The Master (Paul Thomas Anderson, 2012)
#1
Inviato 08 settembre 2012 - 18:01
La recensione di Ondacinema
#2
Inviato 08 settembre 2012 - 19:42
#3
Inviato 08 settembre 2012 - 20:08
praticamente la coppa volpi alla coppia Phoenix-Hoffman era annunciata già dopo il primo screening. impossibile fare meglio di loro! e anche per questo non ci credevo più di tanto alla vittoria del Leone d'oro: hanno fatto la scelta più ovvia e dargli ben due premi.
D'accordissimo, onestamente non era il film più bello della mostra, anche se darlo a "Pietà" è stato senz'altro una scelta coraggiosa...
#4
Inviato 03 gennaio 2013 - 09:36
http://ondacinema.it...ione/the_master
#5
Inviato 03 gennaio 2013 - 10:05
#7
Inviato 03 gennaio 2013 - 18:44
Passion: 7.5.
Dracula 3D: 7
The Master: 7.
Parliamone.
.
.
#8
Inviato 03 gennaio 2013 - 19:50
I'm too old for this shit
#9
Inviato 04 gennaio 2013 - 01:12
Tutto tutto niente niente: 8.
Passion: 7.5.
Dracula 3D: 7
The Master: 7.
Parliamone.
Non ti è piaciuto De Palma?!
Con "The Master" hai ragione, a una seconda visione si merita un mezzo punto in più
#10
Inviato 04 gennaio 2013 - 11:24
#11
Inviato 04 gennaio 2013 - 19:38
Regia e fotografia mozzafiato.
Loro due una cosa titanica...la prima applicazione, quella in cui J.F deve tenere gli occhi aperti, è un duetto attoriale di potenza stratosferica.
Le musiche di Greenwood sono una cosa meravigliosa, mai invadenti, ma stranianti, maledettamente azzeccate, perfettamente combinate ai suoni dell'ambientazione.
Ma tutto ciò a pro di che? Dove voleva andare a parare? Bah. Un senso di inconcludenza unico.
#12
Inviato 05 gennaio 2013 - 01:24
Primo tempo capolavoro, poi fetecchia.
Regia e fotografia mozzafiato.
Loro due una cosa titanica...la prima applicazione, quella in cui J.F deve tenere gli occhi aperti, è un duetto attoriale di potenza stratosferica.
Le musiche di Greenwood sono una cosa meravigliosa, mai invadenti, ma stranianti, maledettamente azzeccate, perfettamente combinate ai suoni dell'ambientazione.
Ma tutto ciò a pro di che? Dove voleva andare a parare? Bah. Un senso di inconcludenza unico.
Identiche sensazioni, come se progressivamente dopo la sequenza della prigione il film si afflosciasse lentamente e senza catarsi verso una conclusione che lascia tutto irrisolto senza alcun motivo. Ripensandoci resta per ora rimandato a una seconda visione possibilmente in lingua. L'unica chiave di lettura che per ora mi apre qualche porta a un riesame dell'opera è quella del sesso (in tutte le sue sfaccettature: trauma del distacco, omoerotico, adulterino, autoerotico, castrante, che si risolve solo nel tenero amplesso finale) che fonda le psicologie, le reazioni dei protagonisti e dunque i loro legami. Spero che ne possa svelare il senso a livello del particolare e delle singolarità, tra "le pieghe dell'abito" per così dire.
Un'ulteriore impressione che restituisce il senso di compattezza dell'insieme è l'andamento ellittico e ondeggiante che sostiene il casuale vagare del protagonista e che personalmente, perdonate l'azzardo data la distanza estrema di linguaggio e scopi, a sensazione ha ricordato Malick (sarà forse anche il distacco dall'andamento epico e perentorio de Il petroliere).
#13
Inviato 05 gennaio 2013 - 01:30
Poi l'ho rivisto in sala, una volta che è stato premiato. E là ho detto: ok, è un capolavoro. Per me è da 9, voto che negli ultimi anni avevo dato solo a La classe e Le vite degli altri
#14
Inviato 05 gennaio 2013 - 02:58
I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった。」
#15
Inviato 05 gennaio 2013 - 15:16
Ma sapete? Io l'ho visto una volta a Venezia e la pensavo come voi. Poi tra proiezioni e nottate insonni quelle inquadrature e le movenze di Phoenix mi restavano attaccate e in poco tempo quel film era diventato un'ossessione, nonostante i quattro-cinque film al giorno tipici della vita festivaliera.
Poi l'ho rivisto in sala, una volta che è stato premiato. E là ho detto: ok, è un capolavoro. Per me è da 9, voto che negli ultimi anni avevo dato solo a La classe e Le vite degli altri
http://rogerebert.su...VIEWS/120919984
Ne approfitto per girarti la domanda finale (se hai tempo/voglia di dilungarti):
"Paul Thomas Anderson is one of our great directors. "The Master" shows invention and curiosity. It is often spellbinding. But what does it intend to communicate?"
#16
Inviato 05 gennaio 2013 - 15:47
Quando il personaggio di P.H. Hoffman comincia ad insultare quello che mette in discussione le sue tesi e gli dice "Pezzo di merda!" essendo doppiato da Pannofino sembra di sentire Renè Ferretti,ho riso per parecchio
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#17
Inviato 06 gennaio 2013 - 12:43
Quello che mi è piaciuto del film è il livello di morbosità che raggiunge nelle sequenze tra Hoffman e Phoenix, il vero fulcro del film. Abbandoniamo per un attimo tutte quelle cavolate sul complesso di Edipo, ecc, che c'entrano fino a un certo punto.
Il film è principalmente l'analisi di un'anima in pena che non ha altro scopo nella vita se non essere lo schiavo di qualcuno. Alla fine la fede nella setta non esiste, il personaggio di Phoenix è un lupo che vaga sperduto alla ricerca di un branco a cui appartenere, una volta finita la guerra: lo trova, ma si tratta di un gruppo di padroni che lo tiene alle strette, impedendogli ogni possibilità di scelta nella sua vita. Non altri esseri bestiali, ma uomini.
Eppure lui per un attimo si sente realizzato. SPOILER Almeno fino al momento del confronto con la natura, il deserto immenso. E sarà quello l'unico momento in cui le catene dello schiavo si spezzeranno e Phoenix potrà finalmente scappare. Forse sarà ancora bestia, ma l'ultima sequenza ci fa pensare che ha trovato quell'umanità che ha sempre desiderato. Non solo, ora è lui a essere il padrone di qualcuno, facendo sulla donna dunque quel gioco -di dominio- che Hoffman faceva su di lui.
D'altronde se non sbaglio lo dicono pure nel film "Qual è il nostro scopo nella vita, se non abbiamo un padrone?". Anderson per una volta ci apre gli occhi su fattori come il libero arbitrio e la schiavitù intellettuale e lo fa ancora con un'estetica che al momento non ha pari nel cinema statunitense contemporaneo (e non tirate in causa Malick, per favore).
A questo punto sarà interessante metterlo a confronto con il film di Tarantino, riguardo tutt'altro genere di schiavitù.
Bellissime ancora le musiche di Greenwood, ancora Lygetiane come nel precedente, ma con una bella dose aggiunta di Herrmann sotto acidi, più qualche tocco orientale come nel precedente "We need to talk about Kevin" della Ramsay
Difficilmente quest'anno vedremo un film statunitense altrettanto intenso.
#18
Inviato 06 gennaio 2013 - 17:16
#19
Inviato 06 gennaio 2013 - 18:08
E' un film a tema: è la messa in scena dell'abuso di potere che una persona con un livello di forza interiore sovrastante rispetto a quella di un'altra riesce ad esercitare sul prossimo. E' stato detto che è un film senza sceneggiatura o, comunque, con un filo narrativo molto evanescente. Io invece penso che Anderson vada sempre più assottigliando la sua presa di posizione di partenza e, per dimostrare ciò in cui crede, preferisca sempre di più fare un film di personaggi, di dialoghi e di descrizione dell'ordinario. E' attraverso la routine giornaliera della Causa, quasi estenuante nella sua ripetitività, che il cineasta americano descrive sottotraccia il modo in cui Lancaster imprigiona Freddie, che è il soggetto ideale: distrutto dentro e fuori dopo aver combattuto fuori dall'America ed essere tornato solo, povero e alcolizzato.
Anderson, che è autore profondamente intellettuale, cerca di evitare di spiegare allo spettatore cosa vuole rappresentare: lo ha sempre fatto, ma più matura più decide di assottigliare il legame fra sceneggiatura e ipotetico messaggio. Sta allo spettatore trarre le conclusioni dopo aver vissuto la storia dei personaggi. Per fare questo i suoi film diventano sempre meno corali e sempre più basati su interpretazioni il più caratterizzanti possibili.
Poi è sempre lui, la macchina da presa è forse un po' meno virtuosa e ipercinetica, si tiene il gusto di una carrellata veloce sul battello o di un lungo piano fisso sui due in carcere in due celle affiancate dove possono sprigionare tutta la loro tecnica teatrale. Ma è la ricerca di uno stile, sia visivo che narrativo, sempre più raffreddato e compassato che colpisce. E pensare che è lo stesso regista che, nel suo primo capolavoro, cominciava con un roboante piano sequenza con la cinepresa che arrivava a tuffarsi letteralmente in piscina!
#20
Inviato 06 gennaio 2013 - 21:54
A parte i due mostri protagonisti -Joaquin è di gran lunga il miglior attore della sua generazione e oltre- ho letto grandi cose sulla prova di Amy Adams, oscar quasi certo.
#21
Inviato 07 gennaio 2013 - 00:00
Per me è un film straordinario (come tutti quelli di Anderson d'altronde). E' che, anche in questo caso, bisogna accettare il cambiamento graduale dell'autore e chi si era troppo affezionato o abituato ai suoi tic e alle sue movenze ora si trova spiazzato.
E' un film a tema: è la messa in scena dell'abuso di potere che una persona con un livello di forza interiore sovrastante rispetto a quella di un'altra riesce ad esercitare sul prossimo. E' stato detto che è un film senza sceneggiatura o, comunque, con un filo narrativo molto evanescente. Io invece penso che Anderson vada sempre più assottigliando la sua presa di posizione di partenza e, per dimostrare ciò in cui crede, preferisca sempre di più fare un film di personaggi, di dialoghi e di descrizione dell'ordinario. E' attraverso la routine giornaliera della Causa, quasi estenuante nella sua ripetitività, che il cineasta americano descrive sottotraccia il modo in cui Lancaster imprigiona Freddie, che è il soggetto ideale: distrutto dentro e fuori dopo aver combattuto fuori dall'America ed essere tornato solo, povero e alcolizzato.
Anderson, che è autore profondamente intellettuale, cerca di evitare di spiegare allo spettatore cosa vuole rappresentare: lo ha sempre fatto, ma più matura più decide di assottigliare il legame fra sceneggiatura e ipotetico messaggio. Sta allo spettatore trarre le conclusioni dopo aver vissuto la storia dei personaggi. Per fare questo i suoi film diventano sempre meno corali e sempre più basati su interpretazioni il più caratterizzanti possibili.
Concordo sul giudizio e in parte sulla lettura anche se credo che l'attenzione sia sulla volubilità e sulla lotta interiore di un uomo allo sbando piuttosto che "sull'abuso di potere" .
Di fatto il personaggio di Hoffman non obbliga o costringe mai Freddie, e non trae guadagno da lui. Non è un elemento negativo in sè... è solo una risposta possibile, la fede incondizionata, la prima a tiro per un uomo senza riferimenti. Lancaster non imprigiona Freddie, è Freddie che cerca in Lancaster un senso, alternando fiducia cieca a conflitto estremo e volontà di fuga.
E' una lotta con un solo protagonista, Freddie con se stesso, che passa dall'essere una bestia priva di principi morali o ambizioni, all'essere un servo fedele e cieco, per poi fuggire e tornare libero, ma con una sorta di equilibrio dato dalla propria scelta... scelta che prima, nella propria follia autodistruttiva, non si era mai posto.
In questo vedo anche una sorta di risoluzione positiva, pur priva di morale: lui ne esce come un uomo libero solo combattendo e rifiutando l'anarchia totale prima e il dogmatismo acritico dopo.
#22
Inviato 07 gennaio 2013 - 17:06
Vista la gran promozione della Lucky Red potevano distribuirlo un po' meglio: appena sedici copie in tutto il Lazio, ridicolo.
#23
Inviato 07 gennaio 2013 - 19:06
Quello che mi è piaciuto del film è il livello di morbosità che raggiunge nelle sequenze tra Hoffman e Phoenix, il vero fulcro del film. Abbandoniamo per un attimo tutte quelle cavolate sul complesso di Edipo, ecc, che c'entrano fino a un certo punto.
secondo me, invece, la chiave psicoanalitica è per una volta la migliore per leggere "The Master": ci sono alcuni riferimenti abbastanza evidenti forniti dallo stesso Anderson. però il complesso di Edipo c'entra molto poco, io parlerei più che altro del rapporto tra Fallo e Legge in critica lacaniana
#24
Inviato 08 gennaio 2013 - 11:20
film che mi è piaciuto come estetica, immagini,camera,recitazioni
seri dubbi sulla necessità di una durata tanto alta.
continuo a pensare che un film che dura più di 2h in generale è discutibile(per me i film dovrebbero durare 92 minuti!), specialmente poi quando non si tratta di film enormi.
una serie di tagli o mancate ripetizioni di concetti già espressi avrebbe giovato a mio avviso.
#25
Inviato 09 gennaio 2013 - 23:10
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#26
Inviato 11 gennaio 2013 - 01:21
Un appunto per Matteo:
A sorprendere chi? Chi non lo conosceva Indubbiamente il più grande attore in attività. Se la gioca solo con Fassbender.è Joaquin Phoenix a meravigliare tutti sfoderando una prova mastodontica
I'm too old for this shit
#27
Inviato 11 gennaio 2013 - 10:35
Sono uscito dalla sala molto perplesso, poi appena mi sono ritrovato solo il film è iniziato a crescere come una marea. Un film sull'imperfezione delle creature umane, sulle solitudini di due uomini che per quanto vogliano e provino a completarsi a vicenda non ci riusciranno mai. Non conta che uno sia un "folle" reduce di guerra e l'altro un "maestro" maniaco del controllo e assetato di potere entrambi sono persi nell'oceano dell'esistenza come le tracce che una nave lascia a poppa. Non conta nemmeno che uno finirà come un re solitario in una deserta sala del trono e l'altro continuerà la sua eterna ricerca di una donna reale o di sabbia, passata o presente (non c'è differenza) perché entrambi rimarranno soli con le loro ossessioni. Un film tutto interno, non ostentato superficialmente e per questo difficile, da inseguire ricercare nello squarcio di vita mostrato e non nelle singole affermazioni. Immagino continuerà a crescere a lungo dentro di me. Poi, beh, della perfezione formale di Anderson è inutile parlare (invece della sua ricerca che sta compiendo sul linguaggio cinematografico si potrebbe scrivere molto), delle interpretazioni titaniche dei due pure, sottolineerei le musiche e una geniale fotografia "sabbiosa". Da antologia la scena del "ramingo".
Un appunto per Matteo:A sorprendere chi? Chi non lo conosceva Indubbiamente il più grande attore in attività. Se la gioca solo con Fassbender.è Joaquin Phoenix a meravigliare tutti sfoderando una prova mastodontica
bellissimo commento, applausi davvero.
qual'è la scena del "ramingo"? non ricordo.
#28
Inviato 11 gennaio 2013 - 12:39
Per me un grande film che, anziché puntare sull'intensità, fa un rischioso passo indietro per percorrere una strada meno battuta ma che porta dritta alle viscere dello spettatore e da lì comincia a crescere.
#29
Inviato 11 gennaio 2013 - 12:45
qual'è la scena del "ramingo"? non ricordo.
Quando Freddie si immagina le donne nude che ballano e cantano col "maestro" sulle note, appunto, di ramingo. Per me una scena puramente kubrickiana.
I'm too old for this shit
#30
Inviato 11 gennaio 2013 - 14:01
qual'è la scena del "ramingo"? non ricordo.
Quando Freddie si immagina le donne nude che ballano e cantano col "maestro" sulle note, appunto, di ramingo. Per me una scena puramente kubrickiana.
ecco, invece a me non è piaciuta (l'unica forse che non abbia apprezzato per tutte e 3 le ore)... troppo spudorata in un film così sottile, troppo ostentata.
#31
Inviato 13 gennaio 2013 - 10:49
SEGUONO SPOILER
Non mi trovo d'accordo con chi ci vede un'evoluzione dei personaggi, secondo me la cosa più lampante è proprio l'assoluta staticità, il fatto che non si muovano di una virgola dal loro stato iniziale e dalle loro posizioni.
Il Freddie e il maestro che si incontrano in nave sono gli stessi identici due matti che si lasciano in Inghilterra, non hanno imparato nulla l'uno dall'altro.
Il fatto che nell'ultima scena Freddie faccia il giochetto alla ragazza vuol dire poco, anzi sembra più che altro sbeffeggiare quel suo recente passato, prontamente dimenticato come dimostra l'ultima inquadratura che torna sulla spiaggia con la donna dei desideri, di sabbia.
Un piccolo spunto di riflessione, magari poco rilevante, è il fatto che il Grande Manipolatore agisca con successo sulle menti normali mentre fallisce proprio su quella, teoricamente più debole, dello stolto.
E' solo un confronto fra intelletto e animalità o Anderson ci vuole dire qualcosa di più profondo sul funzionamento di certe dinamiche nel mondo reale?
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#32
Inviato 13 gennaio 2013 - 12:35
Non mi trovo d'accordo con chi ci vede un'evoluzione dei personaggi, secondo me la cosa più lampante è proprio l'assoluta staticità, il fatto che non si muovano di una virgola dal loro stato iniziale e dalle loro posizioni.
Assolutamente d'accordo. Per quanto mi riguarda il fascino misterioso del film sta soprattutto lì.
Staticità che coinvolge anche gli spettatori, che in fondo dopo due ore abbondanti di film dei due protagonisti non ne sanno molto di più di quanto appreso nelle primissime sequenze in cui compaiono.
Mio sintetico commento sul film:
#33
Inviato 13 gennaio 2013 - 13:23
Evolvono, rimangono statici? Ognuno può pensarla come vuole, il film rimane davvero notevole
"Signori da quest'altra parte per Robertobaggio, Robertobaggio salta... e segna!... A centrocampo sei giocatori spagnoli stesi a terra! Eeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhh!
#34
Inviato 13 gennaio 2013 - 14:07
E tutto questo mi piace
#36
Inviato 13 gennaio 2013 - 14:49
"Signori da quest'altra parte per Robertobaggio, Robertobaggio salta... e segna!... A centrocampo sei giocatori spagnoli stesi a terra! Eeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhh!
#37
Inviato 13 gennaio 2013 - 14:57
Io non vedo tutta sta staticità nel personaggio di Freddie
Perché ad esempio dopo essere stato sempre attaccato al personaggio di Lancaster, SPOILER se ne va' nel deserto, per poi andare dalla ragazza di un tempo?
Perché non era veramente attaccato, e poi appunto in quel momento molla una breve parentesi della sua vita per tornare da dove era venuto, quindi al massimo si può parlare di circolarità ma non certo di evoluzione.
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#38
Inviato 13 gennaio 2013 - 15:00
#39
Inviato 13 gennaio 2013 - 15:01
Non mi stancherò mai di dirlo, la scena della prima applicazione, nello stretto della cabina della nave, è di potenza divina, un duetto stra-to-sfe-ri-co.
#40
Inviato 13 gennaio 2013 - 15:05
Chettelodicoaffare, immensiRivisto, cresce strafottutamente.
Non mi stancherò mai di dirlo, la scena della prima applicazione, nello stretto della cabina della nave, è di potenza divina, un duetto stra-to-sfe-ri-co.
"Signori da quest'altra parte per Robertobaggio, Robertobaggio salta... e segna!... A centrocampo sei giocatori spagnoli stesi a terra! Eeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhh!
#41
Inviato 13 gennaio 2013 - 15:08
#42
Inviato 14 gennaio 2013 - 13:56
Il personaggio più interessante secondo me non è Freddie Quell (reso eccezionale soprattutto dall'interpretazione, perché raramente al cinema mi sono trovata davanti a un personaggio così inequivocabilmente disturbato ma al tempo stesso così umano e in grado di suscitare empatia), ma Lancaster Dodd, che è la rappresentazione inedita di un guru, di una personalità carismatica che grazie alle proprie qualità personali riesce a crearsi un seguito di adepti anche se il suo sistema di pensiero fa acqua da tutte le parti ed è pieno di contraddizioni - basti pensare alle sue reazioni rabbiose davanti ai detrattori e ancor di più alla sua reazione inammissibile quando la seguace interpretata da Laura Dern gli chiede più che legittime spiegazioni sul perché nel secondo libro abbia sostituito il vecchio e portante principio del "ricordo" con quello dell'"immaginazione" - e la sua terapia non segue nessun metodo, come ammette chiaramente con Freddie, quando risponde di non sapere neanche lui quale sia il senso della terapia, pur credendo e sperando che l'esperimento possa funzionare. Il discepolo ideale di un maestro di questo tipo è proprio quello che come Freddie non ha i mezzi per metterlo in discussione e per questo lo fa sentire un vero Master (maestro e padrone) e il fatto che Freddie sia così indifeso rende sincero l'affetto di Lancaster e il bisogno che ha di lui per un certo periodo.
Un personaggio come Lancaster Dodd può essere liquidato in breve come un ciarlatano oppure può essere osservato con la profondità e l'interesse di PT Anderson e ispirare un film come questo.
Una piccola riflessione spoilerosa sul finale, che ho trovato ambiguo e sorprendente: secondo me il finale è un lieto fine per quanto riguarda Freddie, perché trattandosi di un personaggio disturbato, ridotto all'osso, cioè ai suoi impulsi sessuali, non è un caso che alla fine trovi proprio quello che cercava dall'inizio, cioè uno sfogo ai propri impulsi sessuali. Trovo che il finale sia il simbolo della guarigione, ottenuta solo dopo aver portato a termine un percorso terapeutico - per quanto tortuoso e difficile da comprendere - e dopo essere riuscito a separarsi dal maestro (la separazione dal terapeuta, del resto, è l'ultima fatica da affrontare per chiunque affronti con successo un percorso psicoterapeutico). Freddie raggiunge la sua meta sessuale recitando una parte che non è la sua, scimmiottando il maestro con la ragazza. Prima di incontrare Lancaster, non ci sarebbe mai riuscito, perché era troppo impulsivo, troppo "animale" - e non è proprio quel comportamento impulsivo e animale che la Causa vuole estirpare? Non è quindi giusto pensare che la cura abbia funzionato? Ho trovato il finale ambiguo proprio per questo, perché rende ancora più inquietante e difficile da liquidare come un ciarlatano la figura di Lancaster Dodd, perché in fondo è come se il finale dicesse che la sua forza spirituale - e forse, più in generale, la forza spirituale di tutti i leader carismatici - non è solo una gabbia per gli adepti che gli stanno attorno, ma è una forza positiva e salvifica che funziona veramente per chi ci voglia credere. Un messaggio a dir poco controverso, ma senza dubbio interessante.
#43
Inviato 14 gennaio 2013 - 15:23
Una piccola riflessione spoilerosa sul finale, che ho trovato ambiguo e sorprendente: secondo me il finale è un lieto fine per quanto riguarda Freddie, perché trattandosi di un personaggio disturbato, ridotto all'osso, cioè ai suoi impulsi sessuali, non è un caso che alla fine trovi proprio quello che cercava dall'inizio, cioè uno sfogo ai propri impulsi sessuali. Trovo che il finale sia il simbolo della guarigione, ottenuta solo dopo aver portato a termine un percorso terapeutico - per quanto tortuoso e difficile da comprendere - e dopo essere riuscito a separarsi dal maestro (la separazione dal terapeuta, del resto, è l'ultima fatica da affrontare per chiunque affronti con successo un percorso psicoterapeutico). Freddie raggiunge la sua meta sessuale recitando una parte che non è la sua, scimmiottando il maestro con la ragazza. Prima di incontrare Lancaster, non ci sarebbe mai riuscito, perché era troppo impulsivo, troppo "animale" - e non è proprio quel comportamento impulsivo e animale che la Causa vuole estirpare? Non è quindi giusto pensare che la cura abbia funzionato? Ho trovato il finale ambiguo proprio per questo, perché rende ancora più inquietante e difficile da liquidare come un ciarlatano la figura di Lancaster Dodd, perché in fondo è come se il finale dicesse che la sua forza spirituale - e forse, più in generale, la forza spirituale di tutti i leader carismatici - non è solo una gabbia per gli adepti che gli stanno attorno, ma è una forza positiva e salvifica che funziona veramente per chi ci voglia credere. Un messaggio a dir poco controverso, ma senza dubbio interessante.
Sì verissimo, era quello che intendevo con risoluzione positiva... per quanto priva di morale.
Non credo sia casuale che il film parta con lui che concupisce due tette di sabbia per chiudersi con lui che pone un'applicazione scherzosa (a rappresentare sincera curiosità ed empatia) dopo un rapporto "sano" con una donna. L'evoluzione c'è... anche nel modo in cui affronta a viso aperto il ritorno a casa e la consapevolezza di aver perso definitivamente la ragazza che aveva lasciato e poi idealizzato.
#44
Inviato 14 gennaio 2013 - 16:29
Sì verissimo, era quello che intendevo con risoluzione positiva... per quanto priva di morale.
Non credo sia casuale che il film parta con lui che concupisce due tette di sabbia per chiudersi con lui che pone un'applicazione scherzosa (a rappresentare sincera curiosità ed empatia) dopo un rapporto "sano" con una donna. L'evoluzione c'è... anche nel modo in cui affronta a viso aperto il ritorno a casa e la consapevolezza di aver perso definitivamente la ragazza che aveva lasciato e poi idealizzato.
#45
Inviato 14 gennaio 2013 - 16:51
#46
Inviato 14 gennaio 2013 - 17:27
boh, sicuramente i due eventi citati ci mostrano un gioacchino in qualche modo cresciuto, ma il fatto che non si capisca bene come o perche' questa maturazione avvenga resta per me una pecca. per alcuni magari questa mancanza di consequenzialita' puo' essere un merito, a me lascia un'idea di incompiutezza.
Come ho già scritto penso che questa consequenzialità ci sia.
#47
Inviato 14 gennaio 2013 - 18:01
Come ho già scritto penso che questa consequenzialità ci sia.
Spoiler
diciamo che sono d'accordo con la tua interpretazione, ma resto insoddisfatto con la rappresentazione data da anderson. quanto dici nel terzo paragrafo dello spoiler e' condivisibile, ma non trovo nessun evento nel film a rappresentare questa presa di coscienza.
poi puo' darsi pure che questa sia una scelta stilistica dell'autore, pero' una che non mi fa impazzire ecco. magari avrei evitato qualche scena non particolarmente rilevante ai fini dello sviluppo per qualcosa in piu' sulla svolta che alla fine e' il fulcro del film.
in conclusione il film mi ha lasciato una sensazione di superficialita', nonostante le ottime premesse della prima parte e le indubbie doti del regista e degli interpreti.
#48
Inviato 14 gennaio 2013 - 18:12
#49
Inviato 14 gennaio 2013 - 23:45
per adesso resta un film che non mi ha lasciato molto, e il percorso di freddie è ancora un insieme di eventi che mi lasciano una sensazione di mancanza di "spessore". ma ripeto, può dipendere da me.
#50
Inviato 15 gennaio 2013 - 00:02
0 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi