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[Fidelio]

Per "colpa" di quel gioiellino di The Ballad Of Darren mi sono rimesso a rispolverare un po' tutta la loro discografia. Era una vita che mi ero ripromesso di riascoltarla- Ho messo sul piatto Blur (1997) e sto adorando il lavoro della chitarra di Coxon, ma più in generale anche vedendo qualche live in rete mi accorgo che siamo davanti a quattro personalità molto forti che a livello musicale dicono sempre la loro (da bassista sto adorando il lavoro di Alex James).

Voglio ascoltarmi gli altri dischi con calma, mi voglio godere questa sana riscoperta, per ora Blur è un pugno nell'occhio, un caos impazzito ma meraviglioso.

[good vibrations]

"The Ballad of Darren" gioiellino?
Disco loffio come pochi, purtroppo.

[markmus]

per me bel disco e alex james bassista sottovalutatissimo. non pervenuto però in quest'ultimo mi pare, in pezzi come russian strings o avalon il vecchio alex ci sarebbe sguazzato col basso saltellante.

https://youtu.be/Mp5...e4hWNvOzon-3R69

[Kerzhakov91]

 

"The Ballad of Darren" disco dell'anno per Mojo e per Rumore. 

[good vibrations]

Che degrado

[AvatarNull]

 

"The Ballad of Darren" disco dell'anno per Mojo e per Rumore. 

 

premesso che non è un brutto disco, ma è credibile che nel 2023 il disco dell'anno sia un album di una band che ha avuto il suo picco 30 anni fa? mah....

[Sleepyhead]

Bisognerebbe anche chiedersi cosa è uscito di veramente bello da artisti giovani quest'anno, anzi prima di fare ammenda con le classifiche lo chiedo qui.

 

A me il disco è sembrato un po' tirato via, con un andazzo lampante di chi non c'ha investito abbastanza in produzione e tempo altrimenti veniva molto meglio.

Ma è proprio l'andazzo di Albarn esternato pochi giorni fa del "non mi adagio sul passato" che mi sta sulle palle, cantare Feel Good inc tutte le sere è meglio? Chi ti vieta di osare anche con i Blur?

 

Sia benedetto Coxon e consorte.

[wago]

"Cosa è uscito di veramente bello?" è però una domanda a doppio taglio, nel senso che la risposta dipende molto più dal bacino di riferimento che dalla musica in sé. E nel caso di Rumore non può che confermare l'evidente: il pubblico di una rivista così è costituito perlopiù da ascoltatori ormai poco interessati a ciò che di nuovo il mercato musicale ha da offrire, e orientati più che altro ai ritorni di vecchie glorie, meglio se risalenti al periodo in cui aveva ancora interesse per le nuove proposte.

Va anche detto che in questi anni tanti artisti che mancavano dalle scene da un po' si sono rimessi in pista, e talvolta lo hanno fatto con opere considerate dagli appassionati più che valide. Insomma per piazzare al primo posto un album di una band-simbolo di un periodo risalente a decenni fa non bisogna per forza raschiare il fondo del barile. Semplicemente ignorare con serenità (e un po' di scaltrezza orientata alle vendite) la possibilità di incuriosire verso scene più giovani (non per forza giovanilistiche peraltro).