un programma, un riassunto di un pensiero e una strada da seguire piuttosto articolato. Ma soprattutto non sono facili, per niente; è un programma di riforma integrale del paese. Che poi non siano spiegati nei minimi particolari, trattandosi di un programma da divulgare, mi sembra normale. Già il porre l'accento sul problema fiscale, una zavorra paurosa che grava sul nostro futuro, in maniera seria è un passo importante.
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#54 combatrock

    utente antifrastico-apotropaico

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Inviato 06 ottobre 2012 - 22:45

Infatti è uno buono per ogni stagione. Dopo l'esperienza a "Libero" si è già ampiamente riqualificato (tanto in questo paese la memoria è inutile). Il mio augurio è che continui a fare il giornalista per chi lo paga di più, e lasci ad altri cose più serie. Tipo riformare un paese come l'Italia.

p.s.: pensa che una volta gli ho scritto una mail e mi ha risposto in un quarto d'ora... suggerendomi di andare a cercare lavoro all'estero, se quel che c'è in Italia non mi piace.
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#55 ucca

    CRM

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Inviato 06 ottobre 2012 - 22:50

Siamo (credo ancora) il secondo paese europeo nel settore manifatturiero (e questo fa molta gola alla Germania). Quindi
non siamo soltanto corruzione e mafia e qualche spiaggia. Però anche un paese in declino, col vizio di chiedere una soluzione
purchè scenda dal cielo altrimenti non vale, non è pulita, non ci crediamo. Scrivi un programma dettagliato? Non va bene
perchè non c'ho tempo di leggerlo. Scrivi dieci punti? Non scendi nel dettaglio. Siamo sempre a "Cara ti Amo"
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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#56 Giovanni Drogo

    Non lo so

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Inviato 07 ottobre 2012 - 10:49

Questi quattro stronzi hanno fatto incrociare qualche curva su un pezzo di carta e hanno trovato le soluzioni. Come se avessero un'idea vera di cos'è l'Italia e quali sono i suoi problemi REALI. Si facciano un giretto, poi tornino e ci raccontino.


Esatto, coincide con l'idea che avevo espresso in prima pagina, perché ora va tanto di moda parlare di soluzioni economiche non capendo una mazza del contesto sociale e culturale in cui vai a instillare queste idee.


Io comunque la discussione precedente tra stato vs libero mercato l'ho trovata un po' stucchevole. E' inutile riportare una discussione a confronti vecchi di 40 anni se non di più, il problema dell'Italia oggi non è se ci sia troppo stato o troppo liberismo, il problema che io vedo e che c'è un aroma di entrambi e che funzionano malissimo entrambi. Lo scarso senso civico ad esempio è un problema evidente, ma tagliare la presenza dello stato in certi ambiti fondamentali per la collettività non risolverebbe certo la cosa. Io mi sento di sinistra, ma sono dell'opinione che le idee di sinistra di oggi non possano essere identiche a quelle di 50 anni fa o peggio ancora di quando Marx scriveva il capitale, c'è una fisiologica evoluzione nelle idee di ogni schieramento politico e ideologico che porta sostanzialmente a concepire come giusti dei concetti e loro applicazioni che 40 anni fa avremmo ritenuto non facenti parte della nostra etica. Semplicemente perché storicamente è stato verificato che funzionano e che sono socialmente giusti e applicabili. E' l'evoluzione nel pensiero che molti sinistroidi che aprono ancora i libri stracolmi di polvere per trovare la soluzione non riescono a cogliere.
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#57 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:01

Già, la dittatura di Gianninochet. Tutti col gessato viola e le ghette asd


Qualche giacca gialla a quadri blu ogni tanto, però. sarà consentita ma solo con i mocassini bianchi. asd
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#58 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:25

e lasci ad altri cose più serie. Tipo riformare un paese come l'Italia.


Tipo chi? Fuori i nomi.

Io comunque la discussione precedente tra stato vs libero mercato l'ho trovata un po' stucchevole. E' inutile riportare una discussione a confronti vecchi di 40 anni se non di più, il problema dell'Italia oggi non è se ci sia troppo stato o troppo liberismo, il problema che io vedo e che c'è un aroma di entrambi e che funzionano malissimo entrambi.


La presenza dello stato è più che un aroma, direi. Basta vedere quanto denaro, in continua crescita, ci chiede di sborsare per il suo mantenimento. Il problema in Italia è c'è un sistema clientelare, fatto di ammanicamenti e scandalose rendite di posizione, quando non criminale che affossa lentamente l'economia togliendole l'ossigeno; non credo che l'aria possa venire dalla classe politica attuale che in questo sistema ha costruito le proprie fortune, non credo possa venire dal mettere in mano loro ancora più soldi mossi da pura spinta ideologica. Io quando sento parlare chi probabilmente governerà il paese dal prossimo anno sui problemi che considero fondamentali sento dire pochissimo e in maniera confusionaria, non hanno alcun tipo di linea (Bersani sul Fiscal Compact: "eeeh ma non è vero che non si può far niente, perchè non è vero che non si può far niente eeeeh", per non parlare di Vendola che esprime solo e unicamente supercazzole degne del miglior Mascetti).
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#59 soul crew

    stocazzo

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:28

è vero astro, ma la classe imprenditoriale non è da meno per quanto riguarda corruzione e delinquenza (berlusconi, ilva, thiessen e saras i primi esempi che mi vengono in mente). mi sembra che l'imprenditore sia un po' troppo idealizzato, eppure c'abbiamo già battuto il muso con berlusconi
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#60 combatrock

    utente antifrastico-apotropaico

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:32

Tipo chi? Fuori i nomi.


:facepalm:

Niente, non si riesce a uscire da questa logica da "uomo della provvidenza". Ma poi di che ti lamenti tu e si lamentano loro ? Ora al governo c'è il tecnico dei tecnici, quello che sa che c'è da fare e sa farlo. A che servono tanti manifesti, se non a farsi un po' di pubblicità ? Boh.
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#61 Giovanni Drogo

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:33

Basta vedere quanto denaro, in continua crescita, ci chiede di sborsare per il suo mantenimento


Embé? Semplicemente perché funziona male, non perché sia deleteria la presenza dello stato nei settori italiani in cui è presente. La corruzione dei politici non è un obbligo scritto nella nostra costituzione.
Succede anche nel privato che si chiedano molti più soldi di quanto sia lecito chiedere, è colpa dello stato se alcuni articoli offerti da aziende che hanno una situazione di monopolio in un settore costino quattro volte tanto di quanto sarebbe lecito metterli sul mercato?
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#62 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:40

è vero astro, ma la classe imprenditoriale non è da meno per quanto riguarda corruzione e delinquenza (berlusconi, ilva, thiessen e saras i primi esempi che mi vengono in mente). mi sembra che l'imprenditore sia un po' troppo idealizzato, eppure c'abbiamo già battuto il muso con berlusconi


Premesso che il nostro tessuto economico vive principalmente di medio-piccoli, non credo tutti ladri e farabutti. Anzi, è pieno di eccellenze che però nessuno si caga. Gli imprenditori, come ho detto chiaramente in un mio precedente intervento, non sono esenti da colpe. Però, se devo pensare a un rilancio, secondo me questo non potra mai venire dallo stato che considero in metastasi.

Niente, non si riesce a uscire da questa logica da "uomo della provvidenza".


Ma per me puoi dirmene anche 50 o 100, se parli di lasciare ad altri fammi almeno i nomi di questi altri...

Embé? Semplicemente perché funziona male, non perché sia deleteria la presenza dello stato nei settori italiani in cui è presente. La corruzione dei politici non è un obbligo scritto nella nostra costituzione.


Contestavo semplicemente il tuo parlare di aroma, per me ha una presenza molto forte nelle nostre vite e nei nostri risparmi. La corruzzione non è un obbligo costituzionale ma è un dato di fatto che, a mio parere, nessun grande partito vuole eliminare. Stante questa situazione mettere ancora più soldi nella macchina statale è un suicidio.
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#63 soul crew

    stocazzo

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:43

ma il problema è proprio che abbiamo solo PMI funzionanti (e anche su questo ci sarebbe da ridire, fallimenti, bancarotte e aggeggiamenti vari intasano i tribunali quotidianamente), con quelle lo stato boccheggerà sempre anche perchè di lavoro ne danno poco e arricchiscono solo i proprietari. la gestione dello stato è una cosa più complessa che fare i soldi per se stessi
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#64 combatrock

    utente antifrastico-apotropaico

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:45

Niente, non si riesce a uscire da questa logica da "uomo della provvidenza".


Ma per me puoi dirmene anche 50 o 100, se parli di lasciare ad altri fammi almeno i nomi di questi altri...


Non sono tanto presuntuoso quanto quei signori: non ho soluzioni facili, né credo che partire dai nomi avrebbe qualche senso. Comunque mi pare che neanche tu abbia grandi soluzioni da proporre, se non seguire queste grandi alzate di genio che ogni tanto ammorbano il dibattito politico, e che per conto mio valgono quanto il contratto con l'Italia di Berlusconi.
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#65 Giovanni Drogo

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Inviato 07 ottobre 2012 - 11:49

Contestavo semplicemente il tuo parlare di aroma, per me ha una presenza molto forte nelle nostre vite e nei nostri risparmi


Sì ok forse quello era un termine sbagliato, era per dire che purtroppo molte cose dello stato italiano funzionano male e in maniera inefficiente, ma questo non vuol dire che debbano essere tagliate, devono cambiare le persone che gestiscono questi asset e quindi è la selezione stessa di chi mettere a capo di questi organismi che deve cambiare.
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#66 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 12:04


Contestavo semplicemente il tuo parlare di aroma, per me ha una presenza molto forte nelle nostre vite e nei nostri risparmi


Sì ok forse quello era un termine sbagliato, era per dire che purtroppo molte cose dello stato italiano funzionano male e in maniera inefficiente, ma questo non vuol dire che debbano essere tagliate, devono cambiare le persone che gestiscono questi asset e quindi è la selezione stessa di chi mettere a capo di questi organismi che deve cambiare.


Io non ci credo più a queste cose, non le ha mai fatte nessuno se non per tempi limitati. La politica non può riformare un sistema in cui sguazza e mangia, a me sembra la più grande di tutte le pie illusioni.

Comunque mi pare che neanche tu abbia grandi soluzioni da proporre


Per me in quel manifesto sono concentrati molti dei problemi che andrebbero affrontati in maniera seria ma che nessuno ha mai voluto affrontare se non per proteggere il proprio tornaconto personale e imprenditoriale. Sarà poco ma è già molto di più di quello che propongono tutte le altre forze politiche del parlamento (cioè il nulla).
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#67 satyajit

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Inviato 07 ottobre 2012 - 13:29

Premessa: ho zero stima degli autori del blog noisefromamerika. Loro di solito lavorano così: prima di tutto scelgono un tema che non conoscono. Ad esempio, Boldrin che io sappia non ha mai prodotto uno studio scientifico sui problemi specifici dell’Italia. Stessa cosa Moro. Se qualcuno può smentire questa cosa me lo faccia sapere (non vale il libro su Tremonti, che è un testo divulgativo). Negli ultimi anni Boldrin si è occupato di proprietà intellettuale, argomento non proprio in linea con i temi del documento. Insomma, come possano fornire soluzioni valide per problemi che non hanno mai approfondito, non è dato sapere.
Scelti argomenti che conoscono poco, raccolgono un po’ di dati a caso e ne traggono conclusioni con valenza generale sulla base del loro quadro teorico di riferimento, che quello di un liberismo tra i più radicali. I loro lettori sono mediamente ignoranti e li idolatrano, ma appena interviene nel blog qualcuno ben informato sugli argomenti li fa a pezzi.

Detto questo, i punti elencati li trovo intrinsecamente errati, apertamente autocontraddittori, ma soprattutto fortemente in linea con le poltiche attuate negli ultimi anni con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Sono talmente in disaccordo su tutto che non saprei da che parte iniziare, per cui lascio la parola a a chi ha avuto il tempo di soffermarvisi.




Fermare il “delirio”. Analisi di un manifesto liberista

Posted by keynesblog on 8 agosto 2012 in Economia, Italia
Immagine inserita
“Fermare il declino” è il titolo del manifesto di quello che si candida ad essere un nuovo partito liberale-liberista-libertarian, promosso da alcuni liberisti noti al grande pubblico come Oscar Giannino e Michele Boldrin. Al manifesto hanno aderito anche diversi esponenti del partito di Fini e della fondazione di Luca Cordero di Montezemolo.
Analizzeremo qui, punto per punto, le proposte avanzate nel documento.

1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico: è possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
E’ stato già fatto negli ultimi 20 anni. Dopo la cessione a Fiat dell’Alfa Romeo (anni 80), nel decennio seguente l’Italia ha realizzato un’enorme dismissione di partecipazioni statali, tra cui:
  • Alimentari: Sme, Gs, Autogrill, Cirio Bertolli De Rica, Pavesi
  • Siderurgia, alluminio, vetro: Italsider, Acciarieri di Terni, Dalmine, Acciaierie e Ferriere di Piombino, Csc, Alumix, Cementir, Siv
  • Chimica: Montefibre, Enichem Augusta, Inca International, Alcantara
  • Meccanica ed elettromeccanica: Nuovo Pignone, Italimpianti, Elsag Bailey Process Automation, Savio Macchine Tessili, Esaote Biomedica, VitroselEnia, Dea, Alenia Marconi Communication
  • Costruzioni: Società Italiana per Condotte d’Acqua
  • TLC: Telecom Italia
  • Editoria e pubblicità: Seat Pagine Gialle, Editrice Il Giorno, Nuova Same
  • Banche e assicurazioni: BNL, INA, IMI, ecc.
  • Trasporti: Società Autostrade
Negli anni 2000, inoltre, il governo ha messo sul mercato ingenti quantità di immobili di proprietà dello stato.
Questo non ha fatto “scendere rapidamente” il debito pubblico, visto anche che molte di queste società sono state vendute a prezzi bassi a causa della crisi degli inizi degli anni ’90.
Il risultato netto di queste privatizzazioni è che oggi le imprese italiane che hanno una qualche rilevanza internazionale sono solo le due principali aziende ancora controllate dallo stato: Eni ed Enel. L’esatto opposto di quello che i promotori dell’appello sostengono riguardo la presunta efficienza del privato e la irriformabile inefficienza del pubblico.
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2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.
Al di là degli ammiccamenti populisti (“i costi della casta politico-burocratica”; chissà perché non i costi della casta degli economisti che sbagliano le previsioni) il punto centrale è “Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione”. Ma la nostra spesa sanitaria non è affatto eccessiva, anzi è sotto la media OCSE. Addirittura è minore della sola spesa pubblica pro-capite negli Stati Uniti, assicurando però una copertura maggiore, ed è inferiore a quella di paesi come il Regno Unito, il Canada, la Francia, la Germania.
Immagine inserita
Spesa sanitaria procapite (pubblica e privata); fonte OCSE 2007, elaborazione Sole24Ore
Gli estensori dell’appello forse dovrebbero essere più chiari: quanti infermieri e medici occorre licenziare? Quanti insegnanti perderanno il loro posto di lavoro? E che dire della spesa per gli altissimi interessi che paghiamo sul debito pubblico? Perché non se ne fa alcun cenno?
Riguardo i sussidi alle imprese, rimandiamo a quanto già detto in un precedente articolo.
3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d’impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l’evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.
Tutti vogliamo meno tasse. Il problema è fare in modo che il maggiore reddito disponibile non finisca in risparmio. Per ora quel che succede è che lo Stato preleva dalle tasche degli italiani troppo e lo destina in quantità sempre crescenti a pagare gli interessi ai rentier (sia italiani che stranieri) detentori di titoli di stato. Forse sarebbe il caso di analizzare come risolvere questo problema, dopodiché abbassare le tasse sarà facile senza compromettere i servizi.
4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d’ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.
La concorrenza nei trasporti ferroviari c’è da alcuni mesi: il risultato è che le tariffe standard sono sostanzialmente le stesse tra operatore pubblico e privato, mentre le FS, pressate dalla concorrenza, sono indotte a ridurre i servizi meno remunerativi (treni notte, trasporto locale).
L’energia è già liberalizzata. Per la verità, se si guarda questo grafico, si nota come le tariffe di mercati liberalizzati da più tempo siano cresciute più delle nostre e soprattutto più di quelle francesi, dove la liberalizzazione è molto indietro e il principale operatore è una società controllata dallo stato (ma è largamente indipendente dal petrolio).
Immagine inserita
Variazioni dei prezzi dell’elettricità nei principali paesi europei
(percentuali sull’anno precedente) – Autority energia ed Eurostat

Quanto alle privatizzazioni, di cui si è già detto, aggiungiamo che questo è senz’altro il momento meno indicato a causa della svalutazione delle nostre imprese, che già sta favorendo importanti acquisizioni estere.
5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
Dal 2003 l’Italia ha diminuito le protezioni dai licenziamenti (cioè ha aumentato la flessibilità) più di ogni altro paese OCSE. Il risultato è che l’occupazione non è aumentata, l’incertezza è diventata la condizione standard del lavoratore, i figli guadagnano meno dei padri. Ovviamente non si è proceduto ad alcuna compensazione in termini di welfare: difficile sostenere contemporaneamente che occorre diminuire la spesa pubblica mentre si propongono misure che la farebbero aumentare a dismisura. A meno che tali costi non siano a carico di imprese e lavoratori, ovvero si trasformino in un aumento dei contributi (quindi dell’imposizione). Ma non si era detto al punto 3) di diminuire la tassazione su lavoro e imprese?
Da questo punto in poi procederemo più velocemente perché si tratta di ovvietà o di ripetizioni dei punti precedenti.
6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse.
Nulla da dire.
7) Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l’efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l’indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.
Un sistema carcerario umanizzato richiede più spesa, ma non possiamo farla perché il punto 2) dice che dobbiamo ridurla. Stranamente però, il manifesto “liberale” non dice nulla circa la depenalizzazione dei reati “fascistissimi” che non sono percepiti più come tali: consumo di droghe, violazioni del copyright, ingiuria, ecc. Questo farebbe risparmiare tempo e denaro e farebbe funzionare più speditamente la giustizia, molto più che la “netta distinzione dei percorsi”.
8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.
“Eliminare il dualismo occupazionale” richiederebbe dare ai giovani le stesse garanzie dei padri. Ma questo è l’opposto di quanto affermato in precedenza. L’alternativa è fare il contrario, ovvero togliere garanzie ai lavoratori a tempo indeterminato, come si è iniziato a fare con la riforma dell’art.18. Ma come questo aiuterebbe i giovani è difficile immaginarlo. Riguardo gli “strumenti di assicurazione contro la disoccupazione” si è già detto.
“Facilitare la creazione di nuove imprese”: è stato già fatto. Ora si può aprire un’impresa con un solo euro. Trovare un cliente che si fidi di una società senza capitali è altro discorso. Peraltro il problema del nostro paese è l’esatto opposto: ci sono troppe aziende e troppo piccole per realizzare quelle necessarie economie di scala che permettano l’aumento della produttività.
9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo. Va abolito il valore legale del titolo di studio.
Ma come, non si era detto al punto 2) che bisogna intervenire anche sull’istruzione per ridurre le spese? Riguardo all’abolizione del valore legale del titolo di studio, gli unici che se ne avvantaggerebbero sono le scuole e le università private, come accade negli Stati Uniti.
10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l’obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa “questione meridionale” va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell’ultimo mezzo secolo.
Il federalismo porta ad aumentare l’inefficienza moltiplicando i centri di spesa e di decisione. Non a caso infatti nella spending review si è puntato molto sugli acquisti centralizzati. Si guardi alle Regioni che già oggi sono più autonome, come la Val d’Aosta e la Sicilia: non esattamente un modello in termini di efficienza. Certo, il manifesto parla di “pareggio di bilancio”, ma dare alle Regioni una più ampia autonomia in termini di entrate significa una cosa semplice: più tasse. Darla in termini di spesa significa più spesa, magari in prebende agli amici degli amici, come ci ricordano sempre gli stessi firmatari del manifesto. Il pareggio di bilancio si fa anche tassando al 100% i redditi privati e spendendo il 100% degli introiti: gli estensori dell’appello vogliono una repubblica federale socialista?
La strada è semmai opposta, a partire dall’abolizione delle province (tutte).
In conclusione, il manifesto “Fermare il declino” potrebbe tradursi in “accelerare la caduta” o “ripetere gli stessi errori”. I suoi estensori appaiono in definitiva animati da una sorta di visione “delirante” della crisi, in quanto staccata dalla realtà dei fatti e spesso autocontraddittoria. Ma, al di là della buona fede di costoro, il ridimensionamento del settore pubblico ha ben altri e più smaliziati sponsor.
Il gioco di parole “Fermare il declino”/”Fermare il delirio” è del nostro lettore Paolo Maiellaro

http://keynesblog.co...esto-liberista/
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#68 satyajit

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Inviato 07 ottobre 2012 - 13:34

Aggiungo un cosa io in risposta a Number e ad altri: non è vero che in Italia e in Grecia ci siano tanti dipendenti pubblici:

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E non mi sembra che i paesi che ne hanno di più se la passino così male.
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#69 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 13:49

E non mi sembra che i paesi che ne hanno di più se la passino così male.


In Italia è il contrario, le regioni più sviluppate sono quelle che ne hanno di meno:

Immagine inserita

Tra gli stati UE membri del G8 supera la media europea solo la Francia; UK, Italia e Germania sono in media o al di sotto:

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Tutti gli altri sono paesi nemmeno avvicinabili alla nostra economia.
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#70 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 16:00

Negli anni 2000, inoltre, il governo ha messo sul mercato ingenti quantità di immobili di proprietà dello stato.
Questo non ha fatto “scendere rapidamente” il debito pubblico, visto anche che molte di queste società sono state vendute a prezzi bassi a causa della crisi degli inizi degli anni ’90.
Il risultato netto di queste privatizzazioni è che oggi le imprese italiane che hanno una qualche rilevanza internazionale sono solo le due principali aziende ancora controllate dallo stato: Eni ed Enel. L’esatto opposto di quello che i promotori dell’appello sostengono riguardo la presunta efficienza del privato e la irriformabile inefficienza del pubblico


Veramente tutte le altre sono private, come due su ventuno dovrebbero dimostrare la superiorità del pubblico sul privato non si sa.
Poi si potrebbe dire molto su come siano state gestite le privatizzazioni in Italia, avvenute in un sistema fortemente clientelare e corrotto a cui non si è mai messo mano seriamente. Inutile vendere, privatizzare o far gestire in maniera privatistica le proprie aziende quando poi le metti prone davanti agli interessi della politica.

Al di là degli ammiccamenti populisti (“i costi della casta politico-burocratica”; chissà perché non i costi della casta degli economisti che sbagliano le previsioni) il punto centrale è “Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione”. Ma la nostra spesa sanitaria non è affatto eccessiva, anzi è sotto la media OCSE. Addirittura è minore della sola spesa pubblica pro-capite negli Stati Uniti, assicurando però una copertura maggiore, ed è inferiore a quella di paesi come il Regno Unito, il Canada, la Francia, la Germania.


Ripensare non significa tagliare, se esistono da esempio pesanti differenze interne al paese nella qualità e nella diffusione dei servizi (specie sanitari) significa che attualmente non spendiamo bene. Sui quanti medici etc. licenziare (tra l'altro il numero di medici e tra i più alti in Europa) stendiamo un velo pietoso, quello sì che è populismo.

Tutti vogliamo meno tasse. Il problema è fare in modo che il maggiore reddito disponibile non finisca in risparmio. Per ora quel che succede è che lo Stato preleva dalle tasche degli italiani troppo e lo destina in quantità sempre crescenti a pagare gli interessi ai rentier (sia italiani che stranieri) detentori di titoli di stato. Forse sarebbe il caso di analizzare come risolvere questo problema, dopodiché abbassare le tasse sarà facile senza compromettere i servizi.


In realtà quello che succede da ben prima della crisi è che lo stato preleva dalle tasche degli italiani troppo ma non si sa come quel troppo non si trasforma in tanti servizi. Solo uno stupido metterebbe ancora benzina in un serbatoio che perde senza prima tappare il buco.

Sull'energia non conosco bene la situazione ma credo sia decisamente più complessa di come la mettono giù lì.

La concorrenza nei trasporti ferroviari c’è da alcuni mesi: il risultato è che le tariffe standard sono sostanzialmente le stesse tra operatore pubblico e privato, mentre le FS, pressate dalla concorrenza, sono indotte a ridurre i servizi meno remunerativi (treni notte, trasporto locale)


Anche qui non ne so molto ma i prezzi dei treni italiani sono già tra i più bassi in Europa, immagino non ci siano enormi margini per abbassarli ulteriormente anche da parte dei privati (e non conosco bene i servizi offerti da essi, ad esempio Italo è un treno molto diverso dall'Eurostar classico).

Sul lavoro, punto delicato, dovrebbero essere più puntuali e chiari.

“Facilitare la creazione di nuove imprese”: è stato già fatto. Ora si può aprire un’impresa con un solo euro.


Già, peccato che chiunque faccia impresa sa benissimo cosa significhi rapportarsi con lo stato da quando la apri a quando soprattutto devi farti pagare. Ridurre il problema a adesso apri un'impresa con un euro è ridicolo.

Insomma, ne hanno sparate parecchie anche gli amici Maynard.
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#71 BillyBudapest

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Inviato 07 ottobre 2012 - 16:04

mai piaciuto maynard james keenan.
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#72 ucca

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Inviato 07 ottobre 2012 - 17:37

Io sono ancora in attesa che qualche pazzo da destra o sinistra, cominci a parlare di valorizzare e non di vendere.
Non capisco perchè lo Stato deve essere inefficiente a prescindere, privo di iniziativa, clientelare, è una roba inaccettabile.
Abbiamo invece molte eccellenze, anche nel sistema sanitario che tutto il mondo ci invidia (fino a qualche anno fa eravamo complessivamente dietro solo alla Francia, era il 2005 adesso non sono aggiornato). Bisogna estendere i modelli positivi
e punire i modelli negativi. E' di destra? Non credo. Il fatto che abbiamo non so quante caserme dismesse spesso nei
centri storici e che non riusciamo a farci un cazzo (che so, la butto li, un albergo comunale gestito da una cooperativa
di giovani scelti secondo il progetto piu' innovativo), è normale? Ne ho sentito parlare solo Renzi ma di sfuggita.
Tutti gli altri sono o per difendere lo status quo come il migliore dei mondi possibili oppure per vendere.
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#73 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 18:17

Io sono ancora in attesa che qualche pazzo da destra o sinistra, cominci a parlare di valorizzare e non di vendere.


Lo aveva fatto Ciampi nel 1998-2002 chiamando Passera come AD di Poste, rimesse in piedi anche a suon di licenziamenti. Poi, passato il momento, pur con una gestione migliore sono ritornate le logiche clientelari della politica. Aziende pubbliche e politici devono essere divisi da un muro.

Il fatto che abbiamo non so quante caserme dismesse spesso nei
centri storici e che non riusciamo a farci un cazzo


Non è normale ma è problematico penso sotto il profilo normativo. Qui ne siamo pieni fino a sopra i capelli, ne parlano da ventanni e non se ne cava un ragno dal buco!
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#74 satyajit

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Inviato 07 ottobre 2012 - 18:31

Astro, dai, non prendiamoci in giro. Cosa vuoi che intendano gli ultra liberisti con 'ripensare la spesa della sanità' se non ridurla drasticamente (con gli ospedali che cadono a pezzi...)? Contando anche che è nello stesso paragrafo di 'tagliare la spesa pubblica di 6 punti in cinque anni'. Ci rendiamo conto delgi effetti su PIL, occupazione e tariffe di manovre simili?
Oppure scrivano chiaramente che tali 'ripensamenti' saranno fatti a parità di saldo.

Che poi, ripeto, si tratterebbe semplicemente di insasprire quanto già fatto. Il grafico che hai postato mostra chiaramente che i paesi in crisi hanno tutti pochi dipendenti pubblici e che molti di essi negli ultimi anni li hanno ulteriormente ridotti. Facciamo un bilancio finale di queste politiche? Io piuttosto stenderei un velo di silenzio.
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#75 ucca

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Inviato 07 ottobre 2012 - 18:57

Le politiche dei tagli sono utili se tagli i rami secchi e metti un pò di soldi su qualcosa che:
- è essenziale (es. l'assistenza ai portatori di handicap)
- fa da moltiplicatore (es. se riesco a creare distretti hi-tech)

Altrimenti non servono a un cazzo. Nel caso poi in contemporanea aumenti pure le tasse ottieni il risultato
che sta ottenendo Monti, purtroppo.
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#76 satyajit

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Inviato 07 ottobre 2012 - 19:07

Aggiungo, Astro, che non è vero quanto scrivi sul numero dei medici. Per i dottori praticanti l'Italia è poco sopra la media Ocse, 3,4 su mille abitanti contro 3,1, ma sotto almeno nove stati europei. Ma estendendo il discorso a tutto il personale sanitario, l'Italia è molto sotto la media Ocse, 7,3 ogni cento lavoratori contro 10,1 e sotto una quindicina di stati europei.
http://www.oecd.org/...ta/49105858.pdf
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#77 lasa

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Inviato 07 ottobre 2012 - 20:17

Aggiungo un cosa io in risposta a Number e ad altri: non è vero che in Italia e in Grecia ci siano tanti dipendenti pubblici:

Immagine inserita

E non mi sembra che i paesi che ne hanno di più se la passino così male.


Occhio però a trarre conclusioni da questa tabella che si spiega anche con il fatto che l'Italia è un paese particolarmente vecchio e quindi con tanti lavoratori "vecchi" e con tanti pensionati, anche rispetto agli altri stati Europei. Il primo dato sarebbe più interessante vederlo non sulla popolazione totale (come sembra sia stato fatto) ma sulla popolazione occupata o almeno sulla popolazione in età lavorativa 15-64.
Probabilmente il dato dei tanti dipendenti pubblici over 50 deriva in gran parte dai tanti over 50 presenti in Italia rispetto alla popolazione delle fasce d'età più giovani.
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#78 satyajit

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Inviato 07 ottobre 2012 - 20:42

Sì, hai ragione, alto tasso di anzianità e basso tasso di attività mitigano il dato, anche se non saprei quantificare l'entità della correzione.
Non credo però che l'alta età media degli occupati derivi da questo, bensì dal blocco del turnover, da cui anche la riduzione del numero di impiegati verificatasi negli ultimi anni. Inoltre, la Germania ha un tasso di vecchiaia superiore al nostro ma un'età media dei dipendenti pubblici di ben undici anni inferiore. Il Giappone è un paese di vecchietti ma gli statali sono giovanissimi! :o

Questa rettifica è però ininfluente se ci interessa l'entità della spesa pubblicità che va nei salari, notoriamente bassi (politici a parte) dei lavoratori pubblici, in assoluto o in rapporto al PIL (e agli altri paesi). In questo caso il dato riferito alla popolazione totale mi sembra più utile.


EDIT Secondo il Cnel, l'alta età media deriva, in parte, dalle politiche di blocco del turnover che sono state attuate e che implicano un invecchiamento progressivo e, in parte, dalle modificazioni della normativa previdenziale, che hanno ritardato l' andata in pensione delle persone rispetto alla prassi precedente
http://archiviostori...111228019.shtml
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#79 astrodomini

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Inviato 07 ottobre 2012 - 21:09

Astro, dai, non prendiamoci in giro. Cosa vuoi che intendano gli ultra liberisti con 'ripensare la spesa della sanità' se non ridurla drasticamente (con gli ospedali che cadono a pezzi...)? Contando anche che è nello stesso paragrafo di 'tagliare la spesa pubblica di 6 punti in cinque anni'. Ci rendiamo conto delgi effetti su PIL, occupazione e tariffe di manovre simili?
Oppure scrivano chiaramente che tali 'ripensamenti' saranno fatti a parità di saldo.


Per me andrebbe rivista, rimodulata e purgata dagli sprechi (è inammissibile che funzioni bene a macchia di leopardo). Non mi interessa sia bassa, alta o media; se funziona già piuttosto bene bisognerebbe farla funzionare ancora meglio cercando di spendere bene ogni singolo euro. Questo non lo vuole fare nessuna forza politica.

Il grafico che hai postato mostra chiaramente che i paesi in crisi hanno tutti pochi dipendenti pubblici e che molti di essi negli ultimi anni li hanno ulteriormente ridotti


Veramente mostra una situazione abbastanza diversificata, ci sono paesi in crisi con molti dipendenti pubblici e paesi virtuosi con pochissimi. Noi siamo divisi a metà: pochi nelle zone più più sviluppate, tanti in quelle meno. Poi immagino che qualitativamente il nostro impiego pubblico sia inferiore ai paesi nordici, così a occhio eh... ?_?
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#80 tabache

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Inviato 08 ottobre 2012 - 08:02

Da quei 10 punti si parla per lo più di economia... mancano parecchie cose...

Ma giannino non fu un sostenitore di Silvio? Io lo conosco pochissimo, ma ho questo vago ricordo... o no?
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#81 Piper

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Inviato 08 ottobre 2012 - 09:00


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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#82 Piper

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Inviato 08 ottobre 2012 - 17:28

http://www.fermareil...tm_medium=email



Far funzionare la giustizia. Ecco come


  • La giustizia è un servizio fondamentale che lo Stato rende al cittadino. Una giustizia inefficiente costituisce un fattore di disgregazione per la società e ne limita la crescita economica.
  • Una giustizia civile inefficiente, in particolare, si riflette in una riduzione degli investimenti, soprattutto dall’estero; fa sì che il mercato del credito e, più in generale, della finanza siano poco sviluppati e che vi siano asimmetrie nei tassi d’interesse tra diverse regioni del paese, a seconda della durata dei processi; comporta rigidità nel mercato del lavoro; limita la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi, e nelle professioni; provoca una distorsione della struttura delle imprese; ingessa il mercato immobiliare; ecc.
  • Il problema fondamentale della giustizia in Italia consiste nell’eccessiva durata dei procedimenti. Secondo una classifica della Banca Mondiale, l’Italia si colloca al 156° posto, sui 181 paesi analizzati, per la durata di una normale controversia di natura commerciale. Basti dire che abbiamo dovuto adottare una legge (la c.d. Legge Pinto) per compensare gli italiani per le eccessive lungaggini dei processi, evitando così il continuo ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e che, pochi mesi fa, abbiamo dovuto modificarla per limitare gli eccessivi risarcimenti accordati.
  • La durata dei processi comporta, a sua volta, un numero eccezionale di liti pendenti. Si vedano i dati comparativi contenuti nei Rapporti Cepej,European Commission for the Efficiency of Justice dell’Unione Europea. Peraltro, si noti che la spesa pro-capite per la giustizia in Italia non è inferiore agli altri Paesi; è semplicemente utilizzata in modo inefficiente.
  • L’elevato numero di processi pendenti è però anche determinato da una maggiore litigiosità (rispetto agli altri Paesi dell’UE), in parte dovuta all’abuso dello strumento processuale, utilizzato spesso per controversie bagatellari. Il basso costo iniziale delle spese legali per promuovere una causa e il limitato rischio di risarcire le spese legali effettivamente sostenute dalla controparte incentivano questo fenomeno. A ciò si aggiunga che gli avvocati sono stati tradizionalmente remunerati in funzione della durata del processo.
  • Far funzionare la giustizia significa quindi affrontare i temi dell’efficienza, della specializzazione dei giudici e della loro produttività.
  • Negli ultimi anni il dibattito politico (ma anche tra tecnici) ha prevalentemente toccato temi di rilievo costituzionale che avrebbero comportato una ristrutturazione della macchina della giustizia con riforme di rango costituzionale. Rimandiamo ad uno studio di quelle riforme sulle quali ci proponiamo di aprire anche un dibattito con tutti gli aderenti, senza con ciò sottostimare questi problemi (anche se riteniamo che in molti casi le riforme proposte dai governi nel passato recente sottendessero piuttosto interessi personali e non della collettività). Il nostro programma ha una prevalente attenzione ai temi economici, con l’obiettivo dichiarato di fermare il declino nel quale versa il nostro paese. Per questo, per il momento almeno, vogliamo concentrare la nostra azione su interventi concreti, di urgente attuazione e che siano in grado di rimettere in moto rapidamente la macchina della giustizia.
1. Giustizia civile:
Efficienza:
  • Disincentivare l’abuso dello strumento processuale prevedendo una piena condanna per le spese processuali sostenute dalla controparte; in caso di mala fede, le sanzioni potrebbero essere estese agli avvocati. Gli avvocati dovrebbero essere disincentivati economicamente a promuovere cause futili o prolungare la durata dei processi.
  • Migliorare la normativa sui filtri all’appello e al ricorso in Cassazione.
  • Estendere con grande celerità il processo telematico con un sistema di incentivi per i tribunali che li adotteranno più rapidamente.
  • Generalizzare la possibilità, ancora poco utilizzata, di pronunciare la sentenza con lettura immediata del dispositivo, con concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto, riducendo i tempi della stesura della sentenza.
  • Semplificare la fase di conferimento dell'incarico ai consulenti tecnici d'ufficio, che devono poi essere incentivati anche economicamente per quanto riguarda i tempi di deposito della perizia.
Produttività:
  • Promuovere una riorganizzazione della struttura degli uffici giudiziari, da ottenersi, se necessario, anche con l’inserimento di figure manageriali scelte dagli operatori di giustizia in loco attraverso una selezione professionale, che contribuiscano a velocizzare le procedure interne agli uffici e ne riducano i costi, liberando altresì il tempo a disposizione dei magistrati.
  • Introdurre metodi di lavoro finalizzati allo smaltimento dei carichi pendenti e all’accorciamento della durata dei processi. Si vedano i risultati molto positivi ottenuti dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Torino sotto la presidenza di Mario Barbuto che ha stilato un decalogo per lo smaltimento dell’arretrato, partendo dalle cause più vecchie a seguito di una catalogazione dei procedimenti pendenti. Ciò peraltro consentirebbe una maggiore trasparenza sull’operato dei giudici e consentirebbe una migliore valutazione della loro performance.
  • Generalizzare metodi di lavoro che riducano la quantità di procedimenti che ciascun giudice gestisce contemporaneamente, per ridurre la frammentarietà dei procedimenti. Si vedano i risultati molto positivi di sperimentazione ottenuti dalla Corte d’Appello Sezione Lavoro di Roma e dalla già citata Corte d’Appello di Torino. Si vedano anche gli studi di Decio Coviello, Andrea Ichino, e Nicola Persico che, sulla base dei risultati delle Sezioni Lavoro dei Tribunali di Torino e Napoli, hanno illustrato come una migliore organizzazione del lavoro che eviti la proliferazione in parallelo delle cause e comporti una riassegnazione delle cause dei giudici assenti (ad esempio per gravidanza) possa portare ad un accorciamento significativo dei tempi del giudizio.
  • Dotare il giudice togato di un ufficio costituito da giovani laureati selezionati secondo criteri qualitativi, dotati di una borsa di studio, che coadiuvino il giudice. La pratica dei giovani nell’Ufficio del giudice deve essere inserita a regime nel normale meccanismo concorsuale di accesso alla magistratura e ammessa come tirocinio abilitante agli esami per l’avvocatura. Si vedano i risultati molto positivi di sperimentazione ottenuti dal Tribunale di Milano.
  • Per generalizzare tali comportamenti virtuosi è necessario, pur garantendo la massima indipendenza della magistratura, valorizzare la performance dei giudici anche in termini di efficienza e produttività, in termini sia di remunerazione sia di responsabilità. In particolare, nel giudicare la performance, al fine dei passaggi di carriera a posizioni direttive o che comunque comportino responsabilità di uffici, il CSM deve necessariamente avvalersi di tecnici specializzati nella valutazione delle risorse umane.
Specializzazione:
  • Introdurre maggiore competenza (che si traduce in rapidità e equità delle sentenze) nei tribunali attraverso la creazione di sezioni e giudici specializzati, come già avviene nei tribunali maggiori; in particolare, potrebbero esser create sezioni specializzate in diritto commerciale, del lavoro, fallimentare, di famiglia, delle locazioni, e della proprietà industriale e intellettuale (queste ultime di recente sono state incorporate nelle sezioni in materia di impresa, facendo venir meno la competenza specifica). Ove opportuno, le sezioni potrebbero essere concentrate presso uno o più tribunali all’interno di una regione, con un limitato aggravio per le parti, a fronte di molteplici vantaggi.

*****


Molti degli interventi di rapida attuazione indicati per la giustizia civile, specie quelli riguardanti la produttività, sono possibili e desiderabili in forma opportunamente modificata anche per gli altri settori. Si vedano, ad esempio, i risultati molto positivi ottenuti dalla Procura di Bolzano diretta da Cuno Tarfusser che ha tagliato i costi del 70 per cento in tre anni, ottenuto la certificazione di qualità Iso 9000, e redatto annualmente il bilancio sociale. In termini più generali, coerentemente con gli interventi sopra delineati per la giustizia civile, ha proposto la distinzione degli aspetti gestionali da quelli giurisdizionali. Di seguito, sono indicate talune ulteriori proposte più specifiche.
2. Giustizia penale
o Prevedere ulteriori incentivi alla scelta dei riti alternativi, a fronte del rischio che in caso di condanna nel dibattimento si incorra in una pena certa e assai più severa.
o Assicurare certezza ed effettività della pena riformando in profondità la disciplina della prescrizione e della concessione dei benefici ai carcerati.
o Limitare la carcerazione preventiva, attraverso sistemi di controllo (es. braccialetto elettronico) già in vigore in altri paesi.
o Semplificare il meccanismo delle notifiche, con particolare riguardo all’ipotesi degli irreperibili, responsabilizzando l’imputato rispetto alla conoscenza e all’andamento del processo.
o Le notifiche ai difensori devono inoltre poter essere fatte con i normali mezzi telematici esistenti.
o Limitare il principio d’immediatezza, consentendo al giudice che si sostituisca in un processo pendente di utilizzare i verbali delle testimonianze assunte dal predecessore e, eventualmente, di risentire quei testimoni che reputi necessari.
o Utilizzare al meglio i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, liberando altri cespiti dei comuni e utilizzando i proventi per migliorare le condizioni economiche degli uomini delle Forze dell'Ordine.
3. Giustizia tributaria:

o Aumentare gli strumenti per la sospensiva che oggi, a causa della lunghezza dei procedimenti, non è in grado di proteggere il contribuente dal recupero forzato delle somme. E’ necessario prevedere che l’azione esecutiva rimanga sospesa fino a quando il giudice non si sia pronunciato sull'eventuale istanza di sospensiva, assicurando al contempo che ciò debba avvenire in tempi brevi per evitare abusi dello strumento.
o Ripensare la composizione delle commissioni tributarie per accrescerne la competenza, data la sempre maggiore complessità delle problematiche tributarie.
o Garantire la necessaria specializzazione in materie tributarie dei giudici anche presso la Cassazione, posto che con il sistema attuale si tratta di magistrati che per definizione hanno percorso una carriera in settori affatto diversi.
4. Giustizia amministrativa:
  • Il giudice amministrativo può essere mantenuto come giudice speciale dell'amministrazione, ma è necessaria una regolamentazione più puntuale, severa e restrittiva, della disciplina degli incarichi extragiudiziali, a tutela della sua posizione di terzietà e a garanzia della continuità e professionalità della carriera giurisdizionale.
  • E’ opportuno introdurre rispetto al processo amministrativo delle forme di Alternative Dispute Resolution, sia nella forma dei ricorsi amministrativi preventivi sia in quelle già presenti in altri ordinamenti dell’Unione Europea, al fine di deflazionare il processo amministrativo e fornire alla pubblica amministrazione nei casi controversi una indicazione autorevole e imparziale preventiva.
  • E’ opportuno favorire la maggiore specializzazione anche del giudice amministrativo, creando sezioni specializzate, specie in materia di energia e nei vari settori del diritto pubblico dell'economia.
  • Per affrontare il problema delle inerzie e dei ritardi della pubblica amministrazione non è sufficiente utilizzare gli strumenti del silenzio assenso e delle denunce di inizio attività. Le imprese hanno bisogno di un provvedimento per avere certezza. Bisogna pertanto anche favorire percorsi alternativi che consentano di pervenire a una decisione unica e definitiva, riducendo le contrapposizioni tra i diversi enti pubblici interessati. Si potrebbe anche intervenire sulla disciplina dei reati commessi dalla pubblica amministrazione al fine di incentivare la dirigenza amministrativa ad assumersi i poteri decisionali che le competono.


5. Carceri:
  • Affidamento tramite appalti pubblici dei servizi di gestione degli istituti di pena con esclusione dei servizi di sorveglianza. Incentivare la costruzione di penitenziari in concessione di lavori e project finance.
  • Introduzione di pene alternative per condannati non pericolosi.

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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#83 ucca

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Inviato 08 ottobre 2012 - 19:32

Magari!
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#84 Giovanni Drogo

    Non lo so

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Inviato 08 ottobre 2012 - 19:54

http://www.fermareil...tm_medium=email



Far funzionare la giustizia. Ecco come
....


Bellissimo! Ecco anche una bozza per il progetto del nuovo Palazzo Chigi:

Immagine inserita
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Statisticamente parlando, non lo so.


#85 combatrock

    utente antifrastico-apotropaico

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Inviato 08 ottobre 2012 - 21:19

Ma giannino non fu un sostenitore di Silvio? Io lo conosco pochissimo, ma ho questo vago ricordo... o no?


Per carita ! Non dire 'ste cose, ché ora è il nostro cavallo vincente per il futuro. Ha capito tutto, in 6 punti.
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Rodotà beato te che sei morto


A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.


Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 


#86 ucca

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Inviato 08 ottobre 2012 - 21:51

ma nessuno ha detto questo, su. Hanno delle idee, ne stiamo discutendo. In effetti sulla giustizia hanno un pochetto esagerato
ma perlomeno si sono accorti che non è da paese civile e non perchè ci sono i magistrati rossi, o napolitano che telefona a mancino.
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#87 astrodomini

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Inviato 08 ottobre 2012 - 23:04

Io aspetto ancora le roboanti proposte di combatrock*, anche in mille punti da ventimila parole ciascuno se vuole. Fino ad ora ho solo capito che bisogna affidare l'Italia ad altri, non si sa bene chi però.

* ma sarebbe meglio dei partiti che passano il tempo tra bisticci interni, rinvii continui su legge elettorale e anticorruzzione, silvio sì silvio no, renzi ci ruba le idee etc.
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the music that forced the world into future


#88 dirac

    mainstream Star

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Inviato 09 ottobre 2012 - 13:16

In effetti sulla giustizia hanno un pochetto esagerato
ma perlomeno si sono accorti che non è da paese civile e non perchè ci sono i magistrati rossi, o napolitano che telefona a mancino.


ma poi sulla giustizia sembra sempre che il problema siano solo i giudici. mai nessuno che dica che la situazione attuale giova agli avvocati. lobby decisamente ininfluente e scarsamente rappresentata in parlamento, per altro.

quindi, questo mi sembra il punto cruciale:

in caso di mala fede, le sanzioni potrebbero essere estese agli avvocati. Gli avvocati dovrebbero essere disincentivati economicamente a promuovere cause futili o prolungare la durata dei processi.


come realizzarlo?
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#89 ucca

    CRM

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Inviato 09 ottobre 2012 - 14:36

Non lo so ma è necessario cazzo, abbiamo il più alto numero di avvocati dell'universo.
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#90 Purchaser

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Inviato 09 ottobre 2012 - 15:25

Non lo so ma è necessario cazzo, abbiamo il più alto numero di avvocati dell'universo.

Vero. Ma ci sono tanti avvocati perchè gli italiani sono il popolo più litigioso che si possa immaginare.
Per una bazzecola si va dall'avvocato (basta guardare il numero di cause connesse al fenomeno del condominio).
Ce ne sono tanti -e stanno almeno bene quasi tutti- perchè procurarsi clienti, in Italia, è tutt'altro che complesso.
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Pour the scotch and Drambuie into an old-fashioned glass almost filled with ice cubes. Stir well. Garnish with the lemon twist.

Don't make Love, drink Tea.

#91 combatrock

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Inviato 09 ottobre 2012 - 22:39

Io aspetto ancora le roboanti proposte di combatrock*, anche in mille punti da ventimila parole ciascuno se vuole. Fino ad ora ho solo capito che bisogna affidare l'Italia ad altri, non si sa bene chi però.

* ma sarebbe meglio dei partiti che passano il tempo tra bisticci interni, rinvii continui su legge elettorale e anticorruzzione, silvio sì silvio no, renzi ci ruba le idee etc.


A parte che non ho capito l'asterisco, comunque aspetti invano. Io almeno ho la decenza di dire non soltanto che non sono in grado di estendere simili decaloghi (anzi: sei punti ! meglio di nostro signore, forte Giannino), ma che ne contesto fortemente la validità. Si chiaccheira tanto di antipolitica, spesso a sproposito: per me l'antipolitica è proprio questa. Fai il servo sciocco di Berlusconi e dei suoi peggiori servi a Libero, e ora vieni a spiegare a me cosa serve all'Italia. Come no.
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A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.


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#92 Piper

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Inviato 15 ottobre 2012 - 12:02



Approfondimento liberalizzazioni



· Liberalizzare l'economia è uno degli strumenti per fermare il declino italiano e tornare a tassi di crescita economica sostenuti. Liberalizzare un mercato significa rimuovere gli ostacoli di varia natura, in particolare di natura normativa e fiscale che impediscono la libertà di ingresso, organizzazione dell'attività imprenditoriale, e uscita dal mercato.
·

Uno studio della Banca d'Italia ha mostrato che la piena liberalizzazione del settore dei servizi - grazie alla quale il margine convergerebbe verso i livelli medi europei - consentirebbe una crescita, nel lungo periodo, dell'11% del Pil, dell'8% dell'occupazione e del 18% degli investimenti, mentre i salari reali salirebbero del 12%. In generale noi vogliamo aumentare la concorrenza perché:

o fa calare i prezzi, in quanto uno degli strumenti attraverso cui le imprese possono accrescere la loro quota di mercato è conquistare nuovi clienti offrendo occasioni più convenienti;
o spinge le aziende a investire per migliorare e differenziare i loro prodotti o servizi, incrementandone l'efficienza e la produttività;
o incentiva l'innovazione, consentendo di creare nuovi mercati e ampliare la libertà di scelta dei consumatori;
·

Esistono una serie di indicatori indiretti che confermano come l'Italia sia un paese poco esposto alla concorrenza. Per esempio, nel periodo pre-crisi (quando tale osservazione non era influenzata dalla recessione) il numero di nuove imprese create in Italia era inferiore a quello osservato in altri paesi simili, mentre il tasso di uscita è analogo. Nel settore dei servizi, a differenza di quello manifatturiero esposto alla concorrenza internazionale, il mark up delle imprese italiane (tra cui vari monopolisti pubblici) tende a essere significativamente superiore ad altre nazioni europee.
·

Spesso liberalizzare significa semplicemente abrogare norme esistenti che servono unicamente a proteggere lo status quo, ma in altri casi occorre tener conto delle specificità dell’industria:

o nei settori caratterizzati da infrastrutture fisiche che devono essere utilizzate da tutti i concorrenti (reti elettriche, gas, ferrovie, ecc.) tali infrastrutture devono essere assoggettate a una regolamentazione stringente e, dove possibile, essere separate dalle società che vendono i servizi per evitare conflitti di interesse;
o dove è necessaria una regolamentazione di settore (energia, trasporti, banche, ecc.) tale compito dovrebbe essere assegnato a organismi tecnici indipendenti e non politicizzati;
o le imprese a controllo pubblico che operino su mercati concorrenziali devono essere privatizzate, facendo precedere tale operazione da una riorganizzazione interna che ne limiti il potenziale monopolistico;
o nel caso dei servizi pubblici per cui si ritiene socialmente desiderabile che la collettività sussidi la produzione (trasporto pubblico, gestione rifiuti, illuminazione stradale, ecc.) è opportuno che il gestore del servizio venga individuato attraverso gare tali che il risultato della gara sia contendibile (cioè non sia scontato il vincitore). Gli esiti della gare devono essere legati a criteri i più oggettivi possibili e l’affidamento deve avere durata la più breve possibile.
L’opera di liberalizzazione deve essere estesa ovunque sia possibile.

A titolo di esempio, ecco una lista assolutamente non esclusiva di settori in cui è urgente intervenire.

Ferrovie
· Rendere immediatamente operativa l’Autorità per i trasporti, assumendo personale adeguato non di provenienza ministeriale e individuando un collegio di elevato profilo tecnico.
· Completare la separazione proprietaria della rete ferroviaria (Rfi) da Ferrovie dello Stato Italiane Spa.
· Separare le varie componenti di Trenitalia (passeggeri, regionale e cargo) e privatizzarle separatamente.
· Abrogare immediatamente tutte le norme anticompetitive, in particolare quelle relative al trasporto regionale contenute nella legge 99/2009 (per esempio la possibilità di negare ai nuovi entranti il permesso di effettuare fermate intraregionali qualora questo comprometta l'equilibrio economico del titolare del servizio pubblico).
· Bandire entro la fine della legislatura gare realmente contendibili in tutte le regioniGarantire la massima trasparenza e accessibilità dei dati relativi a bilanci, performance e qualità del servizio per tutti i servizi in affidamento.

Trasporto pubblico locale
· Introdurre in via ordinaria il principio per cui nel trasporto pubblico locale è ammessa la concorrenza nel mercato.
· Ammettere per i comuni e le regioni la possibilità di affidare servizi in esclusiva solo a fronte della dimostrazione che non è possibile affidare il servizio (o parte di esso) a privati in concorrenza e che i benefici sono superiori ai costi, fermo restando che tale motivazione deve essere sottoposta a parere vincolante dell’Autorità per i trasporti e, nelle more della sua operatività, dell'Antitrust.
· Laddove i servizi siano affidati attraverso gare, adottare una rigorosa standardizzazione di bandi e disciplinari ed eliminare clausole che non siano strettamente attinenti all'obiettivo di garantire il miglior servizio al minimo costo per i contribuenti. Tali compiti andranno svolti dall’Autorità per i trasporti e, nelle more della sua operatività, dall'Antitrust.
· Garantire la massima trasparenza e accessibilità dei dati relativi a bilanci, performance e qualità del servizio per tutti i servizi in affidamento.
· Privatizzare tutte le società di trasporto pubblico locale.

Elettricità
· Rivedere le norme esistenti finalizzate al perseguimento di obiettivi di politica industriale attraverso interventi nel settore elettrico. Tra questi:
o I sussidi alle imprese grandi consumatrici di energia elettrica (in particolare Trenitalia).
o I sussidi alle imprese di generazione - tra cui qualsiasi forma di sussidio della capacità produttiva non utilizzata.
o Le modalità di incentivazione all’installazione di pannelli fotovoltaici su piccola scala.
· Rivedere i meccanismi che disciplinano la realizzazione di impianti di generazione da fonti rinnovabili. In particolare, sarebbe possibile provvedere all’introduzione di:
o Un meccanismo di selezione operante attraverso aste delle iniziative da incentivare senza limite inferiore.
o Prevedere meccanismi che assicurino la localizzazione efficiente degli impianti di generazione da fonti rinnovabili.
o Allocare correttamente, anche agli impianti a fonti rinnovabili, i costi che essi causano al sistema dovuti a sbilanciamento, congestioni, etc.
· Accelerare il decalage degli incentivi rinnovabili con un obiettivo pari a zero a partire dalla capacità installata dal 1 gennaio 2015 (compatibilmente col raggiungimento degli obiettivi europei). Rinegoziare i sussidi concessi nel passato laddove diano luogo a extraprofitti.
· Ridefinire con più precisione i compiti del regolatore, includendo per esempio la regolazione degli incentivi rinnovabili, impedendo decisioni che si traducano nel sussidio a specifiche categorie di consumatori, e incrementare il grado di trasparenza sul processo decisionale.
· Rivedere la governance del settore riducendo il numero di enti e limitandone il perimetro di intervento. In particolare
o Spingere sul mercato la produzione di energie rinnovabili, in sostituzione dell'attuale ritiro da parte del Gestore dei servizi energetici (Gse).
o Razionalizzare i soggetti esistenti, raggruppandoli e affidando a esterni con aste le attività attualmente svolte da Gse e Acquirente Unico.
o Privatizzare il Gestore dei mercato energetici.
· Riformare la borsa elettrica in modo tale da passare gradualmente dal prezzo unico nazionale a prezzi zonali per incentivare il potenziamento delle reti.
· Prevedere in tempi ragionevoli il totale switch off anche per i consumatori domestici e abolizione di ogni prezzo di riferimento.
· Terminare l'attuale socializzazione dei costi della morosità.
· Privatizzazione totale di tutte le società del settore in mani pubbliche (incluse le reti).

Gas
· Completare la separazione tra rete e distribuzione con la cessione di Snam e/o Eni, da parte di Cassa depositi e prestiti, ad azionisti diversi.
· Valutare l'opportunità di dividere Eni in almeno due parti, separando la parte utility dalla parte petrolifera tradizionale e cederle ad azionisti diversi.
· Assicurare il pieno utilizzo della capacità di importazione esistente garantendo: (a) che siano emessi e assegnati al mercato tutti i diritti di trasporto compatibili con la capacità fisica disponibile; (b) l’introduzione obbligatoria di clausole use or lose (si perde il diritto se non lo si utilizza) per i diritti di transito.
· Rimuovere la priorità del gas di stoccaggio per gli usi domestici ed eliminare ogni forma di discriminazione di prezzo di origine normativa o regolatoria tra diverse tipologie di consumatori.
· Il meccanismo di sussidio dei grandi consumatori attraverso l’allocazione a titolo gratuito delle capacità di stoccaggio incrementale create da Eni è complicato e potenzialmente distorsivo: valutare se eliminarlo totalmente o riformarne contenuto e modalità di copertura.
· Se sarà possibile individuare adeguata copertura finanziaria, ridurre l’accisa sul gas almeno al livello medio europeo.
· Reintroduzione, se necessario, dei tetti antitrust.
· Riforma distribuzione locale gas per rendere più contendibili le gare.
· Prevedere in tempi ragionevoli il totale switch off anche per i consumatori domestici e abolizione di ogni prezzo di riferimento.
· Privatizzazione totale di tutte le società del settore in mani pubbliche (incluse le reti)

Assicurazioni
· Superare l'attuale processo di mediazione obbligatoria introducendo la possibilità di risolvere il contenzioso in modo definitivo attraverso la possibilità dell'assicurato di richiedere un arbitrato vincolante.
· Semplificare la regolamentazione distributiva in relazione alle categorie (riducendole a 2 dalle attuali 5) e deregolamentare le forme di collaborazione ammessa.
· Incentivare la diffusione della ‘scatola nera’ per le automobili;
· Incentivare la diffusione di forme di assicurazione contro le calamità naturali, anche allo scopo di allocare più correttamente i rischi e consentire un più adeguato finanziamento degli interventi nei casi di emergenza.
· Garantire la piena portabilità dei fondi pensione, anche per la parte spettante al datore di lavoro.
· Liberalizzare l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Poste
· Ridurre il perimetro del servizio universale alla dimensione minima prescritta dalle direttive europee.
· Rimuovere ogni residua riserva legale (in particolare le notifiche degli atti giudiziari).
· Assegnare il servizio universale secondo gare distinte per categorie merceologiche e lotti geografici e a condizioni realmente contendibili, affidando al regolatore il compito di individuare perimetro, ampiezza e durata degli affidamenti.
· Dividere Poste Italiane secondo le linee di business esistenti - in particolare separando societariamente Bancoposta dai servizi postali in senso stretto - e privatizzarli separatamente.

Televisione
· Privatizzare la Rai e abolire il canone.
· Rimuovere i tetti alla raccolta pubblicitaria.
· Applicazione rigorosa delle norme antitrust e delle norme relative al conflitto di interesse.
· Valutare l'opportunità di mantenere un canale per il servizio pubblico, nel qual caso il servizio andrebbe affidato tramite procedura a evidenza pubblica.

· Abolire ogni forma di finanziamento pubblico all'editoria.


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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#93 joseph K.

    Tout est pardonné

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Inviato 15 ottobre 2012 - 14:46

Sulla questione tagli e co. Facciamo due esempi di uso razionale del denaro pubblico: Guariniello a proposito del caso Eternit diceva che è una sciocchezza lasciare in mano alla procura di Ivrea che non ha le competenze tecnico-giuridiche per andare avanti. Più in generale diceva che le procure troppo piccole sono solo spesa inutile e molti dei processi più "complicati" non riescono nemmeno ad istruirli quindi vanno accorpate o centralizzate in quelle maggiori.
Il numero degli ospedali: se mi guardo intorno vedo ospedali ogni 10 km, è sensato? Tenere in vita nosocomi come quello di Luino o Angera può essere ancora sostenibile e qualitativamente efficace per il paziente?
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Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.


#94 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 15 ottobre 2012 - 14:49

Liberalizzare l'assicurazione sugli infortuni sul lavoro, in che senso? Cioè rompere il monopolio INAIL e consentire agli obbligati di assicurarsi anche da compagnie private?
Circa le Poste Italiane se potessi dar fuoco ad ogni singolo ufficio postale senza subire conseguenze lo farei. Cominciando da quello qui vicino. Prima però li prenderei tutti a schiaffi.
Per dire l'ultima, vado a spedire una raccomandata urgentissima alle 13.15, non c'è nessuno, prendo il numero, i due sportelli dei "prodotti postali" , perché ormai da anni le Poste Italiane sono una banca dove solo 2 sportelli su 8 sono dedicati alla posta, sono totalmente vuoti e aperti ma le due impiegate stanno tranquillamente digitando sullo schermo le loro "chiusure" o cosa caspita sono, di metà giornata e fanno letteralmente come se non ci fossi per cinque minuti. Non che dicono: "Ci scusi sa, dobbiamo finire questa cosa", non che si interrompono un minuto per consentirmi di spedire la mia raccomandata, no. Proprio manco mi guardano, fanno come se non esitessi, appunto.
Quando dopo cinque minuti di attesa inutile comincio a spazientirmi scatta miracolosamente il mio numero. Mi dirigo allo sportello indicato e la tipa solo in quel momento alza lo sguardo per guardarmi malissimo: "Non vede che ho da fare?". Io: "Scusi ma è scattato il numero, è venuto questo sportello, sono cinque minuti che aspetto senza che ci sia nessuno. Secondo lei io che dovrei fare?". Lei: "Il numero scatta in automatico dopo un certo numero di minuti, se non viene chiamato e non ci sono altri utenti in attesa. Ora deve attendere che finisca qui". Al che mi incazzo davvero: "Ma scusi, se non posso spedire velocemente una raccomandata neanche all'ora di pranzo quando arrivo, prendo i numero e non ho nessuno davanti, me lo dice lei quando posso fare velocemente? Anch'io sto lavorando e ho fretta. C'è un servizio qui o no? Altrimenti chiudete l'ufficio quando fate queste cose!". Quella fa addirittura per osare rispondermi (sarebbe scoppiata la guerra vera), quando la collega dello sportello accanto ha un soprassalto di intelligenza e mi fa: "Venga qui, mi fermo e giela faccio io la raccomandata...". Ovvero la soluzione più logica ed elementare.
Porco zio che cani maledetti.
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#95 Piper

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Inviato 15 ottobre 2012 - 15:27

si, liberalizzare le polizze degli infortuni sul lavoro riguarda l'attuale impostazione che vede l'INAIL unico ente autorizzato per le coperture dei dipendenti.

le poste, considerando il fatto che ad oggi fanno malissimo il servizio poste perchè tutti presi a fare sim telefoniche e prodotti pseudo finanziari/assicurativi, anche questi gestiti molto male, andrebbero privatizzate (ma sopratutto scorporate) immediatamente.
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#96 astrodomini

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Inviato 15 ottobre 2012 - 15:55

le poste, considerando il fatto che ad oggi fanno malissimo il servizio poste perchè tutti presi a fare sim telefoniche e prodotti pseudo finanziari/assicurativi, anche questi gestiti molto male, andrebbero privatizzate (ma sopratutto scorporate) immediatamente.


Il problema non è la telefonia o le assicurazioni (per essere competitivo sul mercato non puoi restare con pacchi e cartoline) ma la solita gestione di stampo politico per cui gli utili, che ci sono e sono discreti, non vengono sempre usati per migliorare l'azienda e i suoi servizi. Prima di privarmi di un gruppo che produce utili ci penserei un attimo, penso sia opportuno iniziare a ragionare su come sia possibile recidere il cordone ombelicale tra gestione delle aziende pubbliche e politica.
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#97 Mr Repetto

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Inviato 15 ottobre 2012 - 16:12

Abbiamo sicuramente bisogno di molte delle riforme proposte, ma in generale mi pare si cada qui in un liberismo ideologico, per cui liberalizzare è sempre meglio e sempre sensato.
Qualche esempio sui settori che conosco meglio.

Gas
1. Valutare l'opportunità di dividere Eni in almeno due parti, separando la parte utility dalla parte petrolifera tradizionale e cederle ad azionisti diversi.

Quale sarebbe il senso di una separazione proprietaria in settori che sono sinergici ed entrambi potenzialmente su mercato libero? Quali sono i vantaggi di un'operazione che "brucerebbe" un valore enorme nella più grande azienda italiana?


2. Eliminare ogni forma di discriminazione di prezzo di origine normativa o regolatoria tra diverse tipologie di consumatori.
Prevedere in tempi ragionevoli il totale switch off anche per i consumatori domestici e abolizione di ogni prezzo di riferimento.

Comporterebbe un drastico aumento del costo della materia prima per le famiglie, un'impennata senza senso dei costi di transazione in un settore ad elevata complessità tecnica (ogni famiglia dovrebbe essere in grado di capire le offerte commerciali) e bassa possibilità di differenziazione del prodotto (anche ora si possono fare offerte a libero mercato ai clienti domestici, lo spazio economico c'è, ma di innovazione se ne vede pressocchè nulla). La competizione sarebbe a chi infinocchia di più la sciura Maria.


· Privatizzazione totale di tutte le società del settore in mani pubbliche (incluse le reti)

E perchè le reti non potrebbero restare in mani pubbliche?

Trasporto pubblico locale
1. Introdurre in via ordinaria il principio per cui nel trasporto pubblico locale è ammessa la concorrenza nel mercato.

La concorrenza nel mercato nel trasporto pubblico locale è stato un esperimento thatceriano considerato pressocchè unanimemente fallimentare. Le linee economicamente più redditizzie sono iperservite con problemi perfino di congestione del traffico, quelle non redditizie strutturalmente sottodimensionate, anche perchè è tecnicamente estremamente farragginoso sussidiare le seconde.


In generale, dico, attenzione a vedere la liberalizzazione come la panacea di tutti i mali. I meccanismi di mercato in settori caratterizzati da servizi essenziali e universali, monopoli naturali, interessi di sicurezza nazionale, richiedono maggiore e non minore sofisticazione da parte delle amministrazioni pubbliche preposte al controllo. Perciò prima di introdurli, bisognerebbe valutare bene se si è in grado di gestirne le potenziali distorsioni.
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#98 Piper

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Inviato 15 ottobre 2012 - 16:53

si, concordo che ci sono punte di ideologismo che rischiano di far perdere di vista la concretezza.
bisognerebbe ricordarsi che questi praticamente esistono da qualche mese e hanno comunque già proposto tanta di quella roba su cui riflettere che non posso che elogiarli per questo.

bisogna anche dire che, nel loro manifesto, sono i primi a dirsi che applicare tutto e subito sarebbe folle, oltre che utopico, ma che questi punti programmatici sono piuttosto la linea da seguire per raggiungere, quando sarà possibile, l'obiettivo che ci si pone.
pertanto si! pensare di applicare subito queste liberalizzazioni, senza valutarne gli effetti sarebbe da folli, ma non credo che sia la loro idea. ritengo che, sapendo che non verranno mai eletti ma che possano rappresentare più un movimento di pressione elettorale, puntino a rendere ricco il paniere delle proposte per poi riuscire a influenzare qualche forza politica ad adottarne almeno qualcuna
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Inviato 15 ottobre 2012 - 19:24

Il privato ha interesse solo nell'alta velocità, il resto è una zavorra.
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#100 combatrock

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Inviato 15 ottobre 2012 - 21:50

Il privato ha interesse solo nell'alta velocità, il resto è una zavorra.


E neanche in quella, come investimento: nonostante le favole, l'alta velocità già realizzata è stata interamente pagata con soldi pubblici. Controllare per credere.
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