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Anoice: "Remmings" (Important, 2006)


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22 replies to this topic

#1 {`tmtd`}

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Inviato 16 novembre 2006 - 21:51

Immagine inserita

ci sono quei dischi di cui ti innamori subito al primo ascolto, che ti capitano nella vita e te la cambiano improvvisamente. ti costringono a farsi ascoltare e tu non puoi farne a meno. poi magari c'è anche legata un'emozione particolare, una promessa, un frangente, delle parole. ed allora è proprio il caso di dire che diventano parte di te, si uniscono indissolubilmente all'animo. questo è per me remmings.
formazione tutta giapponese gli anoice, un'opera venuta fuori quasi per caso, scoperta grazie al consiglio di un amico, mai così amata. le coordinate artistiche si collocano intorno al post-rock dei Rachel's, la genialità di certe composizioni di Arvo part, la magia che possono regalarci i migliori sigur ros.
le canzoni sono 9 e alternativamente c'è un non-titolo, il famoso Untitled.
Untitled 1 è piccolo ricamo melodioso, vaghi tocchi di piano si stagliano sul sottofondo, un'atmosfera sognante, screziata, deliziosamente elegiaca si crea e si dipana progressivamente. Suoni ondulati, delicati. Piccoli tocchi di tastiera sul finale ricamano un acquerello che pare mal definito, appena accennato. Mai così compiuto nella sua incompletezza.
Aspirin Music soppianta il silenzio attraverso una struttura composta da basso, violino, piccoli ricami elettronici. La batteria, sovente, sostiene un minimo di ritmo, si scatena in attimi di panico, si calma con lentezza e tatto. Ed allora le chitarre scappano veloci e impazzite, il piano mette insieme quelle due-tre note che scrosciano violente, gli archi avvolgono con il loro manto sensuale, brandelli di melodia qua e la si presentano con un'apparizione fugace e sfuggente. Ancora, la batteria, concorre e partecipa in un finale pieno di rumore melodico.
Untitled 2 spezzetta e taglia un motivo possibilmente regolare, raccoglie i brandelli rimanenti, li giustappone secondo un ordine non ben definito, li presenta così come sono. Glitch-erie assortite, timbri ovattati, silenziosi. Un ambiente nero e oscuro si figura davanti agli occhi, un piccolo puntino bianco nel cielo rappresenta una stella, l'unico suono che rimane costante fino all'ultimo, stremato, ma sopravvissuto.
Kyoto riprende il discorso strumentale, iniziando il suo corso con un sibilo pungente, si fa accompagnare da una coppia di suoni discordanti, quasi rivali. Se da una parte il piano è scostante e umorale, fra picchi di emozionalità e toni sordi, la tastiera è graziosa, soave. Il sopraggiungere degli altri strumenti assalta l'ascoltatore, visto che i rimbombi della batteria sono aggressivi, il violino lacera con le sue note casuali. ma quella tastiera, la sua tendenza al timbro suadente, aggiunta ora a un altro strumento non ben definito, ora al baccano d'alta quota del suono complessivo, si candida come il componente che fa più tremare il cuore.
Untitled 3 accoppia alla solita partitura di piano dagli angoli ben definiti, un drone ciclico e ripetitivo, ossessionante, le solite due anime messe in contrapposizione, bellissime proprio per questo, bellissimo a sua volta il risultato finale, l'effetto complessivo, attraente e meschino.
Liange è una ballata minimale e crepuscolare, sostenuta da languidi attimi di suono amatoriale e caldo, rassicurante. Il rifugio per ogni cuore disperso.
Untitled 4 incrocia, come due serpenti si attorcigliano con forza, il regolare andamento di una chitarra decadente, e un proliferare di suoni che paiono sibili, scrosci, delizie, punteggiature, virgole, infinitesimali, appena percettibili, importanti proprio perchè minuscoli.
Eppoi arriva il pezzo simbolo del disco, dove la componente emozionale, gentilmente repressa nelle tracce precedenti, si fa viva e straripa con forza impressionante. The Three-Days Blow è un sogno. un sogno che parte piano e si carica addosso sensazioni nascoste, gongola tra un un piano suonato con delizia, note di chitarra ancora lontane e "piene", suoni "ambientali". Il violino, strumento cardine della composizione, inizia adagio, senza fretta. Poi, senza preavviso, inizia la melodia più bella che c'è. Un flusso continuo, che colpisce, non può far rimanere indifferenti, lascia senza parole, quelle che mancano a me per descrivere questi attimi. basta soltanto mettersi in silenzio in una stanza tutta nostra, ascoltare, lasciare andare le note, senza sforzarsi di capire e goderne. Fra attimi di (e)stasi e un finale concitato, in cui tutto il gruppo mette insieme un elemento, ognuno importante in egual maniera, i sei minuti scorrono veloce veloci, depositano sul fondo di ogni mente un sedimento indelebile. Una composizione magistrale, perfetta, amabile.
Conclude Untitled 5, il pezzo più posato e gentile di tutti e 9, dove la solita componente di piano viene affiancata a un'impalcatura elettronica, mai invadente, perfettamente coesa con tutti i suoni che si creano eppoi sfuggono, che appaiono eppoi si dissolvono.
il disco che può seriamente scalzare ogni altra opera presente nel 2006, addirittura anche la mia Caroline, almeno per ora, almeno in questi attimi. spero davvero che tutte queste mie parole possano servire a far innamorare tanti fra di voi.
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#2 music won't save you

    reprobo

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Inviato 16 novembre 2006 - 22:17

Beh, di fronte a una descrizione così completa e come sempre densa di emozione c'è ben poco da aggiungere.
In una sola espressione, direi che "Remmings", insieme forse ai soli album di Mono e Sierpinski, mi sembra uno dei pochi esempi capaci di riempire di senso la definizione post-rock in questo 2006. La sottile elaborazione chitarristica, la classicità del pianoforte e le ambientazioni sonore "artiche" che si intrecciano nei suoi brani, ne fanno un mirabile esempio di come su questo terreno susitano ancora spazi di manovra e creazione, nella rideclinazione di suoni delicati o impetuosi, ma comunque decisamente toccanti.
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in eremitaggio su http://musicwontsaveyou.com

#3 {`tmtd`}

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Inviato 16 novembre 2006 - 22:27

Sierpinski


devo ascoltarlo, ho visto che te lo sei sorbito spessissimo su last-fm. provvederò.

ambientazioni sonore "artiche"


che bel termine, "artiche". è proprio adatto..
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#4 astrodomini

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Inviato 29 novembre 2006 - 17:40

Copio direttamente dal mio blog:

Sabato 25 Novembre 2006 ma lo si leggerà più tardi.
Fuori è umido, ci sono le nuvole e la roba messa sul terrazzo a stendere sembra impregnarsi ancora di più d??acqua anziché asciugarsi, non è poi così freddo e io sono seduto davanti alla scrivania cercando il quid per muovermi e dirigermi verso il sabato in centro.
Pietrificato sulla sedia inerme scrivo quasi seguendo le note stupende di un disco che ho scaricato qualche tempo fa ma che ho deciso di metter su solo oggi, un pochino a caso in un pomeriggio alquanto insipido. Immobile davvero con le sole dita che si muovono perché questo Remmings di Anoice (2006, Important) mi ha letteralmente rapito in un vortice che sembra non fermarsi, che lo dilata nel tempo che sembrano ore, secoli, millenni e tutto intorno è fermo come non mai, la TV lontana, Padova leggera e lieve che sembra essersi soffermata anche lei sui toni alti del piano a sorridere di cotanta semplice e magnifica dolcezza.
Novembre davvero in un disco che sembra perfetto per un inverno di solitudine a guardar fuori la pioggia o a uscire e prendersela, a tornare a casa con un sorriso sulla faccia mentre tutto scorre veloce come ogni notte in città, a prendersi il solito primo freddo che nel 2006 sembra non voler mai arrivare, a veder le foglie cadere e tutto che sembra così armonico in certi attimi che nessun pensiero veramente sembra possa raggiungerli.
Attimi, secondi, sfuggenti, veloci ma in sé lenti, infiniti, magici e unici come uniche sono le atmosfere di questo Remmings che fa di archi, piano e divagazioni elettroniche un unico, inesorabile, discreto tappeto su cui perdersi per un istante a volare e guardare tutto da sopra, le persone e le cose, le prime resse per le festività che stanno arrivando, le prime luci, i sorrisi dei ragazzi e quelli delle signore, quelli veri dei bimbi, il profumo di castagne e di sabato in città. Quelle piccole cose che ti portano indietro nel tempo come i sottili arpeggi di questo disco così semplici e immediati che disarmano e rapiscono, stordiscono come una carezza, un sorriso, un saluto, una battuta particolarmente divertente, una bella ragazza che ti passa di fianco o una vetrina di scarpe colorate. Remmings è tutto questo, la semplicità di camminare di fianco alle persone mentre tutti pensano ad altro e i pensieri sono tutti nell??aria, mentre il freddo entra nelle narici e l??umido è sempre più umido, l??inverno sempre più inverno e la bellezza della vita in ogni suo frangente sempre più bella.


Grazie Alessandro, davvero.
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the music that forced the world into future


#5 {`tmtd`}

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Inviato 29 novembre 2006 - 17:44

[...]


michele... :'(
non sai quanto sono felice di leggere le tue splendide parole..
condivido ogni tua singola emozione.
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#6 Guest_Cannibal Ox_*

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Inviato 29 novembre 2006 - 18:58


Passo di fretta per:

-Ringraziare {`tmtd`}  (:-*, perchè un abbraccio è troppo poco).
Il disco più bello ascoltato quest'anno.

Sei uno di quegli utenti che, quando descrive un album, riesce sempre a convincermi a scaricarlo. Con il risultato che mi riempo il computer di musica brutta, di solito, ma questa volta ci hai preso all grande ;D  Un disco stupendo

-Segnalare a tutti che sulla Important è stagione di saldi, a quanto pare, e tra questi spicca il nostro: un bargain mica da poco, per 9 dollaruzzi

http://www.important...leases/sale.htm

-chiedere a questo punto agli esperti quali altri dischi nella lista in saldo potrebbero valere la pena prendere; conosco qualche nome (Acid Mothers Temple, muslimgauze, piano magic) ma non riconosco i titoli. Quelli di merzbow lì presenti ad esempio fanno parte del suo repertorio-cacca o valgono qualcosa? grazie

  • 0

#7 {`tmtd`}

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Inviato 29 novembre 2006 - 19:04


Sei uno di quegli utenti che, quando descrive un album, riesce sempre a convincermi a scaricarlo. Con il risultato che mi riempo il computer di musica brutta, di solito, ma questa volta ci hai preso all grande ;D  Un disco stupendo


e quale sarebbe la musica brutta?  >:(  ( :P)

  • 0

#8 Smog.

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Inviato 29 novembre 2006 - 19:15

-Segnalare a tutti che sulla Important è stagione di saldi, a quanto pare, e tra questi spicca il nostro: un bargain mica da poco, per 9 dollaruzzi

http://www.important...leases/sale.htm

questa è una notizia mica da ridere. buttate un occhio anche sulle magliette.

il disco lo sto ascoltando giusto ora (inizia ora la seconda untitled). mi limito a dire che,così al primo ascolto,aspirin music è un pezzo di rara bellezza.
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Nicola.

#9 Thereisalight

    Anziano

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Inviato 29 novembre 2006 - 19:31

ma questo thread non dovrebbe trovarsi tra i dischi recensiti (splendidamente)?

Comunque il disco è veramente fantastico e commovente (gli inglesi usano l'aggettivo moving, che mi pare assolutamente più adatto).
Quasi quasi non sembrano giapponesi  ;)
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#10 {`tmtd`}

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Inviato 29 novembre 2006 - 20:31

volevo far presente che il finale della recensione non è mio.
come si può facilmente vedere è l'intervento fatto da raffaello in questo thread, che mi ha conceduto gentilmente, senza pretendere l'affissione del suo nome in fondo alla recensione.
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#11 Kid Jong-il

    a bighe dure no si resone

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Inviato 29 novembre 2006 - 21:34

lo sto ascoltando adesso. grazie per il consiglio, un album davvero bello, piace anche a me dal primo ascolto.
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#12 Guest_galway_*

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Inviato 29 novembre 2006 - 22:28

Invece come avevo detto sul topic del rock da camera, il disco non mi aveva preso ai primi ascolti, ma ora mi sta conquistando pian piano. Devo dire che quel basso su Aspirin Music mi esalta proprio.
  • 0

#13 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 06 dicembre 2006 - 09:26

Gran bel lavoro, devo ammetterlo.
Atmosfere intense e melodie a tratti davvero incantevoli. Nella recensione c'è davvero tutto, in fondo Ale descrive pienamente alcune mie stesse sensazioni. C'è sintonia d'animo su parecchi punti.
Quindi, complimenti ad Ale per la recensione, e soprattutto complimenti a questa formazione giapponese. Uno dei dischi post-rock (definiamolo così) migliori di quest'anno, almeno tra quelli che ho ascoltato.
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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#14 {`tmtd`}

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Inviato 06 dicembre 2006 - 10:57

Gran bel lavoro, devo ammetterlo.
Atmosfere intense e melodie a tratti davvero incantevoli. Nella recensione c'è davvero tutto, in fondo Ale descrive pienamente alcune mie stesse sensazioni. C'è sintonia d'animo su parecchi punti.
Quindi, complimenti ad Ale per la recensione, e soprattutto complimenti a questa formazione giapponese. Uno dei dischi post-rock (definiamolo così) migliori di quest'anno, almeno tra quelli che ho ascoltato.


grazie, grazie.. sono felice che sia piaciuto cosi' tanto anche a te..
a tal proposito, visto che questo disco ha riscosso cosi' tanti consensi, vi consiglio caldamente questo ciddi':

Immagine inserita

Cacoy: "Humain Is Music" (Rumraket, 2005)

pubblicato in origine dalla Clockwise Recordings nel 2003, l'anno scorso e' stato ristampato in europa dalla rumraket, un'etichetta danese..
sospeso su atmosfere meno orchestrali e piu' ambient, mette insieme tentazioni pop con sperimentazioni elettroniche, risultando godibilissimo e frizzante.
Mural Is Music tra battiti dolci, la voce di Saya (componente dei Tennicoats) sottile e delicata, si attesta come un piccolo gioiellino che riassume in pieno l'essenza del disco. una tenue melodia si snoda con lentezza, insieme a quel : "Pa Pa Pararara Pa Pa" che ti colpisce al cuore..
ovviamente giapponesi ed ovviamente adorabili.


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#15 Veteran of Disorder

    Baron Samedi

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Inviato 06 dicembre 2006 - 11:20

Hats off to...Alessandro Biancalana!

Ottima dritta, non c'è che dire: incantevoli "Aspirin Music"*, "Kyoto", "Liange" e...massì dai...anche la penultima ( ;D). Tutte in pratica, pollice alzato!


*maledetto chi l'ha taggata...
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#16 {`tmtd`}

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Inviato 06 dicembre 2006 - 11:24

si scrive Aspirin Music..
anche chi ha pubblicato la recensione in origine aveva sbagliato nella tracklist..
per fortuna che c'e' quel santo..  :D
comunque grazie tante anche a te..  :)
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#17 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 14 dicembre 2006 - 14:48

Una bella sorpresa. In certi momenti, sembra di sentire (?) dei Clogs meno "accademici". Non un capolavoro, ma davvero buono.
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#18 {`tmtd`}

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Inviato 14 dicembre 2006 - 15:00

sembra di sentire (?) dei Clogs meno "accademici". Non un capolavoro, ma davvero buono.


scusa frankie, cosa vuol dire "dei Clogs meno accademici"?
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#19 frankie teardrop

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Inviato 14 dicembre 2006 - 15:22


sembra di sentire (?) dei Clogs meno "accademici". Non un capolavoro, ma davvero buono.


scusa frankie, cosa vuol dire "dei Clogs meno accademici"?


Mah, è solo una mia impressione. Insomma, se penso ai Clogs me li vedo subito tutti belli impettiti a suonare i loro strumenti (e questa, però, non vuol essere una critica... anzi, il loro disco è stupendo). Gli Anoice non mi fanno, invece, questo effetto. Mi danno, piuttosto, un senso di leggerezza, nonostante la malinconia imperante delle loro composizioni.
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#20 Farzan

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Inviato 04 febbraio 2007 - 14:14

ci sono quei dischi di cui ti innamori subito al primo ascolto


Quanto hai ragione Ale!
questo disco,scoperto sotto grandissimo consiglio di randolph carter, è di una eleganza e raffinatezza senza pari, semplicemente ti trascina con se nella sua bellezza.
Liange e Aspirin music son due canzoni impressionanti, al quale è impossibile rimanere indifferenti.
  • 0

#21 Nekokuma

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Inviato 15 febbraio 2007 - 12:33

A me questo disco non piace. Innanzitutto mi sembrano fuori luogo le parentesi (poche, devo dire il vero) più propriamente "post rock" rispetto ad un disco che prende chiaramente una via diversa, più classica, che approverei, se non fosse che sfortunatamente i modelli classici che l'indie tende ad usare sono sempre gli stessi, e ci sono stati riproposti in mille salse tutte dal gusto troppo simile, e ci siamo andati a sentire pure i compositori a cui si ispirano ed abbiamo scoperto che sono molto meglio. Secondo me scegliere di suonare questo genere è una scelta difficile che va ponderata bene perchè non ha senso fare la cosa classicheggiante, derivativa per di più, se non si eccelle nè nelle melodie nè negli arrangiamenti nel caso si voglia compiere una operazione para-filologica, e se l'apporto creativo e l'originalità non sono a un livello sufficiente nel caso si tenti una rielaborazione/personalizzazione/creazione di un genere.

Sicuramente è un disco di "sensazione", però i dischi di sensazione sono belli quando quella sensazione ve la dà quel disco e basta, non lui e altri venticinque.

Per dire, prendetevi un paio di colonne sonore di Sakamoto, Gohatto e la recente Toni Takitani, e vedete quelle che sono. Quelli sono dischi perfetti, che donano sensazioni uniche, che ti fanno associare sensazioni particolari a musica che esula però dal clichè sonoro di quella situazione perchè nascono da essa, non viceversa, in Remmings tutto questo manca assolutamente. (Ho portato come esempio quei 2 dischi di Sakamoto perchè potrebbero essere annoverati più o meno nello stesso genere.
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#22 {`tmtd`}

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Inviato 15 febbraio 2007 - 19:01

A me questo disco non piace. Innanzitutto mi sembrano fuori luogo le parentesi (poche, devo dire il vero) più propriamente "post rock" rispetto ad un disco che prende chiaramente una via diversa, più classica, che approverei, se non fosse che sfortunatamente i modelli classici che l'indie tende ad usare sono sempre gli stessi, e ci sono stati riproposti in mille salse tutte dal gusto troppo simile, e ci siamo andati a sentire pure i compositori a cui si ispirano ed abbiamo scoperto che sono molto meglio.


ciao nicola.
mi fa piacere che tu abbia ascoltato il disco.
non sono d'accordo con ciò che dici perchè parti (secondo me) dal presupposto sbagliato. io, almeno per quello che ho ascoltato, ho sentito raramente delle espressioni così cristalline di un certo tipo di suono. e non mi interessa etichettarlo, che sia post-rock, musica classica mutuata indie o quello che è.
a me semplicemente questo disco ha da sempre rapito, fin dal primo ascolto. ne ho apprezzato la delicatezza delle trame melodiche, la grande espressività delle partiture più "piene", il tocco minimale dei frangenti più silenziosi.

Secondo me scegliere di suonare questo genere è una scelta difficile che va ponderata bene perchè non ha senso fare la cosa classicheggiante, derivativa per di più, se non si eccelle nè nelle melodie nè negli arrangiamenti nel caso si voglia compiere una operazione para-filologica, e se l'apporto creativo e l'originalità non sono a un livello sufficiente nel caso si tenti una rielaborazione/personalizzazione/creazione di un genere.


che sia musica derivativa non lo metto in dubbio, ma.. potremo fare un discorso vecchio come il mondo.
riguardo la seconda parte del commento, credo proprio che gli anoice siano bravissimi nella fase di "rielaborazione/personalizzazione/creazione".

Sicuramente è un disco di "sensazione", però i dischi di sensazione sono belli quando quella sensazione ve la dà quel disco e basta, non lui e altri venticinque.


questa non l'ho capita.

Per dire, prendetevi un paio di colonne sonore di Sakamoto, Gohatto e la recente Toni Takitani, e vedete quelle che sono. Quelli sono dischi perfetti, che donano sensazioni uniche, che ti fanno associare sensazioni particolari a musica che esula però dal clichè sonoro di quella situazione perchè nascono da essa, non viceversa, in Remmings tutto questo manca assolutamente. (Ho portato come esempio quei 2 dischi di Sakamoto perchè potrebbero essere annoverati più o meno nello stesso genere.


non conosco queste colonne sonore, le ascolterò, e sicuramente mi piaceranno. ma non credo che cambierò parere sul disco.
ritengo remmings un'opera unica, che non si piega a nessun clichè, perchè se lo facesse, non risulterebbe così espressivo e "puro" alla maggior parte delle persone che l'hanno ascoltato.
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#23 Nekokuma

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Inviato 16 febbraio 2007 - 14:04

il problema per me ale non è il fatto che sia derivativo in sè, il problema è che un disco che fa della sensazione o delle emozioni che vuole scaturire un punto di forza un minimo di unicità secondo me lo deve avere. Gli Anoice, così come che ne so i Rachel's o Max Richter producono certamente dischi che possono essere considerati di pregevole fattura, ma adagiati come sono in un clichè di musica contemporanea ultraristretto che praticamente va da Nyman a Glass e viceversa con melodie ancora più spinte sullo sputtanato a me non riescono ad emozionare, non mi sembrano coinvolti in quello che fanno, mi sembra che suonino, esattamente come fa chi suona punk o ska, una musica di genere facendolo per lo più come artigiani piuttosto che come artisti.  Sicuramente sono io ad essere eccessivamente accanito su questo dal momento che le contaminazioni con la classica sono state sempre fra le mie cose preferite nella musica di oggi, però insomma a me pare che ci sia chi oggi riesce a fare tutto questo molto meglio, primi fra tutti per esempio Dirty Projectors o Final Fantasy.
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