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The Master (Paul Thomas Anderson, 2012)


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76 replies to this topic

#51 vegeta851

    Enciclopedista

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Inviato 15 gennaio 2013 - 23:20

Non condivido l'entusiasmo generalizzato. Mi è sembrato un film confuso, che non sa dove andare a parare ed è troppo pieno di sè per andare a fondo dei tanti temi trattati. Una narrazione ridondante sino alla sfinimento (per farci capire che Fred è un alcolizzato con turbe sessuali ci viene mostrato in situazioni "tipiche" per tre quarti di film...si masturba sulla spiaggia, vede cazzi e fiche nella macchie di inchiostro, beve qualsiasi cosa gli capiti a tiro...) al servizio di un intricata e contorta metafora di...boh? L'alienazione della nostra società? Non ci arrivo, aiutatemi voi. La mia impressione è che Anderson, abbandonati i pamphlet corali degli esordi (Boogie Nights e Magnolia, quelli sì grandi film) e alle prese con singole personalità (da Ubriaco d'amore in poi) sia in difficoltà, e mascheri la superficialità e la confusione d'insieme, dietro sterili gigantismi e virtuosismi (certe sequenze hanno indubbiamente grande fascino visivo, ma sono anche assolutamente gratuite). Come ho letto da qualche parte sul web, "The Master" sembra uno di quei film fatti appositamente per prendere la muffa in qualche museo del cinema. Un ridondante mastodonte che cela il vuoto. Sinceramente, anche le prove di Phoenix e Seymour Hoffman mi sono sembrate eccessivamente sopra le righe, troppo gigioni. Mentre la Adams, addirittura nominata all'Oscar, è abbastanza sprecata.
  • 1

#52 davidep

    attendente

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Inviato 16 gennaio 2013 - 11:45

comunque è un classico di tutti i thread qui dentro che i post della prima pagina inneggino quasi sempre al capolavoro (escludendo la nicchiarelli, beninteso), quelli della seconda lo fanno ancora ma argomentando in maniera meno entusiastica, dalla terza pagina in poi i toni dell'intervento diventano più moderati ed il giudizio più ragionato ed obbiettivo
  • 1

#53 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 16 gennaio 2013 - 12:15

Sono molto curioso e andrò a vederlo al cinema. Poi adoro Phoenix.
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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#54 nicholas_angel

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Inviato 16 gennaio 2013 - 16:32

Visto per la terza volta, dopo le due visioni veneziane (anteprima e proiezione del film premiato) rimane ancora un film straordinario...
  • 0
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#55 AdamKesher

    pivello

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Inviato 17 gennaio 2013 - 10:01

visto l'altro giorno in originale.. per me film bellissimo, nella realizzazione e nei significati
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#56 lazlotoz

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Inviato 17 gennaio 2013 - 10:45

Visto ieri sera. Bello, non il capolavoro di cui si dice in giro, e nemmeno la vaccata che ho sentito raccontare fra amici. Insomma, buono direi. Il difetto più grande è la lunghezza. Non che non mi piacciano i film oltre le due ore, ma direi che qui una sfoltita di almeno 20 minuti avrebbe giovato e non poco al risultato finale dandogli un po' più di densità. Il cercare a tutti i costi la dilatazione non mi è sembrata vincente come cosa.
Appena finito il film non mi aveva convinto. Dopo averci dormito sopra sta crescendo. Alcuni spunti interessanti. Devo dire che la questione Scientology fa una pessima pubblicità al film. Scientology non c'entra proprio niente. Ed è molto fuorviante rispetto a quello che vuol raccontare.

PSH immenso. A sto punto direi che, a mio modo di vedere, è il più grande attore americano vivente.
JP bravo, anche se forse ha caricato un po' troppo il suo personaggio.
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#57 William Blake

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Inviato 17 gennaio 2013 - 16:59

rivisto ieri. aggiungo qualche pensiero


il traumatizzato Freddie Quell, un superstite del vecchio mondo di cui porta con sé tutte le cicatrici psicofisiche, è un relitto umano che deve re-imparare a stare al mondo. pertanto il suo apprendistato alla corte di Lancaster Dodd è simile alla vita di un bambino in famiglia. per prima cosa sviluppa il desiderio del Fallo e, conosciuto il potere (del linguaggio) di Dodd, questi assume per lui i connotati del Padre (e quindi della Legge, tra l'altro strutturati nella setta La Causa). Quell si sottomette alla Legge del padre, ammirando soprattutto il suo potere di fascinazione dialettica (compensazione alla mancanza sessuale?) e come un animale tenta di emularlo - si sostituisce al figlio che non crede in quello che dice il padre e lo striglia per questo motivo. il rapporto su altra scala si riverbera nell'impotenza di Dodd nei confronti della moglie in quella che sarebbe una perfetta triangolazione edipica se non fosse che il rapporto tra Phoenix e Amy Adams è soltanto repulsivo (possiamo sottolineare però che la moglie vuole allontanare Quell perché non riesce a controllarlo con la stessa facilità con cui controlla il marito). Dodd ha quello che serve a Quell per stare al mondo: la Legge e il Linguaggio. una volta concluso l'apprendistato recide il cordone ombelicale, perché Dodd ha esaurito la sua funzione (Dodd è come la proiezione fantasmatica di Quell: d'altra parte lui non si ricorda nemmeno come ci finisce sulla nave dove comincerà la sua iniziazione). Freddie può ora vivere da solo ed essere "master" di qualcun altro: nel finale, in maniera quasi irrisoria, tutto si risolve in una scopata. anche se l'appendice è poi l'immagine di Freddie che abbraccia una donna di sabbia (la Madre che mai vediamo). in questa soluzione si nota anche la profonda ambivalenza onirica (e quindi interiore) di "The Master" che, grazie alla colonna sonora di Greenwood tra archi e vibrazioni dà un senso continuo di allucinazione. sono d'accordo con quanto scriveva Fitz: la meditazione kubrickiana che Anderson sta compiendo sul linguaggio audiovisivo a partire da "Ubriaco d'amore" sta diventando palese ed è il vero leitmotiv dei suoi ultimi 10 anni di carriera. in pratica "The Master" è CinemaScope che viaggia avanti e indietro nel tempo e le "pratiche" della Causa hanno una resa fattuale nella pellicola: quando viene somministrata a Freddie, lui viaggia realmente nel suo passato e comincia a far cicatrizzare le proprie ferite. carrellate in avanti e a seguire che sprofondano nel vuoto (fino al campo lungo che accoglie Freddie nello studio di Lancaster), scontro titanico tra campo e controcampo di primi piani. un'opera poderosa che fila via in sottovoce e, per la prima volta, Anderson gioca di più con la costruzione tematico-narrativa piuttosto che intestardirsi a farci sentire "i muscoli" del suo talento.
  • 1
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#58 piersa

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Inviato 18 gennaio 2013 - 08:00

Peccato non aver sviluppato la parte alchemica, quella delle composizioni dell'alcool: sai quanti soldi risparmiati?
Poi

Comunque doppiare i personaggi anche quando cantano è veramente una porcata.


This. E' uno scandalo, ci vuole tanto a sottotitolare le canzoni? Almeno per gli utenti del forum che qualche disco ancora lo comprano e sono quasi tutti in inglese.
Hoffmann incontenibile, a tratti sembrava Kane; Phoenix un serpente, che striscia e senza spalle (ma che fine ha fatto Vincentt Gallo???).
Finale un po' buttato lì, peccato. Forse un film su scientology non si poteva fare, altrimenti PTA si ritrovava cone le palle in bocca, anche Kubrick ci ha un po' giocato in Eyes Wide Shut ma se ne è tenuto abbastanza lontano.
"Il petroliere" è un'altro pianeta
  • 0

#59 vegeta851

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Inviato 18 gennaio 2013 - 12:44

bè quando P.S. Hoffman alla fine canta la canzoncina doppiata fa abbastanza ridere...non ho capito che emozioni doveva solleticare quella sequenza.
  • 0

#60 - laura palmer -

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Inviato 18 gennaio 2013 - 15:03

I rimandi a Scientology e al suo fondatore Ron Hubbard sono evidenti e dilazionati lungo il corso del film, in modo più diretto (il parallelismo con la tecnica dell’auditing) o meno (la marca di sigarette fumata da Hubbard) e a partire dalla nascita di questo culto-setta, il secondo dopoguerra. Scientology non è centrale nella narrazione se non come punto di partenza per indagare l’humus in cui ha potuto proliferare (quale America) e su quale condizione psicologica ha fatto leva. Del resto quello di P.T Anderson è cinema di uomini (spesso in rapporto di simbiotica sudditanza, come le sorelle e Adam Sandler, per citarne uno) che costellano il contraddittorio universo americano. Qui però, a differenza de “Il petroliere”, non è l’istituzione americana (il capitalismo) che conduce alla tipicità umana, ma sono i personaggi che diventano vessillo del panorama post bellico entro cui si muovono, cosicché Anderson lascia che siano loro a dettare significanti e significati. Oltre alla morbosità del rapporto verso e contro il primitivismo di Quell (nella scena dei cocchi sembra un vero selvaggio) assistiamo all’ incedere di un fenomeno – sì rintracciabile quantitativamente in confini netti – ma che attiene al bisogno americano-umano di rispondere all’incertezza e alla paura con la “spiritualità” (una bandiera americana sventola in primo piano dalla barca di Dodd).
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A man must have a code

#61 nicholas_angel

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Inviato 19 gennaio 2013 - 12:12

@piersa: in una scena si vede chiaramente che Phoenix nel suo intruglio mette dello sverniciante e all'inizio lo vediamo mentre beve direttamente dai missili.

Secondo un mio amico la paralisi facciale del protagonista è dovuta proprio al fatto che beve questi liquidi che poi nei primi minuti del film uccideranno un vecchio... a cui Freddie dice "Mi ricordi mio padre". Tac!

Comunque in Originale la scena in cui Hoffman I'll take you on a boat to China è elettrizzante fin dalla prima visione. Vedi proprio tutta la debolezza e la fragilità del personaggio di Hoffman, fino a quel momento deciso e solenne. Quello è quasi il momento in cui i due parlano stando sullo stesso livello...
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#62 {`tmtd`}

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Inviato 20 gennaio 2013 - 16:09

film straordinario, ho bisogno come minimo di rivederlo un'altra volta per capirlo a fondo.

solo una cosa: solo io ho rivisto la figura del guru Frank T.J. Mackey (Tom Cruise) di Magnolia nello pseudo santone Lancaster Dodd?
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#63 piersa

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Inviato 20 gennaio 2013 - 16:34

solo una cosa: solo io ho rivisto la figura del guru Frank T.J. Mackey (Tom Cruise) di Magnolia nello pseudo santone Lancaster Dodd?

un santone è un santone ma quello di Magnolia è un telepredicatore (fenomeno posteriore agli anni '50 di The Master) e il magnetismo lo somministra soprattutto via etere (o cavo). Poi anche nel Petroliere c'è un invasato, talché quel tipo di figura lo ispira.
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#64 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 23 gennaio 2013 - 23:32

molto bello

la recitazione di phoenix è a livelli tali che mi ha trasmesso le emozioni del teatro - caso rarissimo
l'espressione spirito animale acquista finalmente un senso - uno spirito che vuole essere domato, ma che non ci riesce, perchè in realtà chi gli è attorno vuole ammirarlo, non domarlo

con un movimento di camera ci innamoriamo di un manichino vivente

greenwood fa le sue musiche eccezionali

le barche lasciano scie nell'acqua

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apri apri, apri tutto!

#65 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 24 gennaio 2013 - 14:39

mi lascia basito chi dice che non ha tema/storia/messaggio - il contenuto del film e' lampante, ed e' questo

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#66 Fitzcarraldo

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Inviato 24 gennaio 2013 - 20:22

la scultura greca? :P
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I'm too old for this shit


#67 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 24 gennaio 2013 - 22:15

La più famosa leggenda che coinvolge i Lapiti è quella della loro battaglia contro i Centauri in occasione della festa nuziale di Piritoo, la cosiddetta "Centauromachia". I Centauri erano stati invitati ai festeggiamenti ma ben presto si ubriacarono, dando sfogo al lato più selvaggio della loro natura. Quando la sposa Ippodamia ("colei che doma i cavalli") arrivò per accogliere gli ospiti il centauro Euritione balzò su di lei e tentò di stuprarla. In un attimo anche tutti gli altri centauri si lanciarono addosso alle donne ed ai fanciulli. Naturalmente scoppiò una battaglia nella quale anche l’eroe Teseo, amico di Piritoo, intervenne in aiuto dei Lapiti. I centauri furono alla fine sconfitti e scacciati dalla Tessaglia e ad Euritione furono mozzati naso ed orecchie.
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#68 William Blake

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Inviato 25 gennaio 2013 - 00:17

dovevi spiegare il senso filosofico :P: ovvero la scissione insanabile tra due nature umane: una selvaggia e incontrollabile, l'altra organizzata civilmente e intellettualmente
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#69 Brucaliffa

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Inviato 25 gennaio 2013 - 11:34

mi lascia basito chi dice che non ha tema/storia/messaggio - il contenuto del film e' lampante, ed e' questo

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Il contenuto è una cosa, e non manca, la scrittura di scene efficaci per veicolarlo, un'altra. Non è necessariamente un errore, può essere una scelta quella di lasciare che tutto il senso emani dai personaggi più che dalle loro azioni. Malgrado la sapienza e la consapevolezza dell'autore, un certo modo di raccontare può comunque risultare a tratti ridondante, a tratti inconcludente e noioso. Si spera che come tutte le cose, la sceneggiatura di questo film sia passibile di critica senza che nessuno ci rimanga basito.
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#70 debaser

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Inviato 25 gennaio 2013 - 12:39

La più famosa leggenda che coinvolge i Lapiti è quella della loro battaglia contro i Centauri in occasione della festa nuziale di Piritoo, la cosiddetta "Centauromachia". I Centauri erano stati invitati ai festeggiamenti ma ben presto si ubriacarono, dando sfogo al lato più selvaggio della loro natura. Quando la sposa Ippodamia ("colei che doma i cavalli") arrivò per accogliere gli ospiti il centauro Euritione balzò su di lei e tentò di stuprarla. In un attimo anche tutti gli altri centauri si lanciarono addosso alle donne ed ai fanciulli. Naturalmente scoppiò una battaglia nella quale anche l’eroe Teseo, amico di Piritoo, intervenne in aiuto dei Lapiti. I centauri furono alla fine sconfitti e scacciati dalla Tessaglia e ad Euritione furono mozzati naso ed orecchie.



ahhh ora è tutto chiaro!
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#71 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 25 gennaio 2013 - 15:27


La più famosa leggenda che coinvolge i Lapiti è quella della loro battaglia contro i Centauri in occasione della festa nuziale di Piritoo, la cosiddetta "Centauromachia". I Centauri erano stati invitati ai festeggiamenti ma ben presto si ubriacarono, dando sfogo al lato più selvaggio della loro natura. Quando la sposa Ippodamia ("colei che doma i cavalli") arrivò per accogliere gli ospiti il centauro Euritione balzò su di lei e tentò di stuprarla. In un attimo anche tutti gli altri centauri si lanciarono addosso alle donne ed ai fanciulli. Naturalmente scoppiò una battaglia nella quale anche l’eroe Teseo, amico di Piritoo, intervenne in aiuto dei Lapiti. I centauri furono alla fine sconfitti e scacciati dalla Tessaglia e ad Euritione furono mozzati naso ed orecchie.



ahhh ora è tutto chiaro!


The Master è un omaggio a Guastardo.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#72 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 30 gennaio 2013 - 12:36

Bello è bello, capolavoro no, ma bello. Come mi piacerebbe che uno solo dei registi italiani avesse quella purezza dello sguardo che ha Anderson, come mi piacerebbe che uno solo dei film italiani potesse prendersi il tempo di abbandonarsi al bello come fa questo film anche solo con quell’inizio che ti riconcilia con la settima arte (l’acqua che scivola via e il primo piano di Phoenix). Girato bene, ma davvero bene, sottolineamolo, perché è vero che lui è bravissimo e meno che bene non può fare, ma sottolineamolo. Trovo un po’ troppo avviluppato il soggetto, come se nello svolgerlo vi si fosse imbrigliato. Questo ennesimo capitolo della storia della sua nazione (un monumento dovrebbero fargli) forse perché guarda ad una setta che in USA avendo lo status di religione diventa difficilmente indagabile, forse perché il film non è veramente centrato lì mi sembra troppo concentrato su un tema psicoanalitico mentre il senso del potere così costretto nella diade Hoffman/Phoenix mi sembra svolto in maniera poco spalmabile a livello sociale.
C’è un titanismo fra personalità che la macchina da presa cristallizza benissimo, campi, controcampi, anche la scena della galera, inquadratura divisa in due con le due anime separate dell’io, l’una a sinistra (l’animalità istintuale), l’altro a destra (la ragione).

Non mi aspettavo però la stitichezza nelle pennellate riguardanti il contesto sociale, tolta la prima parte in cui si indottrina il reduce al sacro verbo del successo economico/lavorativo e le scene asfissianti e laccatissime sull’immaginario anni cinquanta della provincia regolare, perfetta, equilibrata e necessariamente sorridente, poi Hoffman si muove in un ambiente poco caratterizzato. Ci sono adepti abbastanza ricchi da cercare il balsamo delle parole rassicuranti del profeta, ma l’impatto del suo indottrinamento è così agli inizi che se ne rappresentano le difficoltà (la sovvenzionatrice i soldi li rivuole indietro), c’è la Dern che non capisce il fatto che non sia il testo, il modello che ha importanza, ma l’uomo che le propone, epperò non molto di più.
Condivido le analisi sul rapporto di Phoenix con il femminile e il maschile, il bisogno di guida che si placa con la chiusura della lacerazione riguardo all’ideale femminino e alla realtà materno/sessuale della donna. Hoffman è rapito dall’impresentabile Phoenix anche perché è la liberazione degli istinti che lui ha imbrigliati attraverso il dominio della sua Lady Macbeth personale (che infatti non vuole neppure che lui beva) e alla razionalizzazione del vissuto (quella storia del tornare indietro e dell’immaginare avanti non so se sia veramente calata sull’esempio di Scientology, ma ricordiamo che il ricordare il passato e confrontarsi con esso è uno dei meccanismi della psicoanalisi classica che Scientology aborre).. Tutti e due, discepolo e guida, sono diversamente avviluppati dietro a dipendenze e iati non risolti, ma mentre Phoenix desidera un femminile che è luminoso e non castratorio e, seppur con un percorso molto accidentato, alla fine lo trova, Hoffman in fondo è soggiogato dalla sua donna onnipotente che determina e libera lo sviluppo della sua razionalità pura.
Scena splendida l’incontro a Londra, notavo il lato sinistro dell’ufficio con i pavimenti rovinati, la vetrata imponente come un suggello di superomismo subito ricondotto alla realtà .
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#73 davidep

    attendente

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Inviato 30 gennaio 2013 - 14:47

Bello è bello, capolavoro no, ma bello. Come mi piacerebbe che uno solo dei registi italiani avesse quella purezza dello sguardo che ha Anderson, come mi piacerebbe che uno solo dei film italiani potesse prendersi il tempo di abbandonarsi al bello come fa questo film anche solo con quell’inizio che ti riconcilia con la settima arte (l’acqua che scivola via e il primo piano di Phoenix). Girato bene, ma davvero bene, sottolineamolo, perché è vero che lui è bravissimo e meno che bene non può fare, ma sottolineamolo. Trovo un po’ troppo avviluppato il soggetto, come se nello svolgerlo vi si fosse imbrigliato. Questo ennesimo capitolo della storia della sua nazione (un monumento dovrebbero fargli) forse perché guarda ad una setta che in USA avendo lo status di religione diventa difficilmente indagabile, forse perché il film non è veramente centrato lì mi sembra troppo concentrato su un tema psicoanalitico mentre il senso del potere così costretto nella diade Hoffman/Phoenix mi sembra svolto in maniera poco spalmabile a livello sociale.
C’è un titanismo fra personalità che la macchina da presa cristallizza benissimo, campi, controcampi, anche la scena della galera, inquadratura divisa in due con le due anime separate dell’io, l’una a sinistra (l’animalità istintuale), l’altro a destra (la ragione).

Non mi aspettavo però la stitichezza nelle pennellate riguardanti il contesto sociale, tolta la prima parte in cui si indottrina il reduce al sacro verbo del successo economico/lavorativo e le scene asfissianti e laccatissime sull’immaginario anni cinquanta della provincia regolare, perfetta, equilibrata e necessariamente sorridente, poi Hoffman si muove in un ambiente poco caratterizzato. Ci sono adepti abbastanza ricchi da cercare il balsamo delle parole rassicuranti del profeta, ma l’impatto del suo indottrinamento è così agli inizi che se ne rappresentano le difficoltà (la sovvenzionatrice i soldi li rivuole indietro), c’è la Dern che non capisce il fatto che non sia il testo, il modello che ha importanza, ma l’uomo che le propone, epperò non molto di più.
Condivido le analisi sul rapporto di Phoenix con il femminile e il maschile, il bisogno di guida che si placa con la chiusura della lacerazione riguardo all’ideale femminino e alla realtà materno/sessuale della donna. Hoffman è rapito dall’impresentabile Phoenix anche perché è la liberazione degli istinti che lui ha imbrigliati attraverso il dominio della sua Lady Macbeth personale (che infatti non vuole neppure che lui beva) e alla razionalizzazione del vissuto (quella storia del tornare indietro e dell’immaginare avanti non so se sia veramente calata sull’esempio di Scientology, ma ricordiamo che il ricordare il passato e confrontarsi con esso è uno dei meccanismi della psicoanalisi classica che Scientology aborre).. Tutti e due, discepolo e guida, sono diversamente avviluppati dietro a dipendenze e iati non risolti, ma mentre Phoenix desidera un femminile che è luminoso e non castratorio e, seppur con un percorso molto accidentato, alla fine lo trova, Hoffman in fondo è soggiogato dalla sua donna onnipotente che determina e libera lo sviluppo della sua razionalità pura.
Scena splendida l’incontro a Londra, notavo il lato sinistro dell’ufficio con i pavimenti rovinati, la vetrata imponente come un suggello di superomismo subito ricondotto alla realtà .


i tuoi commenti sono tra i più gradevoli da leggere, sempre. in tutto il forum.
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#74 corrigan

    気持ち悪い

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Inviato 12 febbraio 2013 - 15:30

finalmente l'ho visto. per me è un 8. ma sono rimasto un po' con l'amaro in bocca perché mi aspettavo il capolavoro. l'ambiguità della trama è da una parte la forza del film, che rimane sì irrisolto, problematico, senza trasformazioni definitive dei protagonisti- e quindi "realistico" perché come scritto giustamente qualche post fa, la vita non va avanti per epifanie. dall'altra parte però questa stessa ambiguità diventa pesante a causa della lunghezza spropositata del film, ed effettivamente nella seconda parte (dopo la scena in prigione) perde mordente. JP e PSH bravissimi, ma l'avete già detto. capire la parlata sbiascicata di Phoenix cmq era difficilissimo, nemmeno la mia ragazza (madrelingua) riusciva a capirlo al 100%. musiche di Greenwood assolutamente fantastiche.

visivamente una goduria:
Immagine inserita
la mia scena preferita, ma ho trovato solo questo screenshot striminzito

Immagine inserita

Immagine inserita
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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#75 angiolina

    Sardangel Of Death

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Inviato 30 marzo 2013 - 11:44

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The Master (Paul Thomas Anderson)

Il Seme dell’Uomo (Marco Ferreri),1969

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#76 selva

    mainstream Star

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Inviato 23 maggio 2013 - 16:17

Scene tagliate

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#77 Norman Bombardini

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Inviato 27 novembre 2013 - 15:20

strapiaciuto, grandissimi attori, bel ritmo/fotografia/musiche, tutto ok
non è la storia di Dianetics ma dei due protagonisti (uno in particolare) ma chiaramente l'ambientazione è Scientology, lo si capisce da una delle prime parole che il guru dice a Phoenix, tanto per essere chiari, "sei aberrato", la terminologia esatta usata della setta; poi l'anno di uscita del libro nel film è esattamente quello del libro di Ron Hubbard e il titolo similissimo, poi c'è la storia della nave/non sbattere mai gli occhi durante le sedute/i giornalisti critici menati/risate e giochi e azione le cose che caratterizzano il guru che infatti stanno in cima alla piramide degli "stati vitali" della vera Scientology, ecc.
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