To The Wonder (Malick, 2013)
#1
Inviato 08 settembre 2012 - 19:20
Costola del film precedente che elegge l'amore (fisico e spirituale) a sua traccia principale, organizzando un discorso di pura poesia visiva definendo la "love story" al cinema. Irricevibile per chi aveva già detestato "The Tree of Life", ha spaccato la critica a Venezia che l'ha subito accantonato per evitare analisi più accurate.
Leggi la recensione
#2
Inviato 11 settembre 2012 - 12:46
Era soprattutto un'occasione per accaparrarsi una distribuzione americana. Sembra incredibile, ma "To the wonder" non ha ancora trovato una distribuzione statunitense!
Non so più cosa pensare. Chiedo a tutti coloro che l'hanno visto: messi in chiaro i miei dubbi nel thread dedicato a Terrence Malick, sono destinato a ricevere una delusione (a questo punto parziale)?
#3
Inviato 11 settembre 2012 - 13:04
Non so più cosa pensare. Chiedo a tutti coloro che l'hanno visto: messi in chiaro i miei dubbi nel thread dedicato a Terrence Malick, sono destinato a ricevere una delusione (a questo punto parziale)?
Diego ma non ce la fai proprio a estraniarti? non è che poi ci finisci sotto come per "The tree of life"?
comunque non lo dico per scoraggiarti, ma alla fine "The tree of life" non l'avevi proprio amato e IMO "To the wonder" finirà col metterti in difficoltà. magari non lo detesterai, però difficilmente lo adorerai: visto che ormai ti stai facendo tutti questi preconcetti rassegnati ad andare in sala non aspettandoti niente!
comunque magari ti rispondono anche gli altri che hanno visto il film, se non erro, dal thread su Malick, erano più di uno
#4
Inviato 11 settembre 2012 - 13:39
Non so più cosa pensare. Chiedo a tutti coloro che l'hanno visto: messi in chiaro i miei dubbi nel thread dedicato a Terrence Malick, sono destinato a ricevere una delusione (a questo punto parziale)?
Secondo me si. Con "La sottile linea rossa", oltre a inaugurare un nuovo, affascinante, linguaggio cinematografico, ha unito filosofia, esistenzialismo e guerra. "The New World" prosegue coerentemente ma su un versante più storicistico, primitivo e con una struggente storia d'amore. "The Tree of Life" è l'ambizione di voler filmare panteisticamente il micro e il macro, l'origine dell'universo e la posizione dell'uomo di fronte a esso. Cinema pulsante, viscerale, magnifico, inimitabile (e quindi unico). Tre film enormi.
"To The Wonder" è una sottotraccia di "The Tree of Life", anzi quasi una (brutta) copia, con una storia d'amore che non arriva mai a toccare i livelli di "The New World". E' un film sulla fede più che sull'amore (il personaggio di Bardem è l'unico davvero in grado di sollevare l'opera) ma la scelta di annientare l'impianto narrativo in virtù delle immagini (clamorosamente belle, lo ammetto) non solo rischia di renderlo un po' prolisso ma addirittura manieristico.
Se avessi visto "To The Wonder" senza aver mai avuto la possibilità di assistere al cinema di Malick probabilmente me ne sarei innamorato. Avendone visto la filmografia non posso non negare che questo sia stato un netto passo falso. Il tempo e i fatti diranno la verità.
#5
Inviato 11 settembre 2012 - 13:41
#6
Inviato 11 settembre 2012 - 19:44
Diego ma non ce la fai proprio a estraniarti? non è che poi ci finisci sotto come per "The tree of life"?
Ringrazio entrambi per le risposte.
In effetti, Giuseppe, a Malick mi lega un rapporto molto intimo. Non so se avevo bisogno di miti e non so quanto possa aver influito questo alone di leggenda che circondava Malick (almeno fino all'uscita di "The new world"). Fatto è che la sua poetica mi tocca inesorabilmente sentimenti molto intimi. Quindi, di conseguenza, oltre all'attesa (che in parte con questa produttività sostenuta si può alleviare), anche se rischio lo sbrodolamento, è quasi come se gli volessi bene.
Allo stesso tempo, come certi rapporti privati suggeriscono, percepisco dei problemi con alcune traiettorie che sta prendendo. Nel suo piccolo e per quanto possibile, questa distanza creata tra me il suo cinema mi preoccupa e mi dispiace davvero.
#7
Inviato 15 ottobre 2012 - 13:03
vista la pessima accoglienza di pubblico e critica ottenuta da "To The Wonder" a Venezia, l'ultima fatica di Malick, la cui uscita era prevista da noi per il 14 dicembre, è stata "posticipata a data da destinarsi".
Lo ha comunicato oggi la 01 Distribution, che farà uscire nella stessa data "The Company You Keep" di Robert Redford (sempre a Venezia).
Bè, posso dirlo?
VAFFANCULO.
#8
Inviato 15 ottobre 2012 - 13:09
vista la pessima accoglienza di pubblico e critica ottenuta da "To The Wonder" a Venezia,
Il pubblico non saprei (ma ci metterei un bel chissenefrega comunque), ma la critica l'ho trovata "normalmente" divisa come già per "Tree Of Life" e "New World"... anzi ad occhio quest'ultimo mi pare che fu generalmente accolto molto peggio all'uscita.
#10
Inviato 15 ottobre 2012 - 13:14
Che paese di merda.
Ma quale?
Il film è stato accolto male in senso assoluto e fatica a trovare una distribuzione Ovunque.
Comunque non è vero: le accoglienze sono molto molto più fredde di "The new world".
#11
Inviato 15 ottobre 2012 - 13:15
Questo è stato stroncato anche da alcuni ferrei sostenitori di Malick, sui pagellini Veneziani di Ciak o Film Tv son volati dei votacci...insomma, qualcosa avrà pur fatto cambiare idea alla 01 Distrubution, visto che aveva già programmato quel titolo da mesi...?
#12
Inviato 15 ottobre 2012 - 13:38
Dopo Venezia il film è stato presentato a Toronto con la speranza di essere acquistato per una distribuzione americana. Ma nessuna casa si è fatta avanti. Successivamente l'ha dunque preso una casa di distribuzione piuttosto piccola, che non lo farà uscire prima del 2013.
In Italia con buone probabilità farà la fine degli scarti estivi della 01 (tipo gli ultimi Weir e Estevez).
Qui un articolo: http://www.cineblog....sala-in-america
#14
Inviato 15 ottobre 2012 - 13:51
#15
Inviato 15 ottobre 2012 - 14:43
I'm too old for this shit
#16
Inviato 15 ottobre 2012 - 16:36
In Italia con buone probabilità farà la fine degli scarti estivi della 01 (tipo gli ultimi Weir e Estevez).
Qui un articolo: http://www.cineblog....sala-in-america
una tristezza infinita.
a volte mi piacerebbe capire come ragionano le case di distribuzione, perchè un film come "Cosmopolis" (anche questo accolto in modo controverso, e addirittura stroncato negli Usa) ottiene una regolare e vasta distribuzione (e non ditemi perchè c'è Robert Pattinson) e Malick rischia di non trovare un suo spazio...
#17
Inviato 15 ottobre 2012 - 17:00
In Italia con buone probabilità farà la fine degli scarti estivi della 01 (tipo gli ultimi Weir e Estevez).
Qui un articolo: http://www.cineblog....sala-in-america
una tristezza infinita.
a volte mi piacerebbe capire come ragionano le case di distribuzione, perchè un film come "Cosmopolis" (anche questo accolto in modo controverso, e addirittura stroncato negli Usa) ottiene una regolare e vasta distribuzione (e non ditemi perchè c'è Robert Pattinson) e Malick rischia di non trovare un suo spazio...
Eh, però non sono poche le ragazzine che sono andate a vedere Cronenberg
Poi dopo venti minuti sono uscite ovviamente! Lavoro dentro a un multiplex, te lo posso assicurare
#18
Inviato 15 ottobre 2012 - 17:24
#19
Inviato 15 ottobre 2012 - 17:26
Comunque non è vero: le accoglienze sono molto molto più fredde di "The new world".
fino a un certo punto, dai. "The New World" fu riabilitato solo ex-post. anche "The tree of life" fu fischiatissimo alla prima cannense, solo che poi vinse la Palma e tutti saltarono sul carro del vincitore.
una mia amica me l'ha descritto come "il found footage di The tree of life con l'unico merito di far risaltare ancora più la bellezza dell'altro".
bah, a parte che di "found footage" ce n'è pocherrimo, ma è proprio quest'aspetto di cinema come organismo vivente che trovo entusiasmante
#20
Inviato 15 ottobre 2012 - 21:49
una mia amica me l'ha descritto come "il found footage di The tree of life con l'unico merito di far risaltare ancora più la bellezza dell'altro".
bah, a parte che di "found footage" ce n'è pocherrimo, ma è proprio quest'aspetto di cinema come organismo vivente che trovo entusiasmante
ma non pigliarla alla lettera, quella della mia amica era una battuta per dire che non le era piaciuto come il precedente e posto che credo che coi found footage di un film di Malick si possa montare sempre un altro bel film spero di pensarla come te dopo la visione... quanto questa benedetta visione me la faranno fare
I'm too old for this shit
#21
Inviato 18 ottobre 2012 - 08:28
#22
Inviato 18 ottobre 2012 - 08:32
#23
Inviato 29 ottobre 2012 - 14:33
Veramente si avvicina la fine del mondo. Da quello che ho capito prosegue il discorso del capolavoro The Tree Of Life senza però raggiungerne le vette.
#24
Inviato 04 luglio 2013 - 09:42
http://www.ondacinem...the_wonder.html
In Italia è uscito oggi in 34 sale.
#25
Inviato 04 luglio 2013 - 10:11
Forse solo David Lynch negli ultimi venticinque anni è riuscito a costruire un mondo audiovisivo così denso e originale nel conformismo del cinema americano. Come lui, nemmeno Malick scende a compromessi e segue un cammino che sa di percorrere in solitudine: una luce gli sta facendo strada. Speriamo non si spenga mai.
Non posso che essere d'accordo.
Il film l'ho visto una volta sola, non ho altro da aggiungere per ora.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#26
Inviato 04 luglio 2013 - 12:16
Vai così Terrence, per la tua strada.
ps: Olga Kurylenko straordinaria, una rivelazione
#27
Inviato 05 luglio 2013 - 14:27
Ho lottato contro i detrattori per difendere “The tree of life”, già lontano dal “mio” Malick, ma stavolta non posso.
Purtroppo i dialoghi (o meglio, i monologhi) sono già sentiti. E riciclano il più delle volte massime banali. Sinceramente, proviamo ad analizzare molte delle frasi del film, che dovrebbe parlare d’amore. L’amore tra un uomo e una donna. A Malick non interessano le cause e gli effetti, tanto che gli scambi tra i protagonisti sono affidati esclusivamente a baci, carezze, sguardi, svolazzamenti. Si fatica a capire da dove nascerebbe l’amore delle due donne per l’imbambolato Ben Affleck; e le piroette di Olga Kurylenko sono veramente troppe.
Ma la storia d’amore non dice nulla di nuovo. Cioè, dice molto di più sull’argomento la sola “lettera alla moglie” di “La sottile linea rossa” che l’intero “To the wonder”. Il personaggio più interessante poteva essere Padre Quintana, ma la connessione tra la sua crisi spirituale (solo abbozzata: purtroppo snocciola anche lui riflessioni tutt’altro che memorabili) e la storia d’amore è pretestuosa, non si integra mai e non trova un convincente motivo d’essere.
Sorprende comunque il pessimismo (l’amore finisce e il prete va via dalla cittadina) rispetto al precedente “The tree of life”.
Potevo anche far finta di nulla, ma non renderei onore al Malick che amavo follemente, quello dei primi tre capolavori, quello di “La sottile linea rossa”, che continuo a reputare uno dei più bei film di sempre. “To the wonder” mi mette in crisi e non so nemmeno bene come parlarne.
Certamente alcune immagini continuano a toccarmi nel profondo, ma spesso vengono decapitate da un montaggio francamente epilettico, nonché da una fotografia ripetitiva e fin troppo instabile (mio fratello è uscito dal film con i capogiri!): Lubezki è un direttore della fotografia straordinario, ma ormai ci sono sequenze che si ripetono davvero senza distinzioni.
Non possiamo giustificare il tutto con lo stile folgorante (ma ripeto, ormai ripetitivo, eccessivo, quindi discutibile, sfiancante).
Insomma, c’è chi ha parlato di un Malick noioso, addirittura patetico. Come faccio adesso a difendere il mio amato Terry Malick? Con un produttore (e una storia) credo possa riprendersi e continuare a fare miracoli, ma se prosegue per questa strada sono terrorizzato.
#28
Inviato 06 luglio 2013 - 15:27
#29
Inviato 07 luglio 2013 - 09:02
A grandi linee quoto il discorso di Diego. Il problema non sta nella ripetitività del linguaggio ma nella ridondanza e a tratti negli eccessi del tema affrontato... Il film d'Amore Terrence Malick lo ha già diretto, è "The New World".
Vero.
Qui sì che c'è la meraviglia: http://www.youtube.c...h?v=FBhKj1Val8o
#30
Inviato 07 luglio 2013 - 09:15
Il personaggio più interessante poteva essere Padre Quintana, ma la connessione tra la sua crisi spirituale (solo abbozzata: purtroppo snocciola anche lui riflessioni tutt’altro che memorabili) e la storia d’amore è pretestuosa, non si integra mai e non trova un convincente motivo d’essere.
però sminuisci un po' facilmente il personaggio che è evidentemente la "claris" per decriptare il film: è un personaggio ai margini della vita dei protagonisti, eppure essenziale per capire la direzione che vuole imprimerne Malick. come fai a dire che la connessione è pretestuosa e non si integra, se è lo stesso Quintana a dire che l'uomo deve amare la propria donna come ama Dio - citando San Paolo, se non ricordo male. il punto nevralgico è proprio questo: l'aridità spirituale e sentimentale di Neil è dovuta a questa doppia ignavia (anche questo, un discorso di Quintana), mentre Marina è capace di darsi sinceramente all'altro. il discorso è totalmente differente da quello di "The New World", opera anche molto più ambiziosa, dove si parlava di un incontro tra mondi attraverso l'amore, che era un espediente narrativo molto naif. Pocahontas e John Smith sono il nuovo e il vecchio continente che si conoscono e si amano per riportare entrambi delle ferite: la purezza del Nuovo Mondo "contaminato" per sempre, mentre il Vecchio ne trae nuova linfa vitale al patto di distruggere parte della bellezza di ciò che incontra. differenza sottolineata a livello visivo-spaziale dagli sconfinamenti in verticale della parte americana, con gli spazi architettonici razionalizzati dell'Inghilterra...
#31
Inviato 07 luglio 2013 - 09:46
Particolarmente significativo il lungo discorso finale di padre Quintana, che doveva essere il sunto finale e totale dell’opera, ma che si limita ad un ennesimo “Dio in me, Dio in te, a destra, a sinistra”. Monologhi del genere (di seconda mano e comunque già sentiti) si alternano a citazioni alte (tu parli di San Paolo). Entrambe le voci (l'uomo e lo spirito) non hanno basi solide: se le parole restano fragili ai miei occhi (o meglio alle mie orecchie) faticano a “vivere” e, di conseguenza, a unirsi verso un unico denominatore.
#32
Inviato 07 luglio 2013 - 10:00
Non sminuisco il personaggio. Al contrario, mi sembra emblematico del fallimento del film. Che mi sembra però poco felice su entrambe le sponde: la storia è molto fragile. In modo elementare, possiamo dire che parliamo di un amore che nasce e muore. Rifiutando i dialoghi, gli scambi tra personaggi, assumono primaria importanza le immagini e i flussi interiori. Che però colpiscono basso.
be' tu hai scritto che la connessione è pretestuosa e non integrata, non mi pare leggerlo nell'ottica più corretta...va da sé che per me è perfettamente contestualizzato nell'opera. poi anche in altri film Malick colpisce basso, è ovvio che le immagini quando sono così dense finiscono per colpire direttamente il nostro inconscio, quasi senza filtri, mi pare una volontà che Malick ha avuto da sempre e che col tempo ha portato a una definizione sempre maggiore, rivoluzionando progressivamente il linguaggio cinematografico precostituito
se le parole restano fragili ai miei occhi (o meglio alle mie orecchie) faticano a “vivere” e, di conseguenza, a unirsi verso un unico denominatore.
che però esiste, ne convieni
#33
Inviato 07 luglio 2013 - 10:14
#34
Inviato 07 luglio 2013 - 17:34
C'è da dire che vedere The tree of life doppiato mi creò un certo imbarazzo in certi passaggi che non provai nel vederlo in lingua originale.
#35
Inviato 09 luglio 2013 - 22:47
#36
Inviato 10 luglio 2013 - 08:36
Il personaggio più interessante poteva essere Padre Quintana, ma la connessione tra la sua crisi spirituale (solo abbozzata: purtroppo snocciola anche lui riflessioni tutt’altro che memorabili) e la storia d’amore è pretestuosa, non si integra mai e non trova un convincente motivo d’essere.
però sminuisci un po' facilmente il personaggio che è evidentemente la "claris" per decriptare il film: è un personaggio ai margini della vita dei protagonisti, eppure essenziale per capire la direzione che vuole imprimerne Malick. come fai a dire che la connessione è pretestuosa e non si integra, se è lo stesso Quintana a dire che l'uomo deve amare la propria donna come ama Dio - citando San Paolo, se non ricordo male. il punto nevralgico è proprio questo: l'aridità spirituale e sentimentale di Neil è dovuta a questa doppia ignavia (anche questo, un discorso di Quintana), mentre Marina è capace di darsi sinceramente all'altro. il discorso è totalmente differente da quello di "The New World", opera anche molto più ambiziosa, dove si parlava di un incontro tra mondi attraverso l'amore, che era un espediente narrativo molto naif. Pocahontas e John Smith sono il nuovo e il vecchio continente che si conoscono e si amano per riportare entrambi delle ferite: la purezza del Nuovo Mondo "contaminato" per sempre, mentre il Vecchio ne trae nuova linfa vitale al patto di distruggere parte della bellezza di ciò che incontra. differenza sottolineata a livello visivo-spaziale dagli sconfinamenti in verticale della parte americana, con gli spazi architettonici razionalizzati dell'Inghilterra...
concordo totalmente.
è un cinema che andrebbe adorato anche solo per il suo coraggio, oltre che per le questioni filosofico/poetiche messe in gioco, affatto ovvie.
comunque, l'analisi, in malick, viene spesso surclassata dall'emozione
#37
Inviato 03 dicembre 2013 - 09:38
Poi la mattina dopo sono il solito stronzo che rimanda un lavoro palloso scrivendo inutili cagate sui forum. Però va bene lo stesso.
Grazie anche stavolta per l'ennesimo viaggio, signor Malick.
Immagini finali che spero di ricordarmi a lungo.
#38
Inviato 03 febbraio 2015 - 06:55
Ok non e' all'altezza dei precedenti.
Ma e' un film meno scontato di quello che temevo. - la corruzione del terreno, il personaggio di rachel mcadams - col solito trionfo visuale - dal mare che sale al white trash.
E Olga K. e' una divinita'.
Opera minore ma non un fallimento, un bel film.
#39
Inviato 03 febbraio 2015 - 16:30
troppa mondello
Che poi compare in tipo tre minuti di film. Ma in effetti la sua presenza è un pugno nell'occhio, anzi nell'orecchio.
Una cosa a cui pensavo tempo fa: come Tree Of Life era il film "spot del baby shampoo" di tre ore, questo era film con la protagonista che "balla sempre", cosa riportata in un fottio di recensioni e commenti. Poi vai a vedere, e come le immagini "baby shampoo" con i neonati i ToL duravano tipo 30 secondi, in questo la Kurylenko accenna qualche passetto di danza in due scene, forse tre via. dalla serie come la gente vuole vedere solo quello che vuole vedere, a volte anche se non c'è.
#40
Inviato 03 febbraio 2015 - 16:44
Penso che la cosa nasca dal fatto che Malick ha una certa tendenza a sottolineare le suddette scene con un enfasi un po' eccessiva, sembra sempre stia girando la crocifissione di Cristo.
#41
Inviato 03 febbraio 2015 - 17:19
#42
Inviato 03 febbraio 2015 - 18:06
Concordo. Quello che ho scritto era slegato dal tuo post. Indubbiamente Malick abusa dell'espediente degli attori che girano su stessi, piroettando o no. Poi ovvio che la Kurylenko può fare quello che vuole, basta che venga inquadrata.
#43
Inviato 03 febbraio 2015 - 21:30
io il cinema di malick non lo digerisco più. questo non sono riuscito neanche a vederlo: al primo monologo in francese (seguito da una serie di sguardi persi nel vuoto, sorrisi, abbracci, rincorse in mezzo alla natura) ho spento la tv
non voglio fare l'iconoclasta: la rabbia giovane e i giorni del cielo restano due capolavori del cinema americano. ma tutto quello che è seguito dopo a mio avviso si può criticare spassionatamente, anche a prescindere ora dalla mia personale idiosincrasia. ricordo che dopo una revisione avevo scritto un post di critica a la sottile linea rossa che non fu proprio apprezzatissimo: il fatto è che malick è ormai un santino. mi sono accorto che lo diventano tutti quei registi dall'autorialità tremendamente esibita, che proprio per questo diventano quasi rassicuranti per critici e cinefili
ho da sempre un rapporto difficile con il suo cinema: prima l'ho amato, poi non l'ho più retto. con questo non voglio mancare di rispetto a chi lo apprezza, ma è davvero tipo il regista più sopravvalutato degli ultimi 20 anni, diciamo da la sottile linea rossa in poi. con tutti i grandi registi americani più o meno della sua età ancora in attività, mi fa davvero un po' strano che qua in europa, per i festival e tra i cinefili, malick sia così venerato. non so, forse ad affascinare è questo ibrido (contronatura?) tra cinema europeo (lo stile forzatamente "artistico") e patina hollywoodiana (i divi che fanno a gara per stare nei suoi film perché ad una cena a beverly hills poi fa figo raccontarlo)
#45
Inviato 05 febbraio 2015 - 08:38
visto che mi è capitato di rifletterci ancora aggiungo, per rimpolpare ancora un poco il mio ragionamento, che tendenzialmente la mia all'ultimo malick è una critica soprattutto alla forma. to the wonder ben rappresenta il punto di non ritorno di questa involuzione (sempre secondo me, per altri è una evoluzione) del suo stile. negli ultimi 20 anni malick ha radicalizzato l'astrazione della propria materia cinematografica, passando da film che avevano ancora una solida base narrativa come la rabbia giovane e i giorni del cielo, a una concezione poeticizzante della messinscena volutamente disorganica ed ellittica. è un cinema sperimentale sicuramente il suo, ambizioso per carità, non sto di certo dicendo che malick sia il primo che passava da quelle parti e a cui per sbaglio hanno messo una cinepresa in mano. il fatto che sia ultimamente manierato ed autoreferenziale (to the wonder è un film fan-only) secondo me è il difetto meno importante, visto che personalmente capisco il fascino della maniera perché anche a me piacciono certe prove manierate dei miei registi preferiti. mutatis mutandis, l'ultimo malick mi ricorda un po' l'ultimo tarkovskij, quello di nostalghia, che per alcuni è un capolavoro assoluto, mentre per altri rappresenta bene tutti gli eccessi e i difetti di un cinema radicalmente poeticizzante, solipsistico e un po' artistoide
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